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Pioli: perché non provi il 3-4-1-2 ?

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Il bilancio del Milan è del tutto insoddisfacente, arrivati ormai al giro di boa del campionato non si può di certo essere soddisfatti dal cammino fin qui intrapreso. 21 punti sono davvero troppo pochi ed altrettanti di distacco dalle capoliste Juventus ed Inter non sono accettabili per una squadra che aveva come obiettivo la qualificazione in zona Champions. Per Pioli potrebbe essere arrivato il momento di cambiare modulo. La dirigenza durante il mercato invernale farà delle scelte, arriveranno nuovi giocatori già nei prossimi giorni.

Indice

Suso dietro le punte

Ritengo che alla luce degli acquisti che arriveranno il cambio modulo sia quasi una scelta obbligata. Con l’avvento di Zlatan Ibrahimovic la necessità potrebbe essere giocare con le due punte, cosa che finora Pioli non ha fatto. A beneficiarne sarebbe proprio uno dei giocatori più in crisi – Piatek – che con lo svedese potrebbe trovare molti spazi in più, ben sappiamo quanto Ibra canalizzi su di sè i difensori avversari lasciando ampi spazi ai compagni che potrebbero diventare letali, per dubbi o chiarimenti chiedere a Nocerino. Il sacrificato a questo punto verrebbe da pensare fosse Suso, ma ritengo gli si possa dare un’ulteriore possibilità sulla trequarti, ruolo ricoperto peraltro molto bene in estate in occasione del precampionato. Escluderlo dall’undici titolare non sarebbe nella testa di mister Pioli pertanto una soluzione dietro le punte potrebbe essere una mossa azzeccata che allo stesso tempo potrebbe servire per rigenerarlo.

Più spinta dai terzini

Con l’arrivo di Todibo il Milan avrebbe gli elementi per giocare con una difesa a tre insieme a Musacchio e Romagnoli, senza dimenticare Caldara che avrebbe tempo e modo per inserirsi. Così facendo si potrebbe esprimere ancora meglio il potenziale che hanno nelle gambe i terzini Conti e Theo Hernandez la cui spinta sulle fasce potrebbe rappresentare un vero e proprio valore aggiunto. Ben sappiamo quanto infatti i due giocatori esterni preferiscano spingere piuttosto che difendere ed avrebbero pertanto la possibilità di farlo consapevoli di avere le spalle coperte. A completare un ipotetico centrocampo a quattro ci penserebbero Bennacer e Kessie, oppure Elneny, forte mediano egiziano in forza al Besiktas che potrebbe diventare rossonero nei prossimi giorni. Da questo undici il grande escluso potrebbe essere Paquetá in odore di trasferimento con direzione Parigi.

La formazione

Ritengo assolutamente fattibile, oltre che presentabile, un modulo del genere che garantirebbe forte spinta, ma anche un certo equilibrio tra le due fasi. Ecco quindi come potrebbero schierarsi i rossoneri: Donnarumma, Todibo, Romagnoli, Musacchio, Conti, Helneny, Bennacer, Theo Hernandez, Suso, Ibrahimovic, Piatek.

 

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Inter, parla Marotta dopo lo scudetto

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Inter, Marotta

Il CEO dell’ Inter ha elogiato il presidente Steven Zhang per la sua abilità nel delegare responsabilità efficacemente.

Le parole del CEO dell’Inter

Dapprima Marotta ha sottolineato l’importanza di concedere autonomia al management per consentire all’Inter  di operare al meglio.  Un’altra questione approfondita dal dirigente  é come  Zhang comprenda l’importanza della delega di compiti per il successo dell’organizzazione.

Marotta ha dichiarato che Zhang è costantemente informato sulle attività dell‘Inter. Quindi il team  è per lui   responsabile di ciò che accade all’interno del club.

Ha evidenziato come la responsabilità ricade sul management e non sulla proprietà.

Lavorare insieme in modo efficiente è essenziale per il successo e Marotta ha  apprezzato il rapporto di collaborazione tra il management e la proprietà.

Marotta parla del club

Anche la fiducia di Marotta nella leadership di Zhang è evidente cosí come la solidità della gestione del club sembra promettente per il futuro.

Marotta ha garantito ai tifosi che il club è finanziariamente solido . Probabilmente la proprietà fornirà inoltre ulteriori dettagli sul rifinanziamento del debito.

Ha assicurato che qualsiasi errore è imputabile al management e non alla proprietá  ed ha enfatizzato la trasparenza e la responsabilità del team di gestione nerazzurro.  Ha sottolineato che lavoreranno duramente per garantire il successo della squadra.

Inter, Marotta

Giuseppe Marotta

La collaborazione efficace tra management e proprietà è orientata verso la stabilità e il successo del club.

La gestione di Zhang ha portato a significativi risultati sportivi per i neroazzurri. Marotta ha voluto rassicurare i tifosi sulla solidità della leadership del presidente.La prospettiva di continuità e di successo per il club sembra essere al centro della strategia di gestione del team.

È  importante sottolineare che da quando é presente la gestione di Zhang ha portato a importanti risultati sportivi per il club. Tra questi la vittoria del titolo di campione d’Italia nella stagione 2020/2021.

 

 

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Assemblea ECA, Al-Khelaifi: “La Superlega non esiste”

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Assemblea ECA, Nasser Al-Khelaifi

All’Assemblea ECA (European Club Association) svoltasi ieri a Madrid ha presenziato il presidente Nasser Al-Khelaïfi, noto per essere anche il presidente del PSG.

Il presidente Nasser Al-Khelaïfi ha parlato della situazione dell’ECA. che sta attraversando una fase di grande espansione e conta oggi oltre 600 club affiliati grazie all’arrivo di 266 squadre aggiuntive in questa stagione.

Queste le parole di Al-Khelaïfi a tale proposito: “È un momento fantastico a causa della nostra rapida espansione e della nostra evoluzione positiva. Questo dimostra che l’ECA è un’organizzazione dinamica, democratica, rappresentativa e inclusiva.

Quando sono diventato presidente dell’ECA, c’erano 174 club… ora siamo 610. L’unità è la forza dell’ECA, che è completamente diversa dal precedente G-14”.

Il presidente ne ha approfittato anche per polemizzare sulla Superlega. Queste le sue parole: “La porta è sempre aperta per quei club che non sono nell’ECA. La Superlega non esiste. Quindi, quando se ne renderanno conto, saranno i benvenuti a tornare (l’allusione è soprattutto al Barcellona, ndr).

Abbiamo giocato contro di loro nei quarti di finale della Champions League, la migliore competizione per club al mondo. È la migliore competizione, il miglior sistema che abbiamo. Non sono davvero contenti, ma ancora una volta ci giocano perché sanno che è importante.

Sanno che è la competizione principale. Spero che quindi ne siate consapevoli. Sanno che la porta è sempre aperta. Siamo in contatto congiunto con la FIFA e l’UEFA”. I club che ancora sostengono convintamente il progetto della Superlega sono, in particolare, il Barcellona e Real Madrid.

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Milan, così non va: esci dalla mediocrità! | L’editoriale di Mauro Vigna

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Milan, già dal titolo si può capire di che tenore (senz’altro duro) è il taglio di questo articolo. Non si può sprecare un’altra stagione.

Parlare con mesi di anticipo a volte può dare delle soddisfazioni, in quanto, spesso si viene smentiti. Ed è quello che spero vivamente accada. Perché altrimenti dovremo nuovamente assistere a un anno, il prossimo, sotto il segno della mediocrità.

Mediocrità, parola ricorrente durante questa stagione, basti vedere alcuni elementi in rosa. Che vanno cambiati, o meglio, vanno sostituiti con rinforzi qualitativamente superiori. Iniziamo da Calabria, bravo bello educato e con un cuore grande così, ma vederlo capitano di una squadra come il Milan appare, scusatemi, una bestemmia. Sapete vero di cosa stiamo parlando? Del Milan, squadra che ha alzato al cielo 7 Champions. Giusto per ricordarlo.

Una squadra che per due anni non è stata in grado di trovare un vice Theo Hernandez facendo giocare al suo posto terzini destri, difensori centrali e facendo il segno della croce in settimana augurandogli lunga vita calcistica.

Un centrocampo inesistente, caratterizzato da giocatori bravissimi ad accarezzare il pallone, un po’ meno a picchiare. Quanto servirebbe un Kessiè qualsiasi. E quanto servirebbe una punta centrale che non avesse 38 anni, con tutto il rispetto per Giroud, un ex campione, ma che da marzo in avanti deve giocare con l’ossigeno perché non ha un vero e proprio sostituto.

Quindi che si fa? Con Pioli a fine ciclo ci si trova praticamente a maggio senza avere deciso un allenatore e con gli altri club che stanno praticamente prendendosi i migliori attaccanti, lasciando a noi – forse – qualche briciola per quando decideremo di fare mercato.

Capitolo allenatore. Da qui capiremo se aspettarci un altro campionato mediocre, oppure no. Antonio Conte avrebbe permesso di alzare l’asticella, ma un Van Bommel, brava persona eh, ha pure pianto quando se ne è andato, pensate possa rappresentare la scelta giusta? Uno che ha la stessa esperienza di Palladino che almeno ha allenato in Serie A? Uno che ha subìto le stesse reti di Pioli, ma in Belgio? Giovane, parla 5 lingue, ma a noi serve uno con gli attributi che sappia strigliare Leao quando passeggia come fosse in Via Montenapoleone a Milano, durante un derby.

Ripeto, se sarò smentito sarò felice. In realtà è quello che voglio, essere smentito coi fatti. Con uno come Conte in panchina, con Gyokeres in attacco, magari uno come Amrabat in mediana, Buongiorno Scalvini in difesa. Un forte terzino destro. E poi ne parliamo. Altrimenti…la solità mediocrità.

Questa deve essere la stagione della svolta, non serve molto. L’ossatura della squadra c’è, servono 4-5 rinforzi di qualità nei posti giusti. È un allenatore con le palle quadrate.

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