Europa League
Cluj-Roma: probabili formazioni e dove vederla
Giovedì 26 alle ore 21 allo stadio Constantin Radulescu c’è Cluj-Roma, gara valida per il quarto turno del Gruppo A di Europa League. I giallorossi sono in testa alla classifica e cercherà di blindare il primo posto, mentre per i rumeni è un’occasione importante per avvicinarsi alla vetta.
Indice
Qui Cluj
Il tecnico Petrescu, vecchia conoscenza italiana, propone un classico 4-4-2 per la formazione romena, con Rondon in coppia con Debelijuh in attacco. A centrocampo Deac e Djokovic sugli esterni, Hoban con Itu saranno nel mezzo. La difesa vedrà terzini Susic e Camora, con Manea e Ciubotariu centrali.
Qui Roma
Fonseca recupera finalmente Dzeko, negativizzatosi dal Covid, ma dovrebbe partire almeno inizialmente in panchina. Qualche problema in difesa per il tecnico portoghese che potrebbe proporre Cristante nei tre dietro insieme a Ibanez e Juan Jesus. A metà campo sulle corsie probabili Karsdorp e Spinazzola con Pellegrini e Villar nel mezzo. In abanti Borja Mayoral con i due connazionali, Pedro e Carles Perez a supporto.
Probabili formazioni
CLUJ (4-4-2): Balgardean; Susic, Manea, Ciubotariu, Camora; Deac, Hoban, Itu, Djokovic; Rondon, Debelijuh. Allenatore, Petrescu.
ROMA (3-4-2-1): Pau Lopez; Ibanez, Cristante, Juan Jesus; Karsdorp, Pellegrini, Villar, Spinazzola; Pedro, Carles Perez; Borja Mayoral. Allenatore, Fonseca.
Dove vederla
Cluj-Roma è un’esclusiva Sky che la trasmetterà in chiaro anche su TV8. Per gli abbonati alla tv satellitare è possibile seguirla sui canali 201 e 252 del satellite e 482 del digitale terrestre. Inoltre per chi volesse seguirla in streaming è possibile farlo con le app per abbonati Sky go e Now tv.
Europa League
“Belli ciao” la cronistoria del day after di Leverkusen-Roma
Sconfitta e sfottuta. La ricostruzione degli sfottò (social e non solo) che il Bayer Leverkusen (e non solo) ha rivolto alla Roma.
Roma vicina all’impresa, ma non basta
“Una mattina mi sono alzato e ho trovato l’invasore“. Che, per una volta, non sono i tedeschi. E’ quello che deve aver pensato il Bayer Leverkusen, dopo che la Roma è andata a venti minuti dall’essere la prima squadra a espugnare la BayArena in questa stagione.
Una sensazione di latente fastidio, evidente sin dall’iniziale vantaggio firmato Paredes. Probabilmente non si aspettavano neppure di andare sotto di un gol, considerato che nei giorni antecedenti alla partita erano state promulgate le informazioni per la finale di Dublino, figuriamoci di due.
Una certezza di superiorità corroborata dalla vittoria dell’andata, ma che ha portato i tedeschi a giocare il ritorno quasi con spocchia. E, come spesso accade, quando una squadra approccia con sufficienza a un match è difficile raddrizzare l’inerzia di una partita storta.
Il focus non è un interruttore, che può essere acceso o spento a comando, e l’autogol di Mancini deve essere stato accolto dalla squadra di Xabi Alonso come una sorta di liberazione. Liberazione del proprio territorio, del proprio stadio, che una squadra percepita come ostile (straniera) stava occupando tentando di porre fine a quell’egemonia calcistica che da 48 partite li faceva sentire invincibili.
Mai più Neverkusen, ma la storia non si cancella
Tutto è cominciato con l’esultanza del Bayer Leverkusen alla qualificazione della Roma a discapito del Milan nei quarti di finale. Poi la gara d’andata, vinta due a zero dai tedeschi allo Stadio Olimpico seppur con qualche inaspettato patema, che ha conferito ai teutonici ulteriore consapevolezza nei propri mezzi tecnici.
Poi il ritorno, approcciato come una pura formalità e rischiato di trasformarsi in un incubo. Le granitiche certezze di una squadra prima incrinate, poi sfregiate e infine sul punto di crollare come un castello di carte. E il Bayer Leverkusen ha dimostrato, ancora una volta, che saper vincere è un’arte e che è ancora più importante di saper perdere perché sono più quelli che perdono che quelli che vincono.
Al Leverkusen il soprannome (ben poco edificante) Neverkusen ha pesato come un macigno e la frustrazione accumulata negli anni è esplosa in una dimostrazione di puerile arroganza, che non collima con l’espressione calcistica quasi aristocratica che spesso si vede in campo. Questo è il motivo principale per cui squadre storicamente non abituate a vincere crollano dopo una singola stagione di gloria.
E il comportamento di Frimpong, andato a stuzzicare Svilar dopo l’autogol che ha accorciato le distanze e che ha litigato praticamente con tutti al momento del cambio, esemplifica la condizione di chi non riesce a godersi una vittoria in quanto troppo spaventato dall’idea della sconfitta. E “Bella Ciao“, sparata a tutto volume dal DJ dello stadio, a fine partita ricorda la musica techno uscita dalle casse di San Siro dopo lo scudetto dell’Inter.
Europa League
Leverkusen, Xabi Alonso: “Dopo il 2-0 della Roma ho visto che i miei ragazzi volevano di più”
L’allenatore del Bayer Leverkusen Xabi Alonso ha parlato dopo il match contro la Roma che ha portato il club tedesco in finale.
Leverkusen, le parole di Xabi Alonso:
Di seguito le parole dell’allenatore del Bayer Leverkusen Xabi Alonso, dopo il match vinto contro la Roma in Europa League e che ha portato le Aspirine in finale:
“Wirtz ha preso una botta contro il Borussia Dortmund dalla quale non si è ripreso del tutto. Voleva aiutare la squadra ed esserci… L’ha fatto. Un giocatore come lui è un asset anche al 70%”.
“Siamo felici di essere arrivati alla finale. Ne giocheremo due in una settimana, come conseguenza di ciò. Abbiamo mostrato un grande carattere dopo il secondo gol della Roma. Ho guardato i miei giocatori negli occhi e ho visto che volevano dare di più. Abbiamo ancora la chance di vincere tre titoli, ciò che meriterebbero i miei ragazzi”.
Europa League
Roma, De Rossi: “Meritavamo entrambi di passare ma sono orgoglioso. È mancata la profondità. Su Dybala…”
Daniele De Rossi ha parlato in conferenza stampa al termine di Bayer Leverkusen-Roma. L’allenatore ha parlato del coraggio messo in campo dai suoi e di Svilar.
Indice
Roma, le parole di De Rossi
Svilar?
“Se ci parlassi ora direi grazie a Svilar come a tutti gli altri. Abbiamo fatto una grande partita ma ragazzi bisogna fare i complimenti anche agli avversari perché sono stati bravissimi. E poi gli episodi hanno girato a favore loro come spesso succede alle grandi squadre. Ne usciamo con più convinzione, siamo una squadra che se la viene a giocare un po’ ovunque”.
Alla Roma mancano giocatori come Chiesa?
“La squadra ha valori tecnici importanti e umani giganteschi, ce la siamo giocata tanto, ci sono delle caratteristiche fisiche di giocatori che saltano l’uomo e loro le hanno. Non servono giocatori diversi, ma servono anche queste caratteristiche. Abbiamo affrontato tre semifinali perché Brighton e Milan potevano stare qui con questi giocatori e quindi mi pare fuori fase parlare ora di altre cose.
Ora dobbiamo recuperare, fisicamente e mentalmente, io vedrò la partita dell’Atalanta in aereo, loro dovranno un po’ recuperare. Se mi avessero detto il 16 gennaio che saremmo arrivati qui ci avrei messo la firma, i ragazzi stanno facendo un grande sacrificio, se avessimo fatto più punti nella prima parte della stagione non sarei qui.
Chi è favorito tra Bayer e Atalanta?
Non lo so, l’Atalanta può metterli in difficoltà. Se maledico gli errori dell’andata? Non è che la maledico, diciamo che siamo venuti per fare un’impresa e l’abbiamo sfiorata. Nell’ottica delle due partite meritano di andare in finale ma lo avremmo meritato anche noi. Dybala vediamo come sta, oggi era venuto per gli ultimi 10′ di preghiera se fosse stato necessario”.
Bayer Leverkusen?
“L’avevamo preparata così, in alcune ripartenze mancate abbiamo perso un po’ di distanza. In queste partite devi togliere il pallone tra i piedi a questi giocatori, non siamo stati perfetti, ma è dura perché devi tenere botta in qualsiasi momento. Loro ti puntano, tirano, si muovono, dai e vai, non è facile”.
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