Categorie: Le interviste

ESCLUSIVA CS, Sgaramella: “DDR? Umile ma consapevole. Con il Milan va preparata benissimo. E su Mou…”

Veronica Sgaramella, coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni riguardo l’ultimo periodo della Roma.

Veronica Sgaramella, coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, ha rilasciato in esclusiva ai nostri microfoni una breve intervista soffermandosi in particolare sull’ultimo periodo della Roma, dall’esonero di Mourinho ai quarti di finale di Europa League contro il Milan.

Le parole di Veronica Sgaramella

(Intervista a cura di Francesco Tripodi)

La Roma ha appena pescato il Milan per i quarti di finale di Europa League, cosa ne pensa?

“Chiaramente arrivati a questo punto della competizione qualunque avversaria è ostica. Ed è normale poiché avanzando nelle fasi passano le più forti. Certamente evitare il Liverpool era auspicabile ma allo stesso modo non sottovaluterei né sono entusiasta di un derby europeo. Specie considerando che la Roma dovrà affrontare il 7 aprile quello casalingo, di campionato, contro la Lazio per poi fronteggiare l’11 aprile a San Siro il Milan e risfidarlo nel match di ritorno, decisivo, fortunatamente all’Olimpico, il 18 aprile.

La Roma può giocarsela e si spera che Mister De Rossi possa contare su tutta la rosa al completo e in buona condizione fisica per fare fronte al meglio a tali match decisamente importanti, in programma appunto ad aprile. Pioli e De Rossi conoscono bene il calcio italiano e si studieranno approfonditamente a vicenda. Da un lato gareggiare con un club straniero può essere un’arma a doppio taglio come un vantaggio, è una questione multifattoriale (come avrebbe detto Mourinho), mentre con un’italiana la situazione è diversa. Potenzialmente più gestibile ma, non per questo, più semplice o abbordabile. Va preparata benissimo”.

 

Cosa ha portato alla Roma Daniele De Rossi?

“Daniele De Rossi in quanto ex capitano della Roma, tra i più importanti della storia del club giallorosso, sta dimostrando di essere un leader sulla panchina anche in qualità di allenatore. Proprio come lo era in campo, sostenendo e spronando i compagni di squadra, sta trovando il giusto equilibrio tra ex calciatore e neo tecnico di una squadra di notevole livello (dopo l’esperienza iniziale con la SPAL).

Si tratta di una persona umile ma consapevole, capace di saper osservare e trarre il meglio dall’esperienza di suo padre Alberto come da quella di Luciano Spalletti, uno degli allenatori che a mio avviso ha maggiormente plasmato l’idea di gioco di De Rossi. Riesce come al solito a non essere mai banale, dimostrandosi così un abile comunicatore: senza giri di parole o tattiche riesce a meravigliare di conferenza in conferenza, confermando invero di avere una mentalità vincente da futuro grande allenatore. Al quale auguro di esserlo, a lungo, soprattutto sperando di vederlo per molto tempo sulla panchina giallorossa. Infine penso che alla Roma abbia portato quel senso di Romanismo che la città e i tifosi avevano ritrovato grazie all’operato dei Friedkin e soprattutto a Mourinho. E che rischiava di vacillare vista la complicata situazione post esonero di quest’ultimo, con la città e la tifoseria “spaccata”.

Ovviamente Daniele De Rossi ha sempre incarnato e rappresentato, in particolar modo, il concetto di Romanismo e credo che – proprio per questo e per il grande professionista che si sta dimostrando oltre alla grande persona – solo lui sia stato in grado di raccogliere l’eredità del tecnico portoghese, rilanciando nuovamente (dopo l’esonero di una figura tanto importante) la voglia e il bisogno di sostenere la Roma sempre e comunque.

I continui soldout dell’Olimpico lo dimostrano (e non è un dato scontato), si va oltre il 50° ormai, tuttavia non è solo una questione di numeri (nemmeno di quelli vincenti dal suo esordio da allenatore giallorosso). De Rossi sta riuscendo a ricostruire una nuova Roma e lo sta facendo grazie alla capacità di portare nuova linfa vitale. Sia ai tifosi che ai giocatori, i quali sembrano rinatidal punto di vista fisico (grazie ad allenamenti molto sostenuti) così come da quello motivazionale/mentale. Senza dubbio le loro prestazione precedenti, soprattutto quelle finali prima dell’esonero di Mourinho, erano frutto di una lampante frizione tra squadra e tecnico. Proprio per questo De Rossi è stato notevolmente forte a risollevare la situazione, arrivando in un periodo tutt’altro che facile da gestire. Ma lo sta facendo e fino a questo momento, egregiamente”.

 

Giusto secondo lei l’esonero di Mourinho? Doveva continuare fino a fine stagione?

“Difficile asserire che un esonero sia giusto ma in questo caso è ancora una ferita aperta. Sogno da anni di avere un allenatore della Roma che possa rimanerci per almeno un lustro. Ci speravo e credevo che Mourinho fosse l’uomo giusto. Se le cose fossero andare diversamente a Budapest probabilmente lo sarebbe stato per un po’ più di tempo. Purtroppo è impossibile e deleterio ragionare con i sé e con i ma. Credo tuttavia che la finale con il Siviglia abbia condizionato drasticamente la carriera dell’allenatore portoghese. Tra i più vincenti al mondo. Mou è uno stratega, una persona in grado di usare la comunicazione per spostare l’attenzione quando e dove vuole, capace di vincere trofei su trofei.

Dal suo arrivo a Roma ero sicura (come ho ripetuto per tutta la sua prima stagione) che insieme a lui avremmo vinto la Conference. Al primo anno di una nuova competizione europea ho infatti pensato: questo è materiale per lui. Perfino dopo il Bodo ci credevo ancora e non ho mai smesso di farlo. Se avesse bissato l’impresa di Tirana contro il Feyenoord anche a Budapest, con il Siviglia, ci sarebbero stati risvolti completamenti diversi. Invece anche lui, come molti di noi, è rimasto fermo a quella finale. Difficile superarla quando non la perdi per demeriti ma per un arbitraggio allucinante come quello attuato da Taylor, capace di condizionare/indirizzare la partita e il suo esito in modo netto. Se avesse vinto la Roma i risvolti sarebbero stati decisamente diversi e migliori, sia in termini di conquiste (accesso in Champions), introiti, mercato e ovviamente a livello storico. Sia per la storia del club giallorosso che per la carriera di Mourinho. Certo ha vinto di tutto, premi più prestigiosi, triplete e via dicendo. Però sarebbe stata epica l’impresa di portare un club come la Roma a vincere dopo così tanti anni prima la Conference League e, il seguente anno, l’Europa League. Purtroppo rimane un sogno (realizzabile) che ci è stato però negato e da lì in poi le problematiche si sono sommate fino all’epilogo dell’esonero.

Quando è arrivata la notizia non ero assolutamente favorevole, ero affranta per Mourinho e preoccupata per De Rossi, all’idea che potesse essere una sfida troppo grande e impegnativa quella di arrivare in momento del genere, a far fronte a una situazione simile. Naturalmente ora è più semplice dire che sia stata una mossa giusta/necessaria e stimando infinitamente De Rossi (uno dei calciatori giallorossi che ho sempre ammirato tantissimo) sono più che lieta che stia andando così, per lui e per la Roma. Quella di Mourinho, però, ribadisco: rimane una ferita aperta e avrei voluto finisse diversamente. Ma dal momento in cui credo nel fatto che “Nulla accade per caso”, continuerò a sostenere la Roma e ogni suo tecnico, ben felice di come stia andando la gestione De Rossi e augurandomi che possa proseguire per molto tempo”.

 

Può la Roma arrivare in Champions League, contando anche la possibilità di un 5° posto grazie al Ranking?

“Secondo me la Roma può arrivare in Champions League sì. Come detto inoltre da De Rossi ritengo che un club come quello giallorosso, che da tempo sta ridicendo la sua in Europa, debba assolutamente tornare a giocarsi la competizione europea più prestigiosa a livello calcistico. Chiaramente ora spero che ci si focalizzi il più possibile sull’Europa League ma non credo minimamente che De Rossi trascuri il campionato. Il mio sogno (come credo di moltissimi altri) sarebbe quello di accedere alla qualificazione diretta alla fase a gironi della Champions 2024/2025, vincendo la finale di Dublino ma la strada per arrivarci è ancora lunga.

Ad ogni modo rimane rilevante anche il fatto che in seguito al “poker” delle italiane che si sono qualificate in Europa League, ora, la Roma, sia nona in classifica. Diciamo che se si considerano tutti i fattori si può ben sperare ma non si deve assolutamente sottovalutare il percorso in campionato, specie se ci si ricorda quanto non sia proprio agevolissimo il calendario della Roma sino al termine dell’attuale stagione calcistica”.

 

Hai in mente un qualcosa per il tuo futuro?

“Grazie per questa domanda. In realtà per il mio futuro ho in mente quello di continuare ad occuparmi di calcio e cinema, la mia doppia C del cuore. Il percorso di studi che ho intrapreso fin dall’Università prima, la lunga (e dura) gavetta dopo e l’esperienza maturata pian piano in questi settori mi hanno confermato che riuscire a far coincidere passioni e professione è un grandissimo regalo che ci si fa. Nonostante le tantissime difficoltà che si incontrano in questo percorso.

Dopo più di 10 anni in tale ambito però posso affermare che sono felice di poterlo fare, sempre conscia del fatto che si possa e debba migliorare, rimanendo umili e pronti a crescere sotto tutti i punti di vista: non sentirsi mai “arrivati” ritengo sia la chiave di tutto. Sia perché così ci si impegna a trovare nuovi stimoli per migliorare sia perché è il modo migliore per non perdere né motivazione né passione. Rimangono i progetti e le varie collaborazioni tra redazioni, radio e tv anche se per me personalmente non c’è niente che possa eguagliare l’emozione che mi dà la scrittura. Scaramanticamente per questo non aggiungo altro ma sono contenta di poter continuare questo percorso del quale sto amando ogni passo (pur essendo inciampata più e più volte)”.

 

Ringraziamo Veronica per la gentilezza e disponibilità.

Aggiornato al 15/03/2024 17:35

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Pubblicato da
Pietro Sciamplicotti
Tag: Roma

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