Serie A
Fagioli: un sogno chiamato Euro 2024
Il centrocampista della Juventus, Nicolò Fagioli, ha scontato la squalifica per scommesse e potrebbe scendere in campo a Bologna.

Nicolò Fagioli potrà tornare a giocare nella sfida tra Bologna e Juventus.
Per Nicolò Fagioli, il peggio é ormai alle spalle: dopo aver scontato la squalifica, il centrocampista torna a disposizione della Juventus.
Il bianconero, insomma, potrà essere convocato da Montero già per la gara di domani sera a Bologna e, ovviamente, sarà del gruppo anche nell’ultima giornata di campionato contro il Monza.
Due partite che hanno poco da dire per la Vecchia Signora, già qualificata alla prossima Champions League, ma che potrebbero segnare il futuro di Fagioli.
La squalifica
Nicolò Fagioli non scende in campo dal 1 ottobre 2023 quando giocò 68′ a Bergamo contro l’Atalanta.
Gli allenamenti e il nuovo ruolo
Durante la squalifica (dovuta al calcio scommesse) Fagioli si é sempre potuto allenare con i compagni alla Continassa.
E non solo: Allegri stava lavorando con lui su un nuovo ruolo, ovvero quello di play davanti alla difesa. Un’ipotesi che affascinerebbe anche Luciano Spalletti.
Il sogno Euro 2024
Secondo quanto riportato da ‘La Gazzetta dello Sport‘, Fagioli verrà seguito dallo Staff azzurro per capire se possa rientrare nei 30 preconvocati per Euro 2024.
L’idea sarebbe quella di chiamarlo come eventuale vice-Jorginho, dato che nel ruolo di regista le altre soluzioni non convincono Spalletti.
Playoff con la Next Gen
Visto il passaggio del turno della Juventus Next Gen, valevole per i playoff di Serie C, Fagioli potrebbe approfittarne per mettere ulteriori minuti nelle gambe e ritrovare il ritmo partita in vista di una chiamata da Coverciano.
Serie A
Napoli, guarda chi si rivede: Big Rom torna in gruppo
Arrivano ottime notizie in casa Napoli alla vigilia dell’ostica trasferta in Portogallo contro il Benfica, valida per la sesta giornata di Champions League.
Tanti sorrisi in casa Napoli. Infatti, a Castel Volturno è arrivata una notizia molto positiva per i partenopei in vista dei tanti impegni tra campionato, Champions League e Supercoppa Italiana.

ROMELU LUKAKU PUNTA IL DITO IN ALTO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Infatti, quest’oggi, come riportato da Sky Sport, è tornato ad allenarsi con il gruppo Romelu Lukaku. L’attaccante belga si trovata ai box dallo scorso 14 agosto, quando aveva riscontrato una lesione di alto grado del retto femorale della coscia sinistra. Quattro mesi sono passati e finalmente il conto alla rovescia per il suo ritorno in campo è sempre più vicino allo zero.
L’attaccante ex Roma ed Inter non prenderà parte alla trasferta di Champions League contro il Benfica. Il suo obbiettivo è quello di rientrare nella lista dei convocati per il match contro l’Udinese del prossimo weekend o per la Supercoppa a Riyadh.
ULTIM’ORA NAPOLI
Romelu #Lukaku è tornato ad allenarsi in gruppo: primo allenamento dopo l’infortunio del 14 agosto#SkySport #SkySerieA #SerieA
— skysport (@SkySport) December 9, 2025
Serie A
Doni: “Con Ranieri non ho mai avuto un rapporto. Totti? Un brasiliano mancato”
Doni, ex portiere della Roma, si è raccontato in un’intervista rilasciata per La Gazzetta dello Sport, dove ripercorre gli anni vissuti nella capitale
Doni, la Roma, Totti e Ranieri

Alexander Doni è stato il portiere dei capitolini dal 2005 al 2011, con 150 presenze tra i pali. Ora il brasiliano vive in Florida ed è a capo della “D32 Invest”. 32, come il numero che portava sulla schiena. L’azienda si occupa di case, palazzi e centri commerciali sul territorio statunitense, e nel frattempo Doni gira il mondo. Ma quando ritorna sul suo periodo in Italia, si illuminano gli occhi ed è il cuore a parlare.
“Dopo il calcio ho studiato tanto e ho aperto una serie di attività. Vivo in Florida dal 2017 ma giro in tutto il mondo. Ho anche un centro sportivo legato alla scuola calcio della Roma, una palestra, un’agenzia di gestione di atleti e tante attività nel settore immobiliare. Abbiamo costruito più di tremila case. In più, ho pure aperto un parco divertimenti con il mio ex compagno Fabio Simplicio”.
Si diceva che lo scorso anno è stato vicino a comprare il Brescia. Quanto c’è di vero? “Sì, la trattativa era stata avviata. Io facevo parte di un gruppo d’investimento e l’idea mi piaceva molto. Ma ci sono state un po’ di dinamiche interne che ci hanno portato a non concludere l’affare. Peccato”.
Avete in programma di acquistare altre società? “Con il fondo ho negoziato l’acquisizione di club in Portogallo, Brasile e Italia. Alcuni affari sono andati bene, speriamo ci sia occasione di farne altri in futuro. Magari proprio nel vostro paese…”.
Passiamo ai ricordi. Se nomino Roma le cambia lo sguardo. Ci ha lasciato il cuore? “La considero casa. Mi sono innamorato della città non appena ho visto il Colosseo. Poi la Roma, i tifosi, l’Olimpico. Un sogno”.
Spalletti la buttò dentro per la prima volta in un derby. Un battesimo di fuoco. “Era il 23 ottobre 2005, pareggiamo 1-1. Io non avevo mai giocato prima in campionato, fu incredibile esordire in una partita così. Avevo 26 anni, mi passò davanti tutto il percorso fatto fino a quel momento”.
Con Spalletti poi c’è stato un bel feeling. È stato il migliore mai avuto? “Si. Un genio. Luciano è una persona vera, diretta. Ti dice le cose in faccia. Poi era meglio non farlo arrabbiare, poteva pure prenderti a schiaffi. Quando urlava faceva tremare i muri di Trigoria…”.
Vi siete divertiti in quegli anni, però… “Eccome. Avevamo un super gruppo, composto da tanti brasiliani. Ci sentiamo ancora spesso, sono amicizie che ti porti per la vita. In spogliatoio ogni giorno ne succedeva una. Quanto abbiamo riso con Totti e De Rossi”.
Un aneddoto col capitano? “Francesco era un fenomeno, in campo e fuori. Era sufficiente uno sguardo per infonderci sicurezza. È un brasiliano mancato, ha colpi che ho visto fare solo a Ronaldinho e Kakà, con cui ho giocato in nazionale. Poi, però, uscivamo ed era uno show continuo. Una sera offrì mille euro a un cameriere per passare vicino ai tavoli, saltare in piscina in mutande e urlare come Tarzan battendosi il petto. Ancora mi viene da ridere se ci penso”.
Dal punto di vista personale, invece, a Roma ha subito un ambiente particolare… “È una piazza stupenda, che ha però spigolature e difetti. Per esempio, le radio. Negli anni ho sentito tante cose non vere su di me: dicevano che causavo problemi in spogliatoio, che volevo andare via, che non ero un professionista serio. Tutte cazzate. Per fortuna potevo contare su un gruppo squadra stupendo che mi ha sempre sostenuto. Lo disse anche De Rossi in un’intervista. Chiese di smetterla di inventarsi storie false…”.
Anche su Ranieri se ne sono lette tante… “Preferisco non parlarne, non ho tanto da dire. Per me quella fu una stagione complicata, giocai poco. Io e il mister, però, non abbiamo mai avuto rapporto”.
Le fece pagare l’aver accettato una convocazione in nazionale, quando secondo lui sarebbe dovuto restare a Trigoria per curarsi? “Io stavo bene e non mi sentivo di rinunciare alla chiamata della nazionale: in estate c’era il Mondiale. Sono tornato e nessuno mi ha più considerato. Facevo il quarto portiere, mi allenavo a parte. Non mi è stata mai data una spiegazione”.
È vero che fu vicino alla Juventus? “Sì, due volte. Una dopo il primo anno in Italia, un’altra dopo la mia esperienza al Liverpool. I bianconeri cercavano un vice Buffon, sarei lì andato a giocarmi il posto. Nel 2006 mi voleva anche il Barcellona di Eto’o e Messi. Ero uno dei portieri del Brasile, ci sta che mi cercassero le grandi europee. Io, però, volevo giocare sempre e a Roma stavo davvero bene”.
Le capita di tornare? “Meno di quanto vorrei. Mio fratello Joao vive lì e anche mia sorella. Tornerei per mangiare una carbonara fatta come si deve. Sono legatissimo alla città e alla gente, ho ricordi fantastici”.
Che rapporto ha col calcio oggi? Lei fu costretto a smettere per un problema al cuore. “Con il passare del tempo è cambiato. Io sono stato costretto a smettere per un problema al cuore: arresto cardiaco e ho rischiato la vita. Poi ho ripreso a giocare col Botafogo nel 2014, ma dopo una stagione mi sono dovuto fermare di nuovo. È stato terribile. Ricordo che per un po’ di tempo avevo proprio il rifiuto: non guardavo nessuna partita, anzi appena vedevo il calcio in tv cambiavo canale. Oggi non seguo tanto, ma sarò sempre un tifoso giallorosso”.
Tornerebbe nel calcio? “Nella vita mai dire mai. Magari lo farò da investitore, chi lo sa…”. Questa l’intervista di Doni a La Gazzetta dello Sport
Serie A
Juventus, prosegue l’attesa per il direttore sportivo: spunta il nome di James Gow
Con il mercato di gennaio alle porte, la Juventus non ha ancora scelto il direttore sportivo: continua la ricerca iniziata in estate.
Per settimane la Juventus sembrava aver trovato il profilo adatto per il ruolo di direttore sportivo, corrispondente al nome di Marco Ottolini. Reduce da un’esperienza triennale al Genoa e già conoscitore dell’ambiente juventino, Ottolini aveva impressionato positivamente Comolli durante il colloquio svolto e sembrava destinato a occupare la casella del nuovo ds.
Tuttavia, il via libera non è mai arrivato e il dirigente, in attesa di una chiamata definitiva, ha iniziato a interrogarsi sulle reali intenzioni dell’amministratore delegato.
Secondo quanto riportato da Tuttosport, nelle ultime ore Comolli avrebbe rivolto una particolare attenzione a un nome nuovo: James Gow, dirigente inglese che aveva già incrociato ai tempi del Liverpool, seppure in un ruolo completamente diverso da quello del direttore sportivo.
Il suo profilo ha conquistato rapidamente consensi all’interno del club, anche per la forte competenza nell’analisi dei dati, un elemento che si integra perfettamente con il nuovo corso bianconero.

Cosa potrebbe dare James Gow alla Juventus
Gow svolge la professione di direttore sportivo da soli tre anni. Dopo poco più di una stagione all’Al Jazira, negli Emirati Arabi Uniti, tra il 2021 e il 2022, ha guidato per due anni l’Aalborg, in Danimarca, fino al 2025.
Prima di assumere incarichi dirigenziali, aveva trascorso tredici anni al Liverpool, dove aveva ricoperto ruoli molto diversi: prima nel settore dedicato ai ragazzi con disabilità, poi come match analyst del vivaio, e infine come responsabile di due progetti internazionali, in Cina e in Australia.
La sua crescita è stata accompagnata da una costante attenzione all’analisi statistica, un ambito in cui è considerato un vero e proprio “mago”. Gow ha studiato Science and Football a Liverpool e, nei colloqui con Comolli, sarebbe riuscito a distinguersi per brillantezza e approccio metodico.
Nonostante la valutazione positiva, risulta comunque difficile che un eventuale arrivo di Gow possa concretizzarsi in tempo per permettergli di incidere sul mercato di gennaio. La sessione invernale, con ogni probabilità, sarà gestita direttamente da Comolli, che nel frattempo continua il processo di selezione del nuovo direttore sportivo.
La Juventus immagina questa figura con un ruolo strategico e meno a contatto quotidiano con la squadra rispetto al modello del passato, attribuendogli l’ultima parola sullo scouting e la gestione dei rapporti con i club internazionali.
L’impressione che filtra dalla Continassa è che non ci sia alcuna fretta. La società preferisce attendere pur di trovare il profilo perfettamente allineato alla nuova visione tecnica e gestionale, nonostante la squadra avrebbe bisogno di interventi immediati, considerando che gli investimenti estivi non stiano ancora offrendo i risultati sperati.
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