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Hellas Verona, chi è Al Musrati: il gigante buono del centrocampo

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Al musrati hellas verona

L’Hellas Verona ha ufficializzato nella giornata di ieri l’ingaggio di Al Musrati dal Besiktas. Il gigante libico è l’erede designato di Ondrej Duda.

Un’operazione in prestito con diritto di riscatto ha convinto i turchi a lasciar partire il giocatore verso la Serie A, che rappresenta il palcoscenico più importante della sua carriera.

Hellas Verona, forza fisica e fiuto del gol: cosa aspettarsi da Al Musrati

Il solito fiuto per gli affari del Direttore Sportivo Sean Sogliano stavolta ha portato a Verona un giocatore tutto da scoprire. Una delle grandi mancanze di questa preparazione estiva è stata quella relativa al mediano dopo l’addio di Duda, volato in Arabia Saudita.

Al fianco di Serdar, specializzato in tecnica e rapidità nei movimenti, serviva un calciatore fisico e capace di sostenere i contrasti più duri in una zona di campo nevralgica. Finalmente il profilo tanto atteso è arrivato e si chiama Al Musrati. Classe 1996 e nato in Libia, ha vestito in carriera le maglie di BragaVitoria GuimaraesMonacoRio Ave Besiktas. In Portogallo ha collezionato la maggior parte delle presenze e marcature ma in Turchia è arrivato il vero salto di qualità.

A metà della scorsa stagione ha addirittura esordito in Ligue 1 con la maglia del Principato, mettendo su altra esperienza in campo internazionale.

al Musrati hellas verona

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Le sue caratteristiche svariano molto nonostante la stazza fisica importante (1,89m) e una corporatura decisamente robusta. Infatti, non solo riesce bene in fase difensiva, garantendo solidità, senso della posizione e lettura del gioco ma non si tira indietro quando è il momento di attaccare, combinando coi compagni di reparto fino ad arrivare nei pressi del limite dell’area.

Per Zanetti questo profilo è più che adatto all’idea di gioco e andrà ad emulare quello che faceva DudaAl Musrati è un centrocampista estremamente versatile che dice la sua anche in area di rigore, diverse reti infatti sono arrivate da calcio d’angolo grazie all’abilità di prevedere dove cadrà il pallone e di conseguenza lanciarsi a tutta velocità. In carriera sono 20 le reti in oltre 200 presenze.

Molto bravo nel fraseggio, riesce a far girare velocemente il pallone in modo da agevolare gli inserimenti degli esterni di centrocampo e dare modo ai due trequartisti di proporsi tra le linee per costruire un’azione da gol. Per concludere quindi, con questo colpo l’Hellas Verona ha decisamente alzato il livello della rosa e mandato un segnale a tutte le concorrenti per la salvezza. L’erede di Duda è quì.

Focus

Lens, 109 milioni di valore ma 1⁰ in campionato!

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Lille

Il Lens si trova 1⁰ in campionato con 37 punti, 28 reti segnati e 13 subite in 14 giornate di Ligue 1. Una rosa che vale solo 109 milioni, ma in vetta in classifica. 

Un risultato assolutamente inaspettato, che ha avuto modo di mettere in risalto anche giocatori come Thauvin ed Édouard.

Il primo viene da un’ottima annata all’Udinese, con 9 gol e 5 assist realizzati in 26 gare disputate.

Il secondo, invece, arriva dal Crystal Palace dopo una stagione da 8 gol in 33 presenze.

Entrambi sono protagonisti dello straordinario percorso che sta percorrendo il club francese.

L’ex Marsiglia vanta 5 gol e 2 assist in 16 partite, mentre la punta centrale del Lens vanta 7 gol e 2 assist nelle ultime 10 partite.

L’ultima sconfitta del club risale alla 10⁰ giornata di campionato contro il Metz, da quel momento in poi la squadra è rimasta imbattuta.

Lens

Florian Thauvin ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Lens, primi nonostante le cessioni importanti

Un altro fattore importantissimo da nominare sono le cessioni.

Nonostante l’addio definitivo di Danso a 25 milioni, di El Aynaoui ed Andy Diouf rispettivamente a 23.5 e 20 milioni, il club è rimasto solido ed è addirittura 1⁰ in classifica.

Grandi meriti vanno dati anche ad altri acquisti, anche se passano più nell’ombra rispetto ad altri come Thauvin ed Édouard.

Baidoo, Sangaré, Risser e la titolarità di Malang Sarr hanno portato il Lens ad avere grande solidità difensiva.

Molti di questi giocatori sembravano ormai delle meteore, altri troppo anziani o semplicemente non abbastanza pronti sin da subito.

Risser è arrivato dalla Strasburgo e vanta 5 reti inviolate, 8⁰ in questa statistica in Ligue 1 insieme ad Özer del Lille, 5⁰ per clean sheets.

Infine sono da evidenziare anche i preziosissimi contributi di: Adrien Thomasson, con 361 presenze in Ligue 1, guida la squadra con professionalità e continuità. Wesley Saïd, con sei reti, rappresenta il talento puro in attacco.

Ruben Aguilar completa il quadro con il sei assist in stagione e una solidità difensiva che lo rende imprescindibile.

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Fiorentina, Comuzzo in partenza? E pensare che un anno fa…

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La Fiorentina spera in una svolta nel nuovo anno, ma intanto guarda al mercato di gennaio, in cui potrebbe partire anche Comuzzo.

In casa Fiorentina la speranza è che il nuovo anno possa segnare una vera rinascita. I primi mesi di questa stagione sono stati estremamente complicati e la classifica parla chiaro: la Viola è al momento ultima in campionato. 

Con gennaio alle porte si aprirà anche un mercato che potrebbe portare a una piccola rivoluzione dell’organico, con diversi giocatori destinati a salutare. Tra questi c’è anche Pietro Comuzzo, oggi lontanissimo dal difensore che aveva conquistato Firenze dodici mesi fa.

Di questi tempi, la scorsa stagione, Comuzzo era considerato un punto fermo della squadra di Raffaele Palladino, uno dei volti simbolo di una Fiorentina giovane, ambiziosa e in crescita. Nel 2025, però, qualcosa sembra essersi rotto. 

Il primo scossone arrivò a gennaio, quando il Napoli lo corteggiò a lungo, arrivando a mettere sul tavolo oltre 30 milioni di euro per strapparlo subito alla Viola. Fu Rocco Commisso a bloccare la cessione, ma da quel momento il rendimento e la centralità di Comuzzo iniziarono lentamente a calare.

Fiorentina

Fiorentina, Comuzzo a un bivio

In estate arrivò poi l’offerta monstre dell’Al-Hilal: 40 milioni alla Fiorentina, pronta ad accettare, e un ingaggio importante per il giocatore, che però rifiutò la destinazione araba. Ci fu anche un tentativo dell’Atalanta, spintasi fino a 25 milioni, cifra ritenuta insufficiente dalla dirigenza viola. Da lì in poi, però, il campo non ha più restituito le stesse certezze.

Il rendimento di Comuzzo, così come quello di tutta la squadra, è stato ben al di sotto delle aspettative. Con Pioli è rimasto spesso in panchina, il che gli ha fatto perdere ulteriormente continuità e fiducia. 

Con Vanoli è tornato titolare, ma i risultati della Fiorentina non sono cambiati e lui, come molti compagni, è finito nel mirino delle critiche. Oggi la Viola sembra avviata verso una fase di profondo rinnovamento, e la cessione di Comuzzo garantirebbe risorse importanti per il mercato.

Resta da capire se qualcuno sarà disposto a soddisfare le richieste della Fiorentina, soprattutto alla luce di un rendimento che non rispecchia più quello del giocatore ammirato un anno fa. 

La sensazione è che quella Fiorentina giovane e brillante sia ormai un ricordo lontano. E forse, per Comuzzo, è arrivato il momento di voltare pagina per ritrovare se stesso.

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Roma, il 2025 è stato l’anno della rinascita

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Il 2025 della Roma si è chiuso con una vittoria con il Genoa, che permette ai giallorossi di rimanere quarti in classifica. Un anno quasi perfetto grazie al lavoro di Ranieri e Gasperini.

Chiuso il 2025 è tempo di bilanci in Serie A. L’anno che sta per concludersi è stato in particolare molto positivo per la Roma, squadra ad aver totalizzato più punti nell’anno solare, a quota 82. Difficile immaginare un percorso simile per una squadra che nel 2024 aveva  totalizzato appena 55 punti, e alternato 4 allenatori in panchina (Mourinho, De Rossi, Juric e Ranieri). Tutt’altra storia nell’anno trascorso.

Dati alla mano in 37 partite complessive di Serie A, i capitolini hanno ottenuto 26  vittorie, 4 pareggi e 7 sconfitte. Una media di 2,21 punti a gara: per la quarta volta nella storia i giallorossi hanno superato le 25 vittorie in un anno solare (26 anche nel 2006 e 2016, mentre nel 2017 venne stabilito il record di 28).

Un anno iniziato il 5 gennaio scorso con la vittoria nel derby contro la Lazio, grazie alle reti di Pellegrini e Saelemaekers, e concluso con un’altra vittoria interna, contro il Genoa di un vecchio amico come Daniele De Rossi. 

Roma, da Ranieri a Gasperini: nel segno della continuità

Roma

L’ESULTANZA DI CLAUDIO RANIERI DOPO IL GOL DI BRYAN CRISTANTE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Proprio con l’arrivo dell’attuale Senior Advisor dei giallorossi è partita la risalita della Roma. Sir Claudio ha ereditato la squadra dalla gestione del tecnico croato nelle zone basse della classifica, e in enorme difficoltà. Pian piano l’esperto allenatore ha trovato la quadra giusta per rendere al meglio con i giocatori a disposizione, ridandogli fiducia, e inanellando una serie di vittorie molto importante, che ha permesso ai giallorossi di chiudere il campionato al , sfiorando di poco l’ingresso in Champions League.

Claudio Ranieri non ha solo ridato la dignità smarrita alla Roma, ma si è anche preso la briga di scegliere il suo successore, chi doveva riportare i giallorossi in Champions League, sapendo di non poter sbagliare. L’ex tecnico ha scelto alla grande, convincendo Gian Piero Gasperini, uno dei tecnici più importanti del calcio italiano, a sbarcare nella Capitale e sposare il progetto giallorosso. Difficilmente una piazza esigente come Roma avrebbe accettato all’unanimità un “nemico del passato”, se non fosse stato proprio Ranieri in prima persona a dargli” le chiavi di Trigoria”.

Nonostante l’incredibile curriculum del tecnico di Bugliasco e quel che ha costruito a Bergamo,  trasformando l’Atalanta in una delle più belle realtà della Serie A, con la soddisfazione finale della vittoria dell’Europa League nel 2023, aleggiava dello scetticismo sulla buona riuscita del matrimonio tra la Roma e Gasperini. Dubbi spazzati via con l’incredibile lavoro sul campo portato avanti dall’allenatore, i cui frutti si vedono partita per partita. Manca sicuramente ancora qualcosa dal punto di vista della brillantezza e negli scontri diretti, ma ormai non esiste tifoso romanista che non sia convinto che la direzione intrapresa non sia quella giusta.

Nonostante un mercato estivo non all’altezza, escluso Wesley, i giallorossi sono lì a lottare per l’obiettivo prefissato. Sperando che il primo mercato del 2026 possa colmare le lacune presenti nella rosa, per poter lottare fino alla fine per le zone di vertice, e andando fino in fondo in Europa League.

 

 

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