Serie A
Hellas Verona, dall’Empoli a Empoli: chi non muore si rivede

Ultima chiamata per Hellas Verona ed Empoli che si affrontano all’ultima giornata con la salvezza in palio per entrambe. C’è un precedente rievoca tensione.
L’incontro tra gialloblu e azzurri negli ultimi anni ha assunto un significato quasi sempre decisivo. Domenica sera la tensione sarà altissima ma nel 2023 la posta in palio era molto simile.
Hellas Verona, dall’Empoli a Empoli per chiudere un cerchio
Tutti gli sforzi profusi in questa Serie A 2024/2025 hanno portato a una situazione totalmente aperta per la lotta salvezza e al Castellani si decide una stagione intera. C’è però un recente precedente che rievoca la pressione percepita in queste ore, soprattutto dall’Hellas Verona.
La stagione di riferimento è quella 2022/2023 e la giornata era la n°37, questa la situazione di classifica:
- Lecce 33
- Spezia 31
- Hellas Verona 30
Una vittoria permetterebbe ai ragazzi della coppia Zaffaroni/Bocchetti di salvarsi e spedire in cadetteria i liguri. Al Bentegodi arriva una squadra già ampiamente salva e senza ambizioni. Il clima è teso ma sotto sotto c’è una consapevolezza che tutto potrebbe chiudersi quel 28 maggio, i tifosi riempiono lo stadio in ogni ordine di posto per spingere la squadra verso il traguardo.
Il primo tempo si chiude sullo 0-0 e dal Picco di LaSpezia giungono notizie positive. Al 61° Adolf Gaich si avventa su una respinta corta di Vicario e fa esplodere il Bentegodi in un urlo quasi liberatorio. I minuti passano e i nervi rimangono saldi ma serve un altro gol per iniziare la festa. Inizia il recupero di oltre 6 minuti e ogni pallone spazzato vale quanto una rete. Al 97′ però da una rimessa laterale, Stojanovic calcia dalla destra e trova la sfortunata deviazione quasi impercettibile di Magnani che fissa il risultato finale sull’1-1.
Tutto dunque rinviato alla 38° con Hellas e Spezia che affronteranno rispettivamente Milan e Roma, tuttavia la salvezza si deciderà attraverso lo spareggio di Reggio Emilia, vinto poi dagli scaligeri.
Serie A
Fiorentina, il programma del ritiro estivo: si inizia il 14 luglio

La Fiorentina, attraverso un comunicato, ha ufficializzato le date del ritiro estivo della formazione di mister Pioli. Prima Toscana poi si vola in Inghilterra.
Manca sempre meno all’inizio della nuova stagione. La Fiorentina, attraverso un comunicato, ha ufficializzato le date del ritiro estivo a cui prenderà parte la banda di Pioli per preparare al meglio la nuova stagione.
Si riprendono le attività il prossimo 14 di luglio al Viola Park. All’impianto toscano, dove rimarranno fino al 27 luglio, ci saranno tre amichevoli contro la Primavera viola, il Grosseto e la Carrarese. Terminata la prima parte di ritiro in Toscana, la Fiorentina volerà in Inghilterra per continuare fino al 9 agosto.
Oltre manica Pioli e giocatori affronteranno due amichevoli di lusso contro Manchester United e Leicester, neo retrocessa in Championship. Infine, terminata l’avventura inglese, l’ultima amichevole prima dell’inizio del campionato (24 agosto alle 18:30 contro il Cagliari) sarà contro la Japan University FA, la Nazionale Universitaria Giapponese.
Fiorentina, il comunicato del ritiro estivo
“ACF Fiorentina comunica che la Prima Squadra viola svolgerà il ritiro estivo al Viola Park dal 14 luglio al 27 luglio. Durante il ritiro, la Fiorentina disputerà tre amichevoli, una contro la Primavera viola, domenica 20 luglio alle ore 20:00, presso lo stadio Curva Fiesole del Viola Park, una contro il Grosseto, giovedì 24 luglio alle ore 20:00 presso lo stadio “Carlo Zecchini” di Grosseto, ed una contro la Carrarese, venerdì 25 luglio alle ore 20:00, presso lo Stadio Curva Fiesole del Viola Park. Al termine di questa prima fase, la squadra gigliata volerà in Inghilterra per continuare la preparazione fino al 9 agosto. Dopo il rientro in Italia, la Fiorentina tornerà nuovamente in campo giovedì 14 agosto alle ore 20:00 per un’amichevole contro la Japan University FA (Nazionale Universitaria Giapponese), gara che si disputerà presso lo Stadio Curva Fiesole del Viola Park.
Nei prossimi giorni verranno comunicate le modalità di accesso per assistere ad eventuali sedute di allenamento a porte aperte ed alle amichevoli che si disputeranno al Rocco B. Commisso Viola Park.
Eventuali modifiche o aggiunte di nuove amichevoli verranno comunicate successivamente”.
Serie A
Atalanta, Juric è stata la scelta giusta per il dopo-Gasp?

Gasperini, dalla prossima stagione, dopo 9 anni, non sarà più l’allenatore dell’Atalanta. Al suo posto Ivan Juric, tecnico con precedenti non eccellenti.
Approfondiamo i risultati ottenuti da Juric e dall’Atalanta negli ultimi anni.
Juric, chi è il nuovo allenatore dell’Atalanta
Le precedenti squadre allenate
L’allenatore, ora sulla panchina dell’Atalanta, viene da una disastrosa stagione in Premier League (2024/25), alla guida del Southampton, con il quale è retrocesso in Championship. Prima ancora, sempre nel 2024/25, ha allenato la Roma, subentrando a Daniele De Rossi, anche se solo per 5 giornate.
Infatti, è stato esonerato dopo la sconfitta allo Stadio Olimpico contro il Bologna, lasciando la squadra della capitale dodicesima in classifica. Un’altra esperienza è stata quella al Torino, durata tre stagioni, dal 2021 al 2024, al termine delle quali la squadra si è posizionata sempre a metà classifica.
I dubbi per la prossima stagione
L’Atalanta, ad oggi, può essere considerata una big del campionato. Arriva da tre stagioni in cui si è sempre qualificata alle coppe europee: nel 2022/23 all’Europa League e nelle ultime due alla Champions League.
Addirittura, l’anno scorso c’è stato un momento in cui era ritenuta una pretendente al titolo. Il prossimo giocherà nuovamente la Champions League. Gasperini è riuscito a portare i bergamaschi dalla salvezza ai vertici della Serie A. Riuscirà, il croato, a mantenere questa eredità? Il rischio è che, in poco tempo, svaniscano 9 anni di duro lavoro.
Nicolò Caudini
Focus
Inter, Pio Esposito al bivio: restare in nerazzurro o nuova esperienza in prestito

Da giovane promessa a nome caldo del mercato: Francesco Pio Esposito è pronto a giocarsi l’Inter con Chivu al timone? Cosa gli riserva il futuro
Tutto è cambiato in appena un anno. Fino a quest’ora, l’anno scorso, solo gli addetti ai lavori — e qualche appassionato tra i più affezionati — conoscevano il grande talento del più piccolo dei fratelli Esposito. Oggi, invece, il suo nome è tra i più cliccati e ricercati del momento. Un talento ormai sotto i riflettori, che dopo aver incantato tutti con la maglia dello Spezia, è diventato uno dei protagonisti più chiacchierati tra le giovani promesse del panorama calcistico.
Ora la questione è un’altra: dopo aver messo il suo nome agli atti, spetta alla dirigenza nerazzurra decidere il da farsi. Si valuterà un nuovo prestito oppure si punterà a tenerlo in prima squadra già dalla prossima stagione, pur senza garanzie certe sul minutaggio. Qualora dovesse rientrare nel giro delle prime quattro punte — magari al posto di uno tra Taremi e Arnautović, considerando che Correa ha salutato in direzione Botafogo solo pochi giorni fa — potrebbe rappresentare una soluzione validissima.
D’altro canto, se dovesse essere ritenuto ancora non pronto e costretto a vivere nell’attesa settimanale di qualche scampolo di partita in cui mostrare il suo talento, allora la situazione cambierebbe radicalmente: avrebbe senso lasciare un talento simile a scaldare la panchina?
Inter, il fattore Chivu
Un elemento da tenere in considerazione potrebbe essere il rapporto con il neoallenatore dell’Inter, Christian Chivu. Come molti ricorderanno, prima di diventare allenatore del Parma nella seconda parte dell’ultima stagione, il suo ultimo incarico era stato quello di tecnico della Primavera proprio della squadra nerazzurra. Un ruolo in cui ha contribuito alla crescita di diversi talenti sbocciati negli ultimi anni.
Oltre a Colidio — oggi in forza al River Plate e prossimo avversario dell’Inter nel Mondiale per Club — e a suo fratello Sebastiano, tra i giocatori passati sotto la guida del tecnico rumeno all’interno del progetto giovanile nerazzurro c’era anche Francesco Pio.
Questo fattore potrebbe rivelarsi tutt’altro che secondario. Approdare in prima squadra in un grande club come l’Inter, che per molti rappresenta già il traguardo massimo di una carriera a livello di club, potrebbe essere un passaggio reso più naturale e meno traumatico grazie alla presenza di un allenatore che ha avuto un ruolo chiave nel suo percorso di crescita. Essere guidati da chi ha già creduto in te e conosce a fondo le tue qualità può rappresentare una fortuna non da poco. Un vantaggio che di certo non è spettato a tutte le giovani promesse sbocciate negli ultimi anni, e che potrebbe costituire un fattore determinante; almeno, questo è ciò che si augurano i tifosi interisti.

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