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La guerra silenziosa: Analisi sulla lotta per non retrocedere

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A tutti noi piace il calcio champagne, le grandi giocate, gli spunti, i gol, le giocate. Notoriamente, le squadre in grado di regalare un simile spettacolo lottano per le primissime posizioni, lottando punto su punto per avere il proprio posticino nel Paradiso delle grandi, nell’Olimpo d’Europa, e spesso ci si sofferma unicamente sulle meraviglie tecnico-tattiche che, queste ultime franchigie sono in grado di offrire, senza invece ascoltare chi, dal basso, grida vendetta e combatte per poter rimanere agganciato al massimo campionato, e non vedere la propria squadra abbandonare appunto, la Serie A, scendendo in cadetteria.
Forse mai, come quest’anno, le squadre che lottano per rimanere tra i grandi sono davvero molte, e tutte divise da una differenza assolutamente irrisoria.
Il condannato Chievo
11 punti, in 32 partite, contando anche una penalizzazione che certamente ha il suo peso specifico, ed ha contribuito quindi ad affondare una nave che da anni e anni, naviga nelle acque della Serie A italiana. 4 sconfitte e un pareggio nelle ultime 5 hanno mostrato una voglia di combattere che sembra essersi assopita, ed una squadra demolarizzata, che è quindi ormai pronta e prossima ad abbracciare la cadetteria.
I guerrieri del Frosinate
Il Frosisone è penultimo, con 23 punti in classifica. La squadra ciociara ha sempre fatto fatica nella massima serie, mostrando infatti poco a poco un divario tecnico col resto delle franchigie tutt’altro che colmabile, cedendo quindi il passo a squadre decisamente più quotate. Ciò nonostante, la speranza è l’ultima a morie come si suol dire, e le due vittorie su 5 partite disputate sono il segno di un evoluzione positiva, verso la salvezza. Non si possono però trascurare le restanti 3 sconfitte, che rischiano di dare il colpo di grazia ai gialloblu.
L’impeto dell’Empoli
Nel segno di un Ciccio Caputo, l’Empoli assume le sembianze di una vera fenice, che dopo aver conosciuto un periodo di crisi profonda, rinasce dalle proprie ceneri, e con i suoi 29 punti in classifica, cerca con tutte le forze di abbandonare la terzultima posizione. 2 vittorie, 2 sconfitte ed un pareggio per i toscani sono un rullino di marcia che però, potrebbe non bastare ad adempiere ad una salvezza che fa gola a tanti altri club.
Ferrea resistenza Bolognese
Il Bologna ha visto alti e bassissimi in questo campionato, mostrando spesso il fianco a squadre decisamente meno quotate, perdendo spesso scontri diretti dall’importanza elevata. Il rullino di marcia degli Emiliani però mostra un miglioramento netto, perchè con una sola sconfitta, 3 vittorie ed un pareggio, la squadra di Mihajlović sta mostrando una forza ed una voglia apparentemente difficile da eguagliare. Basteranno queste due virtù a tenere a galla il Bologna?
Un timido Udinese
la squadra Friulana ha ripreso ossigeno e forza, da quando è stato sostituito il precedente tecnico, con l’arrivo sulla panchina bianconera di Tudor. 2 vittorie, 2 sconfitte ed un pareggio sono il risultato di tanto lavoro e sacrificio. Nonostante i 32 punti nelle 32 giornate, L’Udinese rischia ancora una retrocessione che sarebbe storica, almeno quanto quella del Chievo.
Un Genoa sofferente
La sconfitta rimediata nel derby brucia, come il sale sopra ad una ferita fresca. Non si tratta infatti solo di una partita persa, e quindi un ulteriore passo indietro, ma molto di più. Un colpo basso che i rossoblu dovranno assolutamente incassare, facendo però forza sulle proprie gambe per rialzarsi al più presto, perchè se è vero che non tutto è perduto, i 34 punti dei Genovesi non possono dormire sugli allori, perchè con l’Udinese a 32 e il Bologna a 31, nulla è al sicuro.
SPAL e Parma, la luce infondo al tunnel
Entrambe a 35 punti, SPAL e Parma intravedono finalmente la fine, e quindi una salvezza che per una era tutt’altro che scontata, un pò meno felice il raggiungimento di essa per il Parma, che non troppe settimane fa, lottava per un piazzamento Europeo. Benissimo la SPAL, con 4 vittorie e una sconfitta, che con 12 punti sui 15 disponibili, vede il traguardo salvezza ormai vicino. Molto, ma molto meno felice la situazione dei ducali, assolutamente disastrosi nelle ultime settimane, che in 5 partite ha ottenuto solo 2 punti, con due pareggi e 3 sconfitte. Se è vero che i 35 punti costituiscono un buon punto di partenza, ma se non si cambia velocemente mentalità, il Parma rischia davvero tanto. Raggiungere invece il Cagliari e il Sassuolo, appollaiate a 37, deve essere una priorità per entrambe.
Come dunque si evince da quanto detto, la lotta per la Champions è si agguerrita, e decisamente affascinate, ma questa vera e propria guerra per la salvezza, ha un fascino certamente diverso, ma che non può essere ignorato.

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Cannavaro: “La mia Juve era fortissima. Al Real non è permesso sbagliare nulla”

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Fabio Cannavaro

Fabio Cannavaro ha parlato ai microfoni di Radio Serie A soffermandosi in particolare sulle avventure con le maglie di Juventus e Real Madrid.

Fabio Cannavaro, leggenda del calcio italiano, è intervenuto ai microfoni di Radio Serie A ricordando i tempi dell’esperienze con le maglie di Juventus e Real Madrid.

Cannavaro

Le parole di Cannavaro

“Dopo l’Inter trascorsi due anni a Torino dove i tifosi mi ritennero da subito ai livelli di Buffon e Del Piero, anche perché sul campo ho sempre garantito prestazioni importanti. Lì sono stato bene, ci hanno annullato due campionati ma la realtà è che quella era una Juve fortissima. Poi nel 2006 la società mi fece capire che c’era la necessità di cedere qualcuno e mi avvertirono della trattativa con il Real Madrid. Quando arrivi lì e visiti la sala trofei del club ti rendi conto che con quella maglia addosso non è permesso sbagliare nulla”

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Pippo Inzaghi: “Mio fratello dopo la finale di Champions ha fatto il salto definitivo”

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Pippo Inzaghi

Filippo Inzaghi, intervenuto ai microfoni di Dazn, ha parlato del cammino degli ultimi anni di suo fratello Simone sulla panchina dell’Inter.

Intervenuto a Dazn come protagonista del format “Un’altra storia”, Pippo Inzaghi si è soffermato sul percorso fatto negli ultimi anni di suo fratello Simone sulla panchina dell’Inter e della possibilità di conquistare la seconda stella nel derby della Madonnina.

Inzaghi

Le parole di Pippo Inzaghi su suo fratello

Le qualità di Simone:

“Simone è un ottimo gestore di risorse umane, è molto bravo. Quello che ha subito l’anno scorso non lo avrebbe sopportato nessuno e lui invece si è fatto scivolare tutto. È stato bravissimo, è andato avanti per la sua squadra. Dopo la finale di Champions, in cui ha incartato Guardiola, ha fatto il salto definitivo e a me non sorprende. Ha pochi amici e quindi si è dovuto fare il mazzo per dimostrare che adesso è uno dei migliori d’Europa. Sono contento per lui perché oltre a essere un grande allenatore, è una persona perbene”.

Scudetto Inter nel derby?

“Uno lo sventai io con un mio gol. Però sono felice per mio fratello perché coronerebbe un sogno. Spero che il Milan vinca la coppa, così per me sarebbe il top. Sarà una bella partita con lo stadio pieno. Io feci gol al mio primo derby con Terim. Non feci tanti gol nel derby, ma quello che ho fatto sono stati importanti. Nei due di Champions per esempio io non feci un tiro in porta in due gare dalla tensione”.

San Siro:

“Non si tocca. Venni al Milan per San Siro. Quando facevo il Trofeo Berlusconi per me giocare a San Siro ero il mio stadio. Ho ottenuto in quello stadio tutto quello che dovevo ottenere. Nelle notti di Champions mi stimolava molto vedere i tifosi che stavano ore e ore in coda in pullman”.

Le differenze tra di voi come giocatore:

“Io e mio fratello ci facevamo portare alla Galleana al Piacenza per farci fare le foto coi giocatori. Simone ha il record che non ho nemmeno io: mai fatto quattro gol, lui li ha fatti al Marsiglia. Abbiamo giocato insieme in nazionale, anche per i miei genitori vederci esordire in nazionale a Torino…

Lui tecnicamente era più forte, ha convissuto con un problema importante alla schiena. Non andò al Milan prima di andare alla Lazio perché fu bocciato per la schiena e questo lo ha ostacolato. Avrebbe fatto di più. Quel che non ha avuto da giocatore lo ha avuto da allenatore”.

Lo studio degli avversari:

“Io e Simone studiavamo tanto gli avversari. Io li conoscevo alla perfezione. Non erano i difensori che marcavano me e io che marcavo loro perché se dovevo scegliere andavo da quello che magari sull’attenzione o sullo scatto potevo fregarlo. Queste cose si cercano di insegnare anche se non sono semplici da capire”.

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Milan, impazza il toto allenatori: tra nomi di fantasia e realtà | Facciamo chiarezza

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Milan, questo articolo si prefigge l’obiettivo di mettere un bel po’ di acqua sul fuoco andando a smentire le quotidiane voci più disparate in merito ad un allenatore piuttosto che a un altro, accostati alla panchina rossonera.

Diversi nomi sono stati accostati alla panchina rossonera. Questa sera, ne siamo consapevoli, c’è la gara di ritorno contro la Roma in Europa League, ma ribadiamo con fermezza quanto scritto da tempo. Indipendentemente da cosa accadrà da questa sera a maggio, il futuro di Stefano Pioli sarà lontano da Milano.

Facciamo adesso chiarezza, o meglio, proviamo a farla, in merito ai molti nomi venuti fuori in queste ultimissime settimane su diverse testate giornalistiche. La premessa è che rispettiamo ogni opinione, tuttavia cerchiamo di spiegare la situazione sulla base delle informazioni che abbiamo.

Ad oggi vogliamo escludere categoricamente due nomi, quelli di Thiago Motta e di Marcelo Gallardo. Entrambi sono stati ascoltati dalla dirigenza rossonera nella persona di Giorgio Furlani, il primo perché a gennaio sembrava essere un reale obiettivo, il secondo perché è stato proposto dal suo entourage. Sappiamo tuttavia che Motta ha trovato un accordo con la Juventus e Gallardo non interessa al club di Via Aldo Rossi.

Entriamo ora nella zona calda, probabilmente la più difficile da interpretare, facendo altri tre nomi: Julen Lopetegui,Maurizio Sarri e Marco Rose. E qui la stampa estera si divide, in Spagna danno per certo l’ex tecnico del Wolverhampton, in Russia invece riferiscono che il Milan abbia invece già trovato un accordo con l’ex Lazio. Ragione o torto, raccogliamo queste informazioni precisando che a noi non risultano troppi interessamenti su Lopetegui, mentre qualche contatto in più c’è stato con lo stesso Sarri il quale fin dai tempi di Adriano Galliani è allenatore che piace alla dirigenza rossonera. Su Rose possiamo dire che ci sono stati contatti e il tecnico piace molto. Ma non disponiamo di altre informazioni più precise.

E veniamo all’ultimo nome, quello che divide, ma che soprattutto entusiasma buona parte della tifoseria. Chi se non Antonio Conte. Su di lui possiamo spendere certezze, non solo parole. Sappiamo infatti che è il principale obiettivo di Zlatan Ibrahimovic il quale sta provando a convincere il resto della dirigenza che appare piuttosto restìa, soprattutto Furlani, ad assoldare il tecnico leccese. Ad oggi non ci risulta che Conte possa realmente andare al Napoli, anche perché in almeno tre occasioni ha preferito prendere tempo aspettando una chiamata del Milan. Che ad oggi non sappiamo se mai arriverà, ma riteniamo sia il primo nome sulla lista.

Gerry Cardinale un mese fa ha parlato di evoluzione, di compiere uno step successivo. Ad oggi, degli allenatori liberi, solo Conte probabilmente permetterebbe al Milan di provare a svoltare in tal senso.

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