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Flavio Iacones in esclusiva: “Sport e spettacolo cocktail esplosivo”

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Flavio Iacones più veloce del vento. Sir Flavio è pronto a lasciare il segno.  Il noto press & talent agent italiano in queste settimane sembra essere in trattativa per ricoprire un ruolo di addetto alle pubbliche relazioni e ufficio stampa di una squadra di calcio di serie C. Avvezzo anche alla televisione, ha prestato le sue competenze anche all’ideazione e alla scrittura di vari programmi televisivi. Nei prossimi mesi sarà disponibile in tutte le librerie e in rete il suo libro di poesie Cuore di sabbia. Lo vedremo presto in Lega Pro? Glielo auguriamo. Intanto lo abbiamo incontrato per farci illustrare i segreti del suo cocktail esplosivo composto da tanta tv, spettacolo ma anche sport, in particolar modo calcio e volley.

FACE-TO-FACE CON FLAVIO IACONES

Flavio se si digita il tuo nome sul web si nota che ti destreggi con disinvoltura in molteplici ambiti dello spettacolo. Ci spieghi nella fattispecie di cosa ti occupi?

Io sono fondamentalmente un giornalista da oltre dieci anni, ma sono anche autore di due libri di poesie: “Frammenti d’anima” pubblicato dalla Diamond editrice, e Cuore di sabbia è il prossimo pronto per l’autunno. La scrittura mi ha sempre caratterizzati, sin da piccolo amavo “giocare” con le parole, più che con i giocattoli tipici dei bambini. Per me rappresentavano qualcosa di più dei segni convenzionali, erano il mondo in cui mi rifugiavo.

Quanto sacrifici hai dovuto fare per coltivare la tua carriera nel mondo dello show-biz?

Tantissimi. Sono una persona molto determinata e non mi accontento facilmente. Devo sempre competere con me stesso per affermarmi sempre di più. Per questo motivo non mi sono accontentato solo di fare il giornalista ma al contrario mi sono messo in discussione in vari settori. Per primo in quello della musica come producer, dello spettacolo come scouter di talenti emergenti, nella moda per alcuni brand noti come Richmond; e nello sport come Capo addetto stampa e pubbliche relazioni di una società di pallavolo e in questi giorni sono in trattativa per una società di calcio di serie C.

Come ti sei accorto di possedere queste qualità?

Inizialmente per le riviste nazionali per le quali avevo iniziato a lavorare curavo anche i servizi fotografici, e pian piano mi sono avvicinato anche alla moda che è diventato un mio secondo interesse. Ho iniziato a rappresentare modelli/e alla fashion week milanesi; ho avuto il ruolo di Presidente di giuria in diversi concorsi di bellezza nazionali; sono Direttore artistico di Mister Italia.it; sono patron di alcuni concorsi ideati da me ( Miss Milf Vip, Mister Toy boy, Il papà più bello d’Italia); e poi la rivista di settore moda Miss magazine mi ha voluto come Direttore; insegno moduli di comunicazione in accademie di spettacolo; alcuni personaggi richiedono le mie consulenze come fashion consultant per la loro immagine; e coordino le pagine moda della rivista internazionale DeAmina Magazine. Insomma di palestra ne ho fatta tanta.

E dalla moda invece sei finito anche alla televisione…

Si dal 2012 ho iniziato a ideare, scrivere format nazionali trasmessi da Canale Italia, e su alcune emittenti private. L’ultima mia creatura in ordine di creazione è il reality Affinity che è stato tramesso su un importante piattaforma di streaming view.. Nel frattempo firmo come autore televisivo il programma Il punto, un talk show che nonostante sia tramesso da una rete del Sud Italia, riusciamo ad avere risonanza anche a livello nazionale; e poi il format Backstage e Punti di vista di Go-tv- emittente televisiva del digitale terrestre.

È risaputo anche il tuo grande lavoro come talent scout.

Si ma quello fondamentalmente è un aspetto del mio lavoro che mi diverte di più, perché avendo scelto di ampliare e approfondire le mie conoscenze nel campo della comunicazione e dell’immagine, in qualità di Press Agent presto anche le mie conoscenze in ambito televisivo, e per tale ragione oltre a rappresentare alcune celebrities, mi piace tenere vivo il mio intuito per scovare talenti in vari campi.

In quali ambiti riscuoti maggiori consensi tra i talenti verso cui vai alla ricerca?

Sicuramente a livello televisivo mi piace trovare le personalità più originali e proporle in seguito ai programmi televisivi, senza dimenticare di volgere un occhio alla moda, e alla musica che da sempre è il mio pilastro.

Cosa pensi dei talent show?

Sono molto importanti nell’era attuale, soprattutto quelli televisivi. Talent come Amici per esempio svolgono un ruolo fondamentale per la discografia odierna, e per compagnie teatrali di grande respiro internazionale.

Hai detto di aver fatto il Presidente di giuria per dei concorsi di bellezza. Ti sei mai trovato a giudicare anche talenti musicali e/o altro?

Assolutamente si, e anche in questo a dire il vero mi diletto abbastanza. Partiamo dal presupposto che anche io sono un cantante, da adolescente fino a qualche anno fa ho fatto serate di pianobar, feste di piazza, ho fatto parte come solista di un coro gospel, pertanto qualcosa di musica ne capisco. Così ho composto la giuria del Roma Music Fest e alcuni ragazzi che ho premiato hanno poi preso parte a talent televisivi; ho fatto parte della giuria dello Speak easy Lab di Milano e sono direttore artistico del Top Talent show una vetrina importantissima per tutte le discipline artistiche.

Prossimamente su cosa sarai impegnato?

In autunno uscirà Cuore di sabbia la mia seconda silloge di poesia. Racconta un decennio di vita vissuta tra il 2010 e il 2020 un periodo in cui ho fatto delle scelte di vita importanti sotto più punti di vista e così mi è venuto naturale le mie emozioni nel corso di questi dieci anni.

Prima di questa raccolta cosa hai pubblicato?

Frammenti d’anima che invece racconta una prospettiva di vita completamente diversa e che si è sviluppata nel periodo che intercorre tra il 2000 e il 2010. Ma è un libro completamente diverso a livello emotivo. Cuore di Sabbia racconta un Flavio che ha raggiunto una completa consapevolezza di se stesso in relazione alla sua vita. Ma la vera particolarità di entrambi i libri è che ho abbinato loro due profumi di nicchia che portano rispettivamente lo stesso nome del libro.

E come ti è venuto in mente di realizzare una cosa del genere?

Di solito quando scrivo mi trovo a ricordare emozioni, sensazioni e di legarle a dei profumi specifici. Ecco, in quei due profumi ho riversato dentro i profumi che sentivo io quando provavo un emozione. E’ un concetto a tratti difficile da spiegare a parole, ma è esattamente così.

Sui social sei conosciuto come Sir Flavio. Come mai questo appellativo nobiliare?

Mi ha sempre affascinato l’araldica. Sono un grande fan della Regina Elisabetta, quindi non potrei desiderare diversamente che essere un suo signorotto ( Sir ndr ). Poi mia nonna in effetti mi ha raccontato da piccolo di essere discendente da una famiglia nobile calabrese, e così per identificazione personale mi sono dato l’appellativo di Sir ( ride ndr)

Grazie Flavio e buona giornata. Grazie a voi!

flavio iacones

Sir Flavio Iacones

 

Giornalista marchigiano classe 1989, in oltre 17 anni di giornalismo si occupa di argomenti quali cronaca e sport. Laureato in Economia e Commercio (110 e lode), ha lavorato come telecronista, radiocronista e inviato, rivestendo l’incarico di responsabile ufficio stampa (Jesina Calcio) e collaborando con magazine, settimanali, quotidiani cartacei (Corriere Adriatico) e online. Eletto Professionista dell’anno 2021 Giornalismo Sport & Food a novembre 2021 presso Hotel Principe Savoia Milano, in occasione del prestigioso premio Le Fonti Awards. Ha partecipato negli anni a eventi sportivi come Gran Galà Calcio Serie A Milano, Gran Galà Calcio Serie B, Sport Digital Marketing Festival e Olimpiadi del Cuore di Forte dei Marmi. Nel suo cv un Master Sport – Digital Marketing & Communication del Sole 24 Ore. A marzo 2022 è stato eletto Professionista dell’Anno Comunicazione e Giornalismo Settoriale a Piazza Affari – Borsa Italiana Milano in occasione di Innovation&Leadership Awards. Risulta tra i vincitori del premio ‘Overtime Web Festival 2018’ (miglior articolo sport individuali), si conferma nel 2019 e ottiene il premio giornalistico nazionale Mimmo Ferrara 2019 (menzione speciale all’Odg - Napoli). E’ tra i vincitori del concorso letterario Racconti Sportivi 2019 (Centro Sportivo Italiano – Historica) la cui cerimonia di premiazione si è svolta in occasione della settimana del Salone del Libro di Torino 2019 e al Teatro Arena di Bologna. Si ripete nell’edizione 2020 di Racconti Sportivi. È stato premiato a Maggio 2019 come miglior giornalista under 30 ‘Premio Renato Cesarini 2019’. Nominato tra i migliori 30 millennials d’Italia 2019, vincitore del prestigioso Myllennium Award all’Accademia di Francia a Roma in ambito comunicazione sportiva. A settembre 2019 riceve la menzione d’onore al Premio Letterario Città di Ascoli Piceno. Ha all’attivo interventi e docenze in giornalismo e comunicazione in università e master (Roma, Bologna, Ancona, Macerata). A luglio 2020 viene premiato dal Ministro Sport Vincenzo Spadafora al Myllennium Award 2020 (Accademia di Francia – Villa Medici), alla presenza del Presidente Coni Giovanni Malagò, e ottiene il premio speciale di migliore giornalista giovane al Premio Cesarini ad agosto 2020. A Torino vince sempre nel 2020 il Premio Giovanni Arpino - Inedito dedicato alla letteratura sportiva. Vincitore del titolo di miglior blogger sportivo 2020 (Blog dell’Anno 2020) e del premio di giornalismo sportivo Simona Cigana 2020 (Friuli Venezia Giulia). Vince il Premio Giornalismo Internazionale Campania Terra Felix 2021 (sezione web), anche la menzione speciale al Premio Internazionale Città di Sarzana e al Premio Santucce Storm Festival sempre in ambito storytelling sportivo. Premiato al festival Nazionale del Giornalismo e Racconto Sportivo 2023 e al premio giornalismo internazionale Campania Terra Felix 2023. Autore del libro Happy Hour da fuoriclasse al Bartocci. E’ giornalista Giudice del programma King of Pizza 2022 (Sky Canale Italia - talent-show cucina gourmet). Il suo blog principale è www.danielebartocci.com Ha vinto anche il Premio Pizza d'oro 2022 (giornalismo - evento World Masterchef Milano Marittima) e il premio miglior giornalista giovane 2023 (Teatro dell'Aquila - Fermo - Premio R.Cesarini 2023). Eletto blogger dell'anno 2022 (Blog dell'Anno). Ha ricevuto il riconoscimento (food storytelling) a Excellence Food Innovation (Stadio Olimpico Roma - Cucina della Nonna), confermato tra i migliori professionisti horeca anche per il 2023 (BarAwards 2023). Vincitore del premio 100 Eccellenze Italiane alla Camera dei Deputati (food) e Food and Travel Awards 2022.

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Milan, Ravezzani su Pioli: “Attira fastidi”

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Milan

Sul futuro del Milan e più nello specifico sul futuro di Pioli, ha parlato Fabio Ravezzani direttore di TeleLombardia, ai microfoni di Milannews.

Milan

Stefano Pioli, allenatore del Milan

Ravezzani: “Non credo che il Milan sarebbe primo con un altro allenatore”

Dopo un ciclo di partite che ha visto i rossoneri fare 5 vittorie consecutive, arriva la sacrosanta sosta per ricaricare e riordinare le idee.

Sulla questione Pioli in particolare, ha espresso il suo pensiero Fabio Ravezzani, direttore di TeleLombardia vicinissimo alle vicende che riguardano il Milan.

Nello specifico si domanda se davvero ci siano valide alternative a Pioli e se un altro allenatore, al posto dell’attuale tecnico, sarebbe stato in grado di portare i rossoneri in testa al campionato.

Le sue parole:

“Non credo che il Milan sarebbe primo con un altro allenatore in panchina, certo qualcuno più bravo di Pioli sicuramente c’è ma il punto è se riesci ad averlo.”

Conte è sicuramente più bravo, Thiago Motta un investimento in prospettiva rischioso, ma gli altri non sono meglio di Pioli.”

Il paragone tra Giroud e le punte delle altre big e l’impopolarità di Pioli

“Questa squadra non è cosi forte da essere penalizzata dall’allenatore, davanti c’è Giroud che 37 anni e non è Lautaro ne Osimhen, che tra l’altro ha giocato poco e male infatti il Napoli è imploso.”

“I rossoneri dopo 29 giornate hanno gli stessi punti di 2 anni fa, ma la popolarità di Pioli non è la stessa, del resto quando un tecnico arriva al quarto anno attira dei fastidi.”

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Le interviste

ESCLUSIVA CS, Sgaramella: “DDR? Umile ma consapevole. Con il Milan va preparata benissimo. E su Mou…”

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Sgaramella

Veronica Sgaramella, coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni riguardo l’ultimo periodo della Roma.

Veronica Sgaramella, coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, ha rilasciato in esclusiva ai nostri microfoni una breve intervista soffermandosi in particolare sull’ultimo periodo della Roma, dall’esonero di Mourinho ai quarti di finale di Europa League contro il Milan.

Sgaramella

Le parole di Veronica Sgaramella

(Intervista a cura di Francesco Tripodi)

La Roma ha appena pescato il Milan per i quarti di finale di Europa League, cosa ne pensa?

“Chiaramente arrivati a questo punto della competizione qualunque avversaria è ostica. Ed è normale poiché avanzando nelle fasi passano le più forti. Certamente evitare il Liverpool era auspicabile ma allo stesso modo non sottovaluterei né sono entusiasta di un derby europeo. Specie considerando che la Roma dovrà affrontare il 7 aprile quello casalingo, di campionato, contro la Lazio per poi fronteggiare l’11 aprile a San Siro il Milan e risfidarlo nel match di ritorno, decisivo, fortunatamente all’Olimpico, il 18 aprile.

La Roma può giocarsela e si spera che Mister De Rossi possa contare su tutta la rosa al completo e in buona condizione fisica per fare fronte al meglio a tali match decisamente importanti, in programma appunto ad aprile. Pioli e De Rossi conoscono bene il calcio italiano e si studieranno approfonditamente a vicenda. Da un lato gareggiare con un club straniero può essere un’arma a doppio taglio come un vantaggio, è una questione multifattoriale (come avrebbe detto Mourinho), mentre con un’italiana la situazione è diversa. Potenzialmente più gestibile ma, non per questo, più semplice o abbordabile. Va preparata benissimo”.

 

Cosa ha portato alla Roma Daniele De Rossi?

“Daniele De Rossi in quanto ex capitano della Roma, tra i più importanti della storia del club giallorosso, sta dimostrando di essere un leader sulla panchina anche in qualità di allenatore. Proprio come lo era in campo, sostenendo e spronando i compagni di squadra, sta trovando il giusto equilibrio tra ex calciatore e neo tecnico di una squadra di notevole livello (dopo l’esperienza iniziale con la SPAL).

Si tratta di una persona umile ma consapevole, capace di saper osservare e trarre il meglio dall’esperienza di suo padre Alberto come da quella di Luciano Spalletti, uno degli allenatori che a mio avviso ha maggiormente plasmato l’idea di gioco di De Rossi. Riesce come al solito a non essere mai banale, dimostrandosi così un abile comunicatore: senza giri di parole o tattiche riesce a meravigliare di conferenza in conferenza, confermando invero di avere una mentalità vincente da futuro grande allenatore. Al quale auguro di esserlo, a lungo, soprattutto sperando di vederlo per molto tempo sulla panchina giallorossa. Infine penso che alla Roma abbia portato quel senso di Romanismo che la città e i tifosi avevano ritrovato grazie all’operato dei Friedkin e soprattutto a Mourinho. E che rischiava di vacillare vista la complicata situazione post esonero di quest’ultimo, con la città e la tifoseria “spaccata”.

Ovviamente Daniele De Rossi ha sempre incarnato e rappresentato, in particolar modo, il concetto di Romanismo e credo che – proprio per questo e per il grande professionista che si sta dimostrando oltre alla grande persona – solo lui sia stato in grado di raccogliere l’eredità del tecnico portoghese, rilanciando nuovamente (dopo l’esonero di una figura tanto importante) la voglia e il bisogno di sostenere la Roma sempre e comunque.

I continui soldout dell’Olimpico lo dimostrano (e non è un dato scontato), si va oltre il 50° ormai, tuttavia non è solo una questione di numeri (nemmeno di quelli vincenti dal suo esordio da allenatore giallorosso). De Rossi sta riuscendo a ricostruire una nuova Roma e lo sta facendo grazie alla capacità di portare nuova linfa vitale. Sia ai tifosi che ai giocatori, i quali sembrano rinatidal punto di vista fisico (grazie ad allenamenti molto sostenuti) così come da quello motivazionale/mentale. Senza dubbio le loro prestazione precedenti, soprattutto quelle finali prima dell’esonero di Mourinho, erano frutto di una lampante frizione tra squadra e tecnico. Proprio per questo De Rossi è stato notevolmente forte a risollevare la situazione, arrivando in un periodo tutt’altro che facile da gestire. Ma lo sta facendo e fino a questo momento, egregiamente”.

 

Giusto secondo lei l’esonero di Mourinho? Doveva continuare fino a fine stagione?

“Difficile asserire che un esonero sia giusto ma in questo caso è ancora una ferita aperta. Sogno da anni di avere un allenatore della Roma che possa rimanerci per almeno un lustro. Ci speravo e credevo che Mourinho fosse l’uomo giusto. Se le cose fossero andare diversamente a Budapest probabilmente lo sarebbe stato per un po’ più di tempo. Purtroppo è impossibile e deleterio ragionare con i sé e con i ma. Credo tuttavia che la finale con il Siviglia abbia condizionato drasticamente la carriera dell’allenatore portoghese. Tra i più vincenti al mondo. Mou è uno stratega, una persona in grado di usare la comunicazione per spostare l’attenzione quando e dove vuole, capace di vincere trofei su trofei.

Dal suo arrivo a Roma ero sicura (come ho ripetuto per tutta la sua prima stagione) che insieme a lui avremmo vinto la Conference. Al primo anno di una nuova competizione europea ho infatti pensato: questo è materiale per lui. Perfino dopo il Bodo ci credevo ancora e non ho mai smesso di farlo. Se avesse bissato l’impresa di Tirana contro il Feyenoord anche a Budapest, con il Siviglia, ci sarebbero stati risvolti completamenti diversi. Invece anche lui, come molti di noi, è rimasto fermo a quella finale. Difficile superarla quando non la perdi per demeriti ma per un arbitraggio allucinante come quello attuato da Taylor, capace di condizionare/indirizzare la partita e il suo esito in modo netto. Se avesse vinto la Roma i risvolti sarebbero stati decisamente diversi e migliori, sia in termini di conquiste (accesso in Champions), introiti, mercato e ovviamente a livello storico. Sia per la storia del club giallorosso che per la carriera di Mourinho. Certo ha vinto di tutto, premi più prestigiosi, triplete e via dicendo. Però sarebbe stata epica l’impresa di portare un club come la Roma a vincere dopo così tanti anni prima la Conference League e, il seguente anno, l’Europa League. Purtroppo rimane un sogno (realizzabile) che ci è stato però negato e da lì in poi le problematiche si sono sommate fino all’epilogo dell’esonero.

Quando è arrivata la notizia non ero assolutamente favorevole, ero affranta per Mourinho e preoccupata per De Rossi, all’idea che potesse essere una sfida troppo grande e impegnativa quella di arrivare in momento del genere, a far fronte a una situazione simile. Naturalmente ora è più semplice dire che sia stata una mossa giusta/necessaria e stimando infinitamente De Rossi (uno dei calciatori giallorossi che ho sempre ammirato tantissimo) sono più che lieta che stia andando così, per lui e per la Roma. Quella di Mourinho, però, ribadisco: rimane una ferita aperta e avrei voluto finisse diversamente. Ma dal momento in cui credo nel fatto che “Nulla accade per caso”, continuerò a sostenere la Roma e ogni suo tecnico, ben felice di come stia andando la gestione De Rossi e augurandomi che possa proseguire per molto tempo”.

 

Può la Roma arrivare in Champions League, contando anche la possibilità di un 5° posto grazie al Ranking?

“Secondo me la Roma può arrivare in Champions League sì. Come detto inoltre da De Rossi ritengo che un club come quello giallorosso, che da tempo sta ridicendo la sua in Europa, debba assolutamente tornare a giocarsi la competizione europea più prestigiosa a livello calcistico. Chiaramente ora spero che ci si focalizzi il più possibile sull’Europa League ma non credo minimamente che De Rossi trascuri il campionato. Il mio sogno (come credo di moltissimi altri) sarebbe quello di accedere alla qualificazione diretta alla fase a gironi della Champions 2024/2025, vincendo la finale di Dublino ma la strada per arrivarci è ancora lunga.

Ad ogni modo rimane rilevante anche il fatto che in seguito al “poker” delle italiane che si sono qualificate in Europa League, ora, la Roma, sia nona in classifica. Diciamo che se si considerano tutti i fattori si può ben sperare ma non si deve assolutamente sottovalutare il percorso in campionato, specie se ci si ricorda quanto non sia proprio agevolissimo il calendario della Roma sino al termine dell’attuale stagione calcistica”.

 

Hai in mente un qualcosa per il tuo futuro?

“Grazie per questa domanda. In realtà per il mio futuro ho in mente quello di continuare ad occuparmi di calcio e cinema, la mia doppia C del cuore. Il percorso di studi che ho intrapreso fin dall’Università prima, la lunga (e dura) gavetta dopo e l’esperienza maturata pian piano in questi settori mi hanno confermato che riuscire a far coincidere passioni e professione è un grandissimo regalo che ci si fa. Nonostante le tantissime difficoltà che si incontrano in questo percorso.

Dopo più di 10 anni in tale ambito però posso affermare che sono felice di poterlo fare, sempre conscia del fatto che si possa e debba migliorare, rimanendo umili e pronti a crescere sotto tutti i punti di vista: non sentirsi mai “arrivati” ritengo sia la chiave di tutto. Sia perché così ci si impegna a trovare nuovi stimoli per migliorare sia perché è il modo migliore per non perdere né motivazione né passione. Rimangono i progetti e le varie collaborazioni tra redazioni, radio e tv anche se per me personalmente non c’è niente che possa eguagliare l’emozione che mi dà la scrittura. Scaramanticamente per questo non aggiungo altro ma sono contenta di poter continuare questo percorso del quale sto amando ogni passo (pur essendo inciampata più e più volte)”.

 

Ringraziamo Veronica per la gentilezza e disponibilità.

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Calcio Femminile

Roma, Frenquelli: “I giallorossi in Champions? Possono farcela”

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Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Leonardo Frenquelli, giornalista di Radio Romanista e grande esperto della Roma. Soprattutto Femminile.

Assiduo frequentatore dello stadio Tre Fontane di Roma che ospita le partite della Roma Femminile, Frenquelli ci ha parlato del presente e del futuro delle giallorosse e delle prospettive dei loro colleghi della Prima Squadra Maschile. Anche in ottica europea.

 

Di seguito la nostra intervista:

La Roma Femminile non perde una partita dal 14 dicembre, quando si scontrò con il PSG nella fase a gironi. Secondo te, oltre che lo Scudetto, riuscirà ad aggiudicarsi anche la Coppa Italia?

“Certamente in Italia la Roma parte favorita in ogni competizione, al di là dell’avversaria che le si para davanti. È una superiorità conclamata e dimostrata nel corso della stagione che, al netto di un gennaio difficile per tanti motivi, si è ristabilita da febbraio in poi e, a meno di sorprese, potrà portare la squadra di Spugna al trionfo in campionato e presumibilmente anche in Coppa Italia“.

Roma Femminile

Quali sono, a tuo parere, le giocatrici indispensabili per una Roma vincente? Quali sono i fattori sui quali dovrà puntare la RF per avere la meglio sulla Fiorentina?

Linari, Giugliano e Haavi. Sono state loro tre a fare la differenze più spesso in quest’annata e, soprattutto, quando loro sono in forma la Roma ha una marcia in più rispetto a chiunque. La Viola è l’altra squadra più in forma del campionato, è in forte crescita e probabilmente è un avversario più ostico di quanto sarebbe stata la Juventus (ora nel pieno di una crisi, quasi una rivoluzione).

Dire che nella gara secca può accadere di tutto è una banalità ma è anche vero, resta il fatto che se la Roma fa la Roma difficilmente vedrà sfumare i suoi obiettivi. La differenza, più di ogni altra cosa la fa il ritmo gara che la squadra riesce a tenere, come si è visto anche negli scontri diretti con la formazione di De La Fuente: quando le giallorosse vanno a “ritmo Champions” non ce n’è per nessuna italiana”.

Quali sono gli ingredienti segreti di questa Roma? Che cosa l’ha portata ad essere la squadra più forte della Serie A Femminile?

Esperienza, idee, rinforzi mirati e consapevolezza. In una crescita costante e progressiva culminata con lo Scudetto la Roma si è ritrovata in vetta al campionato sapendo di meritare di starci per qualità e ampiezza della rosa, per la bontà delle indicazioni di Spugna e per la mentalità che tante giocatrici hanno pian piano fatto diventare parte integrante della squadra.

Il mercato nel corso degli anni, sia in entrata sia in uscita, ha avuto ovviamente un ruolo fondamentale con tante scelte e investimenti progressivi che hanno fatto sì che fosse possibile alzare l’asticella sempre di più”.

Fammi due nomi, della Prima Squadra femminile, di giovani sulle quali puntare forte.

“Per quanto riguarda la squadra di Spugna come nomi io metto Pilgrim e Kramzar. La prima è stata ben pagata dal club giallorosso e la volevano anche tante big europee, ma già dalle prime uscite ha fatto vedere grandi cose e penso che abbia enormi margini di miglioramento, soprattutto seguendo l’esempio di Haavi. Kramzar è ancora più giovane e di indubbio futuro per tecnica e caratteristiche fisiche, sperando che i problemi muscolari che la stanno infastidendo in questa stagione non siano figli di una fragilità strutturale”.

Un tuo giudizio sulle prime 12 partite con Daniele De Rossi in panchina (inclusa quella di stasera, Fiorentina-Roma).

L’impatto che ha avuto De Rossi sul gioco e sui risultati della Roma ha pochi precedenti. Ha preso una squadra in difficoltà e rimesso in piedi anche le sue ambizioni. Il giudizio non può che essere positivo, anche per la progressiva crescita sotto tanti aspetti e la netta sensazione che le possibilità di migliorare ulteriormente in poco tempo. Personalità, idee chiare e spettacolo (al netto di qualche fragilità palesata piuttosto chiaramente), sono tutti fattori estremamente positivi”.

L'ex Roma Belotti


La Roma ha fatto bene a mandare a Firenze Belotti?

“Il Gallo è in prestito ed è da capire quali siano le intenzioni da giugno in poi, ciò che è certo però è che Belotti in giallorosso non è riuscito a rendere come avrebbe dovuto soprattutto dal punto di vista realizzativo, al netto di sfortuna, infortuni e dell’innegabile impegno profuso dal calciatore. Quello “zero” nelle reti segnate nella scorsa Serie A non lascia tante interpretazioni: ha fatto bene, poi si vedrà”.

La Roma Maschile può farcela ad entrare in Champions League?

Può farcela. Serve una continuità importante e la giusta gestione delle forze considerando anche l’Europa, però la squadra ha le carte in regola per arrivare al quinto posto (che potrebbe bastare) e forse addirittura al quarto in base a cosa fanno Bologna e Atalanta. Fondamentale sarà arrivare alla fine di aprile con un bel “bottino” di vantaggio sulla sesta”.

Davanti a sé, la Prima Squadra Maschile ha tante sfide ardue. Prima il Derby di Roma del 7 aprile, poi le sfide con i club che la precedono in classifica: Bologna il 21 aprile, Juventus il 5 maggio, Milan il 31 maggio. Con il fiato sul collo di Napoli (28 aprile) e Atalanta (12 maggio). Quale sarà l’avversario più difficile da battere?

Il derby è una sfida mentale ancor prima che di campo e quasi impronosticabile. Per le singole sfide è tutto molto da capire perché col cambio in panchina non si hanno ora dei riferimenti chiari rispetto a quanto già visto. Il Bologna e l’Atalanta sono le vere contendenti per il quarto posto, quindi al di là di quale gara possa essere singolarmente impegnativa, quelle due saranno dirimenti per la corsa Champions e impegnative anche dal punto di vista della personalità. L’undici di DDR può comunque giocarsela con tutte a viso aperto”.

Roma, Lukaku

ROMELU LUKAKU, FOTO DI FORNELLI/KEYPRESS

A fine stagione, secondo te, Lukaku resterà giallorosso? E Dybala? Da parte del centravanti belga, tra risatine e risposte a mezza bocca, qualcosa è trapelato in merito…

“A fine stagione a Trigoria cambierà tanto, a partire dal ds, aspettando di capirne il nome e quali siano le intenzioni della società nei confronti del tecnico attuale (sarebbe sbagliato per me non rinnovarlo, allo stato attuale delle cose).

Le valutazioni sul centravanti da fare sono tante e non mi sento di sbilanciarmi particolarmente: su Lukaku la certezza è che il riscatto è molto esoso, senza dimenticare che la Roma ha in rosa anche il rientrante Abraham e la fine della validità del Decreto Crescita (il belga ha fatto una battuta tipo “non parlo per non fare polemiche in Inghilterra”, nulla di particolarmente illuminante).

Dybala ha un altro anno di contratto e l’auspicio è chiaramente che possa quanto meno rispettarlo evitando anche discorsi di clausole varie. Ciò detto, gli aspetti da valutare sono talmente tanti e in parte anche dipendenti da quelli che saranno i risultati che parlarne dettagliatamente adesso è fin troppo complesso”.

Ringraziamo Leonardo Frenquelli per il tempo che ci ha dedicato.

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