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Telenovela Salernitana, le ultime … sotto l’albero

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La telenovela Salernitana sembra adesso davvero giunta al termine. Finalmente sapremo quale sarà il futuro del club campano, un regalo sotto l’albero per i tifosi è in fase d’incartamento ma ormai sembra fatta, bisogna solo capire chi la spunterà.

I due trustee Paolo Bertoli e Susanna Isgrò stanno valutando le varie proposte giunte via PEC. Vediamo quali sono i maggiori acquirenti più interessati, considerando che le offerte giunte entro il limite massimo del 5 dicembre diventeranno irrevocabili dal 27 dicembre, quando nessuno potrà più tirarsi in dietro. Vediamo rapidamente chi è interessato ad acquisire il club granata considerando che l’obbiettivo dei due trustee è quella di firmare un contratto entro venerdì per poter sfruttare la proroga di 45 giorni per mettere definitivamente i conti a posto. C’è la cordata Cerruti, con l’imprenditore cilentano intento a formare un gruppo di investitori da mettere d’accordo. C’è poi uno studio legale di Roma che sta cercando accordi con professionisti salernitani per formulare una proposta accettabile con una fideiussione di una banca italiana. Possibili offerte potrebbero arrivare dall’estero: tra le manifestazioni di interesse ci sarebbe quella del gruppo svizzero Implenia, colosso delle costruzioni.

Salernitana, il prezzo della società

salernitana

Bisogna vedere adesso se il prezzo per l’acquisto delle quote societarie scenderà, visto l’avvicinarsi dell’ultima data utile e la rigidità della Figc in merito all’esclusione, e se i trustee direbbero sì a proposte da 10-15 milioni. Ad ogni modo, fino ad oggi le offerte ricevute entro e non oltre il 5 dicembre non sarebbero state rigettate per motivi economici, ma per la scarsa affidabilità dei candidati. Tra questi, il fondo lussemburghese con advisor piemontese e la società di Francesco Di Silvio. Quest’ultimo non molla la presa, ma non ci sarebbero i presupposti per riaprire il discorso alla luce del comunicato emesso pochi giorni fa da Paolo Bertoli e Susana Isgrò. C’è, infine, l’ultima spiaggia rappresentata dall’avvocato Michele Tedesco e dal notaio Roberto Orlando: i due professionisti salernitani formulerebbero una proposta in extremis per evitare il peggio.

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Insomma, ci sono buone speranze per la cessione della società ma c’è anche un altro nodo da sciogliere, la chiusura del bilancio al 30 giugno scorso. La società potrebbe essere instradata alla cessione senza che avvenga quest’altro passo, una formalità, d’accordo, ma che pesa per chi vuole interessarsi all’acquisto del club, non essendoci nulla di ufficiale ma soltanto un progetto di bilancio da visionare chiuso con un -1,6 milioni. Il cane si morde la coda: finora non c’è stata approvazione perché la continuità aziendale è tutt’altro che garantita, avendo la società una data di scadenza, il 31 dicembre, non di poco conto. Un bella matassa da sbrogliare, se ne si parla da settimane. Solo dimostrando di aver incanalato la Salernitana verso una vendita certa, quindi con in tasca la proroga di 45 giorni già prevista dall’atto di Trust, il club granata maturerebbe il diritto a continuare il campionato e, quindi, il bilancio sarebbe approvabile senza alcuna remora.

Difficilmente entro il 27 dicembre, l’ultima data disponibile, arrivare un’offerta irrevocabile, considerando che per definirsi tale deve verificarsi il pagamento della caparra fissato al 5% del prezzo definitivo. Ci sono i festivi di mezzo, il 25 e poi domenica 26 e in queste date è improbabile che avvengano manovre finanziarie in programma. Pur ammettendo che ci sia qualcuno che offra subito e non aspetti altro tempo, le difficoltà ulteriori sono legate proprio alla necessità di mettere d’accordo più imprenditori o di visionare fino all’ultima carta. Insomma, si prospettano ancora giorni di passione e di ansia in chiusura di 2021.

Due scenari sono adesso possibili per la questione del bilancio. Lunedì 27 dicembre in assemblea dovrebbe essere discussa la situazione e, alla luce dei fatti, si potrebbe procedere per un differimento di qualche giorno, ai primi del 2022: in tal modo, si avrebbero più certezze e l’approvazione avverrebbe sempre da parte di Melior e Widar, che agirebbero con la proroga di 45 giorni. In caso contrario, occorrerebbe approvare i conti con riserva già il 27. Comunque vada, gli interessati restano alla finestra.

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Inter, parla Marotta dopo lo scudetto

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Inter, Marotta

Il CEO dell’ Inter ha elogiato il presidente Steven Zhang per la sua abilità nel delegare responsabilità efficacemente.

Le parole del CEO dell’Inter

Dapprima Marotta ha sottolineato l’importanza di concedere autonomia al management per consentire all’Inter  di operare al meglio.  Un’altra questione approfondita dal dirigente  é come  Zhang comprenda l’importanza della delega di compiti per il successo dell’organizzazione.

Marotta ha dichiarato che Zhang è costantemente informato sulle attività dell‘Inter. Quindi il team  è per lui   responsabile di ciò che accade all’interno del club.

Ha evidenziato come la responsabilità ricade sul management e non sulla proprietà.

Lavorare insieme in modo efficiente è essenziale per il successo e Marotta ha  apprezzato il rapporto di collaborazione tra il management e la proprietà.

Marotta parla del club

Anche la fiducia di Marotta nella leadership di Zhang è evidente cosí come la solidità della gestione del club sembra promettente per il futuro.

Marotta ha garantito ai tifosi che il club è finanziariamente solido . Probabilmente la proprietà fornirà inoltre ulteriori dettagli sul rifinanziamento del debito.

Ha assicurato che qualsiasi errore è imputabile al management e non alla proprietá  ed ha enfatizzato la trasparenza e la responsabilità del team di gestione nerazzurro.  Ha sottolineato che lavoreranno duramente per garantire il successo della squadra.

Inter, Marotta

Giuseppe Marotta

La collaborazione efficace tra management e proprietà è orientata verso la stabilità e il successo del club.

La gestione di Zhang ha portato a significativi risultati sportivi per i neroazzurri. Marotta ha voluto rassicurare i tifosi sulla solidità della leadership del presidente.La prospettiva di continuità e di successo per il club sembra essere al centro della strategia di gestione del team.

È  importante sottolineare che da quando é presente la gestione di Zhang ha portato a importanti risultati sportivi per il club. Tra questi la vittoria del titolo di campione d’Italia nella stagione 2020/2021.

 

 

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Assemblea ECA, Al-Khelaifi: “La Superlega non esiste”

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Assemblea ECA, Nasser Al-Khelaifi

All’Assemblea ECA (European Club Association) svoltasi ieri a Madrid ha presenziato il presidente Nasser Al-Khelaïfi, noto per essere anche il presidente del PSG.

Il presidente Nasser Al-Khelaïfi ha parlato della situazione dell’ECA. che sta attraversando una fase di grande espansione e conta oggi oltre 600 club affiliati grazie all’arrivo di 266 squadre aggiuntive in questa stagione.

Queste le parole di Al-Khelaïfi a tale proposito: “È un momento fantastico a causa della nostra rapida espansione e della nostra evoluzione positiva. Questo dimostra che l’ECA è un’organizzazione dinamica, democratica, rappresentativa e inclusiva.

Quando sono diventato presidente dell’ECA, c’erano 174 club… ora siamo 610. L’unità è la forza dell’ECA, che è completamente diversa dal precedente G-14”.

Il presidente ne ha approfittato anche per polemizzare sulla Superlega. Queste le sue parole: “La porta è sempre aperta per quei club che non sono nell’ECA. La Superlega non esiste. Quindi, quando se ne renderanno conto, saranno i benvenuti a tornare (l’allusione è soprattutto al Barcellona, ndr).

Abbiamo giocato contro di loro nei quarti di finale della Champions League, la migliore competizione per club al mondo. È la migliore competizione, il miglior sistema che abbiamo. Non sono davvero contenti, ma ancora una volta ci giocano perché sanno che è importante.

Sanno che è la competizione principale. Spero che quindi ne siate consapevoli. Sanno che la porta è sempre aperta. Siamo in contatto congiunto con la FIFA e l’UEFA”. I club che ancora sostengono convintamente il progetto della Superlega sono, in particolare, il Barcellona e Real Madrid.

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Milan, così non va: esci dalla mediocrità! | L’editoriale di Mauro Vigna

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Milan, già dal titolo si può capire di che tenore (senz’altro duro) è il taglio di questo articolo. Non si può sprecare un’altra stagione.

Parlare con mesi di anticipo a volte può dare delle soddisfazioni, in quanto, spesso si viene smentiti. Ed è quello che spero vivamente accada. Perché altrimenti dovremo nuovamente assistere a un anno, il prossimo, sotto il segno della mediocrità.

Mediocrità, parola ricorrente durante questa stagione, basti vedere alcuni elementi in rosa. Che vanno cambiati, o meglio, vanno sostituiti con rinforzi qualitativamente superiori. Iniziamo da Calabria, bravo bello educato e con un cuore grande così, ma vederlo capitano di una squadra come il Milan appare, scusatemi, una bestemmia. Sapete vero di cosa stiamo parlando? Del Milan, squadra che ha alzato al cielo 7 Champions. Giusto per ricordarlo.

Una squadra che per due anni non è stata in grado di trovare un vice Theo Hernandez facendo giocare al suo posto terzini destri, difensori centrali e facendo il segno della croce in settimana augurandogli lunga vita calcistica.

Un centrocampo inesistente, caratterizzato da giocatori bravissimi ad accarezzare il pallone, un po’ meno a picchiare. Quanto servirebbe un Kessiè qualsiasi. E quanto servirebbe una punta centrale che non avesse 38 anni, con tutto il rispetto per Giroud, un ex campione, ma che da marzo in avanti deve giocare con l’ossigeno perché non ha un vero e proprio sostituto.

Quindi che si fa? Con Pioli a fine ciclo ci si trova praticamente a maggio senza avere deciso un allenatore e con gli altri club che stanno praticamente prendendosi i migliori attaccanti, lasciando a noi – forse – qualche briciola per quando decideremo di fare mercato.

Capitolo allenatore. Da qui capiremo se aspettarci un altro campionato mediocre, oppure no. Antonio Conte avrebbe permesso di alzare l’asticella, ma un Van Bommel, brava persona eh, ha pure pianto quando se ne è andato, pensate possa rappresentare la scelta giusta? Uno che ha la stessa esperienza di Palladino che almeno ha allenato in Serie A? Uno che ha subìto le stesse reti di Pioli, ma in Belgio? Giovane, parla 5 lingue, ma a noi serve uno con gli attributi che sappia strigliare Leao quando passeggia come fosse in Via Montenapoleone a Milano, durante un derby.

Ripeto, se sarò smentito sarò felice. In realtà è quello che voglio, essere smentito coi fatti. Con uno come Conte in panchina, con Gyokeres in attacco, magari uno come Amrabat in mediana, Buongiorno Scalvini in difesa. Un forte terzino destro. E poi ne parliamo. Altrimenti…la solità mediocrità.

Questa deve essere la stagione della svolta, non serve molto. L’ossatura della squadra c’è, servono 4-5 rinforzi di qualità nei posti giusti. È un allenatore con le palle quadrate.

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