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Abodi, buonismo retorico e buchi di responsabilità: “no all’esclusione di Israele. E per la Russia..”

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Abodi

Il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, si è detto contrario all’esclusione di Israele dalle competizioni. E aggiunge che il caso Russo era molto più grave.

Abodi: le dichiarazioni

Le dichiarazioni del ministro dello Sport, Andrea Abodi, rilasciate a margine del Meeting di Rimini, hanno suscitato non poche perplessità, se non un vero e proprio shock. Interpellato sulla possibilità di escludere gli atleti israeliani dalle competizioni internazionali per fare pressione sul governo di Tel Aviv, Abodi ha affermato che «lo sport deve unire piuttosto che dividere».

E ha escluso categoricamente qualsiasi esclusione, aggiungendo che la situazione del conflitto russa «è stata molto più cruenta e aggressiva». Questa la risposta che ha fornito, quando qualcuno gli ha fatto notare che con la Russia l’esclusione non è stata un problema. Con quanto dichiarato, sembra che il ministro usi due pesi due misure, in base alla convenienza del conflitto in atto.

Abodi

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Una critica

È difficile non cogliere la leggerezza, per usare un eufemismo, con cui il ministro paragona la guerra in Ucraina con il conflitto israelo-palestinese. Addirittura, arrivando a suggerire implicitamente che le sofferenze dell’una siano più giustificate o gravi di quelle dell’altra. Un confronto che non solo è del tutto inopportuno. Ma mette in luce una gestione dei toni istituzionali priva di sensibilità verso milioni di civili coinvolti.

Il problema di fondo, però, non è solo la scelta delle parole. La critica, visto il contesto, è anche alla sottovalutazione del ruolo educativo e morale dello sport. Lo sport non è solo un terreno di spettacolo o di propaganda. Così come non è solo luogo d’unione, dove questa non è contemplata. Quando l’unità è impossibile, lo sport, ha il compito di insegnare, di stimolare riflessione e responsabilità. Limitarsi a un appello generico all’unione riduce la politica sportiva a mera retorica. E toglie la possibilità di confrontarsi con questioni etiche che emergono in contesti di conflitto come questo. Insomma, Abodi si traveste da Ponzio Pilato e se ne lava le mani, liquidando il problema con un luogo comune.

E non finisce qui, perchè c’è anche un evidente problema di interessi e priorità. La differenziazione tra Russia e Israele, sostenuta pubblicamente dal ministro, è poco giustificata se non in un’ottica politica di equilibri internazionali. Dichiarazioni come questa da parte di un rappresentante dello Stato (sicuramente non le uniche) solleva interrogativi sulla coerenza e sull’indipendenza della funzione istituzionale rispetto a logiche esterne. E mette in discussione la credibilità della posizione italiana nello sport internazionale. Quindi? Lo sport è fuori o dentro la politica? Lo è sempre o quando vuole? Questi interrogativi rimangono, purtroppo, ancora aperti. E forse ancora a lungo.

Il punto della questione

In un tempo come questo, in cui i conflitti mondiali impongono scelte ‘forti e chiare’, il richiamo di Abodi alla «visione ampia» e ai «buoni auspici» suona come una sottovalutazione dei fatti. E poi proprio da una figura come la sua. Non basta invocare la diplomazia o l’unità dello sport. O meglio, non basta più. Questo è il momento di assumersi la responsabilità delle parole e delle azioni, senza banalizzare drammi che richiedono attenzione e rigore.

Il ministro Abodi ha il dovere istituzionale e morale di misurare le sue dichiarazioni. Soprattutto quando si parla di un messaggio doveroso a seguito di un genocidio. Le posizioni dello sport e della politica non possono ignorare il peso dei conflitti e la dignità delle vittime. E tanto meno, possono scegliere di farlo quando fa comodo. Lo sport unisce, certo, ma anche educa. E quando non può unire, deve almeno insegnare a distinguere tra giusto e ingiusto. E concetti non da meno, tra rispetto, indifferenza e pura omertà.

Esteri

Turchia, caso scommesse in SuperLig: in manette anche calciatori di Galatasary e Fenerbahce

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Besiktas

Nuovo scandalo scommesse nel mondo del calcio. In Turchia sono stati emessi mandati di arresto per 46 persone tra arbitri e tesserari. Tra i fermati anche calciatori di Fenerbahce e Galatasaray.

Non si ferma lo scandalo legato alle partite pilotate per le scommesse scoppiato in Turchia negli scorsi mesi. Come riportato dai media turchi, nella giornata di oggi sono stati emessi mandati di arresto per 46 persone, tra cui 29 calciatori e ex arbitri. Spiccano tra gli indagati anche alcuni tesserati dei due club più importanti della SuperLig, Fenerbahce e Galatasaray.

Si tratta di Mert Hakan Yandas, centrocampista 31enne dei gialloneri di Istanbul, e Metehan Baltac, difensore della formazione giallorossa.

Galatasaray

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Turchia, l’inchiesta sul mondo del calcio si allarga

L’inchiesta sulle scommesse con tentativo di combine è emersa a fine ottobre dopo le indagini della procura di Istanbul in seguito alle dichiarazioni dell’ex presidente delle Federcalcio turca, Ibrahim Haciosmanoglu, secondo il quale era stato scoperto molti arbitri attivamente coinvolti in scommesse sportive. Le indagini della procura si sono concentrate inizialmente sui direttori di gara, per poi allargarsi anche verso i tesserati del club.

Il coinvolgimento di calciatori anche dei club più importanti della nazione getta ulteriore ombre sul sistema calcio della Turchia.

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Juventus, blitz a Napoli: arrivo domenica mattina e mini-sosta prima del match. La decisione di Spalletti

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Juventus

Juventus, blitz a Napoli: la squadra arriverà solo domenica mattina per la sfida contro il Napoli, evitando tensioni e minimizzando lo stress dei giocatori.

La Juventus non dormirà a Napoli: lo ha comunicato Sky Sport nella giornata di ieri. Luciano Spalletti ha deciso di modificare l’itinerario della squadra, originariamente prevista per arrivare nel capoluogo campano sabato. Il nuovo programma prevede l’arrivo dei bianconeri in città solo domenica mattina, così da evitare eventuali tensioni con i tifosi partenopei.

La squadra rimarrà in hotel solo per poche ore, prima della consueta riunione tecnica del pomeriggio, e poi si recherà direttamente allo Stadio Diego Armando Maradona. Dopo la partita, i giocatori faranno immediato ritorno a Torino.

La strategia di Spalletti è chiara: ridurre al minimo lo stress dei calciatori in una trasferta storicamente complicata per la Juventus, caratterizzata da un clima ostile. Un vero e proprio blitz “mordi e fuggi” in terra partenopea.

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Vlahovic, intervento riuscito: inizia la riabilitazione. Il comunicato della Juventus

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La Juventus annuncia il successo dell’intervento chirurgico di Dusan Vlahovic e l’inizio del suo programma di riabilitazione

La Juventus ha annunciato la riuscita dell’intervento chirurgico a cui è stato sottoposto Dusan Vlahovic, dando avvio al programma di riabilitazione del calciatore.

Juventus, il bollettino medico di Vlahovic

Questo pomeriggio Dusan Vlahovic è stato sottoposto ad intervento chirurgico di riparazione dell’avulsione tendinea dell’adduttore sinistro. L’intervento, eseguito dall’equipe dei prof. Ernest Schilders e Rowena Johnson, alla presenza del medico del Club Marco Freschi, presso Mayo Clinic Healthcare di Londra e il Wellington Hospital è perfettamente riuscito e da domani il calciatore inizierà il programma riabilitativo.

 

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