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Roma, arriva il Messi d’Iran
Sessione di calciomercato complessa per la Roma di Josè Mourinho, che solo nelle ultimissime battute della campagna estiva di calciomercato è riuscita a piazzare il colpo da novanta per il suo attacco, il gigante belga Romelu Lukaku.
L’entusiasmo per l’arrivo dell’ex bomber di Inter e Chelsea ha fatto passare in secondo piano il colpo targato Thiago Pinto Sardar Azmoun.
Chi è Sardar Azmoun
Nasce il 1 gennaio 1995 a Gonbad-e Kavus, città iraniana di circa 150 mila abitanti tra il Mar Caspio e il confine col Turkmenistan. Soprannominato il ‘Messi iraniano’ – più per il ruolo riconosciutogli dai suoi tifosi che per caratteristiche tecniche – è una punta che varia su tutto il fronte d’attacco: fa salire la squadra, cerca l’uno contro uno e finalizza.
Sorprendentemente il calcio non è stato sempre il suo obiettivo primario nella vita. L’iraniano infatti inizialmente ha abbandonato l’idea del calcio per dedicarsi alla pallavolo, sulle orme di papà Khalil. Si dice avesse un grande talento, ma alla fine la chiamata di un allenatore per una squadra nata da poco, e i primi gol messi a segno lo convinsero a mettere palla a terra per giocare definitivamente con i piedi.
Dopo aver girato molti settori giovanili arriva al Sepahan. E qui sembrava finalmente giunto il momento per debuttare a livello professionistico, ma le cose non andarono come l’iraninano immaginava. “Il Sepahan mi ha trattato male – racconterà Azmoun -. Non mi pagava lo stipendio, ero rimasto indietro con l’affitto e sono tornato a casa”. Quando tutto sembrava perso è il Rubin Kazan a mettere successivamente gli occhi di lui e a portarlo in Russia nel gennaio 2013.
Col Rubin Kazan ha cominciato, dunque, a confrontarsi con il grande calcio e riuscendo a debuttare anche in Europa. È durante l’esperienza in prestito (poi diventato trasferimento a titolo definitivo) al Rostov, che ha mostrato ad alti livelli tutto il suo talento: 25 gol prima del ritorno al Rubin Kazan e il successivo passaggio allo Zenit San Pietroburgo con la quale si è consacrato. dodici reti nei primi sei mesi, cinquanta nei due anni e mezzo successivi.
Igli Tare alla Lazio lo cercò sin dai tempi del Rostov e anche dopo, la stagione passata sia Juventus che Atalanta c’avevano fatto più di un semplice pensiero. Insomma sono diverse le squadre italiane sfiorate in passato dall’iraniano, compresa la Roma di Mourinho che – da poco arrivato nel 2021 – tentò l’affondo prima di puntare su Shomurodov.
Alla fine Azmoun ha scelto il Bayer Leverkusen nel gennaio 2022 (esperienza con appena cinque gol in quarantaquattro partite). E nell’ultima semifinale di Europa League ha sfidato proprio i giallorossi: ingresso nel finale nella gara d’andata in quello che sarà il suo prossimo stadio, l’Olimpico, e 90 minuti in quella di ritorno, con un brivido finale che poteva regalare almeno i supplementari ai tedeschi.
Posizione in campo
Principalmente prima punta. Circa 150 gol in carriera, numeri esaltanti con lo Zenit San Pietroburgo e in Nazionale, diversi se invece ci concentriamo sull’ultimo anno e mezzo in Bundesliga. Sotto la guida di Xabi Alonso ha fatto un po’ di fatica a integrarsi e il motivo della sua cessione è il sovraffollamento nel ruolo di attaccante centrale nella squadra delle “aspirine”. In rosa, nella sua posizione, ci sono gli attaccanti della Repubblica Ceca Patrik Schick e Adam Hlozek, oltre al nuovo arrivato e subito titolare Victor Boniface, investimento da circa 20 milioni di euro. Del suo soprannome, Messi iraniano, ha soltanto l’esser considerato il miglior giocatore del suo paese per molti anni. Le caratteristiche infatti sono molto lontane da quelle campione argentino, a partire dai 15 centimetri che lo separano in altezza, fino alle diverse abitudini all’interno del campo. Sardar Azmoun non è un attaccante di peso, ma di corporatura che potremmo definire nella media, con doti tecniche importanti che lo rendono un elemento di qualità tra i suoi colleghi.
Sa trattare la palla, è rapido, bravo nella coordinazione al volo sui cross. Unendo queste caratteristiche esce il calciatore completo che ha fatto innamorare San Pietroburgo. Dovrà riprovarci in Italia, per riscattare il suo approdo nei maggiori campionati europei che ne hanno dimezzato il valore di mercato.
Essendo una prima punta con caratteristiche diverse, può integrarsi sia con Andrea Belotti sia con Romelu Lukaku. È chiaro però che in un undici titolare dei giallorossi, è Dybala il compagno di reparto perfetto per entrambi, e probabilmente proprio alle spalle della Joya proverà a ricavarsi uno spazio in campo. Azmoun ama giocare sul filo del fuorigioco ed è bravo a smarcarsi poco prima di ricevere palla, scegliendo il tempo giusto per tagliare e ricevere il pallone. Ha un buonissimo controllo orientato, con cui cercare il dribbling sul suo diretto avversario per andare al tiro.
È in possesso di una notevole elevazione che gli consente di sopperire di sembrare più efficace a discapito di un’altezza importate ma non eccellente (186 cm).
La battaglia sociale prima del Mondiale in Qatar
Rapporto difficile con il suo Paese o meglio con le istituzioni. Lui è stato il primo iraniano a esporsi sui social dopo la morte di Mahsa Amini, arrestata per non aver indossato il velo nel modo corretto, evento che ha generato proteste in Iran. “Cacciatemi, se sarà servito a salvare anche un sola ciocca di capelli delle donne iraniane ne sarà valsa la pena. Vergogna per voi che avete ucciso con tanta facilità gente del nostro popolo, evviva le donne iraniane. Se questi sono dei musulmani, che Dio faccia di me un infedele”.
Se ai Mondiale 2022 ha rischiato l’esclusione dai convocati per questa sua protesta in difesa delle donne, già dopo quello del 2018 aveva scelto di lasciare la Nazionale per fare poi marcia indietro. Un segnale a chi lo aveva criticato durante il torneo, parlando a sproposito e soprattutto esagerando con gli insulti.
Mourinho crede cecamente in questo talento iraniano che negli ultimi anni non ha trovato la fortuna desiderata e lo Special One difficilmente sbaglia. I tifosi giallorossi dovranno avere pazienza, ma il Messi iraniano è pronto per tornare ad appropriarsi del suo soprannome e a stupire.
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Bayern Monaco, chi si rivede: Davies è di nuovo disponibile 262 giorni dopo!
Alphonso Davies torna disponibile per il Bayern Monaco dopo 262 giorni: una notizia attesa da tifosi e appassionati di calcio.
Il ritorno di Alphonso Davies
Dopo un lungo stop durato ben 262 giorni, Alphonso Davies è finalmente tornato disponibile per il Bayern Monaco. L’esterno canadese, che aveva subito un grave infortunio, è stato incluso nella lista dei convocati per la partita contro il Kompany. Questo ritorno rappresenta una notizia estremamente positiva non solo per il club bavarese, ma anche per i diversi tifosi che hanno seguito con apprensione il suo percorso di recupero.
Davies, con la sua velocità e abilità tecnica, è stato un elemento chiave per il Bayern Monaco nelle stagioni passate. Il suo rientro in campo offre nuove opzioni tattiche all’allenatore e promette di riportare quel dinamismo sulla fascia che tanto era mancato durante la sua assenza.
L’impatto sul Bayern Monaco
Il rientro di Davies potrebbe avere un impatto significativo sulla stagione del Bayern Monaco. La squadra, già forte di suo, ritrova un giocatore in grado di fare la differenza in ogni partita. Con le competizioni europee che incombono e la Bundesliga che entra nel vivo, il contributo di Davies potrebbe rivelarsi cruciale per le ambizioni del club.
L’allenatore del Bayern avrà ora l’opportunità di reintegrare gradualmente il talentuoso canadese, sfruttando al meglio le sue caratteristiche per affrontare le sfide future. I tifosi possono quindi guardare con ottimismo ai prossimi impegni, sperando di vedere presto Davies in azione al massimo delle sue potenzialità.
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Fonte: l’account X di Fabrizio Romano
🚨🇨🇦 262 days after his injury, Alphonso Davies is back available for FC Bayern!
On the bench for Kompany tonight. 🍁
— Fabrizio Romano (@FabrizioRomano) Dec 9, 2025
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Milan, sospiro di sollievo per Leao: la situazione
Milan, lo abbiamo visto uscire ieri sera durante la gara contro il Torino e si è temuto subito il peggio. Vediamo qui di seguito le condizioni di Rafael Leao.
A caldo sembrava uno di quegli infortuni che richiedono tempo, invece la situazione sembra essere migliore rispetto al previsto.
Per Rafael Leao la risonanza ha escluso la presenza di lesioni muscolari.
Il quadro infiammatorio, perfettamente delineato e circoscritto, verrà trattato con specifiche terapie a partire da oggi pomeriggio.
L’obiettivo del Milan è quello di riavere Leao a disposizione per la semifinale della Supercoppa Italiana in programma il 18 dicembre in Arabia Saudita.
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Milan, ora Gimenez è un caso
Milan, ora l’attaccante messicano può essere catalogato sotto la voce caso. La situazione sembra non avere soluzione, vediamo qui di seguito in dettaglio.
L’esigenza di fermarsi e quel comunicato non condiviso con la proprietà. Tutto inizia da qui, un persistente problema alla caviglia che a dire del giocatore stesso lo affligge da diversi mesi.
Un mistero circa i tempi di recupero, si diceva che fosse pronto per il derby, ma allora perché questo silenzio intorno alle sue condizioni?
Massimiliano Allegri in conferenza stampa pre-Torino ha dichiarato che la caviglia è a posto.
E allora perché, se la cavilgia è a posto, Gimenez non si è quantomeno accomodato in panchina per la gara contro i granata? A maggior ragione che c’era un Pulisic in dubbio? E un Nkunku che da tempo non offre garanzie?
Tutto questo rappresenta un caso, sicuramente l’attaccante messicano non è pronto. Ma quali possono essere i motivi se, come ha detto Allegri, è guarito dall’infortunio?
In una teca per essere trasferito a gennaio, oppure si nascondono problematiche più gravi? Troppi punti interrogativi intorno al ragazzo.
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