Le interviste
Esclusiva CS, Cristiano Ruiu: “Stadio del Milan? Un caos”
Esclusiva CS: Cristiano Ruiu, giornalista di fede rossonera, è intervenuto per noi in merito alla questione del nuovo stadio. Questo il suo pensiero su entrambe le vicende.
Cristiano Ruiu, secondo lei la situazione per quanto riguarda lo stadio del Milan può dirsi definitivamente sbloccata?
“Credo che in questo momento parlare di situazione sbloccata sia improprio, perché di nuovo stadio in ambito Milan se ne parla dal 2015. Tanti dirigenti che si sono alternati in questi anni hanno detto che il primo obiettivo era lo stadio di proprietà, quindi io ci andrei con i piedi di piombo”.
Se ciò dovesse andare in porto, Lei vede l’area de La Maura come appetibile per il progetto o pensa che ci si dirigerà altrove?
“Non conosco l’opportunità dal punto di vista urbanistico. Dico solo una cosa: a fine anno il Santiago Bernabeu di Madrid sarà ristrutturato per la sesta volta dal 1982. Come dice Florentino Perez, sarà “el mejor estadio del mundo”. Lo stadio delle Merengues sorge in una zona centralissima di Madrid. E’ in mezzo al traffico della città, in una zona residenziale, e quindi ci sono case e uffici tutti intorno. Parliamo di un’area criticissima, eppure a nessuno è mai venuto in mente di spostarlo. E’ un monumento di Madrid, quanto il Camp Nou lo è per Barcellona, e potrei fare mille altri esempi. Per me Milano che decide di perdere un suo monumento è una follia. Sarebbe come spostare il Duomo altrove. C’è anche da dire che lo scenario secondo il quale lo stadio di proprietà è la panacea di tutti i mali non è sempre la verità assoluta. Si rischia di perdere un patrimonio storico, culturale e sportivo di Milano, quale è lo stadio di San Siro”.
La costruzione dello stadio
Qualora Cardinale decidesse di arrivare alla costruzione dello stadio di proprietà, crede che il finanziamento possa arrivare dagli sponsor oppure seguendo altre strade?
“A ma fa sorridere che Gerry Cardinale, arrivato al Milan da pochi mesi, possa decidere come costruire lo stadio. Leggevo che tra gli advisor della società che si deve occupare della costrizione del nuovo stadio c’è anche il signor Gancikoff, del quale se ne è sentito parlare ai tempi di Yonghong Li. C’è tanto di non detto”.
Dal lato Inter, invece, pensa che saranno in grado di costruire lo stadio in autonomia, nonostante la difficile situazione economica?
“Milan e Inter sono società in perdita, nessuna delle due ha la forza di costruire lo stadio in autonomia. Lo sceicco ci ha fatto vedere, in questi anni, come si rilancia un club. Si compra un brand da rivitalizzare, cioè il Psg o il Manchester City di turno. Con i suoi soldi e il suo management ne rilancia il nome portandolo ad alti livelli. Molti dicono che il Psg non ha ancora vinto nulla a livello internazionale, vero. Però è anche vero che, da quando i qatarioti hanno preso in mano il club parigino, il fatturato si è moltiplicato 10-12 volte. La stessa cosa è avvenuta con Berlusconi, che acquisì un Milan alle porte del fallimento e lo portò tra le grandi d’Europa. Milan, Inter e Juventus si portano dietro una situazione di costi e gestione talmente gravosa, rendendole difficilmente appetibili. In questo contesto si sono affermate le operazioni finanziarie di ristrutturazione del debito. Ad esempio il passaggio di proprietà da Thohir a Suning. Non esiste più il magnate che arriva, paga tutti i debiti, acquista la società in toto e ne diventa il padrone”.
Cristiano Ruiu: il destino di San Siro
Secondo lei quale potrebbe essere il destino di San Siro, una volta che saranno nati i nuovi impianti di Milan e Inter?
“Non ci voglio nemmeno pensare. Che venga abbandonato, ristrutturato, è difficile. Si possono fare concerti, ma anche quello è da vedere, perché i costi di gestione di San Siro sono elevati. Per un cantante è più facile riempire il Forum di Assago. Riadattarlo è complicato, mentre abbatterlo è un colpo al cuore. I club Spagnoli Real Betis e Siviglia avevano costituito un consorzio per la costruzione della cosiddetta Cartuja. I rispettivi stadi non gli hanno lasciati, perché si sono resi conto che dal punto di vista dell’immagine sarebbe stato un duro colpo. Pensate a San Siro, che è sicuramente uno dei 5 più famosi stadi del mondo. Noi pensiamo di buttare giù un monumento di Milano tra i più conosciuti al mondo. Mi sembra una cosa antistorica, perché non trovo una ragione economica, se non per questioni immobiliari. San Siro è un brand molto importante, e noi lo buttiamo giù?”.
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Le interviste
Michele Padovano da Seta (Senigallia): “Ecco cosa penso su Juve e Max”
Michele Padovano, attaccante campione d’Europa con la Juventus nell’annata 1996, sarà special guest al Ristorante Seta di San Silvestro di Senigallia (An), nelle Marche, con il suo libro “Tra la Champions e la Libertà”. Venerdì 29 marzo, a partire dalle ore 20, l’ex attaccante racconterà durante una cena a tinte bianconere la sua lunga storia personale e professionale, tra sogni calcistici ed incubi giudiziari.
Era il lontano 10 maggio 2006 quando alcune auto gli sbarrano improvvisamente la strada e agenti in borghese lo trascinano dritto in caserma. È il 31 gennaio 2023 quando giunge l’assoluzione dall’accusa di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Un volume appassionante in cui Michele Padovano riassume interminabili 17 anni di vita. Proprio come dice il suo libro, “Tra la Champions e la libertà”.
Un lungo tragitto fatto di problemi, galera, processi e arresti domiciliari, fino alla tanto attesa libertà. Padovano sarà al Ristorante Seta per svelare tutti i dettagli della sua incredibile storia. Appuntamento, dunque, nelle Marche venerdì 29 marzo. “Mi sento marchigiano d’adozione”, ci ha detto Michele Padovano, intercettato al ritorno in Italia da Malta. “Juve? Credo la società sia in linea con i programmi. Avevano chiesto a Max Allegri qualificazione Champions e valorizzazione giovani – Next Gen. Credo questi obiettivi siano stati raggiunti. Poi non lo nascondo: non è che Allegri abbia un gran gioco. Si può sempre migliorare nel gioco del calcio..”. E su Euro 2024: “Lorenzo Lucca dell’Udinese mi piace come attaccante, contento sia stato convocato da Spalletti. Il CT e questa Italia qualcosa di buono ci faranno sicuramente vedere…”. Grazie Michele per la disponibilità… Grazie a te Daniele (Bartocci) per l’attenzione.
Le interviste
Biasin: “Euro 2024? Non sottovalutate l’Italia. Su Inter e Como..”
E’ un Fabrizio Biasin bello carico e senza filtri alla vigilia di un interessante evento a tinte nerazzurre nella regione Marche. Domani sera il ristorante “La Cucina degli Angeli”, a Casette Verdini di Pollenza (Macerata), sarà ‘tempio incontrastato’ di una gustosa cena interamente a sfondo Inter. Special Guest di questa serata tutta da vivere saranno il giornalista sportivo e opinionista Fabrizio Biasin e gli ex calciatori dell’Inter Evaristo Beccalossi e Massimo Ciocci. Nell’occasione Fabrizio Biasin presenterà il suo libro “Odio il calcio”. Un interessante volume in cui Biasin descrive in maniera puntuale “drammi esistenziali costantemente segnati dal rimbalzo di un pallone”.
Alla vigilia dell’evento in terra marchigiana abbiamo scambiato quattro chiacchiere in ESCLUSIVA proprio con Fabrizio Biasin. Nativo di Como (3 luglio 1978) e tifosissimo dell’Inter non potevano mancare spunti di riflessione sul club lariano (che sogna oggi la Serie A) e sul team di Simone Inzaghi. Breve focus anche sulla Nazionale Azzurra di Luciano Spalletti, reduce dalla vittoria per 2 a 1 contro il Venezuela. Ecco l’intervista (esclusiva) integrale al “Biaso”.
Indice
FABRIZIO BIASIN SULL’INTER DI INZAGHI: “UN CALCIO DI ALTO LIVELLO. E ICARDI…”
“Domani nelle Marche cercheremo di passare una bella serata. Parleremo di calcio in modo leggero in quanto, come scrivo nel libro, il pallone è quella cosa che accompagna un po’ tutti gli italiani nel bene o nel male”. Queste le parole di Biasin ai nostri microfoni. “L’idea, dunque, è quella di vivere fino in fondo una piacevole serata, raccontandoci le nostre cose…”. Gli abbiamo chiesto, nell’occasione, se vuol lanciare un messaggio all’Inter e/o ai tifosi nerazzurri… “Personalmente non devo lanciare messaggi a nessuno – scherza Fabrizio – È l’Inter che sta lanciando messaggi rispetto a un 2024 fatto di tante belle partite e una delusione in Champions League. Passo falso che però non deve distrarre dalla mission finale ovvero dall’obiettivo annunciato di vincere lo scudetto. Il tutto giocando peraltro un calcio, come abbiamo visto, a livelli molto elevati”. Telegrafico su Mauro Icardi: “Se mi piacerebbe rivederlo in Italia? Icardi guadagna 10 milioni a stagione, è impossibile”.
FABRIZIO BIASIN SULLA NAZIONALE ITALIANA: “AGLI EUROPEI NON SAREMO I FAVORITI NUMERI UNO MA… GUAI A SOTTOVALUTARCI! DA CAPIRE SE SARA’ DIFESA A 3 O A 4”
“La Nazionale è una squadra ancora in costruzione”, commenta Biasin. “Manca poco all’inizio del campionato europeo (EURO 2024). E non abbiamo ad oggi trovato gli incastri necessari per capire se Spalletti deciderà di affrontare l’europeo con una difesa a 3 o se tornerà alla difesa a 4. L’amichevole vinta ieri per 2 a 1 (Italia-Venezuela) non ha dato certezze. Però è anche vero che era una partita da definire sperimentale. Già dal prossimo test vedremo in campo diversi titolari, ci faremo dunque un’idea più chiara in merito. Di certo sappiamo di non essere i favoriti numero uno ad Euro 2024. Ma attenzione a non sottovalutarci perché credo Luciano Spalletti abbia le chiavi per riuscire a mettere in campo una formazione competitiva”.
FABRIZIO BIASIN SUL COMO TRA SOGNO SERIE A E GABRIELLONI-GOL
“Alessandro Gabrielloni è l’idolo dei tifosi del Como, al netto che ci sono giocatori più rappresentativi”, prosegue Biasin. “Ebbene sì, non ci sono dubbi: Alessandro è l’idolo assoluto dell’intera tifoseria. E adesso, da titolare, sta provando insieme agli altri a trascinare il Como verso quel sogno chiamato Serie A. La speranza, da comasco, è quella di vivere un finale di stagione ad altissima intensità. Certamente i tifosi del Como possono essere molto felici di come sta rispondendo la squadra e della generosità di questo attaccante, Gabrielloni. Un attaccante veramente, veramente bravo”. Gli abbiamo chiesto: “Gabrielloni di Jesi (An) in Nazionale, ad oggi, è pura utopia?”. Puntuale la risposta di Biasin: “Abbastanza… Cominciamo a vedere se riesce ad arrivare in Serie A con il Como. E da quel momento potremo fare altri tipi di ragionamento. In questo momento direi che è abbastanza difficile vederlo in Nazionale…”.
IL FUTURO DELL’ALTRO ATTACCANTE MARCHIGIANO WALID CHEDDIRA: “STAGIONE INTERLOCUTORIA. OTTIMISTI NEI SUOI CONFRONTI”
Infine un commento sull’altro attaccante marchigiano, come ‘Alex’ Gabrielloni, Walid Cheddira, ex bomber del Bari (nativo di Loreto – An) oggi al Frosinone in Serie A (in prestito dal Napoli). “Pensavo potesse incidere ancora di più rispetto a quanto fatto. Questo per dire che l’anno scorso mi aveva impressionato parecchio. A mio modo di vedere aveva le chance per fare un po’ di più. In ogni modo diciamo che può essere una stagione interlocutoria, dunque continuiamo ad essere ottimisti nei confronti di Walid Cheddira”. Grazie Fabrizio… “Grazie a te Daniele” (Bartocci)
Le interviste
Milan, Ravezzani su Pioli: “Attira fastidi”
Sul futuro del Milan e più nello specifico sul futuro di Pioli, ha parlato Fabio Ravezzani direttore di TeleLombardia, ai microfoni di Milannews.
Ravezzani: “Non credo che il Milan sarebbe primo con un altro allenatore”
Dopo un ciclo di partite che ha visto i rossoneri fare 5 vittorie consecutive, arriva la sacrosanta sosta per ricaricare e riordinare le idee.
Sulla questione Pioli in particolare, ha espresso il suo pensiero Fabio Ravezzani, direttore di TeleLombardia vicinissimo alle vicende che riguardano il Milan.
Nello specifico si domanda se davvero ci siano valide alternative a Pioli e se un altro allenatore, al posto dell’attuale tecnico, sarebbe stato in grado di portare i rossoneri in testa al campionato.
Le sue parole:
“Non credo che il Milan sarebbe primo con un altro allenatore in panchina, certo qualcuno più bravo di Pioli sicuramente c’è ma il punto è se riesci ad averlo.”
“Conte è sicuramente più bravo, Thiago Motta un investimento in prospettiva rischioso, ma gli altri non sono meglio di Pioli.”
Il paragone tra Giroud e le punte delle altre big e l’impopolarità di Pioli
“Questa squadra non è cosi forte da essere penalizzata dall’allenatore, davanti c’è Giroud che 37 anni e non è Lautaro ne Osimhen, che tra l’altro ha giocato poco e male infatti il Napoli è imploso.”
“I rossoneri dopo 29 giornate hanno gli stessi punti di 2 anni fa, ma la popolarità di Pioli non è la stessa, del resto quando un tecnico arriva al quarto anno attira dei fastidi.”
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