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Como, Fabregas: “Sarò sempre grato ai lariani”

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Como

Il tecnico del Como, Cesc Fabregas, ha parlato al termine della vittoria casalinga contro il Cagliari di Nicola per 3-1. Sesta vittoria di fila per i lariani.

Cesc Fabregas, allenatore del Como, è intervenuto in conferenza stampa al termine del successo casalingo contro il Cagliari di Nicola. Un secco 3-1 inflitto ai sardi che permette ai lariani di prendersi il decimo posto in classifica e la sesta vittoria consecutiva in campionato.

Lo spagnolo è stato un pò vago sul suo futuro. Ricordiamo infatti che sulle tracce dell’ex Barcellona c’è il Bayer Leverkusen, che a fine stagione saluterà Xabi Alonso in direzione Real Madrid.

Como, Fabregas

CESC FABREGAS LANCIA IL PALLONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Como, le parole di Fabregas

L’aspetto che risalta più della squadra è la mentalità mostrata, nonostante a salvezza raggiunta.

“Penso che questo è un po’ la continuità della nostra stagione. Avere più forza per alzarsi dal letto il giorno dopo, dopo una sconfitta e una sconfitta ancora. Con coraggio, rispetto per il compagno, creando forza nella nostra famiglia. la nostra mentalità è cresciuta, i giocatori hanno capito il nostro gioco e il nostro stile. Ora il più è mostrare il nostro impatto mentale. Dobbiamo vincere la prossima. Quando trovi tanti complimenti pensi di essere più bravo di quello che sei, lo sprint non lo fai, molli e arriva una squadra che ti mangia e vince. Ma questo è il mio lavoro, di far capire che per vincere e arrivare al top bisogna sempre andare a 100. Noi lo abbiamo capito e sono contento. Pensiamo alla prossima a Verona, partita difficile, dobbiamo vincere”.

Quando ha capito che la squadra avrebbe potuto fare un grande campionato?

“Noi stiamo facendo il campionato che dovevamo fare. Sono arrivati giocatori che hanno fatto alzare il livello, Goldaniga ha giocato otto partite da terzino destro, Kempf a sinistra… facile dire tutto questo ma io ricordo tutta la strada fatta, la stagione, ma i ragazzi non hanno mollato. I ragazzi mi hanno seguito e questo per me è fondamentale”.

L’anno prossimo si può puntare all’Europa? Con o senza di lei?

“Se dico sì o no è uguale. Se vinco e poi le perdo tutte dicono che sono scarso, conosco tutto. Io sono tranquillo. Oggi sei bravo e se fai la stessa cosa poi non è così. Io sono tranquillo”.

Del futuro ha già parlato. Ma il lato emotivo con giornate come queste? Avranno un peso nella decisione finale?

“Ovviamente c’è un lato emotivo, non lo posso negare. Succeda quel che succeda io ringrazierò per sempre quello che mi ha dato la società, sono orgoglioso di quello che si sta creando intorno a Como. Questa energia al Sinigaglia, una cosa diversa da quando sono arrivato da giocatore. Io voglio andar via di qui lasciando un’eredità, l’importante è che chi viene dopo di me ritrova una grande società, con ragazzi preparatissimi. Una cultura del lavoro spettacolare. Voglio lasciare questo al Como poi io sono molto contento e legato a tutti, molto coinvolto anche sul futuro. Quando arriverà il momento si dirà qualcosa”.

Come la sta dicendo sembra un passo d’addio

“No, l’ho detto sempre questo. Quando andrò via, spero che dicano: ‘Wow’. Il mio lavoro è preparare tutto, anche dopo 10-5 anni. La cosa più difficile è quanto fatto fino ad adesso. Ora bisogna alzare il livello”.

Sesta vittoria di fila, un solo gol subito. Difesa che regge bene… cosa è cambiato?

“Quello che vedete voi è sbagliato. Siamo stati forti difensivamente tutta la stagione, ma singolarmente ti hanno fatto gol che oggi non avrebbero dovuto arrivare. Come Pepe oggi. Nella prima parte 32 gol presi, oggi 17. Nel singolo la squadra è migliorata, ma con i dati, se potete vederli… questo è calcio. L’atteggiamento della squadra in tutta la stagione è stato molto forte”.

Oggi qualche novità. Pensa di ripeterlo nelle ultime due giornate?

“È presto, devo vedere la settimana, come ritornano i ragazzi. Ma abbiamo trovato una continuità, una squadra che gioca bene, questo è il più importante. Devo andare con i giocatori che sento possano vincere la partita. Oggi l’ho sentito. Con Pepe è stato un regalo meritato, non voglio dire la cosa sbagliata. Mi ha aiutato durante la stagione, Valle mi ha dato qualcosa in più, ma andiamo a vincere le partite che mancano. Per dare continuità a una squadra che sta crescendo per un calcio che a me piace”.

Serie A

Torino, il ritorno di Petrachi è una splendida notizia?

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Torino

Il Torino ha sollevato dall’incarico il Ds Davide Vagnati, lasciando spazio così a un ritorno molto gradito dai tifosi granata di Gianluca Petrachi. 

Parliamo di un Ds dalla grandissima esperienza, che ha mostrato già in passato di saper regalare grandissimi colpi a basso prezzo.

L’ha mostrato a Roma, l’ha mostrato soprattutto a Torino e, come detto da Petrachi stesso, l’esperienza con la Salernitana è stata la seguente: “Fin prima della Salernitana avevo un rendimento da otto. Non avevo mai sbagliato una stagione. Quei sei mesi hanno macchiato il mio percorso”.

Andiamo ad analizzare meglio la carriera di uno dei ds migliori in Italia.

Torino

Torino, Da Bremer e Immobile a Mancini: ecco tutti i migliori affari nella carriera di Petrachi

La sua carriera parte con un’ottima parentesi al Pisa, dal 2007 al 2008 che convince il Torino a puntare sul ds italiano.

A gennaio 2010 passa in granata e ci rimane, per 9 lunghi anni. Un percorso che ha visto arrivare un Petrachi e andarne via un altro.

Era un Torino ben diverso da quello che conosciamo oggi. Navigava in Serie B e risalire in A si stava rivelando più complicato del previsto.

Grazie a vari acquisti, nel corso degli anni i granata hanno avuto modo di non solo tornare in Serie A, ma anche di raggiungere l’Europa League. 

Tra i colpi più importanti merita una menzione sicuramente Danilo D’Ambrosio.

Arrivò per 500mila euro nel gennaio del 2010 dalla Juve Stabia in comproprietà, in 6 mesi il classe ’88 si guadagnò la conferma in granata, diventando fondamentale sia per la promozione che per la salvezza in Serie A.

Sirigu artivò dopo una stagione insoddisfacente all‘Osasuna, Petrachi però decise di puntarci sopra.

Glik venne acquistato dal Palermo per 300mila euro e divenne un punto fermo della difesa granata. Fu ceduto al Monaco per ben 11 milioni di euro.

Altra super plusvalenza fu Maksimović: acquistato nel 2013 dall’Apollon Limassol (che lo aveva appena preso dalla Stella Rossa) per meno di 3 milioni, venne venduto al Napoli nel 2016 per 26 milioni.

Bruno Peres fu portato a Torino da Petrachi nel settembre 2014, in cambio di 2 milioni al Santos. Venne poi acquistato dalla Roma, per una cifra vicina ai 15 milioni di euro.

Altri colpi dall’altissimo spessore sono poi stati sicuramente Ciro Immobile, vero trascinatore dei granata nella stagione 2013/14 che ha condotto il Torino alla qualificazione in Europa League. 

Senza dimenticare Andrea Belotti, capitano e bomber per moltissimi anni dei granata.

Da menzionare sicuramente Bremer, arrivato come un completo sconosciuto dall’Atlético Mineiro, ceduto poi per 50 milioni alla Juventus.

Davide Zappacosta arrivato nel 2014 dall’Atalanta, è stato poi ceduto per 25 milioni al Chelsea nel 2017.

Infine anche Cerci, Darmian, Ansaldi, Džemaili, Benassi e Buongiorno (prodotto del vivaio ma comunque valorizzato dal club) sono stati dei colpi importanti.

Alla Roma sono da nominare Smalling, Mkhitaryan e Gianluca Mancini in particolar modo.

Nonostante la breve e non particolarmente felice esperienza con la Salernitana, il ds stesso, tempo fa, ha voluto ribadire il proprio operato in termini numerici: “Alla Salernitana ho prodotto un lavoro da 50 milioni di euro: 32 milioni di entrate dal mercato e 18 milioni risparmiati sugli ingaggi. A fronte di tutto questo, però, mi sono ritrovato con soli 1 milione e 200mila euro per costruire la squadra. Con una cifra simile puoi solo ritoccare, non cambiare l’ossatura”.

In ogni caso, il ritorno di Petrachi farà sicuramente molto piacere alla stragrande maggioranza dei tifosi del toro.

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Serie A

Inter, archiviare in fretta l’ennesima sconfitta: è attesa una battaglia contro un Genoa rivitalizzato

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Calciomercato Inter

L’Inter contro il Liverpool ha collezionato la 6° sconfitta stagionale. La squadra di Chivu deve archiviare in fretta e tornare con la testa al campionato.

I nerazzurri hanno avuto un inizio di stagione sicuramente positivo, all’interno del quale però è facile trovare evidenti macchie. 6 sconfitte in 20 partite tra campionato e Champions League sono tante per una squadra che punta ad arrivare in fondo ad entrambe le competizioni.

Contro il Liverpool, al netto delle evidenti sviste arbitrali, l’Inter non ha di certo fatto una delle sue migliori partite. Una gara sottotono e priva di grande coraggio e personalità, influenzata anche dagli infortuni precoci di Calhanoglu e Acerbi.

La classifica di Champions League tiene ancora i nerazzurri in una posizione salda, ma li 0bbliga a fare punti tra Arsenal e Borussia Dortmund.

Inter

L’ESULTANZA DI LAUTARO MARTINEZ CHE PUNTA IL DITO VERSO IL CIELO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Inter, trasferta ostica al Marassi

La squadra di Chivu deve rimboccarsi le maniche per tornare alla vittoria fin da subito. Domenica però, è attesa da una partita che sulla carta si rivela piuttosto ostica.

L’Inter sarà ospite del Genoa allo Stadio Luigi Ferraris, in un ambiente in fiducia e rivitalizzato dall’arrivo di Daniele De Rossi.Con il nuovo tecnico i rossoblu hanno ottenuti 8 punti in 4 partite ed hanno ritrovato entusiasmo ed energia.

I nerazzurri non possono permettersi dunque di approcciare la sfida con superficialità e dovranno fare una prova da grande squadra per uscire da Marassi con i 3 punti.

Vedremo come Chivu deciderà di impostare la gara da un punto di vista tattico, contro una squadra aggressiva, ma che lascia più di qualche spazio in ripartenza.

L’Inter non può più permettersi passi falsi e deve riuscire a dare una maggiore continuità alle vittorie e alle belle prestazioni.

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Serie A

Pisa, dopo il Parma anche il Lecce: c’è fame di punti

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Pi

Il Pisa si prepara a tornare in campo dopo la sconfitta interna contro il Parma. La squadra di Gilardino sarà di scena a Lecce, in uno scontro ad alta tensione.

La stagione dei nerazzurri era iniziata con qualche difficoltà dovuta al salto di categoria, ma dopo 14 giornate si può dire che Nzola e compagni abbiano quasi trovato la quadra.

Pisa, in Salento altro scontro salvezza: vietato sbagliare

Dieci punti frutto di 1 vittoria7 pareggi 6 sconfitte, caratterizzano fino a questo punto il cammino dei toscani. Il ritorno in Serie A dopo 34 anni non ha comunque spaventato rosa e staff, i risultati in questo senso ne sono la dimostrazione. Sconfitte di misura, sei gare di fila senza perdere e diverse big fermate o messe in difficoltà alla Cetilar Arena sono alcuni degli aspetti più evidenti.

L’ultimo KO in ordine di tempo però ha inciso maggiormente rispetto a quello con l’Inter a causa della vicinanza in classifica col Parma di Cuesta. Prima della 14° giornata le due squadre erano appaiate a 10 11 punti, alzando ulteriormente l’importanza dello scontro diretto in quel di Pisa. La vittoria dei ducali, grazie al rigore di Benedyczak, ha spinto i padroni di casa in zona retrocessione ma il calendario offrirà a Gilardino la possibilità di tornare momentaneamente in acque tranquille.

La trasferta di Lecce infatti sarà l’occasione per tornare alla vittoria, dopo oltre un mese, e recuperare lo svantaggio rispetto alla zona salvezza. I giallorossi allo stesso modo devono riscattare la sconfitta con la Cremonese, arrivata appena dopo il successo interno col Torino, e costata il quartultimo posto in classifica al momento.

Non sarà della partita Mbala Nzola, a causa della squalifica di tre giornate inferta dal Giudice Sportivo dopo l’espulsione rimediata negli ultimi minuti contro il Parma. L’attacco nerazzurro sarà dunque guidato probabilmente da Meister, supportato da Tramoni con Moreo che scalda il motore.

In difesa Albiol si sta imponendo grazie alla sua esperienza e sta anche trasmettendo sicurezza a tutti gli altri compagni di reparto. Gli ultimi risultati evidenziano il buon lavoro tattico orchestrato da Gilardino in ottica difensiva.

Appuntamento dunque a venerdì 12 dicembre alle 20:45 per una sfida che il Pisa non può sbagliare, l’unico scontro diretto a secco è stato proprio l’ultimo perciò si prospetta una sfida molto interessante.

touré pisa

Idrissa Toure’ (Pisa) during warm up during Italian soccer Serie B match AC Pisa vs Ascoli Calcio at the Arena Garibaldi in Pisa, Italy, December 08, 2022 – Credit: Gabriele Masotti

 

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