Focus
Alexander-Arnold compie 27 anni: dagli esordi con il Liverpool alla camiseta blanca
Dopo la lunga esperienza al Liverpool, Alexander-Arnold ora cerca di confermarsi anche al nuovo Real Madrid di Xabi Alonso: puntando alla conquista di nuovi trofei.
Arnold lo conosciamo per il suo modo di interpretare il calcio. Da terzino destro ai tempi del Liverpool è riuscito a stupire tutti, vincendo anche una Uefa Champions League nel 2019 in finale contro il Tottenham.
Cresciuto nei ‘Reds’ con in panchina Jurgen Klopp, che lo ha formato non solo per la fase difensiva, ma anche offensiva, ottenendo un posto da titolare e migliorando sempre di più con il passare degli anni. Ora si trova ai ‘Blancos’, che hanno ottenuto in campionato 7 vittorie e una sola sconfitta contro l’Atlético Madrid del Cholo Simeone. Oggi il calciatore inglese compie 27 anni.

Aneddoti e curiosità su Alexander-Arnold
Trent è nato il 7 ottobre 1998 a Liverpool. Entra nel settore giovanile e progredisce con il passare del tempo, fino a raggiungere la prima squadra.
Nel 2022, dopo la vittoria in FA Cup contro il Chelsea, a soli 23 anni e 219 giorni, diventa il più giovane giocatore inglese a vincere sei trofei importanti con un club: Champions League, Premier League, Supercoppa UEFA, Coppa del Mondo per Club, FA Cup, e Coppa di Lega.
È diventato il difensore con il maggior numero di assist nella storia della Premier League, superando Andy Robertson.
Ha stabilito un altro record legato agli assist: è il primo difensore in Premier League a raggiungere 60 assist.
Non è soltanto un terzino destro tradizionale: è spesso coinvolto nella manovra offensiva, con passaggi chiave, cross, tiri da fuori area. Questo mix di abilità lo rende “un difensore con spiccate caratteristiche da centrocampista/attaccante” in certe fasi del gioco.
Ha anche giocato in posizioni più avanzate per l’Inghilterra, ad esempio in ruoli di centrocampo, in alcuni tornei/amichevoli.
Al Real Madrid ha cambiato numero di maglia: lascia il numero 66 che aveva al Liverpool e prende la 12.
Per evitare confusione in Spagna, sul retro della maglia cambia il nome da “Alexander-Arnold” a “Trent”.
La vita fuori dal campo dell’inglese
Si impegna molto in attività benefiche. È ambasciatore di “An Hour for Others”, un’organizzazione che lavora con squadre svantaggiate nella comunità di Liverpool.
Ha creato un progetto chiamato “The After Academy”, che aiuta i giocatori delle accademie che non ce l’hanno fatta nel professionismo, offrendo supporto per la carriera dentro e fuori dal calcio.
Durante la pandemia, ha collaborato con Under Armour per fornire attrezzatura medica ai lavoratori sanitari e ha partecipato ad iniziative di sostegno.
Focus
Roma, da Dybala a Celik: il punto sui rinnovi
Il futuro della Roma passa anche dai contratti in scadenza di alcuni giocatori nel giugno del 2026: come si sta muovendo la società giallorossa?
Nell’attesa del ritorno della Serie A la Roma si gode assieme all’Inter il primo posto in classifica. Ventiquattro punti in undici partite che, se sommati ai punti della stagione precedente a partire da gennaio 2025, vedono la squadra giallorossa ai vertici della classifica di tutti e cinque i top campionati europei.
Un 2025 da record, quello della Roma, che solamente un anno fa accoglieva il ritorno di Claudio Ranieri in panchina dopo una partenza disastrosa e due cambi alla guida tecnica dopo appena una decina di giornate (prima De Rossi e poi Juric). Da quel momento in poi i giallorossi hanno cambiato marcia, arrivando a sfiorare una qualificazione in Champions League la scorsa stagione e raggiungendo la vetta della classifica in quella in corso.
Numeri che sono sinonimo di una programmazione, societaria e di squadra, ben delineata. L’arrivo di Ranieri nell’organigramma societario e quello di Gasperini sulla panchina hanno finalmente ridato alla Roma quel senso di normalità che non si vedeva da troppo tempo. Adesso, per continuare a sognare in grande, serve ulteriore programmazione, soprattutto nella rosa.
Giugno 2026: chi resta e chi va via?
Proprio in tal senso il futuro della Roma passa anche e soprattutto dai contratti di alcuni giocatori chiave in scadenza nel giugno 2026. Il primo nome nei pensieri della dirigenza, e anche dei tifosi, è quello di Paulo Dybala. L’argentino è alle prese con l’ennesimo infortunio muscolare arrivato forse proprio nel momento in cui stava mostrando una splendida forma fisica e mentale.

PAULO DYBALA DOLORANTE A TERRA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Le riflessioni a Trigoria sono in corso, ma anche tra alcuni tifosi. Troppe ricadute fisiche per un giocatore non più giovanissimo e con un ingaggio sicuramente non leggero (6 milioni netti a stagione). La scelta d’amore della scorsa estate è ancora impressa nel cuore e nella mente di tutti, ma un suo eventuale sacrificio darebbe respiro alle casse giallorosse e più margine di manovra sul mercato, almeno che la Joya non decida di accettare un prolungamento pluriennale ma con cifre al ribasso.

LORENZO PELLEGRINI IN EUROPA LEAGUE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Situazione diversa, ma non troppo, è quella relativa a Lorenzo Pellegrini. Nell’ultimo mese di stagione il capitano morale della Roma ha mostrato di essere tornato ad alti livelli. Le tre reti stagionali contro Lazio, Rangers Glasgow ed Udinese hanno mostrato un Pellegrini in ottimo stato di forma fisico e mentale, ma dalla dirigenza giallorossa non è ancora arrivato nessun contatto con l’entourage del giocatore.
Lui ha sempre detto che finché resterà nella capitale darà il massimo per la maglia, ma il suo stipendio di oltre 4 milioni di euro è pesante, e non è escluso che la dirigenza giallorossa decida di ascoltare le offerte per lui a gennaio per cercare di monetizzare il più possibile e non rischiare di perderlo a zero la prossima estate.
Discorso ancora più diverso è quello legato a Stephan El Shaarawy. Complice l’età non più giovanissima e le scelte di Gasperini, il Faraone sembra essere scivolato indietro nelle gerarchie. Una sua partenza a giugno non è da escludere, anzi, è quasi certa, ma in questo caso la Roma risparmierebbe circa 2,5 milioni a stagione.
Chi quasi sicuramente l’anno prossimo non vestirà più la maglia della Roma saranno Evan Ferguson e Leon Bailey. Dall’inizio della stagione i loro arrivi non hanno soddisfatto le aspettative, tutt’altro. I continui problemi fisici non hanno permesso all’irlandese e al giamaicano di integrarsi e di fornire un apporto valido al reparto offensivo giallorosso che, come ben sappiamo, continua ad essere carente a livello di gol ed assist. I due giocatori sono entrambi in prestito ma, salvo clamorosi rendimenti da qui fino a fine stagione, entrambi a giugno saluteranno la capitale.

ZEKI CELIK PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Zeki Celik, invece, è l’unico giocatore in scadenza a giugno 2026 con cui la dirigenza giallorossa sta discutendo su un eventuale rinnovo di contratto. Il difensore turco sta vivendo la miglior stagione da quando è arrivato alla Roma, e dopo l’ottima esperienza con Ranieri lo scorso anno anche con Gasperini Celik ha dimostrato di essere un giocatore imprescindibile. Attualmente Celik guadagna circa 2 milioni, ma la dirigenza romanista è già al lavoro con l’entourage del giocatore per prolungare il contratto. Una scelta per premiare il giocatore, ma anche per cautelarsi ed eventualmente poter alzare il prezzo nel caso in cui alcuni club decidessero di provare a portarlo via da Roma.
Focus
Torino, ora servono i gol: il centrocampo deve dare di più
Il Torino arriva alla sosta con un nuovo spirito, ma l’infortunio del Cholito obbliga Baroni a cercare gol e risposte dal centrocampo.
Il Torino è arrivato a quest’ultima sosta del 2025 con uno spirito completamente diverso rispetto alla precedente. Allora, solo un pareggio contro la Lazio aveva evitato l’esonero di Baroni, che sembrava ormai scritto. Proprio quella gara nella Capitale ha però cambiato il volto dei granata, che da lì in poi hanno raccolto 2 vittorie e 3 pareggi nelle successive 5 partite, battendo il Napoli campione d’Italia e conquistando punti preziosi con Bologna e Juventus. Un altro Toro, più compatto, più convinto, più consapevole dei propri mezzi.
Alla ripresa del campionato, però, Baroni dovrà fare i conti con l’assenza pesante del Cholito Simeone, finora miglior marcatore granata con 4 reti. Recuperare quei gol non sarà semplice, anche perché il numero dei marcatori stagionali è finora ridotto: appena cinque, con tre attaccanti (Simeone, Che Adams e Ngonge) e due difensori (Saúl Coco e Maripán).
In attesa del ritorno al top di Duván Zapata, servirà che il resto della squadra inizi a incidere con maggior continuità.

NIKOLA VLASIC RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Torino, il centrocampo deve diventare determinante
Se c’è un reparto che può davvero aiutare Baroni a sopperire all’assenza del Cholito, è il centrocampo. Il primo nome è quello di Cesare Casadei: solo 2 gol dal suo ritorno in Italia, ma qualità da invasore che Baroni dovrà riuscire a valorizzare pienamente, perché il ragazzo ha gli inserimenti e la fisicità per diventare un’arma importante contro le difese avversarie.
Come lui, anche Nikola Vlašić dovrà alzare il livello: dal croato ci si aspetta molto di più, soprattutto in termini di continuità e presenza negli ultimi metri.
Un altro giocatore che può portare un contributo significativo è Tino Anjorin, che sta finalmente ritrovando condizione dopo la fascite plantare che lo ha frenato per tutto ottobre. Il suo talento può diventare una risorsa preziosa in una fase così delicata, soprattutto in attesa di capire i tempi di recupero di Ilić, per cui sembra profilarsi uno stop lungo, e di rivedere in campo Gineitis, che finora ha avuto poco spazio ma punta a rientrare nelle rotazioni al ritorno dalla sosta.
Se il Torino vuole dare continuità a questo momento positivo, il contributo del centrocampo sarà fondamentale: Baroni avrà bisogno dei loro gol, delle loro invenzioni e della loro personalità per mantenere alta la spinta e rendere sostenibile la corsa granata. Il cammino è ancora lungo: il Toro ha ritrovato il passo, ma ora serve aumentare i gol.
Focus
Napoli, un giocatore può cambiare il volto della stagione
La sosta peggiora il clima in casa Napoli, tra infortuni e dubbi sul progetto. Ma un ritorno atteso per Conte potrebbe ribaltare umori e prospettive.
Questa sosta per le Nazionali non sta facendo altro che peggiorare il clima in casa Napoli. L’infortunio di Anguissa, che si aggiunge a quelli di De Bruyne e Lukaku e più in generale a tutti i problemi muscolari degli ultimi mesi, ha riacceso il dibattito sui metodi di Conte e sulla gestione della rosa.
Le ultime uscite, poi, hanno mostrato una squadra spenta, carente soprattutto sul piano caratteriale e mentale, e il tecnico salentino avrà molto lavoro da fare in vista della ripresa del campionato. Il Napoli sembra aver perso identità e certezze proprio nel momento in cui serviva maggiore solidità.

ROMELU LUKAKU RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Lukaku può cambiare il Napoli
Tra le ombre, però, c’è una figura destinata a riportare luce: Romelu Lukaku. L’assenza del belga ha pesato tantissimo sia sul campo, soprattutto dopo il ko di De Bruyne, sia nello spogliatoio, dove il centravanti funge da collante e da leader in grado di spegnere tensioni e malumori.
Il suo rientro, ormai vicino, offre a Conte una doppia soluzione: emotiva e tattica. Da un lato, un leader vero per rafforzare un gruppo in difficoltà; dall’altro, una presenza capace di rivoluzionare l’attacco.
Il tecnico potrebbe infatti valutare il passaggio al 4-4-2 o al 3-5-2, sistemi in cui Lukaku avrebbe il compito di affiancare e sostenere Rasmus Højlund, apparso troppo isolato nelle ultime partite. Grazie alla sua fisicità, il belga può liberare il giovane danese dai compiti spalle alla porta, permettendogli di sfruttare al meglio la sua dote principale: l’attacco alla profondità.
Conte lo aspetta con impazienza: il ritorno del suo bomber può essere la chiave per invertire la rotta e dare nuovo volto alla stagione del Napoli.
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