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Milan rispunta Pato, Calhanoglu va via?
Un finale di anno molto complicato ed intrecciato per il Milan che ha da poco incassato la sentenza dell’Uefa, l’eliminazione dall’Europa League ad opera dei greci dell’Olympiacos, il no di Ibrahimovic che ha rinnovato con gli americani dei Los Angeles Galaxy ed un quarto posto che è diventato ormai l’obiettivo principale di questa stagione, da difendere con i denti al fine di non vanificare l’ennesima stagione.
In campionato, nonostante i troppi passi falsi ed un’infermeria ancora piena, la squadra di Gattuso è quarta, in piena zona Champion con la possibilità di aumentare il distacco dalla Lazio ieri perdente contro la sorprendente Atalanta di Gasperini per 1-0. La possibilità di allungare ed andare ad insediare i cugini interisti al terzo posto è ghiotta e questa sera contro il Bologna esisterà un solo risultato nella testa dei rossoneri, la vittoria.
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Il mercato si scalda
Un occhio al campionato ed un doveroso occhio anche agli affari di mercato che in questi giorni si sta arroventando nell’attesa dell’apertura ufficiale delle trattative a gennaio. La recente sentenza di Nyon ed i rigidi paletti del fair play finanziario limiteranno non poco il raggio d’azione ed il budget a disposizione di Leonardo e Maldini che oltre ad incassare il no di Ibrahimovic hanno da poco preso atto che Quagliarella ha firmato con la Sampdoria. La squadra blucerchiata ha saputo accontentare le richieste dell’attaccante con un’offerta di 1,4 milioni fino al 2020.
Un clamoroso ritorno
Si fa sempre più insistente in queste ultime settimane la voce di un ritorno che ha del clamoroso, quello di Pato, attualmente militante in Cina. I rapporti con la società rossonera sono rimasti ottimi, Leonardo ha sempre usato parole di stima nei confronti dell’attaccante già ai tempi del PSG quando tentò di portarlo a Parigi. Il Paper ha 29 anni e pare aver superato del tutto i numerosi problemi fisici che ne avevano compromesso le prestazioni nelle ultime stagioni milanesi. In Cina con la maglia del Tianjin ha dimostrato tutto il suo valore con prestazioni maiuscole e soprattutto con tanti gol, 36 in 59 partite, sebbene si debba però tener buon conto della diversità tra il campionato cinese e quello italiano.
Al momento l’unico vero ostacolo è rappresentato dall’ingaggio e, se non verrà abbassato, l’operazione certamente non potrà andare in porto e per questo motivo la volontà del giocatore sarà determinante. Pato percepisce 9 milioni a stagione e certe cifre sono assolutamente fuori dalla portata dei rossoneri che cercheranno di mettere sul piatto una proposta sulla falsariga di quella di Ibra per 6 mesi più un’opzione per la prossima stagione. Al giocatore spetterà l’ardua scelta se tornare a confrontarsi con un campionato sicuramente più competitivo e prestigioso in un club a cui ha dato tanto tempi addietro e altrettanto ha ricevuto, oppure rimanere in Cina con un ingaggio decisamente superiore.
Calhanoglu in bilico
Nonostante le parole del tecnico Gattuso, sembra arrivato il momento del divorzio tra il Milan e Calhanoglu. L’esterno ex Bayern ha avuto un inizio di stagione alquanto travagliato, il dolore al piede neha limitato per settimane le prestazioni ed il turco si è comunque sempre messo a disposizione della squadra accettando di entrare in campo non al top per non lasciare i compagni in difficoltà. Una volta superato l’infortunio Calhanoglu non ha comunque saputo replicare le ottime prestazioni della passata stagione dove aveva convinto tutti con giocate di grande qualità accompagnate da gol pesanti. Questa inaspettata involuzione sta portando la società rossonera a valutare l’ipotesi di cederlo già a gennaio.
L’operazione andrebbe anche vista come un modo per rientrare in parte dalla spesa sostenuta per l’acquisto di Paquetà e per mettere a bilancio una plusvalenza di 5-6 milioni. Lipsia e Schalke 04 stanno alla finestra a guardare, pronte eventualmente ad alzare il tiro per mettere le mani sul turco.
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Inter, “allez Marseille”: ecco perché
L’Inter, nonostante un’annata da dominatrice in Serie A, si trova spettatrice nelle competizioni europee e osserva da vicino il Marsiglia. Ecco il motivo.
Il Marsiglia vince contro il Benfica e accede in semifinale di Europa League. L’Inter osserva e spera
L’Inter si appresta a vincere il 20esimo scudetto della sua storia e ciò potrebbe avvenire già nel derby di lunedì prossimo contro il Milan, per quello che sarebbe un tricolore storico.
Un cammino da autentica schiacciasassi della Serie A, che vedrebbe i nerazzurri raggiungere l’obiettivo con ben 6 giornate d’anticipo.
Lo stesso cammino però non si è visto in Europa, dove la squadra di Inzaghi è capitolata di fronte ad un Atletico Madrid che certamente era alla portata e che, a onor del vero, è apparso tutt’altro che imbattibile contro il Borussia Dortmund nei quarti di Champions.
Europa che comunque, indirettamente, rimane nei discorsi e nei pensieri della società nerazzurra, che osserva con estrema attenzione e un pizzico di simpatia il cammino europeo del Marsiglia.
Nelle file della squadra francese milita infatti Joaquin Correa, attaccante argentino che l’estate scorsa si è trasferito in prestito dall’Inter per 2 milioni di euro e di cui ancora non si conosco le sorti.
Il riscatto obbligatorio che l’OM dovrebbe esercitare per assicurarsi le prestazioni dell’ex nerazzurro, è legato a nodo stretto con la qualificazione alla prossima Champions League.
Da qui nascono le speranze di Marotta & co. Le probabilità infatti che il Marsiglia si qualifichi grazie a un piazzamento in Ligue 1 sono pressoché nulle e l’unica via resta quella del trionfo in Europa League.
Dopo il passaggio in semifinale con la vittoria sul Benfica, il traguardo non sembra più utopia e aumentano quindi le possibilità che l’Inter possa incassare i 10 milioni pattuiti per il riscatto obbligatorio di Correa.
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Disavventura per Barak: ladri in casa durante la partita
Disavventura per Barak: i ladri avrebbero tentato di rubare nella sua casa mentre stava giocando al Franchi contro il Viktoria Plzen.
Hanno aspettato che il padrone di casa fosse fuori per intrufolarsi tra le mure domestiche. Accade troppo spesso, accade anche nel mondo del calcio.
Ieri sera durante la partita di ritorno dei Quarti di finale di Conference League tra Fiorentina e Viktoria Plzen, i ladri sono entrati in casa di Barak, che stava correndo sul prato del Franchi.
Sarebbero stati i vicini di casa ad accorgersi dei ladri entrati dalla porta finestra e avrebbero fatto in modo di mettere in fuga i due ladri, che erano a volto coperto, e chiamare il 112.
Ora gli investigatori stanno vagliando le immagini delle telecamere della videosorveglianza per rintracciare i due malviventi.
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Milan-Conte, ci siamo? Le (ultime) resistenze di Furlani
Milan-Conte, un accostamento che noi di Calcio Style scriviamo da gennaio, mese del famoso accordo di massima con l’allenatore. Vediamo le evoluzioni della situazione.
“Vediamo cosa succede”, queste le poche parole di Antonio Conte dette a un tifoso rossonero il quale una settimana fa gli aveva chiesto se vi fossero possibilità concrete di vederlo sulla panchina del Milan la prossima stagione. Avrebbe potuto rispondere diversamente, con un no comment, oppure con un’altra frase di circostanza ed invece la speranza nel leccese di una chiamata è viva più che mai. Soprattutto nel day after la sconfitta contro la Roma che è valsa l’uscita dall’Europa League.
Il treno Conte non passa tante volte, bisogna salirci. Questa è un po’ l’idea di Zlatan Ibrahimovic il quale, fin dall’inizio della sua nuova esperienza da dirigente, ha fatto il nome del tecnico leccese stringendo con lui un accordo di massima a gennaio. Le vicende poi le abbiamo seguite tutti. Un Milan che si è fortemente ripreso in campionato, l’indagine della Procura di Milano che ha di fatto rallentato l’ingresso di nuovi soci di minoranza, operazione solo rimandata e la ritrosia di Giorgio Furlani il quale preferirebbe proseguire con Pioli o con altre tipologie di tecnici maggiormente aziendalisti.
Giusto o sbagliato che sia, un ministro senza portafoglio come Ibrahimovic può lanciare l’idea, ma ci vuole il consenso dell’Amministratore Delegato e della proprietà. Gerry Cardinale ha praticamente detto a Ibra di fare quello che serve per rilanciare il Milan, dimostrazione di piena fiducia, ma c’è ancora da scardinare quell’idea comune che vede in Conte un possibile destabilizzatore dell’ambiente. L’aspetto economico in questo caso sembra essere in secondo piano.
Lo svedese riuscirà a convincere Furlani? Per la risposta, questione di poche settimane.
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