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Albertini a Tuttosport: “Tonali? Non paragonatelo a Pirlo ma..”
L’ex rossonero Demetrio Albertini ha rilasciato una breve intervista al quotidiano Tuttosport, rispondendo ad alcune domande sul Milan e su un paio di giocatori.
Albertini, ex centrocampista del Milan e della Nazionale, ha risposto ad alcune domande del collega Luca Uccello di Tuttosport. I rossoneri hanno vinto lo scudetto eppure, nonostante questo, non vengono visti come i favorita.
Il “metronomo” rossonero da una sua spiegazione sul motivo: “Questo succede perché normalmente le favorite del campionato, a inizio stagione, sono quelle che sommano la storia dei singoli giocatori. Soprattutto quelli che arrivano da altri campionati.” Continua poi dicendo: “Poi si scende in campo in undici. Si parte dallo zero a zero e chi se lo merita vince. Ed il Milan un anno fa lo ha meritato.”
Sull’esordio in Champions dei ragazzi di Pioli si esprime così: “L’esordio in Champions League del Milan è stato positivo. L’esperienza dell’anno scorso è servita. Ma in Europa rispetto all’Italia cambia l’esperienza internazionale. E l’esperienza internazionale è la velocità di reazione contro giocatori che non conosci. Contro un gioco più veloce che in Italia non sei abituati a fare.”
Alla domanda del giornalista se sia rimasto sorpreso da Leao nel derby ed in Europa risponde: “L’unica cosa che mi deve sorprendere e vorrei che mi sorprendesse è la continuità di rendimento. Perché le qualità non gli mancano. Allora diventerebbe un grandissimo campione.”
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Albertini: “Pirlo è inarrivabile”
Demetrio Albertini, alla richiesta di Luca Uccello, sulla possibilità che il portoghese diventi una bandiera dice: “Potrebbe diventarla. Ma bisogna essere onesti. Oggi ci sono campionati molto più ricchi della Serie A. Spero
che il Milan possa tenerlo il più possibile. Ma sappiamo anche che è una possibilità reale quella che lui possa andare via.”
Invece su Tonali: “Mi dà fastidio che spesso giudichiamo un ragazzo giovane, che arriva dal Brescia che lottava per non retrocedere, e non gli venga dato il tempo per dimostrare, anche con qualche errore, le sue qualità. Io credo che Sandro sia la dimostrazione che i nostri giovani talenti ci sono e che possano giocare in grandi squadre.”
Sul paragone che aveva fatto tempo fa con se stesso ribadisce: “Io l’ho detto qualche volta per tirarlo fuori da quello scomodo paragone con Pirlo. Che secondo me è un giocatore inarrivabile.”
Infine alla domanda “Sorpreso che il Milan dei giovani in attacco vada avanti con dei bravi “vecchietti”?” risponde così: “Mi stupisco ma penso anche che stiano aspettando per poter arrivare a una punta da 20 gol. Oggi al Milan manca quell’attaccante che possa fare la differenza.”
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La risposta di Lotito a Gravina: “La FIGC non è il suo granducato personale”
Continuano le schermaglie verbali a distanza fra il presidente della Lazio Claudio Lotito e quello della FIGC Gabriele Gravina.
Le parole di Lotito su Gravina
Non si è fatta attendere troppo la replica del presidente della Lazio Claudio Lotito alle accuse del numero uno della FIGC Gabriele Gravina. Repetita iuvant: stamane vi avevamo riportato le dichiarazioni del presidente federale, rilasciate a “Il Foglio“, in cui quest’ultimo attaccava frontalmente il patron bianco celeste.
In sostanza, Gravina accusava il vulcanico patron della società capitolina di voler dettare legge all’interno del consiglio federale. Oltre ad alludere a un presunto conflitto d’interesse, dato che Lotito è al tempo stesso membro del consiglio federale e membro del consiglio della Lega Calcio.
Oltre che, ovviamente, senatore della Repubblica Italiana e Presidente della Lazio. Tempo qualche ora ed è arrivata anche la replica del diretto interessato, affidata a un’intervista concessa all’Ansa.
❝Leggo con stupore le dichiarazioni del sig. Gravina sulla mia persona, che si commentano da sole. Chiare manifestazioni di pura ostilità e scomposto rancore nei miei confronti, al fine di difendersi dalle responsabilità circa lo stato attuale del calcio in Italia che tutti gli attribuiscono. I suoi rapporti personali con alcuni presidenti non escludono il disagio e la confusione che oggi regna nel sistema calcio, condivise da tutti gli operatori che cercano, nonostante gli ostacoli posti dal sig. Gravina, di rinnovarne le regole. La mia posizione di proprietario di club, consigliere federale, consigliere di Lega e componente del Senato, ruoli peraltro acquisiti con regolari e democratiche elezioni, mi consente di avere una visione più ampia e completa dei problemi e delle soluzioni possibili per eliminare i guasti prodotti. Il mondo del calcio non chiede isolamento, ma necessita di una visione ampia delle sue varie componenti. Alle quali i miei ruoli istituzionali, attesa l’importante ed alta valenza del calcio, mi danno la possibilità di offrire un contributo fattivo, facendolo uscire da un’autonomia erroneamente intesa come ‘granducato personale’.❞
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Mourinho: “Roma? Mi dissero di andare via dopo Budapest”
L’ex tecnico della Roma, José Mourinho, è tornato a parlare del suo passato sulla panchina giallorossa, terminato a gennaio 2024 per esonero.
José Mourinho torna a parlare della sua avventura a Roma sulla panchina giallorossa. Nell’intervista rilasciata qualche giorno fa al The Telegraph, Il tecnico portoghese si è soffermato sul post finale di Europa League di Budapest dove gli fu consigliato da amici e parenti di lasciare la società giallorossa.
Mourinho ha passato due anni e mezzo nella Capitale collezionando su 138 match 68 vittorie, 30 pareggi e 40 sconfitte con una media punti pari a 1,70. Nella sua avventura giallorossa il portoghese ha portato la Roma a giocare due finali consecutive in Conference League (trionfo contro il Feyenoord) ed in Europa League (sconfitta ai rigori contro il Siviglia).
Mourinho, l’addio dopo Budapest
“I miei amici, la mia famiglia, perfino il mio agente mi dissero di andare via dopo la finale di Europa League dello scorso anno. Ma ho sentito la spinta del club, dal punto di vista emotivo, e sono andato avanti. Ho rifiutato la panchina della nazionale portoghese e anche un’offerta molto conveniente dall’Arabia Saudita per restare alla Roma”.
Scelta, quella di rimanere ai giallorossi, risultata sbagliata visto l’esonero arrivato a fine gennaio dopo aver collezionato 29 punti in 20 partite.
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