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Milan: è Sensi il sostituto di Biglia
La critica situazione dell’infermeria rossonera costringerà giocoforza Leonardo e Maldini a correre ai ripari con interventi mirati e necessari un po’ in tutti i reparti. Portieri a parte, questa stagione è iniziata nel peggiore dei modi per quanto riguarda gli infortuni ed il tecnico Gattuso è ultimamente in grosse difficoltà a schierare un undici titolare accettabile dovendo spesso rivedere il modulo per adattarlo alla situazione.
Lo scarso turnover si è quindi reso necessario causa poche alternative valide in panchina e il mister è stato obbligato a schierare quasi sempre lo stesso undici titolare schierando alcuni giocatori acciaccati che anziché usare gli antinfiammatori avrebbero meritato un po’ di riposo per consentire loro di riprendersi.
Ipotesi Sensi
Il Milan quindi interverrá sul mercato di gennaio. Dopo il quasi certo arrivò di Paqueta che darà brio e fantasia, ad interessare è Stefano Sensi, centrocampista attualmente in forza al Sassuolo che ben ha impressionato durante questo inizio di stagione al punto da essere convocato da Roberto Mancini nella Nazionale italiana nelle gare contro Portogallo e Stati Uniti.
Classe 95, il talento so centrocampista sarebbe la pedina ideale individuata per andar a sostituire Lucas Biglia destinato ad una assenza di almeno 4 mesi a seguito dell’operazione subìta in settimana. Per lui quindi si parla di una lunga assenza e le attuali soluzioni di centrocampo non lasciano di certo Gattuso sereno.
Bakayoko ancora non sta convincendo sebbene in graduale miglioramento, Bonaventura è spesso out per problemi al ginocchio, Laxalt dopo il buon avvio di stagione pare essersi perso per strada e Calhanoglu sembra la brutta copia del giocatore ammirato lo scorso anno e anch’egli non è fisicamente al top.
Il centrocampista tatticamente è molto duttile, qualità sempre apprezzata da Gattuso nei propri giocatori, e ha quindi la capacità di giocare sia da play basso che da mezzala.
Le cifre
Il contratto di Sensi scadrà nel giugno 2023 e l’attuale ingaggio è di mezzo milione di euro netti all’anno, cifra sostenibile se rapportata alle potenzialità del giocatore che si sentirebbe più che pronto per raccogliere una nuova sfida professionale in un club certamente più prestigioso con obiettivi importanti.
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Inter, parla Marotta dopo lo scudetto
Il CEO dell’ Inter ha elogiato il presidente Steven Zhang per la sua abilità nel delegare responsabilità efficacemente.
Le parole del CEO dell’Inter
Dapprima Marotta ha sottolineato l’importanza di concedere autonomia al management per consentire all’Inter di operare al meglio. Un’altra questione approfondita dal dirigente é come Zhang comprenda l’importanza della delega di compiti per il successo dell’organizzazione.
Marotta ha dichiarato che Zhang è costantemente informato sulle attività dell‘Inter. Quindi il team è per lui responsabile di ciò che accade all’interno del club.
Ha evidenziato come la responsabilità ricade sul management e non sulla proprietà.
Lavorare insieme in modo efficiente è essenziale per il successo e Marotta ha apprezzato il rapporto di collaborazione tra il management e la proprietà.
Marotta parla del club
Anche la fiducia di Marotta nella leadership di Zhang è evidente cosí come la solidità della gestione del club sembra promettente per il futuro.
Marotta ha garantito ai tifosi che il club è finanziariamente solido . Probabilmente la proprietà fornirà inoltre ulteriori dettagli sul rifinanziamento del debito.
Ha assicurato che qualsiasi errore è imputabile al management e non alla proprietá ed ha enfatizzato la trasparenza e la responsabilità del team di gestione nerazzurro. Ha sottolineato che lavoreranno duramente per garantire il successo della squadra.
La collaborazione efficace tra management e proprietà è orientata verso la stabilità e il successo del club.
La gestione di Zhang ha portato a significativi risultati sportivi per i neroazzurri. Marotta ha voluto rassicurare i tifosi sulla solidità della leadership del presidente.La prospettiva di continuità e di successo per il club sembra essere al centro della strategia di gestione del team.
È importante sottolineare che da quando é presente la gestione di Zhang ha portato a importanti risultati sportivi per il club. Tra questi la vittoria del titolo di campione d’Italia nella stagione 2020/2021.
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Assemblea ECA, Al-Khelaifi: “La Superlega non esiste”
All’Assemblea ECA (European Club Association) svoltasi ieri a Madrid ha presenziato il presidente Nasser Al-Khelaïfi, noto per essere anche il presidente del PSG.
Il presidente Nasser Al-Khelaïfi ha parlato della situazione dell’ECA. che sta attraversando una fase di grande espansione e conta oggi oltre 600 club affiliati grazie all’arrivo di 266 squadre aggiuntive in questa stagione.
Queste le parole di Al-Khelaïfi a tale proposito: “È un momento fantastico a causa della nostra rapida espansione e della nostra evoluzione positiva. Questo dimostra che l’ECA è un’organizzazione dinamica, democratica, rappresentativa e inclusiva.
Quando sono diventato presidente dell’ECA, c’erano 174 club… ora siamo 610. L’unità è la forza dell’ECA, che è completamente diversa dal precedente G-14”.
Il presidente ne ha approfittato anche per polemizzare sulla Superlega. Queste le sue parole: “La porta è sempre aperta per quei club che non sono nell’ECA. La Superlega non esiste. Quindi, quando se ne renderanno conto, saranno i benvenuti a tornare (l’allusione è soprattutto al Barcellona, ndr).
Abbiamo giocato contro di loro nei quarti di finale della Champions League, la migliore competizione per club al mondo. È la migliore competizione, il miglior sistema che abbiamo. Non sono davvero contenti, ma ancora una volta ci giocano perché sanno che è importante.
Sanno che è la competizione principale. Spero che quindi ne siate consapevoli. Sanno che la porta è sempre aperta. Siamo in contatto congiunto con la FIFA e l’UEFA”. I club che ancora sostengono convintamente il progetto della Superlega sono, in particolare, il Barcellona e Real Madrid.
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Milan, così non va: esci dalla mediocrità! | L’editoriale di Mauro Vigna
Milan, già dal titolo si può capire di che tenore (senz’altro duro) è il taglio di questo articolo. Non si può sprecare un’altra stagione.
Parlare con mesi di anticipo a volte può dare delle soddisfazioni, in quanto, spesso si viene smentiti. Ed è quello che spero vivamente accada. Perché altrimenti dovremo nuovamente assistere a un anno, il prossimo, sotto il segno della mediocrità.
Mediocrità, parola ricorrente durante questa stagione, basti vedere alcuni elementi in rosa. Che vanno cambiati, o meglio, vanno sostituiti con rinforzi qualitativamente superiori. Iniziamo da Calabria, bravo bello educato e con un cuore grande così, ma vederlo capitano di una squadra come il Milan appare, scusatemi, una bestemmia. Sapete vero di cosa stiamo parlando? Del Milan, squadra che ha alzato al cielo 7 Champions. Giusto per ricordarlo.
Una squadra che per due anni non è stata in grado di trovare un vice Theo Hernandez facendo giocare al suo posto terzini destri, difensori centrali e facendo il segno della croce in settimana augurandogli lunga vita calcistica.
Un centrocampo inesistente, caratterizzato da giocatori bravissimi ad accarezzare il pallone, un po’ meno a picchiare. Quanto servirebbe un Kessiè qualsiasi. E quanto servirebbe una punta centrale che non avesse 38 anni, con tutto il rispetto per Giroud, un ex campione, ma che da marzo in avanti deve giocare con l’ossigeno perché non ha un vero e proprio sostituto.
Quindi che si fa? Con Pioli a fine ciclo ci si trova praticamente a maggio senza avere deciso un allenatore e con gli altri club che stanno praticamente prendendosi i migliori attaccanti, lasciando a noi – forse – qualche briciola per quando decideremo di fare mercato.
Capitolo allenatore. Da qui capiremo se aspettarci un altro campionato mediocre, oppure no. Antonio Conte avrebbe permesso di alzare l’asticella, ma un Van Bommel, brava persona eh, ha pure pianto quando se ne è andato, pensate possa rappresentare la scelta giusta? Uno che ha la stessa esperienza di Palladino che almeno ha allenato in Serie A? Uno che ha subìto le stesse reti di Pioli, ma in Belgio? Giovane, parla 5 lingue, ma a noi serve uno con gli attributi che sappia strigliare Leao quando passeggia come fosse in Via Montenapoleone a Milano, durante un derby.
Ripeto, se sarò smentito sarò felice. In realtà è quello che voglio, essere smentito coi fatti. Con uno come Conte in panchina, con Gyokeres in attacco, magari uno come Amrabat in mediana, Buongiorno o Scalvini in difesa. Un forte terzino destro. E poi ne parliamo. Altrimenti…la solità mediocrità.
Questa deve essere la stagione della svolta, non serve molto. L’ossatura della squadra c’è, servono 4-5 rinforzi di qualità nei posti giusti. È un allenatore con le palle quadrate.
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