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Clamoroso al Cibali o, quando Herrera capitolò a Catania

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Serie A

Esattamente 64 anni fa, il 4 giugno 1961, la squadra rossoblù  vinceva 2-0, ponendo fine alle residue speranze-scudetto della squadra di Helenio Herrera.

Anno decisamente importante il 1961. Il peso del calcio italiano cominciava ad entrare nella rete sociale e nel vissuto della popolazione. Verso Natale i bambini potevano scambiarsi le primissime figurine Panini dei calciatori. La famosa frase “Celo, manca” entrava a far parte del linguaggio comune.

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Calgary, Alberta, Canada. July 10, 2020. Inter Milan close up to their jersey logo

Herrera e la diplomazia

Pochi mesi prima però, venne pronunciata un’altra espressione destinata a fare la storia. Il 4 giugno di quell’anno nacque il “Clamoroso al Cibali“, in onore dello stadio del Catania.

Questo perchè si giocava Catania-Inter, ultima giornata del campionato 1960-61. Un torneo segnato dalle polemiche di Juventus-Inter, sospesa per invasione di campo dei tifosi. In primo grado fu assegnata la vittoria ai nerazzurri, ma in appello si decise di ripetere la partita. L’Inter, allenata da Helenio Herrera, doveva per forza conquistare i due punti per sperare di arrivare al recupero di Torino con qualche chance di Scudetto.

La missione non era delle più semplici. Lo stadio siciliano era stato teatro di vittoria solo per Juventus e Lazio. Ovviamente le motivazioni era assolutamente differenti. L’Inter in corsa per il primato, mentre i siciliani erano già ampiamente salvi.

Herrera, però, all’andata non fu molto diplomatico. Anzi, dopo il 5-0 maturato a San Siro, dichiarò: “Il Catania è una squadra di dilettanti postelegrafonici baciata dalla fortuna”. Non le dichiarazioni più intelligenti della storia. In Sicilia non lo avevano dimenticato. Per i nerazzurri davanti si prospettava un vero e proprio inferno. Al Cibali non entrava neanche uno spillo.

Ai catanesi non servivano le parole del mister Di Bella o del presidente Marcoccio. Negli spogliatoi bastava guardarsi negli occhi e ricordare le dichiarazioni del Mago. I rossoblù costrinsero gli ospiti ad arroccarsi per tutta la partita.

Le parti sembravano essersi invertite: il Catania era l’Inter e viceversa. I siciliani vanno avanti con Mario Castellazzi nel primo tempo e raddoppiano nella ripresa con l’idolo di casa, l’argentino “TodoCalvanese. L’incubo era realtà: i nerazzurri non avevano più speranze di Scudetto. Anche perchè la Juventus pareggiava col Bari e vinceva il suo 12esimo titolo.

La leggenda attorno all’esclamazione

Da questo contesto venne coniato il sopracitato ” Clamoroso al Cibali”. La leggenda narra che fu Sandro Ciotti, dai microfoni di “Tutto il calcio minuto per minuto” ad urlare questa frase frase. Mentre Milano e Torino guidavano l’Italia nel miracolo economico, nel calcio c’era un Sud punto nell’orgoglio, che si riscattava e decideva le sorti dello scudetto. Sta di fatto che le ricostruzioni storiche sembrerebbero smentire questo racconto.

L’attribuzione della frase infatti sarebbe da attribuire ad un giornalista tra Ezio Luzzi, Nuccio Puleo, Niccolò Carosio o Luigi Prestinenza, escludendo inoltre che la frase sia stata pronunciata durante la suddetta trasmissione radiofonica.

A prescindere da tutto però, l’espressione è entrata benissimo nel linguaggio calcistico, come definizione di un risultato sorprendente ed inaspettato.

La festa impazza in quel di Catania

Tornando al campo invece, bisogna sottolineare come la vendetta siciliana dopo il triplice fischio si spostò sugli spalti. I tifosi irrisero il tecnico dell’Inter cantando “Herrera cha-cha-cha” e fecero sfilare una bara con le insegne della squadra nerazzurra. Addirittura, in segno di scherno verso i dirigenti, partì il coro “Viva la Juventus”.

Serie A

Fiorentina, il programma del ritiro estivo: si inizia il 14 luglio

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Fiorentina, De Gea

La Fiorentina, attraverso un comunicato, ha ufficializzato le date del ritiro estivo della formazione di mister Pioli. Prima Toscana poi si vola in Inghilterra.

Manca sempre meno all’inizio della nuova stagione. La Fiorentina, attraverso un comunicato, ha ufficializzato le date del ritiro estivo a cui prenderà parte la banda di Pioli per preparare al meglio la nuova stagione.

Si riprendono le attività il prossimo 14 di luglio al Viola Park. All’impianto toscano, dove rimarranno fino al 27 luglio, ci saranno tre amichevoli contro la Primavera viola, il Grosseto e la Carrarese. Terminata la prima parte di ritiro in Toscana, la Fiorentina volerà in Inghilterra per continuare fino al 9 agosto.

Oltre manica Pioli e giocatori affronteranno due amichevoli di lusso contro Manchester United e Leicester, neo retrocessa in Championship. Infine, terminata l’avventura inglese, l’ultima amichevole prima dell’inizio del campionato (24 agosto alle 18:30 contro il Cagliari) sarà contro la Japan University FA, la Nazionale Universitaria Giapponese.

Fiorentina

Fiorentina, il comunicato del ritiro estivo

“ACF Fiorentina comunica che la Prima Squadra viola svolgerà il ritiro estivo al Viola Park dal 14 luglio al 27 luglio. Durante il ritiro, la Fiorentina disputerà tre amichevoli, una contro la Primavera viola, domenica 20 luglio alle ore 20:00, presso lo stadio Curva Fiesole del Viola Park, una contro il Grosseto, giovedì 24 luglio alle ore 20:00 presso lo stadio “Carlo Zecchini” di Grosseto, ed una contro la Carrarese, venerdì 25 luglio alle ore 20:00, presso lo Stadio Curva Fiesole del Viola Park. Al termine di questa prima fase, la squadra gigliata volerà in Inghilterra per continuare la preparazione fino al 9 agosto. Dopo il rientro in Italia, la Fiorentina tornerà nuovamente in campo giovedì 14 agosto alle ore 20:00 per un’amichevole contro la Japan University FA (Nazionale Universitaria Giapponese), gara che si disputerà presso lo Stadio Curva Fiesole del Viola Park.

Nei prossimi giorni verranno comunicate le modalità di accesso per assistere ad eventuali sedute di allenamento a porte aperte ed alle amichevoli che si disputeranno al Rocco B. Commisso Viola Park.

Eventuali modifiche o aggiunte di nuove amichevoli verranno comunicate successivamente”.

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Atalanta, Juric è stata la scelta giusta per il dopo-Gasp?

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Atalanta

Gasperini, dalla prossima stagione, dopo 9 anni, non sarà più l’allenatore dell’Atalanta. Al suo posto Ivan Juric, tecnico con precedenti non eccellenti.

Approfondiamo i risultati ottenuti da Juric e dall’Atalanta negli ultimi anni.

Juric, chi è il nuovo allenatore dell’Atalanta

Le precedenti squadre allenate

L’allenatore, ora sulla panchina dell’Atalanta, viene da una disastrosa stagione in Premier League (2024/25), alla guida del Southampton, con il quale è retrocesso in Championship. Prima ancora, sempre nel 2024/25, ha allenato la Roma, subentrando a Daniele De Rossi, anche se solo per 5 giornate.

Infatti, è stato esonerato dopo la sconfitta allo Stadio Olimpico contro il Bologna, lasciando la squadra della capitale dodicesima in classifica. Un’altra esperienza è stata quella al Torino, durata tre stagioni, dal 2021 al 2024, al termine delle quali la squadra si è posizionata sempre a metà classifica.

I dubbi per la prossima stagione

L’Atalanta, ad oggi, può essere considerata una big del campionato. Arriva da tre stagioni in cui si è sempre qualificata alle coppe europee: nel 2022/23 all’Europa League e nelle ultime due alla Champions League.

Addirittura, l’anno scorso c’è stato un momento in cui era ritenuta una pretendente al titolo. Il prossimo giocherà nuovamente la Champions League. Gasperini è riuscito a portare i bergamaschi dalla salvezza ai vertici della Serie A. Riuscirà, il croato, a mantenere questa eredità? Il rischio è che, in poco tempo, svaniscano 9 anni di duro lavoro.

Nicolò Caudini

Atalanta

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Focus

Inter, Pio Esposito al bivio: restare in nerazzurro o nuova esperienza in prestito

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Inter

Da giovane promessa a nome caldo del mercato: Francesco Pio Esposito è pronto a giocarsi l’Inter con Chivu al timone? Cosa gli riserva il futuro

Tutto è cambiato in appena un anno. Fino a quest’ora, l’anno scorso, solo gli addetti ai lavori — e qualche appassionato tra i più affezionati — conoscevano il grande talento del più piccolo dei fratelli Esposito. Oggi, invece, il suo nome è tra i più cliccati e ricercati del momento. Un talento ormai sotto i riflettori, che dopo aver incantato tutti con la maglia dello Spezia, è diventato uno dei protagonisti più chiacchierati tra le giovani promesse del panorama calcistico.

Ora la questione è un’altra: dopo aver messo il suo nome agli atti, spetta alla dirigenza nerazzurra decidere il da farsi. Si valuterà un nuovo prestito oppure si punterà a tenerlo in prima squadra già dalla prossima stagione, pur senza garanzie certe sul minutaggio. Qualora dovesse rientrare nel giro delle prime quattro punte — magari al posto di uno tra Taremi e Arnautović, considerando che Correa ha salutato in direzione Botafogo solo pochi giorni fa — potrebbe rappresentare una soluzione validissima.

D’altro canto, se dovesse essere ritenuto ancora non pronto e costretto a vivere nell’attesa settimanale di qualche scampolo di partita in cui mostrare il suo talento, allora la situazione cambierebbe radicalmente: avrebbe senso lasciare un talento simile a scaldare la panchina?

Inter, il fattore Chivu

Un elemento da tenere in considerazione potrebbe essere il rapporto con il neoallenatore dell’Inter, Christian Chivu. Come molti ricorderanno, prima di diventare allenatore del Parma nella seconda parte dell’ultima stagione, il suo ultimo incarico era stato quello di tecnico della Primavera proprio della squadra nerazzurra. Un ruolo in cui ha contribuito alla crescita di diversi talenti sbocciati negli ultimi anni.

Oltre a Colidio — oggi in forza al River Plate e prossimo avversario dell’Inter nel Mondiale per Club — e a suo fratello Sebastiano, tra i giocatori passati sotto la guida del tecnico rumeno all’interno del progetto giovanile nerazzurro c’era anche Francesco Pio.

Questo fattore potrebbe rivelarsi tutt’altro che secondario. Approdare in prima squadra in un grande club come l’Inter, che per molti rappresenta già il traguardo massimo di una carriera a livello di club, potrebbe essere un passaggio reso più naturale e meno traumatico grazie alla presenza di un allenatore che ha avuto un ruolo chiave nel suo percorso di crescita. Essere guidati da chi ha già creduto in te e conosce a fondo le tue qualità può rappresentare una fortuna non da poco. Un vantaggio che di certo non è spettato a tutte le giovani promesse sbocciate negli ultimi anni, e che potrebbe costituire un fattore determinante; almeno, questo è ciò che si augurano i tifosi interisti.

Inter

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