Focus
Hellas Verona, Akpa Akpro ridisegna la mediana
L’Hellas Verona ha pescato dagli svincolati per rinforzare il proprio centrocampo. Akpa Akpro rappresenta la volontà di potenziare la mediana scaligera.
Dopo l’addio di Duda e l’adattamento di Bernede nel ruolo, Sogliano ha deciso di investire su un giocatore senza squadra per rimpolpare un reparto decisamente nevralgico.
Hellas Verona, come cambia il centrocampo con Akpa Akpro
Una mossa quasi inaspettata ma necessaria secondo i tifosi quella di aggiungere un tassello alla rosa dei centrocampisti. Un reparto che in questa sessione è stato particolarmente colpito dalle cessioni di Duda e Lazovic (a parametro zero) e Tchatchoua nello specifico.
Per sistemare la situazione intanto si è puntato tantissimo su Suat Serdar, promosso a capitano della squadra, perno assoluto della mediana, in più c’è stato l’adattamento di Bernede (prima trequartista/mezzala) fin dal ritiro di Folgaria per trovare prima soluzioni interne e poi intervenire sul mercato.
Il riscatto di Niasse poi ha aiutato Zanetti a costruirsi delle alternative tattiche oltre che tecniche ma il senegalese sembra sul punto di partire, con l’Al Shabab nel futuro. In caso di cessione però il club si è tutelato appunto con l’arrivo di Akpa Akpro. Il classe 1992 ha concluso l’ultima esperienza al Monza con la retrocessione in Serie B ma l’Hellas ha comunque voluto puntarci per avere un rincalzo in più
Dal punto di vista tattico il suo arrivo mette l’allenatore vicentino davanti a una scelta che può cambiare l’assetto della squadra da offensivo a difensivo. Infatti, con in campo il duo Serdar-Niasse o Serdar-Bernede, la tendenza è decisamente offensiva mentre quando in campo ci sarà Akpa Akpro è probabile che il baricentro indietreggi leggermente per contenere il ritorno degli avversari in seguito a una situazione di svantaggio. Da non scordare poi la possibilità di schierare un giocatore come Al-Musrati, presentato in questo articolo, che può dare maggiore solidità alla difesa e supportare il reparto alle sue spalle in caso di necessità.
Già contro la Cremonese assisteremo probabilmente a uno stravolgimento degli interpreti in tutti i reparti e uno di questi potrebbe riguardare da subito il nuovo centrocampista gialloblu.

Fonte sito ufficiale Hellas Verona, https://www.hellasverona.it/news/al-musrati-e-un-nuovo-centrocampista-gialloblu
Focus
Roma, qualcosa si è inceppato: ora il Celtic per ripartire
Nella sconfitta contro il Cagliari la Roma è sembrata sterile ed affaticata. Ora contro gli scozzesi arriva l’occasione per ritrovare certezze.
Nella sconfitta contro il Cagliari per 1-0 la Roma è sembrata troppo brutta per essere quella che fino ad un paio di settimane fa era in cima alla classifica.
Gasperini aveva avvisato: la sconfitta di Cagliari evidenzia una Roma in affanno
Il risultato maturato all’Unipol Domus Arena ha mostrato una squadra spenta, senza idee chiare dal punto di vista offensivo e, soprattutto, in deficit dal punto di vista fisico. Eppure il campanello d’allarme l’aveva lanciato proprio Gian Piero Gasperini nella conferenza alla vigilia della trasferta in terra sarda.
Il tecnico dei giallorossi aveva parlato di molti giocatori acciaccati e con problemi fisici piccoli ma pur sempre fastidiosi. In tal senso la prova della Roma a Cagliari ha supportato le parole dell’allenatore. I rossoblù sono sembrati andare il doppio rispetto alla formazione romanista, e ciò si è visto soprattutto sulle seconde palle e sui duelli fisici in cui quasi sempre la squadra di Pisacane ha avuto la meglio.
Il centrocampo romanista è sembrato imballato nelle gambe e nelle idee. Cristante, fin ad ora uno dei migliori della Roma, è sembrato poco lucido nella testa e nelle gambe, e Konè ha girato a vuoto perdendo tanti duelli con Folorunsho. Ciò ha avuto ripercussioni inevitabili anche in difesa, con Mancini e N’Dicka, appannati e sempre costretti a correre all’indietro in copertura, e in avanti, con un Pellegrini impalpabile ed un Baldanzi che ha fatto quello che poteva contro la fisicità dei centrali del Cagliari.
L’unico che è sembrato più in palla rispetto ai compagni è stato Soulè, che ha provato a saltare l’uomo sulla destra e a creare qualche pericolo offensivo, ma senza successo.

MATIAS SOULE E PAULO DYBALA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Anche nella sconfitta contro il Napoli la squadra era sembrata molto più appannata rispetto alle ultime uscite. Seppur la gara contro gli uomini di Conte è stata decisa, di fatto, da un contropiede concretizzato della squadra azzurra, nel big match dell’Olimpico la Roma era sembrata a corto di idee e con le gambe pesanti. O forse sono proprio le gambe pesanti ad incidere in questo momento sulla manovra offensiva giallorossa, incapace di creare pericoli concreti se non con un tiro di Baldanzi negli ultimi minuti di gara.
L’attacco della Roma continua ad essere sterile, ma adesso il problema vero per la Roma sembra quello di non riuscire ad arrivare nemmeno a concludere verso la porta. Prima Ferguson, poi Dybala, e alla fine Baldanzi: nessuno di questi tre sembra avere la condizione per poter incidere. Vero, ognuno ha le sue caratteristiche, come dice Gasperini, ma in questo momento chiunque occupi la posizione di centravanti sembra girare a vuoto.
Contro il Celtic per ritrovare la vittoria
Due sconfitte consecutive in campionato, due gol subiti e zero reti segnate. Due indizi preoccupanti, ma non ancora una prova schiacciante. Nella trasferta di Glasgow di Europa League contro il Celtic la Roma ha l’occasione per rialzare subito la testa e ritrovare le certezze di questi primi tre mesi di stagione.
Una vittoria sarebbe ossigeno puro per i giallorossi per preparare al meglio il doppio impegno di campionato contro il Como prima e contro la Juventus dopo e continuare la corsa per la Champions. Gasperini vuole ritrovare freschezza ed entusiasmo per ripartire e mettersi alle spalle queste due battute d’arresto.
Focus
Focus Mondiale, quando il calcio sparisce dal palco
L’altro ieri il sorteggio per il Mondiale USA 2026 si è trasformato in un cabaret surreale, un misto tra show televisivo e parodia involontaria.
Sketch senza senso, momenti vuoti e applausi programmati hanno preso il posto del calcio. E noi, spettatori attoniti, abbiamo guardato senza capire se ridere o piangere.
Sul palco, il presidente Donald Trump ha ricevuto il “FIFA Peace Prize”, autoproclamandosi destinatario di uno dei massimi onori della sua vita. Tra elenchi di successi diplomatici e militari, paesi citati a caso come Congo, India e Pakistan e ringraziamenti alla famiglia, alla First Lady e a Gianni Infantino, il discorso si è trasformato in un’autocelebrazione senza freni. I social, prevedibilmente, si sono scatenati tra ironia e critica: parole lunghe, vuote e totalmente scollegate dalla realtà.
A chiudere lo spettacolo, i Village People con l’iconica “YMCA”, simbolo anche della campagna elettorale di Trump, hanno aggiunto un tocco surreale a una cerimonia già sospesa tra incredulità e grottesco. L’impressione netta è stata quella di un evento costruito per il marketing e l’intrattenimento, dove il calcio e lo sport sono diventati accessori di un teatrino senza sostanza.
Il vuoto del gesto è evidente: Trump con una medaglia della pace autoinventata, Infantino che proclama la FIFA portatrice di felicità da quasi un secolo, come se scandali e corruzione potessero essere cancellati da slogan superficiali. La forma schiaccia la sostanza, il simbolo vale più dei fatti, l’apparire supera l’essere.
Ed è qui che emerge il problema più grande: una società che applaude il nulla, che consuma il vuoto come intrattenimento e ha smesso di interrogarsi, di distinguere tra ciò che conta e ciò che è costruito per ingannare gli occhi. Il calcio diventa solo il riflesso di un mondo dove le parole non hanno più senso, dove il pensiero critico è stato sostituito dall’abitudine a osservare senza giudicare, a consumare senza riflettere.
Abbiamo smesso di indignarci. Abbiamo smesso di chiedere conto dei gesti e delle parole. Ci hanno abituati al vuoto, e oggi il vuoto basta.

Depositphotos_196310608_S
Focus
Lazio, servono i gol del Taty: l’ultimo risale a…
La Lazio sta mantenendo un’ottima costanza nei risultati ma è tempo di fare uno step ulteriore, per puntare concretamente a traguardi prestigiosi.
Uno dei potenziali artefici di un’eventuale impresa è il Valentin Taty Castellanos, che ha saltato gran parte della prima parte di stagione causa infortunio.
Lazio, Sarri ha bisogno del Taty: l’importanza del bomber argentino
Per i biancocelesti il momento è positivo, soprattutto dopo il passaggio del turno in Coppa Italia ai quarti di finale, visto anche il buon trend registrato aldilà delle sconfitte con Milan e Inter. La squadra però ha già rialzato la testa, riscattandosi in parte contro i rossoneri di Allegri, e contro il Bologna l’obiettivo è accorciare ulteriormente la distanza dal treno Europa.
Per raggiungere questi obiettivi però serviranno anche e soprattutto i gol di Castellanos, miglior marcatore della scorsa stagione della Lazio con 14 gol tra tutte le competizioni. Durante il campionato in corso invece ha gonfiato la rete solo 2 volte ma è stato anche costretto a saltare sei partite (contro Atalanta, Juventus, Pisa, Cagliari, Inter e Lecce) per un problema al bicipite femorale.
In questo senso l’attacco biancoceleste ne ha risentito andando in rete per 5 volte in tutti questi match e il ritorno di Castellanos potrebbe risolvere parte dei problemi offensivi. Le ultime annate hanno dimostrato l’importanza di un attaccante del suo calibro, che da quando frequenta Formello ha messo la firma su 22 gol e 16 assist in 94 partite tra tutte le competizioni. L’ultimo risale a Genoa-Lazio 0-3 della 5° giornata (29 settembre).
Ritrovarlo come uomo decisivo già in questa giornata sarebbe fondamentale per Sarri, che sta affrontando una stagione tra mille difficoltà e spera di poter compiere un miracolo sportivo raggiungendo almeno una coppa europea.

PAVLOVIC E CASTELLANOS ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
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