Focus
Milan, ti presento Xhaka: il leader che serve ad Allegri

L’ex Arsenal ha già un accordo col Milan e sta aspettando che i rossoneri vincano le resistenze di ten Hag: ecco perché lo svizzero è l’ideale per Allegri.
La storia di Granit Xhaka
Nato a Basilea da genitori albanesi, ha scelto di rappresentare la nazionale svizzera. A differenza del fratello Taulant, che gioca per l’Albania.
Si distingue fin dalle giovanili per il suo temperamento e le sue doti da leader, abbinate a una grande forza fisica e una buona tecnica.
Esordisce tra i professionisti con il Basilea nel 2010, poi nel 2012 si trasferisce al Borussia Mönchengladbach dove milita fino al 2016: anno della consacrazione vera e propria con l’Arsenal.
Dopo sette anni nei Gunners accetta il ritorno in Bundesliga, in maglia Leverkusen, dove conquisterà il primo storico campionato, e la Coppa di Germania: decisa proprio da un suo gol.
Ormai 32enne, potrebbe trasferirsi a titolo definitivo al Milan.
Milan-Bayer Leverkusen, la situazione
Filtra ottimismo dalle parti di Casa Milan dove si e convinti di riuscire a chiudere la trattiva che porterebbe Xhaka in rossonero entro i prossimi giorni.
Tare ha già incontrato l’entourage del giocatore che accetterebbe di buon grado la proposta del Milan.
Resta da convincere il Leverkusen, che non si vorrebbe privare di un altro giocatore chiave dopo aver perso Wirtz e Tah, e soprattutto del nuovo tecnico Erik ten Hag, che spinge per tenerlo in Germania.
Xhaka porterebbe ulteriore esperienza nello spogliatoio, aggiungendosi a Luka Modric: promesso sposo del club rossonero ormai da tempo.
Xhaka-Milan, le cifre del matrimonio
Il Milan é pronto a versare una cifra poco sopra i 10 milioni di euro nelle tasche dei tedeschi per assicurarsi le prestazioni del calciatore.
Il Leverkusen valuta inoltre l’acquisto di Malick Thiaw, che potrebbe fungere da pedina di scambio nell’operazione anche se i rossoneri non sembrano intenzionati ad applicare sconti.
Tommaso Gildoni
Focus
Mondiale Per Club: quando il Corinthians beffò il Chelsea

A volte il Mondiale Per Club può regalarci delle vincitrici a sorpresa. Un esempio è la finale del 2012 dove il Chelsea affrontò il Corinthians.
Dal 2013 sono sempre le squadre Campioni d’Europa a diventare anche Campioni del Mondo (prima del format a 32 squadre). Per trovare l’ultima vittoria di una squadra non europea, bisogna tornare indietro al 2012.
La finale è tra il Chelsea di Rafa Benitez (Campione d’Europa) e il Corinthians di Tite.
Mondiale Per Club 2012: l’impresa del Corinthians di Tite
Nonostante il periodo difficile dopo l’esonero di Roberto Di Matteo, sostituito da Benitez, i Blues sono favoriti per la vittoria. Tra i titolari spuntano gli esperti Cech, Ivanovic, Cahill, Cole e Lampard. Attenzione anche a giocatori come Ramires, Moses, Mata, Hazard e Torres.
Nel Corinthians, invece, troviamo Paulinho che, la stagione successiva andrà al Tottenham, mentre la punta è Paulo Guerrero. In panchina ci sono anche un giovane Felipe ed Edenilson (che indosserà anche le maglie di Udinese e Genoa).
Il primo tempo non regala particolari emozioni, anche se gli uomini di Benitez sembrano essere più in partita con Cahill e Torres che sfiorano il gol. Anche il Corinthians va vicino al vantaggio, ma il palo nega il gol a Emerson.
Nella ripresa, sono gli uomini di Tite rendersi più pericolosi: infatti, riescono a trovare il vantaggio grazie a un gol di Paolo Guerrero (69′). Il Corinthians difende il vantaggio con il possesso palla, ma negli ultimi minuti il Chelsea prova a mandare la partita ai supplementari.
Negli ultimi minuti succede di tutto: Torres si divora il gol del pareggio, Cahill viene espulso, poi Torres trova il gol ma è fuorigioco. Al fischio finale, il Corinthians può festeggiare: è Campione del Mondo per la seconda volta. La prima volta fu nel 2000 ai rigori contro il Vasco da Gama.
Focus
Italia, 43 anni fa la vittoria sulla Polonia

Esattamente l’8 luglio del 1982 l’Italia, guidata da Enzo Bearzot, batteva la Polonia ed accedeva alla finale del Mondiale spagnolo.
La Nazionale azzurra si imponeva per 2-0 sulla formazione polacca, con ancora protagonista Pablito Rossi, regalandosi una finale Mondiale che mancava da moltissimo tempo.

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Italia: di nuovo la Polonia, ma cambia il risultato
Potrebbe considerarsi, Italia-Polonia, come un gran bel dejavù. Si, perchè le due compagini si erano già affrontate nel primo girone della competizione, terminando il match a reti bianche (0-0).
Anzi, a dirla tutta, gli azzurri quel girone lo avevano passato con il brivido, attraverso 3 pareggi e da secondi nel girone proprio dietro alla Polonia. Il non aver vinto il Gruppo aveva portato l’Italia a dover affrontare, nel più classico dei gironi della morte, il Brasile e l’Argentina.
Grazie alle reti di Paolo Rossi e alle scelte tattiche del Vecio (mettere Gentile a uomo su Maradona un’idea geniale) la Nazionale riuscì a battere entrambe, gli argentini 2-1 e i verdeoro 3-2.
I polacchi invece nella seconda fase a gironi, accoppiati con l’Unione Sovietica ed il Belgio, si imponevano sui Diavoli Rossi per 3-0 (tripletta di Boniek) e pareggiavano con i sovietici.
E sia arriva così al giorno della semifinale tra le due Nazionali.
Una finale dopo 12 anni
Si gioca nella splendida cornice del Camp Nou di Barcellona. Bearzot sceglie di giocare con: Zoff (C); Bergomi, Cabrini; Oriali, Collovati, Scirea; Conti, Tardelli, Rossi; Antognoni (28’ pt Marini), Graziani (25’ st Altobelli).
I polacchi rispondevano così: Mlynarczyk; Dziuba, Zmuda (C), Janas, Majewski; Lato, Matysik, Kupcewicz, Buncol; Ciolek (1’ st Palasz), Smolarek (32’ st Kusto).
Non c’è dubbio che quello fosse il Mondiale di Paolo Rossi, definitivamente sbocciato con la tripletta contro la Selecao. Purtroppo non potrà sfidare la stella squadra polacca: Zibì Boniek. L’attaccante biancorosso, che in quell’estate passerà alla Juventus, per via di un’ammonizione rimediata nel finale con l’Unione Sovietica è costretto a dover saltare il match contro l’Italia.
La partita inizia, e Pablito ci mette appena 22 minuti di incontro per sbloccare il match. Su una punizione di Antognoni, il ragazzo di Prato come un rapace si avventa sulla palla vagante in area e la mette alle spalle del portiere. Per Pablito è il quarto gol consecutivo. Il Camp Nou è un tripudio di bandiere azzurre.
I polacchi provano a reagire ma senza troppa convinzione. L’unica conclusione di nota arriva prima del termine della prima frazione di gioco con Kupcewicz. Il polacco cerca di sorprendere Zoff direttamente da calcio da fermo. Il suo tiro, per fortuna azzurra, termina sul palo.
Nella ripresa poi Bearzot e co difendono il risultato senza preoccupazioni. Anzi la chiudono anche. Al minuto 73 Altobelli lancia Bruno Conti, che uno splendido cross trova sul secondo palo ancora Rossi, che non sbaglia. Per gli azzurri è il gol della tranquillità.
Al triplice fischio l’Italia festeggia un’altra finale Mondiale a 12 anni dalla precedente. Inutile dire come andrà a finire.
Focus
Hellas Verona, Zanetti riparte dalla trequarti: due certezze

L’Hellas Verona è impegnato nel calciomercato ma tra pochi giorni inizierà il ritiro di Folgaria. Zanetti potrà lavorare con due certezze sulla trequarti.
La rosa che parteciperà al ritiro dal giorno 1 non sarà certamente la stessa di quella che scenderà in campo a Udine per la 1° giornata della Serie A 2025/2026, tuttavia per due giocatori si può dire che la permanenza è una certezza.
Hellas Verona, Bernede e Harroui primi punti fermi per la trequarti
Il futuro di diversi calciatori gialloblu è in bilico: da Ghilardi a Tchatchoua fino a Suslov e Montipò. Tra questi c’è proprio lo slovacco che da tempo ha attirato l’attenzione di club italiani più blasonati, tuttavia ad oggi non c’è ancora stata una vera e propria offerta.
In caso di addio del n°31 però l’allenatore Paolo Zanetti avrebbe pronte le alternative, che già nella scorsa stagione hanno regalato certezze dal punto di vista tecnico e tattico. Si tratta dell’ex Losanna Bernede e di Harroui, fermatosi a metà stagione a causa della rottura del legamento crociato.

Fonte: https://www.hellasverona.it/news/antoine-bernede-e-un-nuovo-centrocampista-gialloblu
Entrambi hanno contribuito attivamente alla salvezza dell’Hellas Verona, con gol pesantissimi ai fini della classifica. Il 24 arrivato durante il mercato di gennaio ha segnato la rete dell’1-0 definitivo contro la Fiorentina al 94′ mentre il marocchino è risultato decisivo contro Roma (rete del 3-2 finale) e Parma (2 assist), insomma match che hanno poi portato punti pesantissimi alla lotta salvezza.
I due però non hanno mai giocato insieme, dato che l’ex Frosinone e Sassuolo si è infortunato in dicembre mentre il francese è arrivato durante il calciomercato invernale, quindi nell’anno nuovo. Nella prossima stagione però Zanetti potrà schierarli insieme e sfruttare le capacità di entrambi per sviluppare un tipo di gioco frizzante e rapido, basato sul dribbling e inserimenti degli attaccanti.
Nel 3-4-2-1 per intenderci, andrebbero a ricoprire la posizione di trequartisti dietro alla punta, andando quindi a togliere riferimenti alla difesa avversaria e permettendo al resto della squadra di sfruttare gli spazi.
Per quanto riguarda la situazione contrattuale dei due non c’è da preoccuparsi, infatti Bernede è fresco di riscatto per circa 2 milioni di euro dal Losanna mentre Harroui è sotto contratto con l’Hellas fino al 2028. Per la società si tratta quindi di due pilastri che comporranno anche il Verona del futuro ma che fin da subito possono dire la loro in Serie A.
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