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Calcio story, Brian Clough: quel maledetto United

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Oggi per la rubrica “Calcio story” racconteremo la storia di un grande allenatore inglese passato alla storia per le sue imprese leggendarie, ecco la sua storia.

Brian Clough non è ricordato tanto come giocatore, 251 reti su 274 presenze, quanto come allenatore. È il 1962 quando, il giorno di Santo Stefano, s’infortunia in una partita di campionato e i danni sono talmente gravi da costringerlo a dire addio al calcio giocato. Ed è qui che comincia la sua leggenda. Mal sopportato per il suo brutto carattere è però riconosciuto come un genio del calcio e così arrivano le prime offerte da panchine modeste.

Accetta così, a trent’anni, di diventare il più giovane allenatore del calcio inglese, sedendosi sulla panchina dell’Hartlepools United, squadra che stava vivendo un momento drammatico, talmente brutto che si racconta che Clough organizzò un tour tra i pub della città per elemosinare qualcosa che tenesse la squadra in vita.

Qui Brian Clough ritrova il suo vecchio amico e compagno di sempre, Peter Taylor, iniziando un lungo sodalizio che porterà risultati insperati. I due cominciano ad affrontare i primi problemi, vengono esonerati e poi richiamati e iniziano ad arrivare i primi grandi risultati. Arrivano anche giocatori che decideranno poi di seguirlo ovunque, come Les Green ma soprattutto il sedicenne John McGovern, a cui al primo allenamento chiederà di tenere la schiena dritta e di tagliarsi i capelli. Ordine e disciplina e, qualità imprescindibile del suo gioco, palla a terra perché Dio non aveva fatto crescere l’erba sulle nuvole, soleva ripetere. Nel 1967 Clough e il suo vice Taylor lasciano la squadra in seconda divisione dopo aver risanato i conti societari e riportato un po’ di entusiasmo.

Il primo ingaggio di peso arriva con la chiamata dal Derby County, una squadra che vanta una sola FA Cup vinta nel lontano 1946. Il lavoro è duro ma i due si trovano a meraviglia nella nuova città. Il primo anno è un disastro, la squadra chiude nei bassifondi della terza divisione, ma pian piano il calcio di Clough comincia a venir fuori, specie grazie all’apporto di qualche modifica, come la sempre più ossessiva ricerca del gioco palla a terra.

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“Calcio story”, la leggenda di Clough

Alla fine di gennaio del 1968 arriva in casa il Leeds United di Don Revie, la squadra del momento che ha vinto praticamente tutto in Inghilterra e che solo la magia della FA Cup poteva mettere di fronte ad una piccola squadra di provincia. La gara termina 0-2 con un gioco fisico molto duro, tipico di Revie, ma quella sconfitta stimola Clough, soprattutto perché l’avversario lo evita nel dopogara, facendogli scattare nella testa qualcosa. Da quel giorno Brian Clough decise che non sarebbe stato più il semplice allenatore di provincia che allena, raggiunge buoni risultati e continua a vivacchiare. No, lui deve stupire, incantare, diventare leggenda.

Nel 1970 il Derby si affaccia in prima divisione, dopo aver vinto la seconda, grazie a quella macchina da guerra che è il duo CloughTaylor, e si piazzano noni, non male al debutto. Ma nella stagione seguente si scrive la storia: il piccolo Derby County lotta coi giganti del Liverpool, del Manchester United ma soprattutto dell’odiato Leeds. Nell’ultima giornata di campionato il Derby fa il suo e vince l’anticipo 1-0, portandosi a +2 sulle avversarie. Taylor porta la squadra in vacanza a Maiorca, nessuno in quel momento poteva credere a quel che sarebbe accaduto. Nessuno vuole vedere cosa succederà alle avversarie, avevano dato il massimo e andava bene così. Invece il Leeds perde e l’Arsenal pareggia, dopo ottantotto anni di storia il Derby Country è Campione d’Inghilterra, la squadra incredula ritorna a casa accolta da una cittadina in festa come un’intera nazione che ha vinto un Mondiale.

Dopo quell’annata magica cominciano i primi problemi con la dirigenza ma la sua ambizione, la sua maledetta voglia di vincere, lo portano addirittura in semifinale di Coppa dei Campioni a Torino, ma prima c’è il Leeds in campionato e Clough, contro gli odiati rivali, non schiera il turn over pagando questa scelta in Europa. All’andata i granata vincono 3-1 e due ammonizioni pesanti fanno fuori per il ritorno due pedine importanti. Clough è una furia, manda a quel paese gli italiani dichiarando che dentro lo spogliatoio dell’arbitro, prima della gara e durante l’intervallo, c’erano appunto gli italiani. Il suo atteggiamento fa sì che in Italia venga dipinto come un pazzo e in patria gli impongono di chiedere scusa ma lui non ci sta.

La gara di ritorno è tesissima ma finisce 0-0, addio sogni di gloria. A fine stagione Clough e Taylor lasciano il Derby dopo averlo portato a livelli altissimi e firmano col piccolo ma ambizioso Brighton and Hove Albion ma per quel mister scontroso e geniale si profila un’occasione unica, allenare l’odiato Leeds United, orfano di Don Revie, che ha scelto la Nazionale. Tylor non lo segue in quella pazzia ma è l’occasione buona per dimostrare di essere il migliore di tutti. Purtroppo a Leeds non è tenuto in buona considerazione, avendo spesso parlato male di loro, e i giocatori in campo non lo seguono, il gioco di Revie e praticamente l’opposto di quello di Clough e non vogliono cambiarlo. Dopo quarantaquattro giorni fallimentari, tra sconfitte auto inflitte per allontanarlo dalla panchina e scontri continui, l’ambizioso e arrogante mister lascia al loro destino i figli di Don Revie e del suo gioco fisico e falloso.

In confronto, anzi in un conflitto, col rivale in TV, Clough dichiara di credere in un calcio diverso da aver scelto i rivali di sempre per superare Don Revie, non riuscendoci e quello resterà il più grande rammarico della sua vita. Da quel momento, il giovane tecnico capisce che non può superare Revie col suo stesso club ma potrebbe farlo ripartendo da zero.

Nel 1975, con queste idee in testa, prende le redini di un club che staziona in tredicesima posizione in seconda divisione inglese, il Nottingham Forest. Dopo un anno ritrova Peter Taylor e il duo ritorna a fare miracoli, per un periodo si parla addirittura di Clough sulla panchina dei Tre Leoni. Nella stagione successiva il Nottngham conquista il titolo dopo una campagna acquisti sontuosa che ha restituito a Clough i suoi fedelissimi e addirittura conquista il double vincendo anche la FA Cup. Dopo quarant’anni è il primo allenatore a vincere il titolo con due squadre diverse.

Il Nottingham, con Clough in panchina, eredita i principi del Derby ma supera ogni aspettative, stravince quel campionato surclassando il Liverpool. Clough adesso è maturo, sa di poter puntare al grande calcio, e convince il club a spendere la più alta cifra fin ad ora investita, un milione di sterline, per il giovane talento Trevor Francis.

Nessuno crede che il Nottingham possa superare il Liverpool ma Clough smentisce tutti, superando gli inglesi in Coppa dei Campioni 2-0 e 0-0. La cavalcata in Europa è impressionante, nella finale contro il Malmoe, quando tutti si aspettano una gara molto tattica, Clough tira fuori dal cilindro un modulo ultra offensivo e vince, rete proprio di Francis. A tre anni dalla sfiorata bancarotta, Il Nottingham Forest è sul tetto d’Europa.

Nella stagione seguente Clough si concentra sulla Coppa dei Campioni lasciando perdere il campionato. Il suo 4-3-3 adattato in stile inglese porta i suoi frutti e i suoi non trovano nessun ostacolo sino in finale con l’Amburgo e lì, nonostante l’infortunio di Francis, è ancora Nottingham.

Una volta toccato il cielo, è più facile che la caduta sia disastrosa. Clough resterà sulla panchina del Nottingham, divenuto celebre per aver vinto più titoli internazionali che nazionali, addirittura fino al 1993, senza tuttavia tornare ai tempi d’oro degli anni ottanta.

Nel 1982 Taylor lo lascerà per tornare al Derby County, soffiandogli Robertson (che aveva segnato il goal contro l’Amburgo) e mandandolo su tutte le furie. Ma quando Taylor morirà nell’amata Maiorca, nel 1990, Clough si presenterà ai funerali piangendo come un bambino.

Il 15 aprile 1989, va in scena la semifinale di FA Cup tra Liverpool e Nottingham Forest, allo stadio di Sheffield, terreno neutro come da regolamento, l’Hillsborough stadium. A causa dell’esclusione dalle coppe europee dopo i fatti dell’Heysel, quella partita era molto sentita, essendo il campionato ormai poco avvincente. Per una serie di cause, con la colpa certamente della polizia, si venne a creare una calca impressionante per contendersi un piccolo pezzo di curva. Morirono 96 persone, alcune caricate dalla polizia che voleva evitare un’invasione di campo senza capire il perché essa stesse avvenendo. Clough diede la colpa di quegli episodi al Liverpool, per la cronaca la partita, iniziata regolarmente perché nessuno si era accorto di nulla, fu sospesa dopo 6’ su segnalazione di un poliziotto. Lasciò definitivamente il calcio dopo la sconfitta rimediata col Tottenham.

Tutto si può dire di Clough, che aveva un pessimo carattere, che non usava mezzi termini e che era inflessibile coi suoi giocatori, ma non si può negare che sia una leggenda, e non solo del calcio inglese.

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Parla Leao: “Avrei portato Cancelo al Milan”

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Leao

Intervistato da Fabrizio Romano, ecco alcuni retroscena riguardanti Rafael Leao, attaccante del Milan e della nazionale portoghese.

LEAO

RAFAEL LEAO

Il classe ’99 alle domande del giornalista ha risposto di una digressione durante il ritiro in nazionale con Joao Cancelo, quando ancora giocava nel Manchester City.

Il terzino avendo già giocato nell’Inter, conosceva bene Milano, ma in quel momento la trattativa per portarlo al Milan era molto complicata.

Leao ha sempre visto Cristiano Ronaldo come icona soprattutto nel modo di preparare le partite durante la settimana in maniera quasi maniacale e solo chi ha quel tipo di mentalità ha potuto giocare per anni ad altissimi livelli.

CR7 è un orgoglio per Leao averlo in nazionale.

Il portoghese ricorda i primi momenti difficili al Milan, dopo il primo anno complesso, sapeva che poteva dare di più e piano piano è entrato nei cuori dei tifosi rossoneri, sottolineando che i rossoneri hanno tutto per essere primi nel mondo, lo stadio, i tifosi e la passione.

Su Ibrahimovic è stato fondamentale nel suo momento di difficoltà che lo ha aiutato molto in allenamento sull’atteggiamento e sulla tecnica che lo ha reso uno degli esterni offensivi più forti del mondo.

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Milan, i saluti a Pioli e la presentazione del nuovo allenatore: la roadmap

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Milan, tutti i tasselli del nostro mosaico si stanno incastrando rispettando specifiche tempistiche. Vediamo qui di seguito in dettaglio.

Come scritto da diverso tempo, i tempi dell’ improvvisazione in Casa Milan sono finiti da tempo. Il tanto criticato casting, o toto allenatori, che dir si voglia, è probabilmente stato messo in piedi per depistare, confondere le idee. Per tutta una serie di motivi, primo fra tutti: rispettare la persona ed il lavoro di Stefano Pioli.

Ma ora si deve passare ai fatti, previsto infatti l’incontro decisivo, quello per chiudere con Antonio Conte e per definire l’uscita di Stefano Pioli. Il tutto entro questa settimana.

L’annuncio ufficiale tuttavia slitterà, probabilmente, dopo la gara casalinga contro la Salernitana. Possibile quindi in data 27 maggio il comunicato dei saluti di Pioli, con successivo video, entro fine maggio, di presentazione di Antonio Conte.

Queste le voci che ci sono arrivate. Ovviamente il tutto è modificabile, non pretendiamo di sapere il tutto con precisione, ma una fonte primaria ci ha comunicato la roadmap condivisa da dirigenza e proprietà.

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Gioco Responsabile: i Principi di Tutti Siti AAMS per Scommesse Calcistiche

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Scommesse calcistiche

I giocatori appassionati di pronostici in Italia sono un gruppo in costante aumento: le scommesse calcistiche rappresentano uno dei mercati in forte crescita.

I giocatori appassionati di pronostici in Italia sono un gruppo in costante aumento: le scommesse sportive rappresentano infatti uno dei mercati in forte crescita e sicuramente uno dei più controllati in assoluto. Da diversi anni infatti l’Italia ha regolamentato l’industria del gioco d’azzardo grazie all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) il cui scopo è di garantire un ambiente sicuro e responsabile.

Tutti gli operatori e i bookmaker che vogliono offrire servizio in Italia devono ottenere una licenza ADM che tiene conto di rigorosi standard di sicurezza e legalità da rispettare. Proprio per offrire maggior trasparenza l’autorità offre una lista completa di tutti i bookmakers italiani autorizzati da AAMS (ora ADM) da consultare online sul suo portale.

Questa è solo una delle tante attività organizzate per offrire ai giocatori un ambiente divertente e sicuro, rendendo sempre più completo e attuale il concetto di gioco responsabile.

Scommesse calcistiche

Indice

Cosa si intende per gioco responsabile?

Quando si parla di gioco responsabile gli operatori fanno sempre riferimento a una serie di pratiche e comportamenti che il giocatore deve conoscere e seguire per divertirsi in modo attento quando scommette. In questo modo si evitano pericoli importanti come quello di cadere vittima del gioco patologico, da sempre una piaga del settore. Conoscere il tema e applicare ogni consiglio con autodisciplina e consapevolezza aiuta i giocatori a massimizzare il divertimento con grande razionalità.

I principi fondamentali del gioco responsabile

Il comportamento di ogni giocatore può fare la differenza quando si parla di gioco d’azzardo: tutto parte dalla conoscenza del rischio che viene messa a confronto con la totale casualità di un evento su cui si scommette. La progressiva perdita di controllo sulle azioni di gioco e quindi sul denaro investito nelle betting sportive porta un giocatore a esporsi al gioco compulsivo. Per evitarlo l’ADM e i casinò online autorizzati hanno aderito al concetto di gioco responsabile che si basa su diversi principi chiave:

  • Regolamentazione: un giocatore dovrebbe scegliere solo piattaforme online autorizzate per preservarsi da truffe e pratiche fraudolente. I bookmaker sicuri permettono di vivere il gioco come puro intrattenimento, offrendo strumenti di protezione, come per esempio l’autoesclusione ADM che serve per sospendersi volontariamente della scommesse.
  • Sicurezza dei dati: ogni giocatore iscritto deve fornire al bookmaker i propri dati personali con la consapevolezza di non subire un furto di identità o altre possibili truffe.
  • Limiti di scommessa e deposito: l’utente che si registra per scommettere viene messo in condizione di usare strumenti specifici oltre all’autoesclusione. Pensiamo per esempio ai limiti impostati per porre un tetto massimo sul deposito, sul valore delle scommesse e sulle perdite. Così impara a gestire il budget in modo responsabile senza sperperare i suoi fondi;
  • Supporto professionale: i bookmaker online promuovono la consapevolezza dei servizi di supporto, invitando i giocatori ad affidarsi a organizzazioni sicure che operano sul territorio nazionale. Qui un giocatore può trovare assistenza e consulenza specializzate.

Misure Adottate dai giocatori nei siti AAMS

Conoscendo le regole e gli standard del gioco d’azzardo in Italia, i bookmaker operano quindi per fornire ai giocatori tutti i mezzi necessari per abbracciare il gioco responsabile. Le misure che il giocatore adotta comprendono quindi:

  • Impostazione e controllo del budget: ciò indica quanto è possibile scommettere e soprattutto perdere durante una sessione di gioco. Conoscere i limiti di spesa aiuta a non spingersi mai oltre dei limiti precisi.
  • Conoscenza delle quote, delle discipline su cui si scommette e delle probabilità di vincita: nel tentativo di educazione gli utenti al gioco responsabile non si può dimenticare la sensibilizzazione sui rischi. Per questo i bookmaker offrono pagine informative rispetto alle quote, agli sport offerti nel palinsesto e le probabilità di vincita che aiutano il giocatore a prendere decisioni razionali.
  • Accettare le perdite senza inseguirle: vivere le scommesse in modo sano prevede anche di porsi un freno quando le scommesse iniziano a diventare tante. I bookmaker informano gli utenti rispetto al pericolo previsto da una sessione di scommessa senza freni e ciò aiuta a sviluppare un atteggiamento di controllo e prevenzione. Si evita dunque che un giocatore possa sentirsi assuefatto dal gioco e che continui a scommettere per provare a recuperare le alte perdite ottenute. Proprio per questo motivo la gestione del budget può essere un approccio fondamentale.

Conclusioni

Il betting online è sicuramente diventato un hobby per milioni di italiani, ma è importante che resti un’attività ricreativa sicura. E per renderla tale serve necessariamente sapere come approcciare il gioco responsabilmente.

Proprio per questo motivo gli operatori autorizzati in Italia vogliono presentare tutto il materiale necessario per portare i giocatori a prendere decisioni informate e sicure rispetto alle proprie attività di scommessa. In questo l’ADM svolge un ruolo chiave per tutelare i giocatori e permettere loro di accedere in un ambiente che si basa sulla trasparenza e sul supporto, incoraggiando così anche le discussioni tra utenti e l’utilizzo di strumenti come l’autoesclusione. L’educazione è quindi fondamentale per promuovere sempre il concetto di gioco responsabile su tutto il settore italiano di scommesse a distanza.

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