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Sassuolo, Carnevali: “Berardi resterà al Sassuolo”
L’uomo di mercato del Sassuolo, Giovanni Carnevali, ha parlato ai microfoni de “La Gazzetta Dello Sport” in merito al rinnovo di Berardi e non solo.
Sassuolo, le parole di Carnevali

Di seguito le parole dell’amministratore delegato del Sassuolo Giovanni Carnevali a La Gazzetta Dello Sport.
“Sassuolo è casa mia”
“Ogni volta che ci vediamo, lei mi chiede quando me ne vado in un grande club. Nel tempo un paio di proposte interessanti sono arrivate, ma questo club lo sento mio anche se non lo è.
Passo dopo passo abbiamo costruito una bella società. Lo stadio di proprietà. Un centro sportivo meraviglioso. Undici campionati consecutivi in A. Per me il Sassuolo è sì un affare, ma di cuore“.
“Giocatori del Sassuolo cari? No, sono solo forti”
“Forse sono bravo a contrattare… Ma va detto che negli ultimi anni abbiamo venduto giocatori molto forti. E quindi cari”.
“Soddisfatto del lavoro di Dionisi”
“Certo. In un club come il nostro l’allenatore è sempre la persona più importante, perché sposa il progetto e lo porta avanti con entusiasmo e dedizione. Anche quest’anno valuto il suo lavoro in modo positivo: mi piace come sta affrontando la sfida.
Poi, se arriverà un’opportunità importante, per lui come accadde a De Zerbi, ne parleremo insieme”.
“Dispiaciuto dalle parole di Mou”
“Mi è dispiaciuto sentire certe parole da un grande allenatore. Per noi educazione e rispetto sono alla base di tutto e nessuno può insegnarci queste cose”.
“Berardi rimane al Sassuolo”
“Non lo vendo, glielo dico subito. A Gennaio non vendo nessuno e, in base alle opportunità che si verranno a creare, vedremo come intervenire”.
“Laurientè meglio di Boga”
“Laurientè oggi è più centrale nel progetto di quanto lo fosse allora Boga. E su Berardi aggiungo questo: è un ragazzo serio, un grande professionista che tiene molto al Sassuolo.
In estate, dopo la mia chiusura alla cessione, non ci fu bisogno di chiarirsi: a volte il silenzio è più importante delle parole, soprattutto tra persone che si conoscono bene e si stimano come noi due”.
Notizie
Fiorentina, Goretti: “Non siamo squadra. I tifosi sono venuti a Reggio Emilia, noi no”
Roberto Goretti commenta a DAZN e in conferenza stampa la sconfitta della Fiorentina contro il Sassuolo, analizzando uno dei momenti più difficili della storia recente viola.
Roberto Goretti ha parlato ai microfoni di DAZN dopo Sassuolo-Fiorentina, analizzando uno dei momenti più bui e delicati della squadra viola nelle ultime settimane.
Sul momento buio:
“C’è una presa di coscienza ancora più forte della situazione – ha spiegato Vanoli –. Dopo Bergamo la società ha chiamato i nostri tifosi, ma noi no. Abbiamo dimenticato di venire in Reggio Emilia e dimostrato che non siamo squadra. Ci sono aspetti positivi, ma oggi questo non è successo. Se non si trova la chiave emotiva per risolvere il blackout, continueremo a partire male, e questo non va bene”.
Sulla partenza positiva e la mancanza di fiducia:
“Se non c’è fiducia tra compagni, collaborazione e aiuto reciproco, diventa chiaramente una situazione difficile. Bisogna ritrovare le piccole cose che, messe tutte insieme, sono determinanti. E’ ora passata di farlo”.
Fiorentina, le parole di Goretti in conferenza stampa

Momento della squadra.
“Nelle ultime partite credo di aver visto dei passi in avanti, oggi siamo tornati indietro. ogni palla buttata in area di rigore dimostrano che non c’è una sufficiente connessione e un grado di fiducia tra i giocatori, e questo dimostra che siamo obbligati a trovarla in una situazione che è difficile, molto difficile, ma è vietato mollare, è vietato cedere terreno, ma è vietato retrocedere”.
Vanoli.
“Chi fa un’analisi con un giusto spirito critico è ben accetto sempre. Più volte bisogna prendere decisioni anche drastiche, a volte decise, bisogna capire la situazione, , bisogna essere realisti e bisogna agire”.
Rigore contestato da Kean e Mandragora.
“Questa è una cosa che non mi piace e non è neanche la prima volta che la facciamo, quindi non mi piace doppiamente”.
Notizie
Lazio, Lotito denuncia minacce e pressioni: “Costretto a rivolgermi alle istituzioni”
Il presidente della Lazio presenta denuncia dopo intimidazioni, campagne diffamatorie e notizie false tese – secondo i pm – a spingerlo a cedere il club. Cinque gli indagati.
Il patron della Lazio, Claudio Lotito, rompe il silenzio e passa al contrattacco. Il presidente biancoceleste ha presentato denuncia per una serie di minacce, pressioni e false informazioni circolate via social, mail e telefonate anonime, che – secondo quanto riferito – miravano a costringerlo a vendere la società.
“Mi sono rivolto alle istituzioni perché, più volte, sono stato minacciato di morte. Ho raccontato tutto ciò che è accaduto e l’autorità giudiziaria ha poi agito di conseguenza”, ha dichiarato Lotito.
Lazio, la reazione di Lotito
Nel decreto di perquisizione, i magistrati parlano di “un disegno ampio e unitario” volto da un lato a diffondere notizie false per abbassare il valore del titolo in Borsa, e dall’altro a indurre l’azionista di maggioranza a cedere il pacchetto di controllo. Gli indagati avrebbero utilizzato i social e una testata online, “Millenovecento”, per rilanciare notizie infondate sulla presunta vendita imminente della Lazio e sull’idea attribuita a Lotito di far retrocedere volontariamente la squadra per ottenere il cosiddetto “paracadute” economico.

Diverse le segnalazioni che hanno dato il via all’inchiesta: uno striscione esposto in piazza del Parlamento con la scritta “Lotito libera la Lazio”, una telefonata con minacce di morte e varie e-mail dal contenuto offensivo. Le indagini proseguono per chiarire la portata del presunto piano di pressione ai danni del presidente biancoceleste.
Esteri
Turchia, caso scommesse in SuperLig: in manette anche calciatori di Galatasary e Fenerbahce
Nuovo scandalo scommesse nel mondo del calcio. In Turchia sono stati emessi mandati di arresto per 46 persone tra arbitri e tesserari. Tra i fermati anche calciatori di Fenerbahce e Galatasaray.
Non si ferma lo scandalo legato alle partite pilotate per le scommesse scoppiato in Turchia negli scorsi mesi. Come riportato dai media turchi, nella giornata di oggi sono stati emessi mandati di arresto per 46 persone, tra cui 29 calciatori e ex arbitri. Spiccano tra gli indagati anche alcuni tesserati dei due club più importanti della SuperLig, Fenerbahce e Galatasaray.
Si tratta di Mert Hakan Yandas, centrocampista 31enne dei gialloneri di Istanbul, e Metehan Baltac, difensore della formazione giallorossa.

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Turchia, l’inchiesta sul mondo del calcio si allarga
L’inchiesta sulle scommesse con tentativo di combine è emersa a fine ottobre dopo le indagini della procura di Istanbul in seguito alle dichiarazioni dell’ex presidente delle Federcalcio turca, Ibrahim Haciosmanoglu, secondo il quale era stato scoperto molti arbitri attivamente coinvolti in scommesse sportive. Le indagini della procura si sono concentrate inizialmente sui direttori di gara, per poi allargarsi anche verso i tesserati del club.
Il coinvolgimento di calciatori anche dei club più importanti della nazione getta ulteriore ombre sul sistema calcio della Turchia.
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