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Sistemi scommesse e pronostici calcio: quali sono e come si usano

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Diciamocelo, noi che amiamo il calcio e le scommesse siamo sempre alla ricerca di quel “qualcosa in più”.

Passiamo ore a studiare le partite, a leggere le formazioni, a confrontare le quote, ma alla fine speriamo sempre di trovare la chiave giusta per fare la scelta vincente. È una passione che ci spinge a non accontentarci mai. E così, prima o poi, tutti noi ci imbattiamo nei famosi “sistemi di scommesse” e nei pronostici degli esperti. La domanda che ci sorge spontanea è sempre la stessa: funzionano davvero? Possono aiutarci a trasformare una scommessa fatta d’impulso in una giocata più ragionata e consapevole?

In fondo, è una ricerca che facciamo in tutto il mondo del gioco online, non solo nelle scommesse. È un po’ come quando, nel mondo dei casinò, andiamo a caccia di offerte come i free spin senza deposito per avere un piccolo vantaggio, un modo per testare le slot machine senza rischiare subito i nostri soldi. Cerchiamo un’opportunità, un modo per partire con il piede giusto. Ecco, nelle scommesse sportive, sistemi e pronostici sono visti allo stesso modo: un’opportunità per giocare in modo più intelligente. Ma mettiamo subito le cose in chiaro, perché è fondamentale: la bacchetta magica non esiste. Nessun sistema al mondo può garantire le vincite al 100%.

Ma cos’è un “sistema di scommesse”?

La parola “sistema” fa subito pensare a fogli di calcolo, algoritmi e formule matematiche da mal di testa. Tranquilli, non è necessariamente così. Un sistema, nel suo senso più semplice, è un piano d’azione. Un insieme di regole che noi stessi decidiamo di seguire per gestire i nostri soldi e le nostre puntate. 

La parola “sistema” mette un po’ di soggezione, fa pensare a roba complicata, da matematici. In realtà, è più semplice: un sistema è solo un piano d’azione. Invece di puntare 10 euro su una partita solo perché “me la sento”, un sistema ti dà delle regole. Ti dice quanto puntare, seguendo uno schema fisso che hai deciso tu a mente fredda. È un modo per non farsi prendere la mano, per mettere un freno all’istinto, che è quello che il più delle volte ci frega.

I sistemi di cui sentiamo parlare più spesso

Ce ne sono un’infinità, dai più semplici ai più cervellotici. Ma quelli che girano di più e di cui sentiamo parlare sono sempre gli stessi tre.

  • La puntata fissa (Flat Betting). È l’approccio più semplice e, per molti, il più saggio. Decidiamo una cifra fissa (o una percentuale del nostro budget) e puntiamo sempre quella. Che si vinca o che si perda. È noioso? Forse. Ma ci protegge da batoste tremende e ci costringe a essere disciplinati.
  • La Martingala (o raddoppio). È il canto delle sirene. L’idea è: perdo una scommessa? Raddoppio la puntata. Perdo ancora? Raddoppio di nuovo. Prima o poi vincerò, recuperando tutto con gli interessi. Sulla carta è perfetto. Nella realtà, è un biglietto di sola andata per l’esaurimento del conto. Bastano 5 o 6 risultati sbagliati di fila per trovarsi a dover puntare cifre folli. Da maneggiare con estrema cura, o meglio ancora, da evitare.
  • Il Value Betting. Questo è il terreno dei professionisti. Non è un sistema di puntate, ma un modo di pensare. Consiste nel trovare le “quote di valore”, quelle che secondo la nostra analisi sono più alte di quello che dovrebbero essere. In pratica, è trovare un errore del bookmaker. Richiede uno studio pazzesco, competenza e un’analisi dei dati che va ben oltre il semplice “chi è più in forma?”.

E i pronostici, allora? A cosa servono?

Se i sistemi ci dicono quanto puntare, i pronostici ci aiutano a decidere su cosa puntare. Un pronostico serio non è un’intuizione campata per aria o il risultato del lancio di una monetina. È un lavoro di analisi approfondita.

Chi fa pronostici di qualità studia decine di fattori: lo stato di forma delle squadre, le statistiche avanzate (come gli Expected Goals, i tiri in porta, i corner), la lista degli infortunati e degli squalificati, i precedenti scontri diretti, le motivazioni reali (una squadra gioca per la salvezza, l’altra non ha più nulla da chiedere al campionato) e persino gli assetti tattici. È un lavoro da detective che mette insieme tutti questi indizi.

Mettere insieme i pezzi: sistema + pronostico

Qui si chiude il cerchio. Lo scommettitore evoluto capisce che questi due strumenti non si escludono a vicenda, ma lavorano in simbiosi. Sono le due facce della stessa medaglia: la selezione della giocata e la gestione della puntata.

  1. Con il pronostico, scelgo la partita: faccio la mia analisi (o mi affido a quella di un esperto) e decido, per esempio, che la partita Milan-Inter ha alte probabilità di finire con un gol per parte (esito “Goal”).
  2. Con il sistema, decido quanto puntare: a questo punto, applico il mio sistema di gestione (es. il flat betting) e punto su quella selezione il mio 2% del budget totale.

È il mix perfetto tra analisi e disciplina, tra intuizione ragionata e gestione matematica.

I limiti e i rischi da non ignorare 

Dobbiamo essere onesti con noi stessi e guardare in faccia la realtà. Nessun sistema o pronostico potrà mai eliminare il fattore C: il caso. O, se preferite, l’imprevedibilità del calcio, che è poi la ragione per cui lo amiamo. 

Basta un palo al 90esimo, un’espulsione stupida dopo dieci minuti, un rigore inventato dall’arbitro, e la nostra analisi perfetta, basata su ore di studio, va a farsi benedire. I sistemi, poi, possono essere una trappola mortale se usati male. Il rischio di “rincorrere le perdite”, aumentando le puntate per recuperare, è sempre dietro l’angolo, e quella è la strada più veloce per farsi molto male.

L’approccio giusto: vederli come attrezzi del mestiere

In conclusione, come dobbiamo considerare questi strumenti? Non come una formula magica per diventare ricchi dall’oggi al domani, perché quella non esiste. Dobbiamo vederli come una cassetta degli attrezzi. Ci aiutano a essere più ordinati, a non farci prendere dall’emotività, a gestire meglio i nostri soldi. 

Ci spingono a studiare, ad analizzare, a essere più critici. Non ci daranno mai la garanzia di battere i bookmaker, ma possono darci la possibilità di scommettere in modo più intelligente. E, alla fine, è questo che conta per divertirsi in modo sano e responsabile.

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Fiorentina, Goretti: “Non siamo squadra. I tifosi sono venuti a Reggio Emilia, noi no”

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Roberto Goretti commenta a DAZN e in conferenza stampa la sconfitta della Fiorentina contro il Sassuolo, analizzando uno dei momenti più difficili della storia recente viola.

Roberto Goretti ha parlato ai microfoni di DAZN dopo Sassuolo-Fiorentina, analizzando uno dei momenti più bui e delicati della squadra viola nelle ultime settimane.

Sul momento buio:

“C’è una presa di coscienza ancora più forte della situazione – ha spiegato Vanoli –. Dopo Bergamo la società ha chiamato i nostri tifosi, ma noi no. Abbiamo dimenticato di venire in Reggio Emilia e dimostrato che non siamo squadra. Ci sono aspetti positivi, ma oggi questo non è successo. Se non si trova la chiave emotiva per risolvere il blackout, continueremo a partire male, e questo non va bene”.

Sulla partenza positiva e la mancanza di fiducia:

“Se non c’è fiducia tra compagni, collaborazione e aiuto reciproco, diventa chiaramente una situazione difficile. Bisogna ritrovare le piccole cose che, messe tutte insieme, sono determinanti. E’ ora passata di farlo”.

Fiorentina, le parole di Goretti in conferenza stampa

Momento della squadra.

“Nelle ultime partite credo di aver visto dei passi in avanti, oggi siamo tornati indietro. ogni palla buttata in area di rigore dimostrano che non c’è una sufficiente connessione e un grado di fiducia tra i giocatori, e questo dimostra che siamo obbligati a trovarla in una situazione che è difficile, molto difficile, ma è vietato mollare, è vietato cedere terreno, ma è vietato retrocedere”.

Vanoli.

“Chi fa un’analisi con un giusto spirito critico è ben accetto sempre. Più volte bisogna prendere decisioni anche drastiche, a volte decise, bisogna capire la situazione, , bisogna essere realisti e bisogna agire”.

Rigore contestato da Kean e Mandragora.

“Questa è una cosa che non mi piace e non è neanche la prima volta che la facciamo, quindi non mi piace doppiamente”.

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Lazio, Lotito denuncia minacce e pressioni: “Costretto a rivolgermi alle istituzioni”

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Lazio

Il presidente della Lazio presenta denuncia dopo intimidazioni, campagne diffamatorie e notizie false tese – secondo i pm – a spingerlo a cedere il club. Cinque gli indagati.

Il patron della Lazio, Claudio Lotito, rompe il silenzio e passa al contrattacco. Il presidente biancoceleste ha presentato denuncia per una serie di minacce, pressioni e false informazioni circolate via social, mail e telefonate anonime, che – secondo quanto riferito – miravano a costringerlo a vendere la società.
Mi sono rivolto alle istituzioni perché, più volte, sono stato minacciato di morte. Ho raccontato tutto ciò che è accaduto e l’autorità giudiziaria ha poi agito di conseguenza”, ha dichiarato Lotito.

Lazio, la reazione di Lotito

Nel decreto di perquisizione, i magistrati parlano di “un disegno ampio e unitario” volto da un lato a diffondere notizie false per abbassare il valore del titolo in Borsa, e dall’altro a indurre l’azionista di maggioranza a cedere il pacchetto di controllo. Gli indagati avrebbero utilizzato i social e una testata online, “Millenovecento”, per rilanciare notizie infondate sulla presunta vendita imminente della Lazio e sull’idea attribuita a Lotito di far retrocedere volontariamente la squadra per ottenere il cosiddetto “paracadute” economico.

Lazio

Diverse le segnalazioni che hanno dato il via all’inchiesta: uno striscione esposto in piazza del Parlamento con la scritta “Lotito libera la Lazio”, una telefonata con minacce di morte e varie e-mail dal contenuto offensivo. Le indagini proseguono per chiarire la portata del presunto piano di pressione ai danni del presidente biancoceleste.

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Esteri

Turchia, caso scommesse in SuperLig: in manette anche calciatori di Galatasary e Fenerbahce

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Besiktas

Nuovo scandalo scommesse nel mondo del calcio. In Turchia sono stati emessi mandati di arresto per 46 persone tra arbitri e tesserari. Tra i fermati anche calciatori di Fenerbahce e Galatasaray.

Non si ferma lo scandalo legato alle partite pilotate per le scommesse scoppiato in Turchia negli scorsi mesi. Come riportato dai media turchi, nella giornata di oggi sono stati emessi mandati di arresto per 46 persone, tra cui 29 calciatori e ex arbitri. Spiccano tra gli indagati anche alcuni tesserati dei due club più importanti della SuperLig, Fenerbahce e Galatasaray.

Si tratta di Mert Hakan Yandas, centrocampista 31enne dei gialloneri di Istanbul, e Metehan Baltac, difensore della formazione giallorossa.

Galatasaray

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Turchia, l’inchiesta sul mondo del calcio si allarga

L’inchiesta sulle scommesse con tentativo di combine è emersa a fine ottobre dopo le indagini della procura di Istanbul in seguito alle dichiarazioni dell’ex presidente delle Federcalcio turca, Ibrahim Haciosmanoglu, secondo il quale era stato scoperto molti arbitri attivamente coinvolti in scommesse sportive. Le indagini della procura si sono concentrate inizialmente sui direttori di gara, per poi allargarsi anche verso i tesserati del club.

Il coinvolgimento di calciatori anche dei club più importanti della nazione getta ulteriore ombre sul sistema calcio della Turchia.

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