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Kean vs Retegui, la sfida dei bomber si colora di viola

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Fiorentina

La 30esima giornata di Serie A è stata caratterizzata anche dal duello tra i primi due capocannonieri della Serie A. Kean vs Retegui ha visto solo un vincitore.

Fiorentina-Atalanta era uno degli scontri più attesi in ottica europea. La viola ha trionfato grazie al gol di Moise Kean, che da solo ha saputo costruirsi l’azione decisiva.

Kean vs Retegui, l’Italia ha i suoi bomber: l’atalantino resta in vetta

Una vittoria schiacciante quella dell’ex Juventus, complici anche le condizioni fisiche di Retegui. L’attaccante viola ha giocato una partita praticamente perfetta, decidendola allo scadere della prima frazione.

Il 20 ha approfittato di un errore di Hien per rubare palla e involarsi verso la porta, arrivato davanti a Carnesecchi è stato facile piazzare in porta il pallone dell’1-0.

Fiorentina, Como, Serie A kean vs retegui

Dall’altra parte invece il 32 non ha mai avuto l’occasione di calciare verso la porta, così come la maggior parte dei compagni autori di una prestazione molto al di sotto delle aspettative.

I due però rappresentano il futuro della nazionale italiana e insieme hanno segnato quasi 40 gol in questa stagione. L’Italia sta ritrovando certezze là davanti e Spalletti può sorridere in vista delle qualificazioni ai Mondiali 2026. A questo punto della stagione però pare che Kean sia in grande forma e in vista del finale possa addirittura sopraffare l’ex Tigre.

La Fiorentina è ancora in corsa per vincere a Conference League e proverà con tutte le forze ad arrivare nuovamente in finale, l’apporto del classe 2000 sarà fondamentale.

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Napoli, Lobotka è imprescindibile: un dato lo conferma

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Manna

Il Napoli si gioca la Supercoppa col Bologna facendo i conti con le solite assenze. Ma con Lobotka in campo cambia tutto, e i numeri lo confermano.

Domani sera il Napoli affronterà il Bologna nella finale di Supercoppa Italiana. Conte dovrà fare i conti con le ormai solite assenze a centrocampo, a cui nelle ultime ore si è aggiunta anche quella in difesa di Beukema, ex della partita. Resta poi da valutare la condizione di Olivera, per il quale bisognerà attendere la rifinitura di domani per capire se potrà essere del match. 

Un quadro tutt’altro che ideale, ma con una certezza ritrovata: Stanislav Lobotka. Il centrocampista slovacco è rientrato da qualche giorno dall’affaticamento muscolare che lo aveva costretto a saltare le tre uscite precedenti e contro il Milan ha subito fatto la differenza. 

È vero, il premio di man of the match è andato a Højlund, autore di gol e assist, ma il vero cambio di volto del Napoli è coinciso con il ritorno in campo di Lobotka. Dopo le pesanti sconfitte contro Benfica e Udinese, contro i rossoneri si è rivisto quel Napoli solido capace di battere in fila Atalanta, Roma e Juventus. E gran parte del merito passa proprio dai piedi dello slovacco.

Napoli

Stanislav Lobotka da indicazioni ai compagni ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Napoli, Lobotka è il direttore d’orchestra di Conte

Lobotka è il vero perno di questo Napoli. È lui a dettare i ritmi, a tenere corti i reparti, a consolidare il possesso e a offrire sempre una soluzione pulita in uscita ai compagni. La sua importanza non si limita alla costruzione: è fondamentale anche nella fase di non possesso, grazie a un lavoro costante nel pressing e nelle letture. Senza di lui, il Napoli perde equilibrio e identità, diventando più vulnerabile e meno continuo.

A confermarlo non sono solo le sensazioni, ma anche i numeri. Delle sette sconfitte stagionali arrivate tra tutte le competizioni, circa il 50% sono maturate quando Lobotka non era in campo. Un dato che evidenzia in modo chiaro quanto lo slovacco sia imprescindibile per questa squadra e per il sistema di Conte.

La finale di domani, però, rappresenta per Lobotka anche un’occasione personale di riscatto. Nella sconfitta in campionato contro il Bologna lo slovacco era presente e, come il resto della squadra, fu protagonista di una prestazione negativa. Stavolta il contesto è diverso, così come il momento del Napoli.

Conte si affiderà ancora una volta a lui, perché questo Napoli, ormai è chiaro, senza Lobotka fatica. Con lui, invece, tutto torna a funzionare. E domani sera servirà il miglior Lobotka possibile per portare a casa il primo trofeo stagionale.

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Roma: l’attacco non mi basta

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Roma

La sconfitta della Roma all’Allianz Stadium ha mostrato ancora una volta i problemi di sterilità offensiva dei giallorossi: Gasperini chiede aiuto.

La Juventus batte la Roma per 2-1 e condanna i giallorossi alla quarta sconfitta negli scontri diretti. Nonostante una gara in cui, specie nella prima frazione di gioco, i giallorossi hanno provato ad imporre il loro gioco con pressing e recuperi alti, le reti di Conceicao a fine primo tempo e di Openda a venti minuti dal termine hanno reso vano ogni tentativo degli uomini di Gasperini di provare a far male ai bianconeri.

La rete di Baldanzi ad un quarto d’ora dalla fine è stato un lampo e nulla più. Ancora una volta la Roma è sembrata a due facce: ottima nell’imporre una pressione costante sull’uomo ma incapace di pungere in maniera decisa là davanti.

L’attacco della Roma fa ancora flop

Roma, Dybala

PAULO DYBALA RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

La scelta (ancora una volta) di Dybala come falso centravanti non ha pagato: l’argentino è stato dominato fisicamente per larghi tratti da Bremer. Stessa cosa per Pellegrini e Soulé, incapaci di creare dei veri pericoli alla porta di Di Gregorio. E nemmeno le sostituzioni hanno aiutato. Bailey è entrato al posto dello stesso Pellegrini ma risultando totalmente evanescente e venendo anche sostituito da El Shaarawy, dopo aver rimediato l’ennesimo infortunio muscolare della sua stagione.

Ferguson ha provato a dare un po’ di peso la davanti (da un suo tiro ribattuto nasce il gol di Baldanzi), ma la difesa juventina non gli ha mai concesso la profondità, anche se una delle poche occasioni limpide ce l’ha avuta proprio l’attaccante irlandese in pieno recupero, senza però riuscire a far male.

Ancora una volta la Roma è sembrata avere l’attacco spuntato. La Juventus è stata brava ad aspettare i giallorossi al limite della propria area e chiudendo ogni possibilità di penetrazione con il fraseggio e senza mai regalare contropiedi. I giallorossi hanno sempre faticato a trovare lo spazio per delle conclusioni pulite verso la porta, senza mai riuscire a saltare l’uomo nell’ uno contro uno.

Un problema non di ieri, ma che si ripresenta puntualmente ogni volta che la Roma affronta squadre collaudate dal punto di vista difensivo. Il tema è sempre quello: mancano uno o due attaccanti capaci di iniziative personali, di creare per sé stessi o per gli altri.

Gasperini avvisa (ancora) Massara: bisogna intervenire

Roma

GIAN PIERO GASPERINI PENSIEROSO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Gasperini lo ha ribadito ancora una volta al termine della gara: i nuovi non lo convincono, citando Ferguson e indirettamente lo stesso Bailey, due degli acquisti di Massara della scorsa estate. Il tecnico dei giallorossi ha ribadito che ieri nel reparto offensivo ha schierato i migliori che aveva. Un chiaro messaggio, l’ennesimo, al DS Massara: ciò che ho non mi basta.

La Roma è ultima per reti segnate tra tutte le squadre d’Europa che lottano per la zona Champions: 17 gol in 16 giornate. Davvero troppo poco, e Gasperini chiede aiuto. I contatti con Raspadori sono ben avviati, lunedì è previsto un incontro tra le parti, e la dirigenza giallorossa spera di chiudere prima del 31 dicembre per averlo a disposizione già dalla prima settimana dell’anno per le gare contro Atalanta e Lecce. L’operazione per l’attaccante dell’Atletico Madrid non esclude quella di Zirkzee, sul quale però il Manchester United vorrebbe attendere almeno fino a metà gennaio per lasciarlo andare.

Gasperini aspetta dal calciomercato i rinforzi in attacco che darebbero alla Roma quel qualcosa in più per provare a giocarsela davvero alla pari e fino alla fine per la zona Champions, perché quello che ha non basta più.

 

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Juventus, la cura Spalletti funziona: ora puoi tornare grande

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Juventus

Tre vittorie di fila e una Juventus diversa. Più solida, più convinta e a due punti dalla vetta: il lavoro di Spalletti inizia a dare segnali chiari.

La Juventus continua a crescere. Ieri, contro la Roma, è arrivata la terza vittoria consecutiva tra tutte le competizioni, ma soprattutto il secondo successo di fila contro una diretta concorrente per la Champions, dopo quello della scorsa settimana contro il Bologna. 

Segnali importanti, che raccontano di una squadra in netta evoluzione rispetto a qualche settimana fa. Nelle ultime due uscite, soprattutto, si è vista una Juve diversa: più compatta, più attenta, ma anche più sicura delle proprie idee e a tratti persino bella e convincente, pur non essendo ancora ai livelli che Spalletti vorrebbe raggiungere.

Ed è proprio questo il punto: il margine di miglioramento resta ampio, ma il percorso intrapreso sembra quello giusto. La crescita è evidente e si riflette anche sulla classifica. Oggi la Vecchia Signora si trova a soli due punti dalla vetta, seppur con una partita in più, un dettaglio che non cancella però il lavoro fatto fin qui. 

Un lavoro che porta chiaramente la firma di Spalletti.

Juventus

LUCIANO SPALLETTI AMAREGGIATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Juventus, numeri e identità: il marchio di Spalletti

Da quando è arrivato sulla panchina bianconera, infatti, il tecnico di Certaldo ha dato alla Juventus un’identità precisa. In 11 partite da tecnico della Juve è arrivata una sola sconfitta, contro il Napoli. Per il resto il bilancio parla di 7 vittorie e 3 pareggi, risultati che non sono arrivati per caso ma attraverso idee chiare, organizzazione e una maggiore compattezza collettiva.

La Juventus oggi sa cosa fare in campo, sa come difendersi e quando accelerare. È più corta, concede meno e riesce a gestire meglio i momenti della partita. Tutti aspetti che mancavano in precedenza e che ora iniziano a essere riconoscibili. 

È probabilmente ancora presto per parlare apertamente di rimonta scudetto, anche perché l’obiettivo dichiarato della stagione resta la qualificazione alla Champions League. Ma se le squadre davanti continueranno a perdere punti, come già successo più volte finora, tutto può succedere.

La Juventus non è ancora tornata grande, ma ha iniziato a comportarsi come tale. La strada è lunga, serviranno continuità e ulteriori conferme, ma la sensazione è che la cura Spalletti stia funzionando. La squadra cresce, i risultati arrivano e la classifica sorride più di quanto ci si potesse aspettare solo poche settimane fa.

Sognare forse è prematuro, ma nemmeno proibito. E in fondo, come spesso accade nel calcio, quando le basi sono solide e le idee chiare, il resto può arrivare da sé. 

La Juventus, intanto, ha ritrovato fiducia. E non è poco.

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