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Nazionale italiana, la qualificazione al mondiale passa da Belfast

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Il destino dei campioni d’Europa in carica si deciderà questa sera a Belfast, contro l’Irlanda del Nord, la Nazionale di Roberto Mancini si giocherà il pass per la qualificazione a Qatar 2022 in una sfida non poco suggestiva.

A Windsor Park aleggia, infatti, una tradizione poco felice per i nostri azzurri. Il 15 gennaio 1958, nello stesso  stadio si verificò la prima qualificazione a un Mondiale per gli irlandesi e anche la prima qualificazione mancata dagli azzurri, allora allenati da Alfredo Foni.

Difficile non lasciarsi influenzare da un simile aneddoto, tuttavia il Mancio ci ha tenuto ad assicurare che la squadra è focalizzata sull’obiettivo qualificazione, la mentalità è quella giusta, anche se le assenze hanno condizionato non poco la recente forma della squadra nelle ultime apparizioni.

Per strappare il ticket per il Qatar senza passare per il rischioso abisso dei play off, gli azzurri non solo dovranno vincere ma dovranno anche segnare parecchio.

Tutto chiaro, se non fosse per un’altra coincidenza potenzialmente avversa : l’Irlanda del Nord in casa non ha ancora perso in queste qualificazioni e, inoltre, non ha subìto reti nelle ultime tre partite. Al contrario, gli azzurri non hanno mai vinto nelle ultime 3 partite. Il punto di forza della squadra di Baraclough risulta essere proprio la difesa ; un reparto che tengono a mettere ancor più in bella mostra contro gli italiani.

Paradossalmente è l’attacco il reparto più in affanno per i campioni d’Europa, con l’infortunio di Ciro Immobile è diventata ancora più lampante la mancanza di un centravanti vero e proprio.

Un problema che ha sempre fatto discutere, forse l’unica vera falla del fantastico gruppo forgiato da Mancini e che affonda le radici proprio nel campionato di Serie A.

Questa sera a lottare contro  la sorte, le statistiche e lo spettro della mancata qualificazione ai mondiali del 2018 per mano della Svezia, lí davanti faremo affidamento su Insigne, Chiesa e Berardi. Dovranno esserci anche Tonali e Barella

La squadra dovrà essere più forte dei cattivi pensieri e crederci un pò di più ma, soprattutto,deve ritrovare il suo gioco, come ha dichiarato Arrigo Sacchi.

In questo momento l’Italia ha una differenza reti di +11 mentre la Svizzera di +9. Per qualificarsi direttamente ai Mondiali in Qatar, l’Italia deve fare un risultato migliore della Svizzera. Se entrambe dovessero vincere, dovrà mantenere il vantaggio nella differenza reti e quindi nei gol segnati.

Stasera, più che mai, tutti gli occhi saranno puntati sull’attacco.

 

Maria Russo

 

 

 

 

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Rui Patricio annuncia il ritiro dal calcio a 37 anni

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Rui Patricio

Rui Patricio annuncia il ritiro dal calcio giocato a 37 anni, confermato dal novembre scorso.

Fine di un’era

Rui Patricio, il celebre portiere portoghese, ha ufficialmente annunciato il suo ritiro dal calcio giocato all’età di 37 anni. La notizia, già anticipata lo scorso novembre, non sorprende gli appassionati di calcio, che avevano già percepito la possibilità di un addio imminente. Patricio ha lasciato un segno indelebile nella storia del calcio, grazie alle sue eccezionali prestazioni sia a livello di club che con la nazionale portoghese.

Durante la sua carriera, Rui Patricio ha collezionato numerosi successi, tra cui il campionato europeo vinto con il Portogallo nel 2016. Le sue parate decisive e la sua leadership in campo lo hanno reso un punto di riferimento per i suoi compagni di squadra e un avversario temuto.

La carriera di Rui Patricio: Un viaggio tra successi e riconoscimenti

La carriera di Rui Patricio è iniziata nelle giovanili dello Sporting Lisbona, dove ha fatto il suo debutto in prima squadra nel 2006. Da lì, ha continuato a scalare la vetta del calcio europeo, difendendo i pali di prestigiosi club come il Wolverhampton e la Roma. La sua abilità nel gestire la pressione e la sua capacità di parare i rigori lo hanno consacrato come uno dei migliori portieri della sua generazione.

Oltre ai successi con i club, Rui Patricio ha avuto un ruolo chiave nella nazionale portoghese, contribuendo al trionfo nel Campionato Europeo del 2016 e alla conquista della Nations League nel 2019. Questi traguardi hanno confermato il suo status di leggenda del calcio portoghese.

Per altre notizie sul calciomercato, clicca qui.

Fonte: l’account X di Schira

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Protagonisti del calcio diventati simbolici nella cultura pop

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Il calcio è ormai parte integrante della cultura pop e rappresenta una delle arti sportive più importanti e seguite al mondo.

Dai grandi campioni agli allenatori più tenaci e fuori dalle righe, fino alle statistiche delle scommesse sportive e record assoluti impossibili da battere, il mondo del pallone ci ha regalato storie incredibili che hanno influenzato anche il cinema.

Iniziamo il nostro viaggio all’interno della sfera più seguita tra tutti gli sport: ecco i protagonisti della storia del calcio che sono diventati veri simboli della cultura pop.

 

Trapattoni tra record e interviste impossibili

Mago del calcio, ancora oggi detiene il record assoluto di 7 scudetti in Serie A, oltre alla Champions con la Juve ha trionfato anche in Bundesliga con il Bayern. Trapattoni è un’icona pop che negli anni ‘90 è diventata ancora più famosa con le interviste impossibili del programma satirico dedicato al calcio Mai Dire Gol. Ancora oggi i suoi detti vengono usati da allenatori e calciatori.

Mazzone l’allenatore più longevo e veloce della Serie A

Con le sue 792 panchine in Serie A dal 1974 al 2006, Carletto Mazzone è l’allenatore più longevo della massima categoria, amato e conosciuto da tutti anche per i suoi detti e le battute in romano stretto. Famoso perché ha lanciato Pirlo, Guardiola, Totti, Materazzi e ha fatto rinascere Baggio dal 2000 al 2004, ma soprattutto per la sua corsa folle nel derby lombardo tra Brescia e Atalanta: Sor Magara è cultura pop allo stato puro.

Cassano e Balotelli tra letteratura e risate

Non solo nella cultura pop, perché Cassano e Balotelli sono entrati proprio nel dizionario della lingua italiana con le parole Cassanate e Balotellate, che significano rispettivamente comportamenti fuori luogo e soprattutto fuori dalle righe. Non dimentichiamo però i grandi gol di questi due top player e la cavalcata a Euro 2012 con gli Azzurri, che purtroppo persero in finale contro la Spagna.

Oronzo Pugliese il mago scaramantico

Ha fatto impazzire le grandi squadre e soprattutto Helenio Herrera, ma dietro la sua tecnica c’erano diversi riti scaramantici, come le galline porta fortuna nascoste in panchina, lo spargimento del sale a centrocampo e ogni diavoleria che Il Mago di Turi riuscisse a tirare fuori dal suo cilindro magico.

Negli anni ‘80 Banfi si ispira a lui per l’interpretazione di Oronzo Canà, tra i grandi classici di Pugliese, c’erano le interviste in dialetto stretto per depistare I giornalisti e diverse parole inventate per ogni occasione.

Francesco Totti tra record, risate e lacrime

Totti è il più grande calciatore contemporaneo e con i suoi 250 gol in Serie A è diventato il secondo miglior bomber di tutti i tempi, l’unico calciatore a segnare così tanto con un solo club. Il Capitano ha fissato anche il record assoluto di 71 rigori segnati e ci ha fatto ridere con le sue barzellette, che sono diventate anche libri per beneficenza.

Una delle ultime storie postate sui social racconta di un tifoso in lacrime, che ha confessato al Pupone di continuare a fare l’abbonamento ma di non guardare più le partite della Roma da quando nel 2017 si è ritirato. Ed è proprio il suo ritiro con la lettera d’addio che ha fatto piangere gli amanti del calcio e tutto il mondo, perché Totti era già entrato a pieno titolo nella cultura pop.

Zemanlandia il maestro dello spettacolo

Zeman è un allenatore che ha rivoluzionato il calcio più di chiunque altro, un gioco totalmente proiettato sullo spettacolo perché le persone che pagavano il biglietto avevano tutto il diritto di divertirsi. Prima con il Foggia negli anni ‘90 e poi con la Roma di Totti, il maestro del 4-3-3 è ancora oggi un’icona pop venerata e osannata.

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Genoa, Ricciardella: “Il nuovo store è simbolo della città”

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Genoa

Il Genoa inaugura il nuovo Store: un simbolo della città, afferma il Direttore Generale Ricciardella, che celebra l’unione tra sport e cultura.

Genoa

I TIFOSI DEL GENOA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Genoa, le parole del DG Ricciardella

Un nuovo Store

Il Genoa Cricket and Football Club ha recentemente inaugurato un nuovo Store, un progetto che rappresenta un importante passo avanti per la storica società calcistica. La cerimonia di apertura si è tenuta alla presenza di numerosi tifosi e personalità del mondo sportivo, sottolineando l’importanza di questo spazio non solo come punto vendita, ma anche come simbolo di identità e appartenenza per la città di Genova.

Significato culturale

Durante l’inaugurazione, il Direttore Generale del Genoa, Ricciardella, ha sottolineato come il nuovo Store sia un luogo che riflette l’anima della città. “Un luogo che rappresenta la città”, ha dichiarato, evidenziando il legame profondo tra il club e la comunità locale. Questo spazio non sarà soltanto un negozio, ma anche un punto di incontro per i tifosi, unendo sport, storia e cultura in un unico ambiente.

Per altre notizie sul calciomercato, clicca qui.

Fonte: l’account X di Gianluca Di Marzio.

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