Questo avrebbe creato un problema con l’Agenzia delle entrate. In pratica Moggi junior gestisce la trattativa, ufficialmente, come consulente del Genoa. In realtà non è così. Secondo la GdF agisce invece con un mandato diretto.
Viene considerato quindi come se fosse a tutti gli effetti il manager del calciatore.

Per questo sarebbe dovuto essere Immobile a pagare il compenso e le relative tasse al procuratore. Ciò invece non avvenne.

L’ex scarpa d’oro, durante il processo si è difeso. Ha sostenuto, tramite l’azione dei suoi legali, che Moggi non poteva essere, all’epoca, il suo procuratore.

La sentenza ha invece sancito il contrario.