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Juve: e sono 5000

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Nella sconfitta di Berna, c’è stata almeno una nota positiva. La rete di Dybala di ieri sera ha rappresentato il gol numero 5000 della storia della Juventus. Come nei migliori film, proprio il giocatore che indossa il numero più rappresentativo ha messo il marchio su questo traguardo così importante.

Indice

La numero 5000

Il numero 5000, inutile ai fini del risultato e della qualificazione, è stato un gol di rara bellezza. Dybala ha scelto di entrare nella storia con un sinistro al volo da fuori: un gesto balistico che unisce forza e tecnica. Una rete che dimostra ancora una volta l’enorme estro del giocatore argentino, sempre più imprescindibile per questa Juve.

Le reti della storia bianconera

Il gol della Joya è l’ultimo della serie delle reti bianconere, segnate dai fuoriclasse di ogni epoca. Dalle magie del Cabezon Omar Sivori che gonfiava la rete, irridendo gli avversari, alle prelibatezze del nuovo arrivato Cristiano Ronaldo. Senza dimenticare le incornate di Bettega, le magie di Le Roi Platini, i gol di rapina di Trezeguet, i tiri a giro di Del Piero, le staffilate di Nedved, le punizioni di Pirlo, e per ultimo le reti del gladiatore Mandzukic.

Il sapore dei gol

Ognuna di queste 5000 reti ha un sapore particolare. Poche sanno di sconfitta, molte odorano di vittoria.

Ci sono gol che hanno un retrogusto agrodolce, come il rigore di Platini contro il Liverpool nella tragica notte dell’Heysel; altri che hanno il sapore dell’impresa, come la rete segnata da Ravanelli nella finale di Champions dell’Olimpico o la magia di Del Piero nella Coppa Intercontinentale contro il River Plate.

Ci sono anche reti brutte, sporche, ma che valgono un campionato. Zaza ne sa qualcosa. Ci sono i gol insperati, dell’ultimo secondo, che fanno esplodere i tifosi, soprattutto se la partita in questione è un Derby.

Per 5000 volte la Juve ha fatto urlare di gioia i tifosi. Ogni singola rete, bella o brutta che sia, ha costruito un mattoncino della storia di una delle società più gloriose al mondo; l’ultimo dei quali è stato messo dal suo numero 10. Il destino lo ha scelto.

 

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Milan-Conte, ci siamo? Le (ultime) resistenze di Furlani

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Milan-Conte, un accostamento che noi di Calcio Style scriviamo da gennaio, mese del famoso accordo di massima con l’allenatore. Vediamo le evoluzioni della situazione.

Vediamo cosa succede”, queste le poche parole di Antonio Conte dette a un tifoso rossonero il quale una settimana fa gli aveva chiesto se vi fossero possibilità concrete di vederlo sulla panchina del Milan la prossima stagione. Avrebbe potuto rispondere diversamente, con un no comment, oppure con un’altra frase di circostanza ed invece la speranza nel leccese di una chiamata è viva più che mai. Soprattutto nel day after la sconfitta contro la Roma che è valsa l’uscita dall’Europa League.

Il treno Conte non passa tante volte, bisogna salirci. Questa è un po’ l’idea di Zlatan Ibrahimovic il quale, fin dall’inizio della sua nuova esperienza da dirigente, ha fatto il nome del tecnico leccese stringendo con lui un accordo di massima a gennaio. Le vicende poi le abbiamo seguite tutti. Un Milan che si è fortemente ripreso in campionato, l’indagine della Procura di Milano che ha di fatto rallentato l’ingresso di nuovi soci di minoranza, operazione solo rimandata e la ritrosia di Giorgio Furlani il quale preferirebbe proseguire con Pioli o con altre tipologie di tecnici maggiormente aziendalisti.

Giusto o sbagliato che sia, un ministro senza portafoglio come Ibrahimovic può lanciare l’idea, ma ci vuole il consenso dell’Amministratore Delegato e della proprietà. Gerry Cardinale ha praticamente detto a Ibra di fare quello che serve per rilanciare il Milan, dimostrazione di piena fiducia, ma c’è ancora da scardinare quell’idea comune che vede in Conte un possibile destabilizzatore dell’ambiente. L’aspetto economico in questo caso sembra essere in secondo piano.

Lo svedese riuscirà a convincere Furlani? Per la risposta, questione di poche settimane.

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Pioli, secondo posto poi Napoli: il futuro del tecnico

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Pioli, una serata da dimenticare quella di ieri sera in Europa League contro la Roma. Andiamo a vedere cosa gli riserverà il futuro in base alle informazioni che abbiamo raccolto.

Portate pazienza fino alla fine della stagione”, questo ha detto ieri sera Stefano Pioli durante la conferenza stampa che ha messo i titoli di coda alla partecipazione in Europa League. E a dire il vero, di pazienza i tifosi ne hanno sempre meno.

Ma c’è un cammino in campionato da portare avanti, un secondo posto da difendere con le unghie e coi denti e soprattutto un derby da giocare lunedì sera. Ci si aspetta una reazione decisa, sebbene i cugini interisti abbiano mille motivazioni per fare bene proprio in quella serata.

Il futuro di Pioli è praticamente già scritto, noi di Calcio Style lo sosteniamo da tempo. Non è sicuramente una partita a spostare l’ago della bilancia a favore o contro il tecnico parmense. La decisione era già stata presa e, con la gara di ieri, si è solamente fortificata l’idea tra la dirigenza di avere fatto la scelta giusta.

Ci sono buone possibilità che Pioli possa scendere al sud Italia ed accasarsi al Napoli. Nonostante De Laurentiis abbia finora fatto una corte serrata ad Antonio Conte, anche l’ego ha una certa importanza. Vedersi respinto in almeno 3 occasioni non deve di certo essere piaciuto al vulcanico presidente partenopeo il quale avrebbe deciso di puntare su Pioli.

Un allenatore ideale per ricostruire un ambiente complicato. Lo abbiamo visto con il Milan quando da zero ha saputo portare la squadra allo scudetto. Anche dal punto di vista dell’ingaggio, Pioli sarebbe decisamente più a buon mercato rispetto al leccese. Tra De Laurentiis e Pioli ci sono stati contatti diverse settimane fa. Il tecnico parmense aveva fatto capire di essere lusingato dall’interesse, tuttavia non si era pronunciato perché concentrato sulla stagione in corso. Come più volte detto, si ragionerà a bocce ferme, ma siamo certi che le cose stiano andando avanti.

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Roma-Milan 2-1, De Rossi inchioda il Diavolo: le pagelle

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Milan

Roma-Milan 2-1, i capitolini battono i rossoneri e si guadagnano il passaggio del turno in Europa League. All’Olimpico i giallorossi si impongono grazie ai gol di Mancini e Dybala. A nulla è servito il gol di Gabbia nel finale.

Maignan 6: ultimamente gli tocca spesso raccogliere palloni alle sue spalle, ma di colpe ne ha ben poche.

Calabria 4: concorso di colpa con il tecnico che lo utilizza (sbagliando) a centrocampo (dal 46 Reijnders 5: inspiegabile questo cambio)

Gabbia 5,5: errore su Dybala, ma tiene botta e segna la rete dei rossoneri

Tomori 5: cerca di reggere una situazione non facile. Balla in maniera eccessiva, ma ha l’attenuante del rientro

Theo Hernandez 4: si vede poco e si fa espellere nel finale

Musah 5: si innamora troppo del pallone, ma ha grinta da vendere. Uno dei meno peggio

Bennacer 5: prova complicata, viene sostituito per lasciare spazio ad un altro attaccante (dal 40’ Jovic 4: non incide)

Pulisic 4,5: sbaglia troppi palloni, la peggiore partita da quando è al Milan

Loftus-Cheek 4: in un pessimo stato di forma, si vede praticamente mai (dal 46’ Chukwueze 6: il più in forma)

Leao 3: grandi premesse, ma imbarazzante e al limite dell’irritante

Giroud 3: non gli si può chiedere di più, non ne ha

Pioli 2: sbaglia tutto, cambi inspiegabili e sotto l’aspetto della mentalità in campo non si commenta nemmeno. Subìsce in due occasioni una lezione di calcio da De Rossi

 

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