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Bologna, la strada per la Champions si fa sempre più ripida

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Bologna

Il Bologna esce senza punti dalla sfida di San Siro contro il Milan e deve sperare in buoni risultati sugli altri campi per rimanere in corsa per la Champions.

La squadra di Italiano sta attraversando una vera e propria settimana da big: scontro diretto contro il Milan a San Siro, finale di Coppa Italia sempre contro i rossoneri e infine trasferta a Firenze contro la viola di Palladino. Il primo di questi 3 impegni però, non è andato a buon fine e rischia di condizionare e non poco il discorso qualificazione in Champions League per i rossoblu.

Bologna

BOLOGNA CALCIO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Bologna, vincere la Coppa Italia per coronare la stagione

Al momento la stagione del Bologna supera senza dubbio tutte le aspettative iniziali e Vincenzo Italiano sta facendo un lavoro incredibile. La testa dei rossoblu però, inevitabilmente vola alla finale di mercoledì, partita storica per la squadra e per il club, che per forza di cose,  ha portato a a voler sprecare qualche energia fisica e mentale in meno nella sfida di campionato contro il Milan. Attualmente la finale è l’assoluta priorità di tutto l’ambiente, con un’eventuale vittoria che non solo sarebbe festeggiata per il suo valore effettivo, bensì garantirebbe anche l’accesso diretto all’Europa League.

E se l’Europa League fosse meglio della Champions?

Con la sconfitta di ieri sera contro la squadra di Conceicao si è complicato e non poco il discorso Champions League. I rossoblu però hanno ancora più di una via per sperare di andarsi a giocare comunque l’Europa, probabilmente in un contesto che valorizzerebbe anche di più la squadra di Italiano.

Con il nuovo formato infatti, le squadre piccole rischiano di essere eliminate fin da subito senza scendere nella competizione inferiore ed è vero che la Champions avrebbe tutto un altro valore sia a livello di palcoscenico che a livello economico, ma restando al campo, in una competizione come l’Europa League questo Bologna sarebbe una squadra in grado di dire la sua.

Serie A

Milan, c’è la firma di Tare come nuovo DS

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Milan

Il Milan ha il suo nuovo direttore sportivo. È arrivata nella giornata di oggi la firma di Igli Tare. L’ex ds della Lazio ha firmato un contratto di 3 anni con i rossoneri.

Inizia oggi ufficialmente l’era di Igli Tare al Milan. Dopo un lungo casting per il ruolo di direttore sportivo, alla fine i rossoneri hanno scelto di puntare sull’ex dirigente della Lazio. Nella giornata di oggi è arrivata la firma di Tare sul contratto, mentre il comunicato ufficiale del club non è atteso prima dell’inizio della prossima settimana. Secondo quanto raccolto dalla nostra redazione, Igli Tare ha firmato con i rossoneri un accordo di 2 anni, con opzione per il terzo anno. Lo stipendio del dirigente dovrebbe aggirarsi intorno agli 800.000 mila euro all’anno. 

Milan

ZLATAN IBRAHIMOVIC SORRIDENTE ( FOTO KEYPRESS )

Igli Tare sarà subito operativo all’interno della società rossonera, e sarà chiamato a prendere una serie di decisioni importanti, sul mercato e non solo. La priorità in casa Milan resta quella di individuare l’allenatore per la prossima stagione.

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Serie A

Roma, Ranieri: “Rivoluzioni in estate? Non penso. E sul nuovo allenatore…”

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Roma, Ranieri

Il tecnico della Roma, Claudio Ranieri, ha parlato in conferenza stampa a due giorni dall’ultima gara del campionato contro il Torino di Vanoli.

Claudio Ranieri, allenatore della Roma, è intervenuto in conferenza stampa alla due giorni dall’ultima panchina della sua carriera. Il tecnico giallorosso, al termine della stagione, prenderà posto all’interno della dirigenza della Roma. diventando un consigliere della famiglia Friedkin.

L’obiettivo finale di Ranieri è provare a centrare la qualificazione in Champions League. Oltre a trovare la vittoria in casa del Torino, i giallorossi devono sperare che la Juventus non riesca a raccogliere i tre punti in quel di Venezia.

Roma

CLAUDIO RANIERI GRAZIE ROMA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Roma, le parole di Ranieri

Come arriva la squadra a questa partita? Qual è il suo coinvolgimento emotivo?

“Sono concentrato sulla partita, poi magari nelle giornate seguenti penserò a tutto quello che mi è successo in questi giorni. Prima di tutto volevo ringraziare i tifosi della Roma, io non mi aspettavo una cosa del genere l’altra sera. Non mi aspettavo una scenografia così meravigliosa e li voglio ringraziare di vero cuore. Ci avviciniamo, come ho sempre detto, fino all’ultimo secondo dell’ultima partita. Siamo entrati in Europa, non sappiamo in quale Europa, ma dobbiamo uscire dal campo consapevoli che abbiamo dato il massimo. Poi ci sono degli episodi che ti condannano o ti fanno sorridere e io sono soddisfatto, per cui dobbiamo dare tutto noi stessi. Credo che questo sia degli ultimi campionati una cosa veramente bella, perché c’è chi lotta per vincere il campionato, chi lotta per retrocedere, chi lotta per entrare in Europa e credo che questo sia stato veramente un campionato molto interessante per tutti i tifosi italiani”.

Ha pensato alle 23 di domani? E a prescindere dall’entrata o no in Champions, quale voto si dà a questa stagione?

“Io non mi do voti. Non c’è mai nessuno che vince sempre. Qualche volta devi conoscere anche l’amaro così sai apprezzare anche il dolce. L’altra domanda era cosa penserò domani. Il primo pensiero era le 23, fammici arrivare alle 23. E poi forse lo dirò, ma io non sono bravo nell’esternare a parole le mie emozioni, quello che sento dentro. L’ho vissuto l’anno scorso a Cagliari, ero sicuro, lo ripeto ancora una volta, che sarebbe finito tutto. Ero contento, ero rilassato, ho passato un’estate bella, serena, con i miei amici soliti. E penserò questo, a stare bene con i miei amici”.

Che clima c’era a Trigoria? Dovbyk come sta? Dybala e Pellegrini verranno a Torino?

“Credo che partiranno tutti, ancora non glielo ho chiesto, ma credo di sì. Dovbyk ha fatto allenamento sotto il controllo di dottori, fisioterapisti e preparatori. Credo che domani, se tutto andrà bene, me lo daranno disponibile per fare l’ultimo allenamento. L’allenamento è stato bello, concentrato come sempre, con grossa determinazione da parte dei ragazzi. Questo mi rende sereno, perché io so che andremo ad affrontare una grande squadra che vuole far bene, vuole chiudere bene il suo campionato, gioca in casa. Il Torino ha grandi giocatori, un grandissimo allenatore, giovane, ma molto valido e vorrà far bene. Noi ce la dovremo sudare come se la dovranno sudare tutti quelli che vogliono conquistare quello che ha in ballo”.

Come accoglierà il nuovo allenatore la piazza?

“Io non penso a come lo accoglierà, io penso che quando andrà via i tifosi saranno dispiaciuti, questo è quello che io vorrei”.

Quanto cambierebbe la qualificazione in Champions League?

“Solo domande inerenti alla partita. C’era un saggio grandissimo allenatore che diceva non dire gatto se non l’hai nel sacco. Noi abbiamo un gatto a nove code che scappa via da tutte le parti. Prima chiudiamo il sacco e poi vediamo”.

Quali sono le sue sensazioni in queste ultime giornate?

“No, è sempre un cocktail di mille sensazioni, perché poi l’allenatore, io soprattutto vado a sensazioni, a quello che mi dicono i ragazzi in campo. Mi dicono con loro atteggiamento, ho sempre pensato di mettere la squadra che mi potesse far vincere. E poi ho sempre detto a loro, si gioca in sedici, ho la possibilità di fare cinque cambi, state sempre tutti a disposizione. Per cui certamente il cambio di Dybala è costato parecchio, perché Dybala ci dava non solo quel punto di riferimento là davanti, ma quel giocatore che ci sapeva tenere palla e nelle situazioni difficili, vedevate che i ragazzi subito palla lui e lui ci tirava fuori dai guai.

Senza di lui abbiamo un attimino sofferto, per cui ho cercato di correre ai ripari con scelte da parte mia, credo, da parte mia logiche. Naturalmente possono essere sembrate particolari, strane, perché così, perché così, perché non ho giocato sempre 3-4-3, abbiamo vinto a Milano, perché non ripetere. A me piace studiare l’avversario, mi piace cercare di metterlo in difficoltà, gli altri fanno sicuramente lo stesso con noi. Gioco forza devo cercare di tenere tutti sul chi vive e cercare di vincere la partita”.

Tralasciando il rapporto con i tifosi che è stato ricucito dal suo avvento da novembre, rispetto al Ranieri allenatore e consigliere, ha centrato tutti gli obiettivi che si era prefissato quando si è seduto sulla panchina?

“Sono molto soddisfatto di quello che sono riuscito a fare nell’arco di questi, quanti sono? 5-6-7 mesi. C’è ancora tanto da lavorare, c’è tanto da lavorare insieme, però la strada che è stata tracciata mi piace, mi ha dato soddisfazione”.

Leandro Paredes giocherà? Baciare lo stemma sotto la curva ha allontanato le voci sul Boca, secondo lei?

“Dipenderà da lui e dal prossimo allenatore. Dire se gioca? Non lo dico perchè darei un opportunità all’allenatore avversario…”

Che Torino si aspetta, visto che c’è la possibilità di non mandare in Champions la Juventus? Questi sono ragionamenti che anche in uno spogliatoio si fanno. Ha fatto una promessa, un regalo in caso di Champions League della propria squadra?

“Io? Un regalo? Sono loro che lo devono fare a me! Io devo fare il regalo? Non credo a queste cose. Queste sono cose che stanno fuori dalla mente di chi gioca a calcio, soprattutto a questi livelli. Io ai miei ho detto quello che ho detto a voi. Il Torino è una buonissima squadra che nelle ultime 5 partite in casa ha fatto due vittorie, due pareggi e solo una sconfitta. Ci sarà da sudare e lottare fino all’ultimo secondo. Questo è quello che ho detto ai ragazzi e credo che i ragazzi mi credano perché io ho sempre detto la verità.

Gli ho sempre prospettato le difficoltà che avremmo incontrato durante un match. Per cui il Torino farà la sua gagliarda partita perché il Torino per DNA è una squadra che lotta sempre. Tra virgolette mi è sempre piaciuta, proprio per questo suo. Io poi giocavo contro Pulici e Graziani, era uno spettacolo. Era un dispiacere perché perdevamo quando giocavo nel Catanzaro, però era uno spettacolo vederli”.

A prescindere dalla qualificazione in Champions o meno, in estate ci dobbiamo aspettare rivoluzioni?

“Vediamo. Io credo che di rivoluzioni non possiamo farne e non dobbiamo farne. Se questa è una squadra che nel girone di ritorno dovrebbe essere prima, allora c’è solo da migliorare. Ma diamo fiducia a questa squadra”.

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Serie A

Serie A, testa a testa Napoli-Inter: uno scudetto assegnato a panchina scoperta

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Rocchi

Questa sera si deciderà il campionato di Serie A: sia Conte che Inzaghi però, non andranno in panchina a causa squalifica e sosterranno la squadra dalla tribuna

È arrivato il tanto atteso giorno nella quale si saprà finalmente chi sarà a sollevare il trofeo finale, al netto di sorprese che potrebbero rinviare il tutto ad uno spareggio. Il Napoli parte decisamente favorito, ma in questo tipo di partite il pallone ha un peso totalmente differente e può accadere di tutto e per questo l’Inter cercherà di vincere e mettere pressione alla diretta concorrente.

Serie A, i due allenatori assenti per squalifica

Serie A

L’ESULTANZA DI ANTONIO CONTE E SIMONE INZAGHI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

La particolarità di questo scudetto è che a prescindere dalla squadra alla quale verrà assegnato, già sappiamo che il rispettivo tecnico non sarà partecipe della gara decisiva. Antonio Conte ha rimediato un espulsione nell’ultima sfida contro il Parma dovuta ad un eccesso di foga agonistica, così come Inzaghi è andato a muso duro verso Baroni in seguito alle proteste per il rigore assegnato alla Lazio.

Entrambi dunque, seguiranno la squadra dalla tribuna e in questo modo però avranno la possibilità di seguire in prima persona anche la sfida sull’altro campo, in modo tale da potere fare modifiche di gestione in tempo reale.

Ovviamente, in caso di conquista del titolo il tecnico vincitore avrà l’opportunità di raggiungere i suoi ragazzi sul terreno di gioco per festeggiare insieme alla squadre e ai tifosi.

E se fosse l’ultima in campionato per Inzaghi o Conte?

Quello che potrebbe accadere è che questo titolo potrebbe sancire la fine di un percorso per entrambe i tecnici e di conseguenza la loro ultima panchina l’avrebbero messa a referto nella penultima sfida di campionato e non in quella valida per lo scudetto.

Antonio Conte ha più volte ribadito un pò di mal di pancia in questa sua annata al Napoli, con questioni che il tecnico non ha digerito tanto facilmente e non ha mai dato la certezza di rimanere per un altro anno.

Simone Inzaghi invece, sembra essere uno degli allenatori più ambiti in giro per l’Europa e non solo. Per lui sono arrivati apprezzamenti dalla Premier League e offerte concrete dall’Arabia Saudita, che al momento sembra aver respinto. Molto cambierà in base all’esito della finale del 31 Maggio, ma al momento non c’è la matematica certezza che il tecnico sarà sulla panchina dell’Inter anche la prossima stagione.

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