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Silver Gol e Grecia: l’Europeo che non ti aspetti

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UEFA

Esattamente 21 anni fa, il primo luglio del 2004, la Grecia vinceva il suo unico Europeo tra lo stupore di tutti, grazie anche ad una regola durata poco tempo.

Si sta parlando ovviamente del Silver Gol, regola introdotta nella stagione 2003/04, a fare la fortuna della compagine ellenica nella manifestazione europea per nazioni del 2oo4.

grecia

Addio Golden, benvenuto Silver Gol

Fino ad allora, per decidere le partite oltre i 90 minuti, veniva usato il cosiddetto Golden Gol. La regola era piuttosto semplice: ai supplementari il primo che segna vince.  E chi più di noi italiani può ricordare questa regola. Tutti ricordano infatti il gol decisivo di Trezeguet nella finale di Euro 2000. Ma non solo. C’è anche quello del coreano Ahn, che beffa Maldini nel Mondiale 2002 e condanna la nostra nazionale ad abbandonare il Mondiale nippo-coreano.

Fu così, che per porre fine a questa atrocità sportiva, che nella primavera del 2003 si pensò a cambiare tutto questo, introducendo una qualcosa di meno drastico. Così il Golden Gol venne mandato in pensione in favore dell’introduzione del Silver Gol. Il principio di questa regola era pressappoco semplice: chi segna nel primo tempo supplementare e mantiene il vantaggio fine alla fine vince. Una rivoluzione pensata subito per le due finali di quella stagione: Porto-Celtic di Coppa Uefa e Milan-Juventus di Champions League.

Tuttavia in questi due match la regola non si verificò. Questo perchè per Milan e Juventus la partita si decise ai rigori, mentre per la finale di Coppa Uefa il Porto di un giovane Josè Mourinho andò in vantaggio nel supplementare, ma nel secondo tempo però. Nulla di diverso dalla regola che vediamo oggi.

E’ tutto vero: la Grecia vince l’Europeo “silver”

A conti fatti il Silver Gol, nel suo poco tempo di attuazione, sarà determinante in due partite. La prima riguarda un preliminare di Champions League tra Ajax e Glazer, con i lanceri a vincerla grazie ad un gol di Galasek  al 103esimo minuto. Quindi solo due minuti di sofferenza per gli olandesi prima di festeggiare. L’altra invece, non ce ne voglia l’Ajax, ha un peso specifico più importante. Si tratta infatti della finale di un Europeo.

E’ il primo luglio del 2004, e allo stadio di Oporto è tutto pronto per la finale tra Grecia e Repubblica Ceca. I cechi partono con il favore dei pronostici ovviamente. Si pensi che la Grecia, ad inizio torneo, era stata piazzata al penultimo posto della graduatoria per vincente torneo.

Tutto questo, unito alla grande potenza ceca del tempo, faceva presagire una finale a senso unico. Basti pensare che la Repubblica Ceca poteva contare su talenti come Petr Cech, Jankulosvski, Poborsky, Rosicky, Nedved e Milan Baros. 

C’è da dire però che la Grecia si era fatta notare nella competizione. Infatti, dopo aver superato il girone, nei quarti annullava le speranze della Francia di poter andare avanti nell’Europeo. C’era da sottolineare una grande solidità difensiva da parte degli ellenici. In rosa i greci avevano, o avranno in seguito, giocatori con una carriera nel nostro campionato. Si pensi ai vari Dellas, Zagorakis e Karagounis. 

La partita in se per se vive di pochi spunti e di equilibrio. Come nelle più classiche delle sorprese la sfida va ai supplementari. Ad attendere le squadre non c’è più il Golden ma il Silver Gol. E il fato decide che quella partita deve andare a favore dei cosiddetti Underdog. Infatti da corner Dellas stacca e insacca alle spalle di Cech. La Repubblica Ceca potrebbe ancora recuperarla giocando il resto del tempo supplementare. Peccato per lei che il gol degli ellenici arriva al 105esimo minuto. E’ troppo tardi.

La Grecia vince l’Europeo del 2004 grazie al Silver Gol.

Nota a margine: dopo la finale dell’Europeo 2004 il Silver Gol andrà anch’esso prematuramente in pensione, con il ritorno alla vecchia formula supplementare. Ovvero che entrambi i tempi vanno giocati fino alla fine.

Probabilmente, con il senno di poi, la migliore scelta possibile.

 

 

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Aleksey Batrakov, il talento che ha stregato Barcellona e Psg!

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Barcellona

Il Lokomotiv Mosca vanta in rosa il giocatore più prezioso della Russian Premier League, ovvero Aleksey Batrakov. Barcellona, Psg e Porto hanno mostrato interesse.

Aleksey Batrakov è un trequartista classe 2005 del Lokomotiv Mosca. Vale 25 milioni di euro e, in 2 stagioni (sino ad ora) ha realizzato 60 presenze, 30 gol e 15 assist.

Un contributo offensivo che farebbe scalpore anche se si trattatasse di una punta, ma stiamo parlando di un trequartista di soli 20 anni.

La sua permanenza in Russia dalla prossima stagione appare improbabile, dato l’interesse di club come Barcellona, Psg e Porto.

Il giocatore ha un contratto che lo lega al club sino al 2029. A meno che non siano il giovane stesso e i propri agenti a spingere per una cessione, potrebbero essere necessari 30 milioni di euro o anche più per acquistarne le prestazioni.

Barcellona

Dal Barcellona al Psg, ma chi è Batrakov?

Il giocatore attualmente vanta 15 gol e 6 assist in 23 presenze. È il miglior marcatore del e il secondo miglior assistman in questa stagione del campionato russo.

È il calciatore con più tiri nello specchio della porta nel Lokomotiv Mosca (1.4), è quello che tenta più tiri a partita (2.8), quello che ha creato più occasioni importanti (9) e il primo per passaggi chiave nei 90 minuti (3.1 a partita).

Offensivamente è un gioiello assoluto, in ogni singolo aspetto possibile.

La sua qualità più distintiva è la capacità di arrivare in area di rigore al momento giusto. Ha l’istinto di un attaccante con l’intelligenza tecnica di un regista.

Supporta tanto l’attacco e torna anche indietro, si sacrifica per tentare di recuperare palla e far ripartire l’azione in attacco, spesso con lui a guidarla.

La sua intelligenza calcistica è eccezionale: interpreta gli spazi, anticipa le reazioni difensive e trova costantemente angolazioni che aprono percorsi di progressione per la sua squadra.

Davanti alla porta, mostra una calma e una precisione fuori dal comune per un giocatore della sua età.

Invece di forzare tiri dalla distanza (sebbene possa tirare anche da lontano con ottima precisione), cronometra le sue incursioni in area di rigore, concludendo con precisione e compostezza. I suoi movimenti gli permettono di aggirare i duelli fisici; segna evitando il contatto piuttosto che subendolo.

primo tocco preciso e un controllo eccellente negli spazi stretti. Pur non essendo un dribblatore naturale, il suo gioco di collegamento rapido e la capacità di combinare palla in spazi ristretti lo rendono molto efficace nelle zone d’attacco affollate.

La sua agilità, il suo equilibrio e la sua tecnica pulita gli garantiscono di perdere raramente il possesso palla sotto pressione.

Avrebbe le caratteristiche tecniche per giocare anche come seconda punta, ma al momento fisicamente sarebbe troppo faticoso per lui.

Alto 171cm e con un fisico ancora da dover irrobustire. In Russia potrebbe anche interpretarlo, ma nei top 5 campionati russi non sarebbero sufficienti le alte qualità tecniche per eludere i duelli avversari.

Una tappa intermedia sarebbe la più consigliata nel suo caso. Al Porto, con Farioli, potrebbe maturare molto e senza particolari pressioni.

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Torino, Vlasic finalmente decisivo: quanti gol quest’anno?

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Torino

La stagione del Torino sta vivendo di alti e bassi ma nell’ultimo match è tornato a incidere Vlasic. Di questo passo può superare il proprio record personale.

Nella vittoria contro la Cremonese per 1-0 è risultata decisiva la rete di Nikola Vlasic, sempre centrale nel progetto granata ma spesso sfortunato nonostante i bonus.

Torino, segna ancora Vlasic ma finalmente è decisivo

Quello che ha rappresentato e continua a rappresentare il fantasista serbo per la società granata è degno dei migliori veterani del calcio. Nonostante le poche stagioni effettive con la maglia del Toro (4 con quella corrente), ha collezionato quasi tutte le presenze disponibili, diventando sempre più idolo dei tifosi.

In totale sono 17 gol e 16 assist in 119 presenze totali, a dimostrazione delle fedeltà ma anche dell’integrità fisica di cui la società ha potuto godere in questi anni, inoltre ha conquistato anche la fascia da capitano.

Dal punto di vista del gioco poi Vlasic è sempre stato un fantasista fuori dagli schemi, capace di inventarsi una giocata dal nulla e mandare in porta un compagno o incidere in prima persona.

In questa stagione, prima della 15° giornata, aveva già messo il timbro contro Como Milan ma in entrambi i casi il risultato poi non è stato in favore del Torino. Stesso discorso per gli assist (2 fin qui), serviti contro Lecce e nuovamente rossoneri. Finalmente dunque, e per la prima volta in questa stagione, un suo contributo è risultato decisivo per portare a casa punti (3).

Grazie anche all’aiuto di Zapata, Vlasic è riuscito a sbloccare il risultato contro la Cremonese in una partita complicata dal punto di vista fisico ma poi diventata in discesa dopo il gol del vantaggio.

A oggi dunque sono 3 i gol stagionali in 15 partite, lo scorso anno ne segnò in 30 partite, quello precedente sempre 3 mentre al primo in granata raggiunse quota 5. Per questo motivo i presupposti per infrangere il record personale di reti in Serie A ci sono tutti, tanto dipenderà dalla bravura del giocatore ma anche dall’umore della squadra, spesso influenzato da Vlasic che è anche il capitano.

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NIKOLA VLASIC ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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Fiorentina, è già finito il tempo di Gudmundsson: Gasperini osserva

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Fiorentina

 Roma valuta Albert Gudmundsson dalla Fiorentina: prestito secco possibile, con Inter e Juventus sullo sfondo per il centrocampista islandese.

Del brutto periodo che sta vivendo oggi la Fiorentina, anche i giocatori ne stanno risentendo, a partire dal vice-capocannoniere Moise Kean, passando per uno dei migliori portieri della scorsa stagione, come anche  dell’ultima decade, David De Gea, fino ad arrivare a Albert Gudmundsson, da cui ci si attendeva una stagione di rinascita e che invece, come il resto della squadra, sembra vivere una vera e propria ricaduta.

L’islandese, disponibile solo a tratti nella scorsa stagione tra infortuni e problemi fisici, sembrava poter diventare l’asso nella manica di Stefano Pioli, che già durante il precampionato lo aveva schierato alle spalle delle due punte, lasciandogli libertà di creare ed esprimere la sua fantasia.
All’inizio della stagione, però, i risultati e le prestazioni sul campo hanno deluso, stravolgendo le aspettative iniziali.

Da una Fiorentina in zona Champions, come nelle migliori ambizioni di Pioli, si è passati a una fase di forte difficoltà, fino a mettere in discussione lo stesso tecnico. Anche l’idea di un attacco a due punte, con Kean inamovibile e Džeko e Piccoli ad alternarsi, è stata progressivamente accantonata.
Alla fine, Pioli ha assecondato il volere dei tifosi, rispolverando lo schema visto ad agosto, ma i risultati sono rimasti deludenti, portando al sollevamento dall’incarico del tecnico.

Con l’arrivo di Vanoli, nonostante la vicinanza ai giocatori e la strategia di comunicazione adottata, le buone notizie sono state poche, con la prima vittoria arrivata solo in Conference League a un mese dalla nomina.

Fiorentina, il mercato è alle porte

La pausa natalizia sarà inevitabile per sedare gli animi, analizzare cosa non sta funzionando e valutare possibili interventi che, sfruttando il mercato, possano avere un effetto immediato sulla squadra.

Non significa necessariamente nuovi acquisti: la Fiorentina vive una situazione particolare, con giocatori che non si aspettavano di dover lottare per un posto in zona salvezza. La vera chiave di svolta potrebbe risiedere nelle cessioni, liberando il progetto da chi non si sente pronto a dare il massimo per la causa.

Uno dei nomi più importanti in questo senso è Albert Gudmundsson, che solo in alcuni momenti ha mostrato il suo talento, come ai tempi del Genoa. La dirigenza viola quindi starebbe valutando possibili acquirenti, con diversi club di Serie A già interessati.
La Roma di Gian Piero Gasperini sarebbe in pole position, pronta a proporre un prestito secco. È improbabile però che la Fiorentina possa accettare subito queste condizioni, ma la trattativa potrebbe aprire a scenari diversi.
Sullo sfondo restano anche Inter e Juventus, squadre che seguono da tempo il giocatore, sin dai tempi del Genoa.

il ruolo di Gudmundsson

Non c’è dubbio però che la prospettiva di vedere l’ex numero 10 del Genoa sotto la guida di un tecnico come Gasperini (che il Genoa lo conosce bene) alletti molto, e i motivi sono diversi. Innanzitutto, risponde all’esigenza che aveva portato ad accostare diversi nomi già in estate, come George del Chelsea, che seppur con doti differenti, avrebbe potuto idealmente ricoprire lo stesso ruolo dell’islandese. Cioè quello alle spalle della punta, nella zona opposta a Soulé, assolutamente inamovibile dato il periodo di forma nel sistema dei giallorossi.

In secondo luogo invece questa scelta potrebbe rappresentare l’ennesimo caso di giocatore rivitalizzato dall’ex tecnico della Dea: che dopo Celik, Cristante e lo stesso Soulé, senza contare la lunga lista già ai tempi dell’Atalanta,  potrebbe riscrivere un nuovo capitolo della sua carriera grazie all’aiuto del tecnico nato a Grugliasco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fiorentina

L’ESULTANZA DI GIAN PIERO GASPERINI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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