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La Francia piange: il Bordeaux è fallito per “soli” 40 milioni di debiti

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Oggi è un giorno molto triste per il calcio francese. Dopo 92 anni finisce la gloriosa storia del Bordeaux, a causa di una gestione societaria criminale.

L’edizione di stamane de “L’Equipe” è lapidaria. “Inevitabile“, titola la testata transalpina. Eppure ci sono squadre che stanno tranquillamente in piedi con il decuplo dei debiti del Bordeaux.

Gerard Lopez deve sparire da Bordeaux

Nella giornata odierna, il Football Club des Girondins de Bordeaux (meglio noto come Bordeaux) ha presentato, nella figura del suo proprietario Gerard Lopez, ufficialmente la propria istanza del fallimento. Lo stesso che Lopez che aveva quasi fatto fallire il Lille, prima del salvifico intervento del Fondo Elliott.

Ci è andato giù pesante Bixente Lizarazu, storico giocatore de Le Girondin (quasi 300 partite disputate in carriera) nonché Campione d’Europa e del Mondo con la Nazionale Francese, che ha voluto affidare ai propri profili social la rabbia per una gestione societaria che non si fatica a definire come criminale.

Sono indignato come tutti coloro che amano questo club, ma quanto sta accadendo è purtroppo la conseguenza di tanti anni di gestione sportiva e finanziaria disastrosa. Dall’arrivo di Gérard Lopez è diventata incomprensibile e testarda. Retrocesso dalla Ligue 1 alla Ligue 2 per motivi sportivi.

Retrocessione dalla Ligue 2 alla terza serie per motivi amministrativi e finanziari… E leggo che Gérard Lopez intende restare presidente e proprietario? Quest’uomo deve scomparire da Bordeaux. Qualunque cosa accada, spero con tutto il cuore che un giorno questo grande club riconquisti il ​​suo posto ai vertici del calcio francese.

Bordeaux

Photo Source: Pagina Instagram di Lizarazu.

Gerard Lopez strike again: la sua “fedina penale”

Nel curriculum di questo lestofante fioccano due accuse di falso in bilancio. La prima risale all’estate del 2020 e riguarda il trasferimento di Victor Oshimen dal Lille al Napoli, su cui indaga anche la finanza francese oltre che quella nostrana.

La seconda è più recente e riguarda un’accusa di riciclaggio (per un valore di due milioni di euro) tramite un complesso sistema che vedrebbe coinvolte la Lotus (scuderia di F1 di cui Lopez è co-proprietario); la Fola Esch (squadra lussemburghese) e The Lydian Group: fondo d’investimento con sede ad Hong Kong.

Non solo, in quanto Lopez ha mandato in bancarotta anche il Royal Excel Mouscron. Squadra all’epoca militante nella Tweede Klasse, ovvero la seconda serie del campionato belga, che ha presentato istanza di fallimento nel 2022.

Bordeaux

Il Bordeaux non esiste più: genesi di un disastro annunciato

Come ha fatto quindi un uomo con simili referenze ad essere ritenuto un acquirente credibile? Proprio l’Equipe, che ha sempre denunciato la poca trasparenza nella transizione del club da Frédéric Longuépée (ex-presidente esautorato da Lopez nel 2022) all’imprenditore lussemburghese, si esprimeva così (per voce di Pierre Rondeau, ovvero il consulente economico del quotidiano) nel Luglio del 2023 sulla questione:

Una delle prime chance che ha Lopez per prelevare il Bordeaux è quella di acquistare a credito, sperando che i dividendi e i risultati saranno in grado di rimborsare il credito sottoscritto. Ovvero quello che Lopez ha fatto al Lille. Il Leverage By Out, LBO, o effetto leva in francese. Un prestito per finanziare l’acquisto di una società terza. Il riacquisto è quindi garantito offrendo ai creditori dividendi in modo che beneficino sia del rimborso con interessi sia, in caso di difficoltà, delle azioni dirette della società. Cosa accaduta al Milan: il fondo Elliott (che aveva prestato anche i soldi di Lopez al Lille) ha così recuperato il club italiano dalle mani di investitori cinesi, a cui aveva prestato i soldi del buyout a Silvio Berlusconi.”

La DNCG (acronimo che sta per Direction Nationale du Contrôle de Gestion, ovvero l’organizzazione responsabile del monitoraggio e della supervisione dei conti delle squadre francesi) dettò le seguenti condizioni per la sopravvivenza del club:

“1. L’acquisizione da parte di Jogo Bonito, la società di Lopez, della metà del debito. Ovvero 26 milioni di euro sui 52 milioni da rimborsare entro il 2025.

2. L’accordo con King Street e Fortress per quanto riguarda la partecipazione agli utili e le indennità di formazione sui trasferimenti di Tchouaméni dal Monaco al Real Madrid e su quello di Koundé al Barcellona, che all’epoca militava nelle fila del Siviglia.”

Inutile dire che la King Street Capital Management (società d’investimento statunitense) non abbia adempiuto ai propri oneri, mentre Lopez ha versato a fondo perduto soltanto 10 milioni di euro a fronte dei 26 richiesti dalla DNCG. Proprio in un’intervista concessa all’Equipe, i diretti interessati asserirono che “in caso di permanenza in Ligue 2 il Bordeaux si sarebbe potuto salvare“. Ma il mancato rispetto degli accordi fu punito con la retrocessione d’ufficio nel Championnat National: ovvero la terza serie francese.

Senza più lo status di squadra cadetta, il Bordeaux perse anche i 7 milioni annui garantiti dai diritti televisivi e gli 8,25 milioni di euro garantiti dal fondo d’investimento CVC Capital Partners (sì sempre loro, quelli del Genoa e dell’Everton) in caso di permanenza in Ligue 2. Un’emorragia di introiti che ha esacerbato la già disastrosa situazione economica-finanziaria del club, costringendo Lopez ad ammettere l’impossibilità di saldare i debiti.

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Napoli, accadde oggi: vittoria amara contro l’Arsenal

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Napoli

Oggi, 12 anni fa, il Napoli ospitava l’Arsenal per la 6a giornata della Champions League 2013/14. Una delle più grandi beffe nella storia recente del club.

A una giornata dalla fine questa è la situazione nel Girone F della Champions League 2013/14: Arsenal 12, Borussia Dortmund 9, Napoli 9, Marsiglia 0. I Partenopei ospitano l’Arsenal all’ultima giornata, ma una vittoria potrebbe non bastare per il passaggio del turno: bisogna anche fare attenzione al risultato di Marsiglia-Borussia Dortmund.

Se il Dortmund vince, alla squadra di Benitez serve una vittoria con almeno tre gol di scarto. In caso di pareggio del Dortmund, i Partenopei devono vincere e basta, non con un numero particolare di gol. Infine, in caso di sconfitta del Dortmund, ai Partenopei basta un pareggio per accedere agli ottavi.

Napoli-Arsenal, 11 dicembre 2013

Napoli

 

Benitez è costretto a rinunciare a Reina e Hamsik infortunati: in porta gioca Rafael, mentre in attacco c’è il solito Higuain davanti a Callejon, Pandev e Mertens. Partono dalla panchina Inler, Insigne e Cannavaro.

I padroni di casa creano le loro occasioni da gol con Pandev, Callejon e Maggio, ma non si rendono particolarmente pericolosi. Dall’altro lato, Rafael respinge con i pugni un tiro centrale di Giroud. Il primo tempo si chiude, dunque, senza reti: intanto, tra Marsiglia e Borussia Dortmund è 1-1. In questo caso, ai Partenopei, basterebbe un solo gol per l’accesso agli ottavi.

Nel secondo tempo, Benitez fa entrare Insigne per Pandev, spostando Callejon al centro dell’attacco dietro a Higuain: la musica cambia. I padroni di casa attaccano con molta più convinzione, e cercano in tutti i modi di segnare il gol qualificazione. Dopo le occasioni per Armero, Callejon e Higuain, arriva il gol tanto atteso.

Cross di Armero, sponda di Higuain per Callejon che restituisce palla al numero 9 argentino che si gira, prima di battere Szczesny con una rasoiata di destro (73′). Il San Paolo è una bolgia: con il risultato a Marsiglia ancora sull’1-1, i Partenopei sarebbero agli ottavi. Pochi minuti dopo, l’Arsenal finisce anche in 10, espulso Arteta per doppia ammonizione.

Tuttavia, a tre minuti dal novantesimo, arriva la beffa: gol del Borussia Dortmund a Marsiglia, adesso ai Partenopei servono due gol per qualificarsi. Ne arriva solo 1 a 20 secondi dalla fine, con Callejon che batte Szczesny con un pallonetto (90+3).

La classifica finale del Girone F è: Borussia Dortmund 12, Arsenal 12, Napoli 12, Marsiglia 0. La banda Benitez, dunque, viene eliminata ai gironi di Champions per differenza reti. Non mancano, però, gli applausi del San Paolo per il cammino eroico della squadra Partenopea.

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Napoli, accadde oggi: l’ultima di Ancelotti con i Partenopei

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Ancelotti

Oggi, 6 anni fa, il Napoli ospitava il Genk per la 6a giornata della Champions League 2019/2020. Una partita decisiva per l’accesso agli ottavi e non solo.

Siamo al 10 dicembre 2019 e la squadra Partenopea allenata da Carlo Ancelotti è in crisi nerissima. Gli azzurri non vincono tra tutte le competizioni da ottobre, e sono settimi in campionato a -17 dall’Inter capolista.

In Champions, i Partenopei sono secondi nel girone dietro al Liverpool. Per la qualificazione agli ottavi basta un pareggio in casa contro il Genk. Tuttavia, la qualificazione agli ottavi potrebbe non bastare per salvare la panchina di Ancelotti, visti i problemi fuori dal campo.

Napoli-Genk, 10 dicembre 2019

Mertens, Napoli

Ancelotti recupera Allan e Milik, entrambi fuori da qualche partita per infortunio. L’attaccante polacco gioca in attacco affiancato da Mertens, mentre il centrocampista brasiliano gioca come centrocampista centrale insieme a Fabian Ruiz. Insigne e Lozano, invece, partono dalla panchina.

I Partenopei vanno vicini al gol dopo 2 minuti, con un colpo di testa di Koulibaly che colpisce la traversa. Pochi secondi dopo, Milik approfitta di una disattenzione del portiere Vandevoordt, e mette il pallone in rete.

Poco prima della mezz’ora, l’attaccante polacco si ripete: cross basso di Di Lorenzo dalla destra, e Milik arriva prima di tutti sul pallone, battendo Vandevoordt, 2-0 (26′). A 10 minuti dall’intervallo, Vandevoordt commette un fallo su Callejon in area, rigore e cartellino giallo per il portiere belga classe 2002: dal dischetto, Milik segna la sua tripletta (37′).

Intanto, il Genk sfiora diverse volte il 3-1, con Onuachu che si divora due gol da solo davanti a Meret: in entrambi le occasioni calcia fuori. Poche emozioni nel secondo tempo, visto che la qualificazione agli ottavi dei Partenopei è ormai archiviata. Ancelotti fa entrare dalla panchina Gaetano (esordio in Champions per lui), Llorente e Lozano, al posto di Zielinski, Callejon e Milik.

I padroni di casa guadagnano un altro rigore poco prima del quarto d’ora finale di gara, con un tiro al volo di Callejon respinto con il braccio da un giocatore avversario. Visto che Milik è uscito, il rigore lo batte Mertens: il belga segna il rigore, battendo Vandevoordt con un cucchiaio.

Milik e compagni, dunque, si qualificano agli ottavi da secondi nel girone. Tuttavia, il cambio in panchina avviene lo stesso: esonerato Ancelotti, al suo posto arriva Gennaro Gattuso.

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Napoli, Lukaku verso il rientro: come cambierà l’attacco?

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Napoli

Il Napoli ritrova Romelu Lukaku, ma ora resta da capire come Conte gestirà l’attacco con il belga e un Rasmus Højlund in grande forma.

Arrivano finalmente ottime notizie in casa Napoli sul fronte delle indisponibilità. Romelu Lukaku è infatti tornato ad allenarsi in gruppo dopo la lesione di alto grado al retto femorale della coscia sinistra rimediata nell’amichevole di agosto contro l’Olympiakos, un infortunio che l’ha tenuto fuori per quasi quattro mesi. Un rientro fondamentale non solo per Antonio Conte, ma anche per tutto lo spogliatoio, che ritrova una delle sue figure più esperte e carismatiche.

Il ritorno del belga, però, si intreccia con un’altra grande verità delle ultime settimane: il Napoli sembra aver trovato finalmente la quadra in attacco. Dopo mesi di dubbi, rotazioni e difficoltà nel trovare la formula giusta, ora la squadra ha un’identità ben definita anche grazie a un Højlund sempre più determinante. 

Per questo la domanda è inevitabile: come cambierà l’attacco azzurro con il rientro di Lukaku? Conte rinuncerà al danese o proverà a far convivere i due?

Napoli

Rasmus Winther Hojlund punta il dito ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Napoli, Conte guarda al futuro con un occhio al passato

Højlund sta sostituendo Lukaku in modo importante, garantendo gol, assist e una crescita evidente sia tecnica che mentale. Panchinarlo adesso, nel suo momento migliore, rischierebbe di essere controproducente. 

E allora non è utopia immaginare alcune partite con un attacco a due, con Lukaku e Højlund contemporaneamente in campo. Il belga potrebbe agire più da collante, legando il gioco e aprendo spazi, mentre il danese tornerebbe ad attaccare la profondità con continuità. 

In questo senso, un 3-5-2 classico potrebbe essere una soluzione, ma non va esclusa nemmeno l’idea di riproporre quel 4-2-4 visto a Bari e nei primi mesi alla Juventus, per sfruttare anche gli esterni.

Lecce-Napoli

LORENZO LUCCA RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Lucca verso l’addio?

La pista più probabile, almeno nell’immediato, è però un’altra: Conte potrebbe scegliere l’alternanza nel ruolo di riferimento offensivo nel suo 3-4-3, sfruttando i tanti impegni delle prossime settimane per gestire minutaggi e recuperi. In questo scenario c’è però chi rischia seriamente di perdere ulteriore spazio: Lorenzo Lucca, che già ora fatica a ritagliarsi minuti e che potrebbe addirittura lasciare Napoli già a gennaio, appena sei mesi dopo il suo arrivo.

Il rientro di Lukaku rappresenta dunque una grande notizia, ma anche un nuovo rompicapo per Conte. Un problema, però, che ogni allenatore vorrebbe avere: troppa qualità e troppe soluzioni.

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