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Storie di Coppa Campioni: Milan-Steaua Bucarest 4-0

Il 24 maggio 1989 il Milan di Arrigo Sacchi batte la Steaua Bucarest nella finale di Coppa Campioni, aggiudicandosi il trofeo per la terza volta.
In un match quasi senza storia i rossoneri disintegrano il club dell’est con un sonoro 4-0 grazie alle doppiette di Marco Van Basten e Ruud Gullit. Un predominio incredibile del Diavolo, in un Camp Nou tutto milanista.

arrigo sacchi celebrazione 120 anni ac milan during Milan vs Sassuolo, Italian Soccer Serie A Men Championship in Milano, December 15 2019 – LPS/Fabrizio Carabelli
Coppa Campioni: il percorso delle finaliste
Ma com’è stato il percorso di Milan e Steaua Bucarest per arrivare in finale? L’avvicinamento all’ultimo atto della competizione per i meneghini non è stato molto semplice. I rossoneri hanno rischiato l’eliminazione già negli ottavi contro la Stella Rossa.
Grazie infatti ad una nebbia fittissima la partita era stata sospesa sull’1-0 per i padroni di casa, e rigiocata il giorno seguente. Fatto curioso: rientrando negli spogliatoi, i milanisti vi trovarono Virdis, già ripulito e in borghese. Il rossonero era stato espulso, ma la visibilità era a tal punto compromessa che nessuno dei suoi compagni se n’era accorto. La buona sorte il giorno successivo premiò il Milan, nonostante un gol buono di un metro non visto dall’arbitro e il pesante scontro subito da Donadoni, che rischiò la vita.
Nei quarti col Werder Brema, grazie ad un rigore generoso, i ragazzi di Sacchi andarono avanti.
E così venne il Real Madrid in semifinale. Al Bernabeu il Diavolo va sotto e recupera grazie al solito Van Basten che si catapulta in tuffo su un cross arretrato di Tassotti e dal limite dell’area, in torsione miracolosa, fa carambolare il pallone sulla traversa e sulla schiena di Buyo e infine in porta. Ma a San Siro è tutt’altra storia: cinque reti, cinque marcatori diversi – una litania indimenticabile. A punire i Blancos Ancelotti, Rijkaard, Gullit, Van Basten, Donadoni.
La squadra rumena invece aveva passeggiato nei turni preliminari (22 reti segnate a fronte di sole 7 subite). D’altronde potevano contare su giocatori come Petrescu, di Lăcătuș e del formidabile Hagi, il Maradona dei Carpazi. Inoltre avevano ottenuto la Coppa tre stagioni prima annullando il Barcellona in quel di Siviglia.
Milan-Steaua: la cronaca
Del che si possa pensare la squadra rumena è un avversario arcigno ed antipatico.
In quel del Camp Nou di Barcellona il 24 maggio va in scena la finale della Coppa Campioni 1989.
Il Milan schiera: G. Galli; Tassotti, Costacurta, Baresi, Maldini; Colombo, Rijkaard, Ancelotti, Donadoni; Gullit, Van Basten.
La Steaua risponde con: Lung, Petrescu, Ungureanu, Stoica, Bumbescu, Iovan, Lacatus, Minea, Piturca, Hagi, Rotariu
Dopo il gioco duro iniziale dei rumeni (3 falli nei primi 8 minuti) al 16esimo il Milan passa: Gullit approfitta di una brutta parata di Lung e appoggia in rete per il primo vantaggio della serata. I ragazzi allenati da Iordanescu soffrono il palleggio rossonero.
Dopo 12 minuti, al 28′, arriva il raddoppio: Van Basten si avventa su un cross di Tassotti e la mette dentro. C’è ancora tempo però per calare il tris. Ancora Gullit: l’olandese al volo mette il pallone nell’angolino. Primo tempo senza storia. Come il secondo del resto. Infatti ad inizio ripresa arriva il poker del Milan: il Cigno di Utrecht brucia il portiere in uscita il povero portiere rumeno.
Un 4-0 senza storia ed impressionante che regala la terza Coppa Campioni della storia del Diavolo. Meritata e giusta. La partita perfetta di una squadra perfetta.
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Serie A, come stanno le big: chi è più avanti per il titolo?

La Serie A 2024/2025 è finita da circa un mese e già conosciamo il calendario del campionato 2025/2026, in vista del quale le squadre sono in preparazione.
Allo stato attuale, quale squadra ha più chance di arrivare davanti a tutti il prossimo anno?
Serie A 2025/2026, chi può vincere lo scudetto
Diverse squadre
Le squadre a contendersi i vertici della classifica, salvo sorprese, saranno sempre le solite. Ma è difficile prevedere quale, tra queste, riuscirà a vincere il campionato, perché gli equilibri, rispetto alle scorse stagioni, sembrano diversi.
La grande favorita: il Napoli
Il Napoli, secondo me, è il club con più chance di vincere la Serie A. Non solo perché vorrà mantenere il titolo di campione d’Italia, ma anche perché vuole continuare sulla strada imboccata. Infatti, ha confermato, in panchina, Antonio Conte e, soprattutto, si è assicurato, a centrocampo, Kevin De Bruyne
Il grande punto di domanda: l’Inter
Più difficile fare una previsione sul campionato dei nerazzurri. Dopo 4 anni con Simone Inzaghi, la panchina è stata affidata a Chivu: reduce dalla salvezza con il Parma. Tuttavia, questa è la sua prima esperienza alla guida di una big. I risultati del Mondiale per Club daranno sicuramente più indicazioni, anche su come intervenire nel calciomercato.
Un’altra incognita: l’Atalanta
La stagione passata, per la prima volta nella sua storia, l’Atalanta è arrivata a battersi per il titolo. E’ difficile, invece, capire se continuerà, anche la prossima stagione, a occupare le posizioni alte della classifica. Questo perché, al posto di Gasperini, ci sarà Juric, e, guardando la sua carriera da allenatore, è impossibile dire se i bergamaschi riusciranno a mantenere lo stesso ritmo degli anni scorsi.
Nicolò Caudini

IL PALLONE DELLA SERIE A 2024-2025 ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
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Bologna, Benjamin Dominguez: è l’ora del decollo

Benjamin Dominguez, classe 2003, è uno dei profili su cui Vincenzo Italiano punta con convinzione in vista della nuova stagione. Il talento non è mai stato in discussione. Ma ora il tecnico rossoblù vuole che Benja faccia quel salto di qualità che gli consenta di essere protagonista con continuità.
Il Bologna punta su Dominguez
La scorsa annata ha mostrato sprazzi del suo potenziale. Ma con Ndoye possibile partente, il Bologna avrà bisogno che anche Dominguez contribuisca in maniera concreta: serviranno gol, assist e personalità per reggere la pressione di una squadra che punta in alto e alla zona Champions.
Per Dominguez, inoltre, si avvicina anche il debutto in Europa. Questa volta l’esterno argentino sarà inserito regolarmente nella lista UEFA per l’Europa League. Dopo essere rimasto escluso lo scorso anno dalla lista Champions per motivi legati al suo recente arrivo. Un’occasione importante per misurarsi anche sul palcoscenico internazionale.
Come riportato da diverse fonti, il tecnico vuole che Dominguez sia “pronto al dopo Ndoye”. E lo aspetta già dalle prime battute della nuova stagione per vederlo finalmente decisivo. Tocca a lui: il momento è arrivato.
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Empoli, la miglior piazza d’Italia per i giovani?

Negli anni Empoli ha costruito un modello unico: valorizzare i talenti, formarli e lanciarli nel grande calcio. Una vera scuola di crescita.
Da oltre vent’anni, Empoli è diventata sinonimo di progettualità e visione nel calcio italiano. Una piccola realtà capace di sfornare giocatori per club di vertice e per la Nazionale, grazie a una combinazione vincente di scouting e un ambiente ideale per crescere senza pressioni.
Non si tratta solo di lanciare giovani, ma di farlo con metodo: investendo nel settore giovanile, scegliendo allenatori-formatori e credendo nel gioco come strumento di sviluppo.
Basta sfogliare l’album dei ricordi per rendersene conto. Qui sono sbocciati Antonio Di Natale, poi diventato una leggenda dell’Udinese e della Serie A, e Vincenzo Montella, partito da Empoli prima di imporsi alla Sampdoria e alla Roma. E ancora Massimo Maccarone e Luca Toni.
Negli anni più recenti hanno brillato anche Daniele Rugani, Giovanni Di Lorenzo, Ismaël Bennacer, Piotr Zielinski, Hysaj, Vecino, Vicario e Saponara.
Una generazione dopo l’altra, Empoli ha saputo imporsi come uno snodo cruciale per la crescita dei futuri campioni.

ESULTANZA EMPOLI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Empoli, fabbrica inesauribile di talenti
Ma la favola non appartiene solo al passato. Anche oggi l’Empoli continua a essere un punto di riferimento per il calcio italiano.
L’ultima conferma arriva dai due gioielli dell’ultima annata: Jacopo Fazzini, mezzala classe 2003, che dopo una stagione in crescendo è pronto a diventare un nuovo giocatore della Fiorentina per circa 10 milioni di euro, e Luca Marianucci, difensore centrale classe 2004, già acquistato dal Napoli per una cifra vicina ai 9 milioni. Non solo loro, ma quest’annno anche i vari Anjorin, Goglichidze ed Esposito sono l’ennesima prova che a Empoli si lavora con continuità, senza rincorrere i riflettori.
In un calcio italiano spesso affamato di risultati e poco propenso al rischio, il club azzurro resta una delle poche oasi dove i giovani possono ancora sbagliare, imparare e affermarsi. E forse, proprio per questo, è oggi la miglior piazza d’Italia per chi sogna di diventare un grande calciatore.
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