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Esclusiva CS: Nonna Interista: “L’Inter è…”

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Inter - nonna interista

Per Calciostyle abbiamo intervistato la Nonna Interista, tifosa dell’Inter dalla nascita. Ci racconta l’amore per l’Inter da oltre mezzo secolo.

 

La prima partita era quando l‘Inter ha giocato con il Porto

Giuseppina, 86 anni e super tifosa interista sta spopolando nel web. E’ diventata famosa grazie alla sua esultanza allo stadio Meazza di S.Siro durante la partita Inter contro Lazio. Grazie al canale YouTube Inter69 di Enrico Ribaudo l’abbiamo intervistata in esclusiva.

Inter - Nonna Interista

 

Giuseppina, lei è diventata all’improvviso famosa, la passione per l’Inter l’ha resa conosciuta, che sensazioni prova per tutta questa popolarità?

“La verità? Una sensazione che io non mi sarei mai aspettata perché mi trovavo nell’anello sotto e non sopra perché i biglietti sopra costavano troppo. I biglietti me li hanno regalati i miei nipoti per il mio compleanno e il mio lo conservo ancora, ma sotto o sopra io esulto sempre allo stesso modo tanto che i miei nipoti mi chiedono di stare zitta da tanto che urlo.

Anche a casa esulto, corro intorno al tavolo ed esulto a ogni gol. L’Inter? Non so neanche io come lo voglio dire, l’Inter è il mio cuore, il mio amore, tutti i giocatori e tutti tutti! Ho anche il biscione, non mi ricordo tutti i nomi ma li amo tutti i giocatori! Però sono sempre nel mio cuore, io sono interista e quelli che odio sono i juventini.

Io ho una nuora juventina però non bisticciamo mai, lei tifa per la Juve ed io tifo per la mia Inter.  I miei nipoti sono juventini e milanisti però mi vogliono bene. Mio figlio vuole che vado a vedere la partita da lui perché lui ha quell’affare che vedi le partite ed io no ma io voglio stare da sola! Voglio saltare, gridare, tutto quello che mi viene da fare, sono così”.

L’ha contatta qualcuno della società Inter?

” Sì, abbiamo parlato con Marco Barzaghi e poi ci ha contattato l’Associazione Pupi per partecipare ad un evento sabato 13 maggio con Zanetti e Tramontana“.

Nonna Giuseppina come è nata la sua passione per l’Inter?

” Non lo so, io da quando sono nata sono sempre stata interista. Da quando ho iniziato a capire sono stata interista e mi sono portata dietro anche mio nipote, l’altro mio nipote e mio figlio che la moglie è juventina! Però non bisticciamo mai per le partite ma lei tifa la Juve ed io la mia Inter.

Poi mia sorella, mia nipote, l’altra mia figlia interiste. Poi disgraziatamente gli altri nipoti milanisti e juventini, ho un figlio juventino però non abbiamo mai bisticciato. Però l’Inter non me la deve toccare nessuno, non ce la fanno con me a fare dibattito, nessuno me la deve toccare, nessuno”.

Andrà a vedere la partita di Champions? Andata o ritorno?

“Il ritorno magari! Se mi danno il biglietto sì, però per tutti e 4 i miei nipoti e mio figlio. Io da sola non posso andare, non ho patente e sono da sola, sono loro che mi portano perché io da sola non ci posso andare, poi costano. Barzaghi sta cercando di farci avere i biglietti per il ritorno ma l’andata no.

Biglietti non ne posso comprare, dico la verità, sono una pensionata e sono da sola. Sono 4 persone ma mio figlio fa il muratore, l’altro lavora, l’altro ancora va a scuola e sono troppo cari ora non si può”.

Il giocatore che porta di più nel cuore chi è?

“Il giocatore? Zanetti, Matthaus, Ronaldo, tutti i giocatori! Poi mi piaceva Facchetti, non me li ricordo tutti ma li devo scrivere su un foglio e ricordarmeli”.

Nonna Giuseppina e Correa? Ne ha mai visto uno così scarso nell’Inter? (domanda ironica)

“Qualcuno forse ma non me lo ricordo però c’è stato! Perché ci sono sempre nelle squadre i giocatori che non giocano bene”. (ride imbarazzata)

Vorrebbe lasciare un messaggio per Correa o dargli un consiglio?

“Sì, io lo lascio perché non si paga e lo lascio. Correa fammelo un bel gioco qualche volta, mettila la palla nella porta, non fare sbagli, io ti voglio bene perché sei interista però datti da fare a infilare la palla nella porta oppure a dare la palla come si deve agli altri e fanno gol, non fate che arrivate davanti alla porta e vi mangiate il gol, avete fame che vi mangiate i gol?”

E invece un messaggio per Zanetti e Moratti?

“Io a Zanetti voglio un bene matto, Zanetti io gli voglio un bene matto! La sua associazione mi ha contattato, magari lo conosco! Moratti è sempre Moratti, è stato sempre un bravo. Lui e quell’altro che è morto, Prisco“.

Ti piace Lautaro?

“Sì, sabato se vado a vedere la partita mi deve dare la maglietta come me l’ha data Barella. Gli ho cercato la maglietta a Ferri che era sotto l’anello e gli ho detto che volevo la maglietta, a fine partita mi hanno fatto scendere negli spogliatoi e mi hanno dato la maglietta e mi hanno fatto salutare tutti i giocatori e così l’ho visti proprio vicini ai giocatori. Io a Barella lo chiamo prezzemolo sta sempre dappertutto“.

Quante partite ha visto dell’Inter?

“Tante, adesso non è che ci vado poi tanto perché i figli lavorano e come faccio ad andare?”

Quanti anni aveva la prima volta che è andata allo stadio?

La prima volta avevo 50 anni perché con cinque figli dove vuoi che vada?

La prima partita che ha visto che partita era?

“La prima partita era quando l‘Inter ha giocato con il Porto e aveva segnato cinque gol. Per esultare ho rotto anche la sedia, si era sfondata. Io sono così, salto e urlo e so che do’  fastidio, mettetevi i tappi alle orecchie”.

Cosa mangia per essere così carica?

“Io mangio di tutto soprattutto la verdura, faccio le orecchiette in casa. Avevo detto a Mourinho il giorno prima, Mouri facci vincere che ti faccio le orecchiette, ti faccio un pensiero”.

E le ha fatte poi?

“No, e che gli ho fatto? Lui ora sta alla Roma e gliele fa la Roma le orecchiette non io. Io le faccio solo agli interisti”.

Un pensiero per Inzaghi, al percorso che ci sta regalando…

“A Inzaghi? Questo che sta facendo, ha vinto la Coppa con il Milan e questo è già un pugno che ha dato al Milan. Siamo in finale di Coppa Italia, siamo in Champions, speriamo che Inzaghi ci porti su come Mourinho, più di questo? Gli faccio tanti auguri, che speriamo… ma basta che non metta… non faccio nomi che combina sempre guai quando lo mette”. (Correa)

Il ricordo più bello legato all’Inter e se ne ha uno triste?

“Il più triste quando abbiamo perso lo scudetto, il più bello quello legato al triplete di Mourinho“.

La differenza che nota fra la Grande Inter e quella di Mourinho?

“La Grande Inter era vissuta bene ma quella di Mourinho meglio perché ci ha fatto vincere il triplete, come Inzaghi speriamo adesso! Ci ha fatto perdere lo scudetto con il Bologna poi lo ha fatto vincere al Milan con quello là (Ibra) che parla parla ma non fa niente”.

Cosa pensa dei cori razzisti? Cosa pensi di quei tifosi li?

“Che sono dei deficienti, sono solo deficienti! Tutte le squadre hanno stranieri che poi se la sono presa con Lukaku che gli ha fatto segno di zittirsi e ora devono prendersela e portarsela a casa. Io non lo so perché devono rovinare le partite così, tu sei juventino hai perso e non fare storie, vai a vedere la partita per divertirti non per sentire quelle cose là”.

Cosa ne pensa dell’attuale proprietà di Zhang?

“Fino a che vanno avanti va bene quando non andranno avanti se ne trova un’altra”.

Lei chi metterebbe nella prossima partita di mercoledì, la coppia Dzeko- Lautaro o Lukaku?

“Io farei mezzo tempo con uno e l’altro mezzo con Lukaku, se poi vinciamo mamma mia! Se vinciamo con il Milan, mamma mia! Se vinciamo non ti dico cosa succede, però vinciamo 2-1 “.

Lo sa di essere diventata la nonna di tanti interisti? Come si sente ad essere la nonna del popolo interista?

“Mi sento acclamata e mi piace sentirmi amata così, mai successo, mai! Io quando morirò voglio mi venga messa la mia coperta dell’Inter“.

Odia di più la Juventus o il Milan?

“La Juve, io la picchierei sempre, gli romperei le gambe. I juventini più vanno via meglio è. A casa di mio nipote quando ci sono gli juventini meglio che non parlano. Tutte e due, ma di più la Juve“.

Cosa ne pensa della vittoria dello scudetto del Napoli?

“Lo hanno meritato! Che poi hanno rubato o non hanno rubato non arrivano a rubare a quanto ha rubato la Juve, maledetta!”

Chi vince mercoledì?

“La vince l’Inter, devono crepare!”

Un messaggio per i tifosi interisti..

“Auguro a tutti gli interisti che se la godono e che vinciamo, che facciamo una bella festa”.

Calciostyle ringrazia la Nonna Interista per questa intervista.

 

 

 

 

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Alexandra Colasanti: “Il successo crea invidia”

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Intervista all’ex arbitro Alexandra Colasanti, ora presentatrice ed opinionista televisiva, in esclusiva per Calciostyle.it con la nostra redazione.

Di seguito le parole di Alexandra Colasanti

Alexandra Colasanti

Ciao Alexandra, partiamo da una cosa fondamentale, tu sei stata un arbitro…

“Sono stata un arbitro perché all’età di 18 anni, quindi un po’ in tarda età perché oggi gli arbitri diciamo che si avvicinano a questo ambiente intorno ai 16 o 17 anni, che credo che sia l’età giusta per fare poi un giusto iter che ti permette poi se hai i numeri e soprattutto la preparazione atletica di arrivare poi nelle divisioni alte del campionato.

Ho iniziato un po’ per ribellione e un po’ per dimostrare al capo famiglia che fossi più brava di lui ed ovviamente ho fallito (ride) come tante cose che ho provato a fare come mio padre. Sono cresciuta nel calcio perché è stato un arbitro di Serie A, soprattutto di quei tempi, secondo me, in cui la Serie A era ancora calcio-poesia, io questo ci tengo a sottolinearlo”.

Alexandra tu sei opinionista nella trasmissione “Calcissimo” di Fulvio Collovati che va in onda su TopCalcio24 ma sei anche conduttrice di una trasmissione in onda su Città Celeste TV in Roma…

“Si, in realtà Città Celeste è un ritorno a quello che era il mio passato, arbitrai una partita e da lì mi coinvolsero in una radio che era in partnership con Città Celeste che era Centro Suono Sport che era quella della Roma. Da lì passai poi a Città Celeste e tutti i Lunedì, da Settembre, ho scritto questo programma ritagliandomi questo spazio che si chiama “Il salotto di Sasha” in cui parlo di calcio. Ovviamente parlo molto di Lazio ma anche molto del campionato a 360° perché da 7 mesi ho cercato di far comprendere agli spettatori Laziali storici e veterani, che in realtà è importante vedere cosa stanno facendo le altre squadre perché il “nemico” bisogna vederlo anche da vicino per capire cosa sta facendo. Quindi il Lunedì è anche importante esaminare qual è l’andamento delle competitor”.

Tifosa della Juventus, Allegriana o no cosa pensi a fine della stagione per il discorso della panchina bianconera?

“Io sono sempre stata per 2 anni consecutivi pro-Allegri perché credo che questo allenatore sia il miglior condottiero che la Juventus possa avere in questo momento. Come consuntivo della stagione io direi che Allegri inizia questo campionato senza un mercato. Pogba si infortuna, si è puntato il dito su Allegri che lo ha voluto, però Pogba si infortuna e sceglie una terapia alternativa quindi va contro quello che gli viene consigliato dalla società Juventus e questo non lo poteva gestire Allegri. Arriva Alcaraz e si infortuna e Allegri non poteva prevedere che si infortunasse.

Allegri gestisce una squadra dove non c’è una struttura societaria, quale altra squadra in Italia senza una struttura societaria… parlo proprio della struttura che manca! C’è stato un periodo in cui le vicende della dirigenza della Juventus sono state veramente pesanti ed hanno veramente colpito in modo importante questa società ed Allegri è stato sempre lì da scudo! E poi mettiamoci anche la vicenda delle scommesse in cui si vede portar via uno dei giocatori importanti, forse uno dei più importanti del centrocampo ovvero Fagioli, che poi porta Locatelli a giocare in un altro ruolo.

Guarda caso si inizia un processo che sappiamo tutti coinvolge una serie di giocatori, però come mai ci si ferma a Fagioli, Tonali e Zaniolo e non si va più a fondo? Era per buttare il polverone sui bianconeri, perché purtroppo in questo paese, e lo continuo a sostenere, il successo crea invidia!

Di seguito il link della video-intervista integrale di Alexandra Colasanti dove parla ampiamente di Allegri, di Juventus e di tanto altro…

 

 

 

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Esclusiva CS, Graziano Campi: “Conte darebbe stabilità, a Motta servirebbe tempo. La situazione economica dell’Inter è un mistero. Su Milan-Roma…”

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Campi

Graziano Campi, giornalista, commentatore e opinionista sportivo nonché consulente per la comunicazione, ha concesso un’intervista a noi di CalcioStyle.

Indice

Le parole di Campi a CalcioStyle

campi

Di seguito, l’intervista rilasciata da Graziano Campi a CalcioStyle.

Ciao Graziano, cosa ne penseresti della possibilità di avere il prossimo anno come allenatore Conte o Thiago Motta?

Antonio Conte darebbe subito stabilità al gruppo. E’ molto esigente, ma più che accontentarlo sul mercato è necessario dargli la possibilità di gestire lo spogliatoio: cosa di cui Juventus e Napoli hanno assoluto bisogno. Thiago Motta deve portare una nuova filosofia e sistemare una difesa che Allegri non cosidera adatta per giocare a quattro dietro. Ci vuole più tempo e pazienza con lui: non so se i tifosi della Juventus ne avranno.”

Cosa pensi del futuro scudetto dell’Inter?

Non hanno avuto rivali per tutto l’anno, quindi avrebbero potuto fare di più in Coppa Italia e in Champions League. Rosico un po’, ma Juventus e Milan hanno iniziato un processo di riequilibrio finanziario di cui beneficieranno nei prossimi anni. E’ stato uno scudetto normale, caratterizzato da un dominio indiscusso dentro e fuori dal campo.”

Un giudizio sulla situazione economica dell’Inter.

E’ un grande mistero. I regolamenti attuali vanno migliorati per rispettare quella che è la filosofia del Fair Play Finanziario. Non si può dire che l’Inter bara, ma sicuramente è lecito invocare regole più stringenti per evitare una disparità competitiva. Oggi i grandi club godono di benefici che falsano la sfida rispetto ai club minori.”

Cosa deve fare il Milan per tornare competitivo?

Il Milan è già competitivo, il problema è legato agli infortuni e al bisogno di riorganizzarsi dopo un’estate con troppi cambi. Ora arriverà un nuovo centravanti, probabilmente un centrocampista e un terzino per completare la rosa che già ha recuperato Bennacer rispetto a inizio anno. Zirkzee è secondo me il giocatore giusto per portare il Milan a inseguire la seconda stella.”

Cosa pensi di De Rossi? Merita la conferma?

De Rossi merita una rosa all’altezza. La prossima stagione alcuni giocatori non ci saranno più e andranno sostituiti, ma l’ossatura della squadra è molto buona: lo dimostra questo finale di stagione. E’ poi è l’anno del Giubileo: non si sa mai che possa arrivare una sorpresa…”

Su Tudor?

Deve raddrizzare la squadra. Essere arrivato a fine stagione lo aiuta a capire quali giocatori vanno bene per il suo progetto e quali no. Sta a Lotito accontentarlo, trovando un centravanti che sostituisca degnamente Ciro Immobile. Il resto dipenderà dalle valutazioni che darà il tecnico su Pellegrini e Lazzari sugli esterni e sui trequartisti in rosa. Tenere Felipe Anderson e Zaccagni è fondamentale. Con Luis Alberto e Immobile ormai è il momento di salutarsi: la speranza è che i tifosi li salutino degnamente.”

Come vedi Manna al Napoli?

E’ alla sua prima esperienza da direttore sportivo. Avere De Laurentiis è sia un vantaggio che uno svantaggio. C’è da capire chi sarà l’allenatore, tra Conte e Italiano vedo una straordinaria differenza per il mercato. La difesa va rifatta ma centrocampo e attacco sono già a posto così, in attesa di individuare il centravanti che potrebbe sostituire Osimhen. Sempre che parta: mai dire mai nella vita.”

La Fiorentina deve ricostruire…

❞In questo finale di stagione ha perso Joe Barone e l’allenatore ha già detto che andrà via: è stata una brutta botta. Ora Conference e Coppa Italia servono per chiudere in bellezza, ma poi c’è una squadra da rifare. Vanno scelti allenatore, direttore generale e direttore sportivo: dal mio punto di vista il mercato dei viola negli ultimi tre anni è stato disastroso.”

Atalanta e Bologna invece vanno a gonfie vele…

All’Atalanta vanno fatti i complimenti per la vittoria contro il Liverpool, ma il quinto posto va ancora raggiunto e la Coppa Italia va ribaltata. Credo non ci sia nulla da toccare. Il Bologna invece dovrà fare i salti mortali per trattenere i protagonisti di questo miracolo sportivo. L’infortunio brutto di Ferguson è una tegola oggi, ma potrebbe far restare in Emilia lo scozzese anche per la prossima stagione. Zirkzee e Calafiori, come Motta, invece, andranno sostituiti degnamente. Sono sicuro che ci faranno divertire anche l’anno prossimo.”

E il Torino…

Mi auguro che il presidente faccia qualcosa di più per completare questa rosa. Alcuni giocatori sono a fine corsa e altri non hanno mai performato: il cambio di allenatore sarà fondamentale per individuare quei calciatori in grado di far fare il salto di qualità al club e riportarlo a lottare per un posto in Europa.”

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Cartoline dal futuro. Stefano Trillocco: “Il mio idolo? Vidal”

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Cartoline dal futuro: Stefano Trillocco del Grosseto

Oggi inauguriamo un ciclo di interviste fatte a talenti giovani, ragazzi che potrebbero fare tanta strada nel mondo del calcio. Il primo è Stefano Trillocco.

Per il ciclo di interviste Cartoline dal futuro oggi conosciamo meglio Stefano Trillocco, 18 anni, un metro e ottantotto di potenza, difensore centrale del Grosseto. Al momento è fermo per un infortunio al ginocchio ma presto tornerà a giocare nel club toscano.

Originario di Civitavecchia, frequenta l’ultimo anno delle superiori e parallelamente alla scuola porta avanti la sua carriera da giocatore di calcio professionista. Dopo aver militato nella maggior parte dei club del Lazio, Trillocco ha intrapreso una nuova avventura in Toscana.

Ha un procuratore che è tutto un programma: Franco Zavaglia, noto per essere stato il primo procuratore di Francesco Totti e l’agente di Giuseppe Giannini.

Simpatizzante juventino, è un ragazzo sicuro dei propri mezzi e con le idee chiare sul proprio futuro. Ecco che cosa ci ha raccontato.

Stefano Trillocco (Grosseto Calcio)


Descriviti.

“Sono un difensore centrale molto dotato tecnicamente e fisicamente”.

Quali sono le tue specialità, come difensore centrale?
“La marcatura a uomo: sono cattivo il giusto, senza troppi falli. Infatti raramente prendo cartellini, intervengo sempre pulito sul pallone. La dote migliore che ho sono i lanci, da 50-60 metri”.

Sei destro o sinistro?
“Sono tendenzialmente destro, ma crescendo ho imparato anche a giocare sinistro”.

Hai iniziato la tua carriera da difensore centrale?
“Io ho iniziato da difensore centrale e ho quasi sempre giocato in questo ruolo, tranne alcuni anni che ho giocato con ragazzi più grandi di due anni: a 16 anni giocavo con la Juniores del Rieti e lì giocavo anche come terzino”.

Quando hai scoperto la tua propensione per il calcio?
“Ho iniziato da piccolo, a 5-6 anni, qui a Civitavecchia. Mi aveva segnato papà, mi piaceva il calcio e fin da subito, anche perché ero un po’ più alto degli altri, mi hanno messo dietro fin da subito. Da piccolo non mi piaceva più di tanto fare il difensore, segni raramente… Poi, crescendo, ho capito che è uno dei ruoli più importanti del calcio. Mi piace prendermi questa responsabilità”.

Quindi il merito della tua passione è anche della tua famiglia.
“Ho un ricordo, da piccolino, della finale degli Europei 2012 Spagna-Italia: lì mi sono innamorato di Torres. Poi ho iniziato a giocare a pallone, vedevo tutte le partite con papà. Pure mamma è molto appassionata di calcio, e ci accompagna avanti e indietro tutti i giorni per Grosseto. E’ un sacrificio più per loro che per me, perché vado lì, gioco, mi diverto. Loro guidano, stanno in macchina tutto il pomeriggio, tutti i pomeriggi.

Mi sento di doverli ringraziare perché mi stanno appresso tutti i giorni 24 ore su 24 ore e perché qualsiasi cosa mi serva me lo fanno trovare subito. A partire dalle cure mediche quando mi faccio male a portarmi avanti e indietro tutti i giorni”.

Hai fratelli o sorelle?
“Ho una sorella più grande di 8 anni che non si occupa di calcio: fa la commercialista e il revisore legale a Roma”.

Quand’è che hai pensato che il calcio potesse essere un’opportunità lavorativa, per te?
“Da piccolo. Quando giocavo qui al DLF Civitavecchia mi è arrivata una chiamata dal Ladispoli. Avevo 14 anni. Quell’anno, forse perché ero troppo piccolo, non ci sono voluto andare. Ma è stato meglio così, visto che dopo è arrivata la chiamata della Viterbese e sono andato lì per un anno. Poi purtroppo si è bloccato tutto con il COVID”.

Come hai gestito la situazione, nel periodo del COVID?
“Andavo da solo, ogni tanto mi videochiamavo con la squadra. Quando è finito il COVID abbiamo fatto alcuni tornei e li abbiamo vinti, sempre nel Viterbese, con squadre di zona. All’epoca, alla Viterbese giocavano anche Baschirotto, Adopo… Li ho visti, loro erano grandi, io ero piccolo. Quindici, sedici anni”.

Dopo la Viterbese, com’è continuato il tuo percorso?
“Dopo è arrivata la chiamata del Rieti, e mi hanno detto di giocare nella Juniones. Io sono 2005 e giocavo con ragazzi 2003-2004. Ero un po’ scettico di andare tutti i giorni fino laggiù, ma poi quell’anno mi sono divertito molto. Ho imparato tanto sul piano caratteriale. Loro erano più grandi, io non mollavo mai e sono arrivato al passo loro, a volte superandoli. Loro mi hanno insegnato a non mollare mai“.

Quanto è importante per un giocatore molto giovane potersi confrontare con compagni più grandi ed esperti?
“Per me è stato fondamentale”.

E poi?
“Il Rieti è fallito. Così lo scorso anno sono andato a Grosseto, ci sono stato fino a dicembre-gennaio nella sezione Juniores, poi ho avuto un infortunio al ginocchio e sono tornato a Civitavecchia. Sono stato fermo 3 mesi e poi all’inizio di questa stagione sono tornato al Grosseto”.

Lo stemma del Grosseto Calcio, il club di Stefano Trillocco

Insomma: ti sei girato un po’ tutto il Lazio.
“Sì, lo scorso anno mi sono fatto anche un po’ di esperienza al Civitavecchia in Prima Squadra”.

A noi puoi dirlo: quali sono i tuoi obiettivi?
“Magari, l’anno prossimo, esordire in Prima Squadra in Serie C o Serie D. Mio padre è stato già contattato da alcune squadre. Spero di trovare una squadra di buon livello e iniziare a giochicchiare. Andare avanti con il calcio fino a… sognare”.

Posso chiederti quali squadre ti hanno cercato?
“Non lo dico per scaramanzia (ride, ndr)”.

Saresti disposto a trasferirti altrove?
“Lo sono sempre stato, anche ai tempi della Viterbese. Tranne quest’ultimo anno, perché sono in quinto e ho deciso di concludere le scuole qui”.

Andresti anche all’estero?
“Volentieri. Sognando in grande, a me piacerebbe giocare in Inghilterra. Per il clima e perché mi piacciono i campionati tecnici molto più di quelli fisici”.

In quale squadra inglese ti piacerebbe giocare, se potessi sognare in grande?
“Mi piacerebbe molto giocare all’Old Trafford con il Manchester United“.

Quali sono i tuoi giocatori preferiti?
“Da piccolino, nel mio ruolo mi è sempre piaciuto Sergio Ramos. Però il mio idolo è sempre stato Arturo Vidal“.

Dei difensori centrali della Serie A ce n’è qualcuno che ti piace?
“Quest’anno, secondo me, Bremer è molto forte fisicamente. Uno dei più forti del mondo”.

A proposito di Juventus: che chances ha quest’anno?
“Secondo me non può puntare troppo in alto, deve aspirare al terzo o quarto posto e arrivare in Champions per andare bene l’anno prossimo. Secondo me ci arriva”.

Tornando a te: cosa vedi nel tuo immediato futuro?
“Non trascuro la scuola per il calcio, ho sempre fatto tutte e due insieme senza problemi. Mi vorrei anche iscrivere all’università qui a Civitavecchia, alla Tuscia di Economia. Alle medie ho frequentato l’Istituto Tecnico Economico. Vorrei prendere una laurea in Economia Circolare come mia sorella, di cui vorrei seguire le orme”.

Come si concilia la vita di un giovane calciatore con la vita privata?
“Ormai ci sono abituato, sono 4-5 anni che faccio questa vita. Ho sempre messo in primo piano il calcio, poi c’è sempre stata la scuola. Vado abbastanza bene. La sera studio e faccio i compiti che ci danno. La famiglia la vedo sempre e quando posso esco, ho tanti amici. Conduco una vita normale”.

Quante volte a settimana ti alleni?
“Dal lunedì al giovedì. Esco da scuola, parto e torno a cena”.

Se andassi a giocare in Serie A, dove andresti a giocare?
“Adesso come adesso l’Inter è il top in Italia. Poi Juventus e Milan, indifferentemente”.

Con quale allenatore ti piacerebbe lavorare?
“In Serie A forse Thiago Motta, per il suo stile di gioco”.

Per la Juve: meglio Motta o Conte?
“Lo stile di gioco di Allegri non mi fa impazzire. Fra Conte e Thiago Motta sceglierei Conte, perché ha la carica giusta come con lo scudetto dell’Inter di qualche anno fa. Però anche Thiago Motta è un nuovo allenatore che ha le sue idee ben chiare”.

A proposito di allenatori: cosa pensi di Palladino del Monza?
“E’ un bravo allenatore. Forse un gradino sotto Thiago Motta”.

Come giudichi l’operato di De Rossi a Roma?
“Ha cambiato la squadra: perché con Mourinho non giocava. Con l’arrivo di De Rossi, soprattutto per la sua romanità e per la sua grinta, ha risvegliato tutti quanti, compreso Pellegrini. C’è un’alta probabilità che il suo contratto venga rinnovato a fine stagione”.

Roma-Milan chi la vince?
“Roma-Milan in casa della Roma dipende da come starà Leao: se sta bene non ce n’è per nessuno”.

Dimentichi il fattore Abraham.
“Anche Abraham è forte, ma prima che ritrovi la condizione si arriva all’inizio della prossima stagione. Recuperare dopo una lesione al crociato non è mai semplice”.

Chiudiamo con un quiz: l’attaccante più forte della Serie A.
Lautaro Martinez“.

Il centrocampista più forte?
Barella, che per me è molto simile a Vidal”.

Il difensore più forte?
“Bremer”.

E il portiere?
“Ce ne sono tanti in Serie A. Provedel della Lazio è fortissimo, Szczęsny è un gatto, Sommer prende raramente gol. Ma secondo me il più forte è Maignan del Milan“.

Ringraziamo Stefano per il tempo che ci ha dedicato e gli auguriamo tanta fortuna per la sua carriera.

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