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Cagliari, è ufficiale: per i sardi la Serie A continua. Provvidenziali i tre punti conquistati domenica al Mapei Stadium contro il Sassuolo.
Il Cagliari può festeggiare: dopo la promozione dello scorso anno, domenica è arrivata la salvezza e la conferma della permanenza in Serie A. Complice la vittoria fuori casa 2-1 contro il Sassuolo.
Ranieri? Altro che bollito…
Ranieri, ormai prossimo ai 73 anni, è stato celebrato dai tifosi e dai giocatori, alcuni dei quali potrebbero essere suoi nipoti, come il ventenne Matteo Prati, autore del primo gol nella partita.
“Mi davano del bollito, e invece…”, ha dichiarato. Come altri grandi allenatori, Ranieri dimostra che l’esperienza e la passione possono sfidare il tempo. La sua carriera è ricca di successi, dalla storica impresa con il Leicester alla promozione e salvezza con il Cagliari.
Dall’inizio della sua carriera di allenatore, nel lontano 1986, ha sempre detto ciò che pensa. La sua versatilità e la capacità di adattarsi alle situazioni lo hanno reso un maestro del calcio. Contro il Sassuolo, ha superato Ballardini su tutti i fronti: tattico, motivazionale e interpretativo.
E così i giocatori della squadra sarda hanno festeggiato. A modo loro: concedendosi un bagno notturno al Poetto, la spiaggia più famosa del capoluogo dell’Ichnusa, come mostrato in un video pubblicato sugli account social del club.
Cagliari, le parole di Ranieri
La felicità è tanta. Mister Ranieri non nasconde la sua contentezza per l’ottimo risultato. Come ha dichiarato a Sky domenica scorsa: “L’ultima salvezza è sempre la più bella. Sono veloci a dirti che sei finito. La cosa curiosa è che la prima volta vincemmo 2-1 proprio il 19 maggio del 1991, in Emilia.
Cagliari è casa mia, l’ho detto fin dall’inizio, lotteremo ogni giorno. Sono felice di festeggiare davanti ai nostri tifosi. L’anno scorso a Bari, Gigi Riva mi ha chiesto di dire ai ragazzi che non ci sono solo i tifosi allo stadio, ma un’intera isola”.
Sul suo futuro al club sardo: “Io ho un altro anno di contratto. Credo che il fuoco si sia acceso. Ho sempre detto ai ragazzi che giochi come ti alleni, e loro si allenavano benissimo, ma giocavano male. Non erano concentrati. Allora ho pensato di andarmene, perché mi dicevo ‘Questi qui pensano di salvarsi solo perché ci sono io’.
Si sono ribellati e mi hanno chiesto di rimanere. I ragazzi hanno sempre dato tutto, anche quando giocavamo male. La squadra non era stanca, ma ci sono partite in cui non riesci a far male all’avversario”.
Recentemente, il tecnico ha rivelato anche un retroscena di mercato: “Ci sono state due occasioni in cui due Nazionali mi hanno contattato, ma ho detto che sarei rimasto. Ho sempre seguito il cuore”.