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Salernitana, parla Perotti: “Grato a Sabatini”
La Salernitana non sta passando un bel periodo, solo quattro punti nelle ultime altrettante partite, eppure l’ambiente è caldo e molto unito. L’argentino Perotti, arrivato a gennaio, ha rilasciato quest’intervista a Il Mattino.
Diego Perotti è sicuramente stato il colpaccio di Sabatini, l’acquisto di peso più importante; il trentaquattrenne argentino si è aperto al giornale Il Mattino, rilasciando una lunga intervista in cui si è detto grato a Sabatini, senza il quale avrebbe smesso di giocare. Sulla salvezza El Monito ha dichiarato:
“Non dipende solo da noi purtroppo, ma mancano ancora molte partite, ci sono tanti punti a disposizione. Bisogna cominciare a vincere soprattutto gli scontri diretti”
Il fantasista argentino, arrivato nelle ultime ore del calciomercato invernale, può essere una delle armi in più della Salernitana nella disperata corsa verso l’obiettivo salvezza. Sui prossimi impegni con Inter, Juventus e Roma, Perotti ha dichiarato:
“Tutte le partite sono difficili, ma il calcio è undici contro undici. Se pensiamo che contro il Milan siamo andati vicini alla vittoria, possiamo giocarcela ovunque”. Sull’impatto con Salerno: “Tante sorprese positive. Avevo visto delle immagini, me ne avevano parlato e sono molto felice di essere arrivato in un posto così. La gente è rispettosa, ti dà coraggio. È come ricominciare da zero, sono qui per dare tutto: un mese fa ero a casa e ora mi godo di nuovo lo spogliatoio, l’odore dell’erba, le partite, finanche il “piacere” di prendere una botta. Allenarsi da soli non è come farlo in gruppo”.
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Perotti: “Grato a Sabatini, gioco ancora grazie a lui”
“Sono tornato a giocare grazie a lui, altrimenti avrei smesso. Gli sarò sempre grato, perché è una scommessa prendere uno che non gioca da oltre un anno, oltretutto dopo essere appena arrivato in una nuova società. Mi ha chiamato e il giorno dopo ero a Salerno. Il modo più corretto e concreto per dire grazie a lui e alla società è dare il 100%. Devo dimostrargli che non si è sbagliato”.
Queste le parole del centrocampista, all’occorrenza attaccante, della Salernitana. Se rimarrà a Salerno anche in caso di retrocessione? Ecco ciò che ha dichiarato in merito:
Vivo per il calcio e voglio giocare fino a quando riuscirò. Non mi aspettavo una grande accoglienza del gruppo e dei tifosi dopo il lungo stop. Qui sto bene, la città è bellissima e con il caldo lo sarà di più. Non potrei chiedere di meglio e quindi dico sì: vorrei continuare in granata. Ma nel calcio non possiamo programmare a lungo termine”.
Insomma, tra Perotti e la piazza campana è stato amore a prima vista, adesso vedremo se sarà utile alla corsa della disperata salvezza dei granata. Parlerà il campo, intanto facciamo i migliori auguri al giocatore argentino che, chissà, potrà regalarci perle di calcio. Staremo a vedere, in bocca al lupo Perotti!
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Inter, parla Marotta dopo lo scudetto
Il CEO dell’ Inter ha elogiato il presidente Steven Zhang per la sua abilità nel delegare responsabilità efficacemente.
Le parole del CEO dell’Inter
Dapprima Marotta ha sottolineato l’importanza di concedere autonomia al management per consentire all’Inter di operare al meglio. Un’altra questione approfondita dal dirigente é come Zhang comprenda l’importanza della delega di compiti per il successo dell’organizzazione.
Marotta ha dichiarato che Zhang è costantemente informato sulle attività dell‘Inter. Quindi il team è per lui responsabile di ciò che accade all’interno del club.
Ha evidenziato come la responsabilità ricade sul management e non sulla proprietà.
Lavorare insieme in modo efficiente è essenziale per il successo e Marotta ha apprezzato il rapporto di collaborazione tra il management e la proprietà.
Marotta parla del club
Anche la fiducia di Marotta nella leadership di Zhang è evidente cosí come la solidità della gestione del club sembra promettente per il futuro.
Marotta ha garantito ai tifosi che il club è finanziariamente solido . Probabilmente la proprietà fornirà inoltre ulteriori dettagli sul rifinanziamento del debito.
Ha assicurato che qualsiasi errore è imputabile al management e non alla proprietá ed ha enfatizzato la trasparenza e la responsabilità del team di gestione nerazzurro. Ha sottolineato che lavoreranno duramente per garantire il successo della squadra.
La collaborazione efficace tra management e proprietà è orientata verso la stabilità e il successo del club.
La gestione di Zhang ha portato a significativi risultati sportivi per i neroazzurri. Marotta ha voluto rassicurare i tifosi sulla solidità della leadership del presidente.La prospettiva di continuità e di successo per il club sembra essere al centro della strategia di gestione del team.
È importante sottolineare che da quando é presente la gestione di Zhang ha portato a importanti risultati sportivi per il club. Tra questi la vittoria del titolo di campione d’Italia nella stagione 2020/2021.
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Assemblea ECA, Al-Khelaifi: “La Superlega non esiste”
All’Assemblea ECA (European Club Association) svoltasi ieri a Madrid ha presenziato il presidente Nasser Al-Khelaïfi, noto per essere anche il presidente del PSG.
Il presidente Nasser Al-Khelaïfi ha parlato della situazione dell’ECA. che sta attraversando una fase di grande espansione e conta oggi oltre 600 club affiliati grazie all’arrivo di 266 squadre aggiuntive in questa stagione.
Queste le parole di Al-Khelaïfi a tale proposito: “È un momento fantastico a causa della nostra rapida espansione e della nostra evoluzione positiva. Questo dimostra che l’ECA è un’organizzazione dinamica, democratica, rappresentativa e inclusiva.
Quando sono diventato presidente dell’ECA, c’erano 174 club… ora siamo 610. L’unità è la forza dell’ECA, che è completamente diversa dal precedente G-14”.
Il presidente ne ha approfittato anche per polemizzare sulla Superlega. Queste le sue parole: “La porta è sempre aperta per quei club che non sono nell’ECA. La Superlega non esiste. Quindi, quando se ne renderanno conto, saranno i benvenuti a tornare (l’allusione è soprattutto al Barcellona, ndr).
Abbiamo giocato contro di loro nei quarti di finale della Champions League, la migliore competizione per club al mondo. È la migliore competizione, il miglior sistema che abbiamo. Non sono davvero contenti, ma ancora una volta ci giocano perché sanno che è importante.
Sanno che è la competizione principale. Spero che quindi ne siate consapevoli. Sanno che la porta è sempre aperta. Siamo in contatto congiunto con la FIFA e l’UEFA”. I club che ancora sostengono convintamente il progetto della Superlega sono, in particolare, il Barcellona e Real Madrid.
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Milan, così non va: esci dalla mediocrità! | L’editoriale di Mauro Vigna
Milan, già dal titolo si può capire di che tenore (senz’altro duro) è il taglio di questo articolo. Non si può sprecare un’altra stagione.
Parlare con mesi di anticipo a volte può dare delle soddisfazioni, in quanto, spesso si viene smentiti. Ed è quello che spero vivamente accada. Perché altrimenti dovremo nuovamente assistere a un anno, il prossimo, sotto il segno della mediocrità.
Mediocrità, parola ricorrente durante questa stagione, basti vedere alcuni elementi in rosa. Che vanno cambiati, o meglio, vanno sostituiti con rinforzi qualitativamente superiori. Iniziamo da Calabria, bravo bello educato e con un cuore grande così, ma vederlo capitano di una squadra come il Milan appare, scusatemi, una bestemmia. Sapete vero di cosa stiamo parlando? Del Milan, squadra che ha alzato al cielo 7 Champions. Giusto per ricordarlo.
Una squadra che per due anni non è stata in grado di trovare un vice Theo Hernandez facendo giocare al suo posto terzini destri, difensori centrali e facendo il segno della croce in settimana augurandogli lunga vita calcistica.
Un centrocampo inesistente, caratterizzato da giocatori bravissimi ad accarezzare il pallone, un po’ meno a picchiare. Quanto servirebbe un Kessiè qualsiasi. E quanto servirebbe una punta centrale che non avesse 38 anni, con tutto il rispetto per Giroud, un ex campione, ma che da marzo in avanti deve giocare con l’ossigeno perché non ha un vero e proprio sostituto.
Quindi che si fa? Con Pioli a fine ciclo ci si trova praticamente a maggio senza avere deciso un allenatore e con gli altri club che stanno praticamente prendendosi i migliori attaccanti, lasciando a noi – forse – qualche briciola per quando decideremo di fare mercato.
Capitolo allenatore. Da qui capiremo se aspettarci un altro campionato mediocre, oppure no. Antonio Conte avrebbe permesso di alzare l’asticella, ma un Van Bommel, brava persona eh, ha pure pianto quando se ne è andato, pensate possa rappresentare la scelta giusta? Uno che ha la stessa esperienza di Palladino che almeno ha allenato in Serie A? Uno che ha subìto le stesse reti di Pioli, ma in Belgio? Giovane, parla 5 lingue, ma a noi serve uno con gli attributi che sappia strigliare Leao quando passeggia come fosse in Via Montenapoleone a Milano, durante un derby.
Ripeto, se sarò smentito sarò felice. In realtà è quello che voglio, essere smentito coi fatti. Con uno come Conte in panchina, con Gyokeres in attacco, magari uno come Amrabat in mediana, Buongiorno o Scalvini in difesa. Un forte terzino destro. E poi ne parliamo. Altrimenti…la solità mediocrità.
Questa deve essere la stagione della svolta, non serve molto. L’ossatura della squadra c’è, servono 4-5 rinforzi di qualità nei posti giusti. È un allenatore con le palle quadrate.
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