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Pioli, sono vere le parole di Furlani? Come possiamo interpretarle | L’editoriale di Mauro Vigna
Pioli, un allenatore che sta portando a termine una stagione alquanto difficile, ma che nel complesso potrebbe rivelarsi meno peggio rispetto a quanto si sarebbe creduto a fine anno scorso. Vediamo di interpretare tuttavia le parole di Giorgio Furlani.
Quelle rivolte a Stefano Pioli da parte dell’Amministratore Delegato rossonero Giorgio Furlani possono essere lette come un profondo attestato di stima. Tuttavia, l’effetto che ha sortito in me è l’esatto contrario. Come più volte scritto su Calcio Style, la dirigenza rossonera con Zlatan Ibrahimovic lancia in resta, è da tempo che si guarda intorno. Tanto da aver raggiunto a gennaio un accordo di massima con Antonio Conte. Andrà a buon fine? Ad oggi questo non lo sappiamo, ma abbiamo più di tre indizi, quindi almeno una prova, che la direzione pare essere quella giusta.
Ma andiamo adesso ad analizzare le parole di Furlani. “Nessuno della società ha mai parlato di panchina a rischio”. Verissimo, lo confermo, la panchina è mai stata a rischio durante questa stagione. Nonostante le difficoltà legate agli infortuni di fine anno scorso (e le cause vanno ricercate nella preparazione estiva), Pioli ha saputo rimettere in carreggiata la squadra portandola al secondo posto in campionato con un cammino europeo da percorrere.
Secondo punto:” Non sarà valutato per l’Europa League o il derby”. Altra verità, abbiamo più volte scritto che giudicare le sorti di un allenatore sulla base di una partita è da assoluti principianti. E su questo non abbiamo mai avuto il minimo dubbio.
Terzo:” Spesso viene criticato, ma ha fatto risultati importanti, ha riportato la squadra in Champions e ha vinto lo scudetto”. Vero anche questo, ma parla del passato, non del futuro.
Il dubbio legittimo che mi viene leggendo tali dichiarazioni non è su quanto ha detto, ma su quanto ha omesso. Se leggete bene, non esiste un momento in cui abbia rinnovato la fiducia a Pioli. Ci si saremmo aspettati di sentire altre parole, ad esempio che essendo felici del tecnico, sono disposti a trattenerlo. E invece nulla di tutto questo, definendo buona questa stagione e nulla di più. Tutto catalogabile nel faldone frasi di circostanza.
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“Caro Milan…perché?”, lettera di un tifoso deluso | L’editoriale di Mauro Vigna
Caro Milan, perché? Mi faccio probabilmente portavoce di un numero importante di rossoneri scrivendo questa lettera, che non vuole essere altro che uno sfogo nei confronti delle mosse della dirigenza.
Caro Milan, perché? Me lo chiedo in questi ultimissimi giorni quando sembrava che Zlatan Ibrahimovic avesse convinto tutti su Antonio Conte. Vero, io non ce lo vedo lo svedese in queste cose, la diplomazia forse non è di casa, tuttavia un uomo di campo con la sua esperienza poteva fare leva con effetti migliori.
Soprattutto perché era stato definito da Gerry Cardinale come la sua estensione in Italia. Un nome Ibra aveva proposto a gennaio, stringendo pure un accordo di massima: Antonio Conte. E invece nulla, la dirigenza ha parlato con almeno 5 o 6 altri allenatori diversi. Spaccatura totale.
Eppure Conte è ancora lì che aspetta una chiamata. È stato spesso visto a Milano con Ibrahimovic, si è pure incontrato con lo svedese a Montecarlo negli uffici di Rafaela Pimenta. Ammicca ad ogni post su Instagram, fa foto coi tifosi rossoneri, ha rifiutato tre volte il Napoli, ha rifiutato (ad oggi) il Bayern Monaco.
Eppure nulla…la Juventus prenderà Thiago Motta, l’Inter ha Inzaghi, se il Milan non si decide, Conte alla fine (ma proprio alla fine fine) accetterà Napoli e quindi? Lopetegui? Farioli? Tedesco? Rose? Van Bommel? No…io non ci sto a questa sconfitta ancora prima di giocare. Ed un esame di coscienza se lo dovrebbe fare la dirigenza.
C’erano tutte le basi per prendere Conte. Una squadra già robusta, un mercato importante. Prova a dare 200 milioni in mano a Conte e carta bianca sul mercato, al primo colpo vince lo scudetto. Ed è una brutta cosa? Questo vogliono i tifosi. Non rimanere tra le prime quattro, raggiungere la zona Champions e far passare la stagione come trionfale con zero titoli in bacheca. Perché così sta succedendo, e noi tifosi tristemente ci stiamo abituando alla mediocrità, senza nemmeno più lamentarci troppo.
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Milan, la dirigenza chiude il cerchio: Lopetegui o Tedesco in pole
Milan, continuano ad arrivarci indiscrezioni in merito al prossimo allenatore dei rossoneri. Vediamo qui di seguito in dettaglio.
I tempi sono maturi e il Milan sta cercando di chiudere il cerchio. Nonostante Antonio Conte stia ancora aspettando una chiamata, sembra avere vinto la linea della dirigenza la quale da tempo ha bocciato il tecnico leccese per andare su un profilo meno invadente e più aziendalista.
I nomi a oggi sono due: Julen Lopetegui e Domenico Tedesco. Entrambi molto bravi e portati a lavorare coi giovani. Due profili fortemente seguiti e contattati da Geoffrey Moncada, che piacciono a Giorgio Furlani il quale ha direttamente conferito con Gerry Cardinale.
Fuori da tutto questo troviamo Zlatan Ibrahimovic il quale sembrerebbe non gradire le due proposte della dirigenza, continuando a proporre Conte a gran voce con Van Bommel possibile nome di riserva. Ma sia lo svedese che Conte, stanno perdendo speranze…e pazienza.
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Conte, quarto tentativo di De Laurentiis: Milan cosa aspetti?
Conte, è l’ora della verità. Nonostante almeno una manciata di indizi, le sorti del tecnico leccese potrebbero essere diverse rispetto a quanto ipotizzato.
Lo abbiamo visto stringere un accordo con Ibrahimovic a gennaio, è stato avvistato diverse volte in ristoranti milanesi, abbiamo raccolto testimonianze da persone a lui vicine, diversi indizi social, compreso quello di ieri, eppure il futuro di Antonio Conte, alla data di oggi, è ancora tutto da scrivere.
Il Milan continua a non chiudere, su di lui la dirigenza è spaccata, forse in maniera irreversibile. Fatto sta che Aurelio De Laurentiis ancora una volta, capendo che adesso è il momento di osare, ha preso contatti diretti col tecnico leccese.
Lo abbiamo scritto più volte, il sogno di Conte non è Napoli, tuttavia l’esigenza di rimanere in Italia, unita alla paura di rimanere col cerino in mano, in caso di ulteriori cincischiamenti del Milan, obbligherebbero il tecnico ad accettare l’offerta partenopea.
Se il Milan davvero tiene a Conte lo vedremo nelle prossime giornate, ma il rischio è reale, la dirigenza rossonera potrebbe perderlo. E con Thiago Motta che va alla Juventus, ai rossoneri resterebbero solo scommesse.
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