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A San Siro finisce 0-0: le pagelle degli azzurri
Una buona Italia, ma non basta. A San Siro finisce 0-0, nonostante un primo tempo di altissimo livello, giocato a meraviglia dagli azzurri, dove è mancato “solo” il gol.
Il match
Mancini non riesce ad ottenere la prima vittoria in casa della sua avventura nonostante una buona gara. Nel primo tempo gli azzurri giocano un gran calcio, dimostrando una chiara identità di gioco. Pressing, fraseggio e verticalizzazioni sono le armi messe in campo per battere un Portogallo inesistente per tutti i primi 45 minuti.
La grande mole di gioco frutta però all’Italia solo poche azioni da gol. Insigne ed Immobile sono quelli più pericolosi, con due grandi occasioni sulle quali Rui Patricio è bravo ad evitare danni. Nella ripresa l’Italia cala, non riuscendo più a costruire gioco e consegnando così al Portogallo il pass per accedere alla Final Four di Uefa Nations League.
Le pagelle degli azzurri
Donnarumma voto 6,5. Spettatore pagante fino al 70′. Poi si deve sporcare i guanti, con una gran parata su un pallone diretto all’angolino.
Florenzi voto 6,5. Partita ordinata del difensore giallorosso. Attentissimo in fase difensiva, come dimostra una grande diagonale nel primo tempo, ma anche propositivo in avanti.
Chiellini voto 7. È una roccia come sempre. Rende la vita durissima agli attaccanti portoghesi, intercettando ogni pallone pericoloso. Per la sua centesima partita in azzurro si concede anche il lusso di qualche giocata di classe: vedi la trivela illuminante nella ripresa
Bonucci voto 6. I fischi di San Siro lo intimoriscono portandolo, nei primi minuti, a sbagliare tutto. Poi si scioglie e non commette più errori, giocando la solita partita attenta, impreziosita da qualche lancio dei suoi.
Biraghi voto 6. Buona partita per il difensore viola. Ha il grande merito di riuscire a tenere Cancelo lontano dalle zone pericolose. Si fa vedere spesso in fase offensiva, ma senza creare grossi pericoli.
Barella voto 6,5. Ancora un’ottima partita del giovane centrocampista. Gioca con una personalità da veterano con inserimenti frequenti nella retroguardia portoghese e verticalizzazioni interessanti per gli attaccanti azzurri.
Jorginho voto 6. Disputa un gran primo tempo, dove ha le chiavi del centrocampo. Si intende a meraviglia con il suo compagno di club Insigne, creando spesso presupposti per azioni interessanti. Sparisce piano piano con il passare del tempo.
Verratti voto 7. Gioca un primo tempo praticamente perfetto. Cerca sempre di verticalizzare, come dimostra la stupenda palla data ad Immobile che non è riuscito a concretizzare. Cala comprensibilmente nella ripresa.
Pellegrini s.v.
Insigne voto 6. È la media fra un primo tempo da 7 ed una ripresa da 5. Ancora troppo poco per un talento del genere. Da come aveva iniziato ci si aspettava decisamente di più.
Chiesa voto 5,5. Non disputa un gran primo tempo, toccando pochi palloni, anche se non del tutto per colpa sua. Nella ripresa inverte la posizione con Insigne, ma il risultato non cambia.
Berardi s.v. Pochissimi minuti a disposizione per poter creare qualcosa di interessante.
Immobile voto 5,5. L’impegno ce lo mette sempre, come dimostrano i chilometri percorsi a pressare chiunque avesse la palla. Delude però in fase realizzativa, dove spreca due buone occasioni.
Lasagna s.v. Entra per dare il suo apporto, ma non gli capitano palloni interessanti da sfruttare.
Mancini voto 6,5. La sua Italia gioca 60 minuti di grandissimo calcio, con personalità, grinta e tecnica. Finalmente sembra che la squadra abbia raggiunto un’identità di gioco, fatta di pressing e verticalizzazioni. L’unica pecca è data dalla scarsa vena realizzativa; ma se continua così il gol arriverà. Siamo sulla buona strada.
infine voto 0 ai fischi di San Siro per Bonucci. Quando gioca la nazionale, il club di appartenenza o la storia passata del giocatore non conta. Importa solo sostenere l’Italia dall’inizio alla fine.
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Milan, il treno Conte passa una volta: follia perderlo adesso
Milan, come essere a una stazione, vedere fermarsi il treno Antonio Conte e non fermarsi. Follia o ragione?
Il Milan potrebbe pentirsi amaramente di non salire sul treno Antonio Conte. Perché tirato così a lucido, ruspante e pronto a macinare chilometri non lo si vede molte volte. Ora, bando alle metafore, la situazione che si presenta ora in casa Milan è probabilmente la migliore per compiere quel doveroso upgrade sulla panchina.
Eh…ma Conte vuole allenare campioni. Bugia, o meglio, non esatto. Ricordiamo tutti da quali giocatori era composta la sua Juventus, oppure chi erano i protagonisti con la sua Nazionale. Ma poi, i giocatori del Milan sono da buttare via? Siamo certi che a Conte non piacerebbe allenare gente come Maignan, Tomori, Theo Hernandez, Loftus-Cheek Pulisic, Leao…non proprio gli ultimi arrivati.
Lui vuole il Milan, ma ribadisco con fermezza che è il Milan ad avere bisogno di lui. Per fare lo step successivo, quello di acquistare 3-4 giocatori di livello ed affidarsi a colui che sa perfettamente costruire un ciclo vincente. Senza lasciare le macerie, come si dice erroneamente. Chiedete ad Allegri o a Simone Inzaghi se hanno trovato resti di giocatori, o una solida base di partenza per fare bene. Probabilmente vi risponderanno la seconda.
Conte è pronto per il Milan ed il Milan è pronto per Conte. Anche a livello economico. La presenza stabile in Champions ed una situazione solida di bilancio può ora permettere di spendere una cifra importante alla voce allenatore. Se non ora quando?
Che senso avrebbe disperdere energie e soldi per allenatori mediocri, alla Pioli per intenderci, quali Lopetegui o Fonseca o Gallardo? Gente che non sa minimamente quali difficoltà vi possano essere nel nostro campionato? Non sarebbe di certo un passo avanti, forse uno indietro. E non era stato lo stesso Cardinale ad avere detto che ci vuole un’evoluzione? Non era stato lo stesso Cardinale a definire Ibrahimovic la sua estensione in Italia?
E Ibra vuole Conte. Ma quindi perché non prenderglielo? Chi finge di comandare ed in realtà viene comandato da altri? A quale gioco si sta giocando? Sono tutte voci per distogliere l’attenzione sul vero obiettivo che è Conte? Vorrei crederlo, ma in cuor mio sto aspettando la sorpresa. E temo non piacerà a me ed ai tifosi rossoneri.
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Milan, il futuro di Abate in Serie A: il club interessato
Milan, la mano di Abate sulla buona stagione della sua Primavera è palpabile, tanto che un club di Serie A si starebbe muovendo per averlo.
È un Ignazio Abate al settimo cielo per la qualificazione alla finale contro l’Olympiacos, gara che si giocherà lunedì alle 18.
Da lì in avanti le cose potrebbero muoversi molto in fretta con l’ex centrocampista rossonero pronto per il grande salto, quello di allenare un club di Serie A.
I buoni rapporti con Adriano Galliani potrebbero quindi permettere ad Abate si sedersi sulla panchina del Monza la prossima stagione. Qualche contatto c’è stato, ci aspettiamo novità a stretto giro a partire dalla prossima settimana.
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Milan-Conte, altri contatti con Ibrahimovic: o dentro o fuori
Milan-Conte, noi di Calcio Style avevamo dato la notizia di un accordo con il tecnico leccese e stiamo proseguendo su questa strada, visto che si è mai interrotta. Vediamo cosa accadrà nelle prossime giornate.
La prossima settimana potrebbe essere importante per il futuro del Milan e di Antonio Conte. Le strade potrebbero unirsi, o separarsi definitivamente. Il derby di lunedì non sarà lo spartiacque in quanto si era già deciso di esonerare Pioli diverso tempo fa.
Stando alle ultime indiscrezioni in nostro possesso, la situazione è sempre la stessa. Ibrahimovic sta provando a convincere il resto della dirigenza sul fatto che Conte possa essere la scelta giusta. Ovviamente l’assetto economico non dovrà essere stravolto, ma l’ingresso in Champions, unito ad una cessione che sarà inevitabile, oltre ai riscatto di alcuni giocatori, renderanno l’operazione Conte fattibile e soprattutto sostenibile.
Inutile ricordare che Conte sta aspettando il Milan e non lo farà in eterno. Di certo potrebbe non fargli piacere questo continuo accostamento di altri allenatori al mondo Milan. Leggendo diverse altre testate, negli ultimi giorni sono venuti fuori i nomi di Lopetegui, Motta, Farioli, Palladino, Gallardo, Galtier, Allegri, Sarri, Italiano. Decisamente troppi e alcuni opera di fantasia.
Come detto da Gerry Cardinale, Ibrahimovic sarà la sua estensione in Italia. Se si rimarrà coerenti su questo punto, riteniamo che la decisione la potrà prendere quindi lo svedese. Attendiamo la prossima decisiva settimana,
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