Serie A
Il Milan sbanca Marassi: sofferto 1-2 con la Samp
Il Milan porta via 3 punti pesantissimi da Genova e lancia un chiaro messaggio al campionato. Senza Ibra, Kjaer e Bennacer, spina dorsale rossonera, gli uomini di Pioli giocano un gran primo tempo e poi amministrano nella ripresa, soffrendo a tratti ma reggendo da grande squadra. Di contro, la Samp incappa nella quarta sconfitta in cinque partite: Ranieri deve riflettere.
Il primo tempo
Pioli deve fronteggiare tre assenze pesanti. Nel collaudato 4-2-3-1, Gabbia prende il posto dell’infortunato Kjaer e Tonali quello di Bennacer, lasciato precauzionalmente fuori per un lieve fastidio al polpaccio. Diaz completa il terzetto con Saelemaekers e Calhanoglu dietro Rebic. I padroni di casa lanciano la coppia Quagliarella-Gabbiadini e affidano a Tonelli il comando della difesa. La partita inizia con ritmi bassi e al minuto è propio Tonelli a costringere Donnarumma al miracolo su un colpo di testa da azione d’angolo. Da quel momento il Milan prende campo, Kessiè e Tonali dominano in mezzo e la Samp non esce più dalla propria metà campo. Rebic, su una bella palla in verticale di Saelemaekers, viene rimpallato all’ultimo da un grande intervento di Ferrari (17′). Venti minuti dopo è sempre il croato ad andare ad un passo dal goal ma Tonelli salva miracolosamente sulla linea la palla che lentamente stava entrando in rete. Sul finire del primo tempo l’episodio che stappa la partita. Thorsby impatta col braccio alto un colpo di testa di Hernandez: è rigore netto. Kessiè è glaciale dal dischetto e porta avanti i rossoneri poco prima dell’intervallo.
Il secondo tempo
La ripresa si apre subito con un cambio negli ospiti: Hauge per Diaz, un pò in ombra stasera. La Sampdoria alza subito i giri del motore preme alla ricerca del pareggio. Tuttavia è il Milan ad andare vicinissimo al raddoppio con Tonali che colpisce un clamoroso palo su bell’assist di Hauge. La partita si gioca molto a metà campo, grandi duelli fra Kessiè e il neo-entrato Damsgaard che si contendono tutte le palle. La partita non offre clamorose occasioni fino al minuto 77 quando il Milan trova il fondamentale raddoppio. Hauge fa una grande giocata a sinistra, serve Rebic che tocca dietro per l’accorrente Castillejo (entrato 8 secondi prima) che batte di piatto Audero. Grande esultanza per i rossoneri con Pioli che corre dai suoi per festeggiare. La partita sembra finita ma la Sampdoria ha un ultimo sussulto di orgoglio e trova la rete che riapre la gare con Ekdal che di testa batte Donnarumma su azione d’angolo (82′). Gli ultimi cinque minuti sono vissuti in apnea e gli uomini di Ranieri vanno ad un passo dal pareggio sull’ultima palla della partita ma il colpo di testa di Ferrari va alto sulla traversa. Finisce qui. Il Milan sale a 26 punti e consolida il primato. In attesa del rientro dei suoi leader, Pioli può essere orgoglioso della crescita di questo giovane grande gruppo.
Serie A
Napoli, Hojlund continua a segnare: Lukaku non serve più?
Napoli – Doppietta decisiva del danese a Cremona, già superati i gol della scorsa stagione: Lukaku può aspettare?
A Cremona è andato in scena il Rasmus Hojlund show. Il Napoli è tornato a vincere in trasferta trascinato dal centravanti danese, assoluto protagonista del 2-0 contro la Cremonese grazie a una doppietta che certifica il suo momento straordinario.
Hojlund domina fisicamente e tecnicamente, stravince il duello con Baschirotto e conferma di essere in uno stato di grazia totale. I due gol, entrambi da vero numero nove sul secondo palo, sono solo la punta dell’iceberg di una prestazione travolgente, forse la migliore da quando veste l’azzurro.
Napoli, Hojlund in stato di grazia
Con questa doppietta il danese ha già superato il bottino dell’intera scorsa stagione in Premier League: sei reti in campionato (nove complessive), contro le quattro segnate in 32 presenze con il Manchester United. Numeri che raccontano la rinascita di Hojlund sotto la guida di Conte, ma che non bastano a spiegare il suo impatto costante sul gioco.

Rasmus Højlund punta il dito ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Terza doppietta stagionale e dicembre da incorniciare, con gol pesanti anche contro la Juventus in Campionato e il Milan in Supercoppa. In questo scenario, il rientro di Lukaku può attendere perché il Napoli ha già un centravanti dominante e difficilmente rinunciabile.
“Doppietta di destro? Non capita spesso, ma contano i tre punti”, ha detto Hojlund a fine gara. Parole semplici, come il suo calcio: concreto, potente e sempre più decisivo.
Serie A
Roma, De Rossi incontra il suo passato: all’Olimpico la prima volta da avversario
Stasera sarà la volta di Roma-Genoa, sfida speciale per l’ex capitano giallorosso e attuale mister del Grifone, diviso tra emozioni e voglia di rivincita.
Roma-Genoa non sarà una partita come le altre, soprattutto per Daniele De Rossi. Stasera l’ex capitano giallorosso tornerà all’Olimpico per la prima volta da avversario, seduto sulla panchina del Genoa. Un incrocio carico di emozioni, rimpianti e ricordi per chi ha indossato quella maglia per 18 stagioni, facendone una seconda pelle.
Da calciatore simbolo della Roma a tecnico chiamato, per una sera, a provare a batterla. Si tratta di un ruolo inedito e quasi straniante per De Rossi, che con la Lupa ha collezionato 616 presenze, due Coppe Italia e una Supercoppa, diventando il secondo giocatore più presente nella storia del club dopo Totti.
Roma, per l’esonero De Rossi ancora ci soffre…
L’Olimpico riapre anche una ferita recente. La sua avventura in panchina con la Roma, iniziata nel gennaio 2024 dopo l’esonero di Mourinho e culminata in una brillante risalita, si è chiusa bruscamente pochi mesi dopo, proprio a seguito di una sconfitta con il Genoa. Un epilogo che De Rossi non ha mai nascosto di aver vissuto con amarezza.

DANIELE DE ROSSI INFURIATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Ora il presente si chiama Grifone. Dopo un avvio complicato, De Rossi ha rimesso in carreggiata il Genoa e guarda solo all’obiettivo salvezza. Senza sconti, nemmeno contro la squadra del cuore.
“Per una settimana dovrò lavorare per far perdere la Roma”, ha detto con un sorriso amaro. Stasera, all’Olimpico, sentimenti e professione si incroceranno. Ma il campo, come sempre, dirà l’ultima parola.
Serie A
Atalanta, Palladino: “Bisogna essere bravi a resettare e ripartire”
Dopo le vittorie contro Cagliari e Genoa, l’Atalanta perde 0-1 in casa contro l’Inter. Per la Dea è la quarta sconfitta di fila in casa contro i nerazzurri.
Sconfitta pesante per la squadra di Palladino che cade in casa contro l’Inter grazie ad un gol di Lautaro Martinez nel secondo tempo. E’ una sconfitta pesante sia per la classifica (decimo posto), ma anche per il calendario (le prossime due partite sono contro la Roma ed il Bologna).
C’è tanto rammarico per i padroni di casa, visti gli errori dei singoli (Djimsiti e Samardzic) e i due gol annullati a De Ketelaere e Scamacca. Inoltre, la Dea non vince in casa contro l’Inter dall’11 novembre 2018 (Atalanta-Inter 4-1).
Atalanta, le parole di Palladino

Quanto pesa l’errore di Djimsiti?
“Purtroppo è difficile da accettare, l’ho abbracciato a fine partita: non mi sento di condannarlo per un semplice errore individuale. L’Atalanta oggi ha affrontato una grande squadra. Abbiamo preparato la gara in un modo diverso rispetto alle altre gare contro l’Inter degli altri anni. Dispiace, ma bisogna essere bravi a resettare e ripartire contro la Roma”.
Era questo il piano gara?
“L’Inter è una squadra che ti mette in difficoltà perché hanno tanti giocatori di gamba. Nel primo tempo siamo stati un po’ passivi: dovevamo gestire meglio la palla. Nel secondo tempo siamo migliorati, ma il goal subito è stato un rammarico perché è arrivato in un momento in cui la gara era equilibrata. Abbiamo messo dentro anche altri attaccanti per cercare di pareggiare. Errare è umano, devi accettare che vada così e poi si avanti cercando di crescere il prima possibile”.
Che risposte ha ottenuto nel secondo tempo?
“Purtroppo abbiamo commesso degli errori tra il goal subito e il pareggio mancato. Vero che anche loro potevano raddoppiare, ma la partita è anche fatta di episodi. Dobbiamo andare avanti, anche perché veniamo da buoni risultati”.
Cosa pensa di Musah?
“Mi piace molto come giocatore: capace di giocare sia a centrocampo che come esterno. Secondo me ha interpretato bene la gara”.
Cosa ha imparato l’Atalanta da questa sconfitta?
“Purtroppo è stata una gara con del rammarico. I dettagli fanno sempre la differenza in una gara. Oggi impariamo questa lezione in maniera costruttiva e analizzeremo poi nei dettagli come migliorare”.
Giusto che l’Atalanta debba tirare da fuori?
“Dovevamo migliorare sotto questo aspetto. Siamo stati un po’ sterili, e purtroppo non siamo riusciti a colpire nella maniera migliore. Tuttavia sono contento della mentalità della squadra che ha provato con grande orgoglio a pareggiarla. Peccato perché volevamo regalare una vittoria a Pasalic“.
Zappacosta come sta?
“Zappacosta aveva un fastidio a fine primo tempo al flessore. Abbiamo preferito cambiarlo per non rischiare”.
Quanto manca a Scalvini per recuperare a pieno la sua forma e Djimsiti poteva essere preservato?
“No, sono contento comunque di Djimsiti: purtroppo può capitare l’errore e in 300 partite Berat non ha sbagliato quasi mai. Scalvini era in ballottaggio, purtroppo oggi la partita non ha permesso di vederlo in campo, ma avrà la sua occasione”.
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