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Quand je l’ai vu, j’ai eu le coup de foudre: il punto sulla 21esima giornata di Ligue 1

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Bentornati sulla prima rubrica di Calcio Style dedicata alla Ligue 1, dove cercherò di trasmettervi la passione per il calcio francese.

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Il Marsiglia non sa più vincere

Il Marsiglia non riesce a battere il Metz, la squadra più in difficoltà di questa Ligue 1, al Velodrome. Gli ospiti, penultimi in classifica prima dell’inizio di questa giornata, hanno accolto il figliol prodigo Mikautadze in prestito secco dall’Ajax (fallimentare la sua esperienza in Olanda) nelle ultime ore di mercato.

Il georgiano non ha segnato, ma la sua presenza in campo è stata sufficiente per permettere a Les Grenats di interrompere un’emorragia di sconfitte che in questa Ligue 1 durava da sette partite. L’ultimo punto raccolto dalla squadra di Boloni risale al 26 Novembre: 2-3 sul campo del Lorient.

Non solo: il Marsiglia è sin qui l’unica squadra in questa Ligue 1 a non aver vinto con il Metz né all’andata né al ritorno. Due a due all’andata e uno a uno al ritorno, dove non è bastato il gol del neo arrivato Moumbagna.

La squadra di Gattuso è rimasta in dieci alla metà del primo tempo, con il VAR che ha trasformato in espulsione un fallo di capitan Gigot che l’arbitro Hakim Ben El Hadj aveva ritenuto meritevole solo del cartellino giallo. Nonostante l’inferiorità numerica, i padroni di casa sono andati in vantaggio (56′) salvo farsi riprendere neanche cinque minuti dopo dal gol (decisivo) di Udol.

Il Marsiglia fallisce (nuovamente) il ritorno in zona Europa e rischia di veder scappare il quarto posto (obiettivo minimo della dirigenza, come affermato dallo stesso Gattuso) a otto punti. Il Metz, da canto suo, guadagna un punto pesante e inaspettato nel pervicace tentativo di raggiungere la salvezza.

Ligue 1

LPS/Fabrizio Carabelli

Lille impresentabile: PSG già in fuga

PSG sconfitto e criticato alla vigilia del periodo più intenso e delicato della stagione, a metà del guado fra la fine delle coppe afro-asiatiche e il ritorno della Champions League. Nizza potenzialmente a -5, in caso di vittoria contro il Monaco nel big match di domani sera, e in grado di regalarci una Ligue 1 aperta e combattuta anche grazie al peggior PSG dell’era Al-Khelaïfi.

Una speranza durata quattro minuti. Non solo il tempo che è intercorso fra il gol di Yazici e quello di Ramos, ma anche quello necessario per ribadire la totale inadeguatezza tattica di Fonseca nella gestione dei big match.

Un limite enorme, palesato anche a Roma e rimarcato, con una veemenza a tratti sconcertante, anche al Parco dei Principi. Il Lille presentato a Parigi da Fonseca è di una pochezza imbarazzante. Non solo per la quantità esorbitante di errori tecnici, ma soprattutto per la tenuta difensiva.

E dire che Les Dogues erano anche partiti bene. La corsia di destra, composta da Santos e Zhegrova, ha fatto vedere le cose migliori della partita. Fra cui il gol del vantaggio di Yazici, dopo sei minuti dal fischio d’inizio. Un uno a zero che andava trattato con i guanti e che invece gli ospiti dilapidano quasi subito.

Oramai ogni settimana si vedono talmente tanti gol presi per colpa di una costruzione dal basso che il materiale per i montaggi horror da far diventare virali in rete si spreca. Al contrario, le reti segnate immediatamente dopo una ripartenza da dietro si contano sulla dita di una mano.

Dopo anni sto ancora cercando di capire dove sia questo rapporto costi-benefici estremamente profittevole di cui i giochisti vanno cianciando con la solennità di un predicatore religioso. A un’uscita da dietro pigra e non necessaria fa seguito la pessima serata di Alexsandro Ribeiro, quasi omonimo del centrale della Juventus, la cui partita viene perfettamente esemplificata dalla seconda rete.

Un liscio clamoroso, tra l’altro con il suo piede, con cui si manda il pallone sul tacco destro e quindi all’angolino. Esercizio ginnico dal coefficiente di difficoltà difficilmente quantificabile e Chevalier battuto. Probabilmente l’unico modo per battere il portierino (ma in procinto di diventare un Portierone) del Lille in una serata di grazia come tante gliene sono capitate nella sua breve carriera.

Infatti, il passivo per gli ospiti sarebbe potuto essere ben peggiore senza la serie sconfinata di prodezze sciorinate dal futuro numero uno della nazionale francese. Il Lille, complice l’assetto estremamente prudente scelto da Fonseca, vivacchia speculando sullo svantaggio minimo.

A metà secondo tempo il portoghese tenta il tutto per tutto, in maniera tardiva come spesso gli capita, ma il cambio di assetto (da un 4-2-3-1 senza un vero centravanti a una sorta di 4-4-2 con David spalleggiato da Yazici) frutta “solo” una discesa di Ounas sulla destra. Il turco, però, anziché mandare Navas (che Luis Enrique ha preferito a Donnarumma in un atto diplomatico degno di un mediatore nel conflitto russo-ucraino) e tutto il pallone in fondo alla rete decide di cercare il piazzato con quattro maglie del PSG sulla traiettoria.

Il suo (timido) tentativo, ovviamente, si spalma su uno degli avversari in barriera e de facto la partita finisce lì. Perché poco dopo il neo-entrato Barcola fa fare una figuraccia a Ismaily, regalando a Kolo Muani il tap-in del tre a uno. Salvo miracoli il PSG si porterà a casa anche questa edizione della Ligue 1, ma già mercoledì contro la Real Sociedad sarà un’altra storia.

Ligue 1, il punto sulla zona Europa

Se si eccettua la vittoria del Lens sullo Strasburgo, delle squadre in lotta per le zone europee non ha vinto nessuno. Vittoria netta quella della squadra di Haise, che nello pseudo-scontro diretto contro quella di Vieira rimarca la totale inadeguatezza degli alsaziani a sognare un piazzamento europeo.

Primo tempo dominato dai Sang Et Or, che vanno in vantaggio per due a zero (reti di Wahi e Costa) prima che Delaine accorciasse le distanze negli ultimi vagiti della prima frazione. Poi Sotoca, alle idi della ripresa, chiude i conti.

Strasburgo tranquillo a metà classifica, ma più vicino alla zona retrocessione (6 punti) che a quella europea. Sono infatti dieci i punti di distanza proprio dal Lens, ora sesto in classifica ma tornato pienamente in corsa anche per la Champions League. Data la sconfitta del Lille e il pareggio del Brest.

La squadra di Roy paga le fatiche infrasettimanali, trasferta al Parco dei Principi in Coupe de France, a cui non è abituato e non va oltre l’uno a uno sul campo del fanalino di coda Clermont. Perde anche il Reims, due a zero sul campo di un Lorient alla seconda vittoria consecutive in questa Ligue 1.

Non era mai successo quest’anno che i bretoni vincessero due gare di fila. L’ultima volta nello scorso campionato, con la vittoria per tre a uno sul campo del PSG e quella per due a uno nel derby bretone con il Brest.

Per i padroni di casa in gol anche l’ex-Milan Bakayoko, autore del due a zero finale, che non segnava in Ligue 1 dal 12 Gennaio del 2020: più di quattro anni fa! E a proposito di Milan, continua il periodo di forma smagliante degli altri rossoneri: quelli di Francia. Infatti, il Rennes ha vinto ancora.

Uno a zero su un campo difficile come quello del Le Havre, ma vincendo da squadra grazie a un gol di Borigeaud nella ripresa. Ed è ciò che era mancato ai bretoni nella prima parte di stagione: essere una squadra. E ora, nonostante l’infortunio di Le Fee che non ci sarà nel playoff, il Rennes può contare su una impalcatura di squadra capace anche di sopperire alle assenze dei singoli.

Il Rennes ora è settimo, a quattro punti dalla coppia Lens-Lille che detengono rispettivamente l’ultimo posto utile per la Conference e per l’Europa League. Il 2024 dei bretoni è stato sin qui perfetto. Sette vittorie su sette nel nuovo anno fra tutte le competizioni. Le vittorie consecutive sono otto se consideriamo anche quella sul campo del Clermont nell’ultima gara del 2023.

Ligue 1, il punto sulla zona salvezza

Colpaccio del Lione sul campo del Montpellier, che conferma di essere una squadra uscita stravolta dal mercato invernale e inguaia gli uomini di Der Zakarian. L’OL ha vinto otto delle dodici partite in cui Pierre Sage si è seduto sulla panchina lionese e si è tirato fuori dalla zona retrocessione.

La vittoria del Lione rimette in corsa anche il Montpellier, che si è sentito salvo troppo presto. Talmente tranquillo della sua posizione da metà classifica da aver ceduto il suo miglior difensore, Esteve, al Burnley nel mercato di Gennaio. Ma la classifica in Ligue 1 è talmente corta (dal 10esimo posto dello Strasburgo al 16esimo del Lorient ballano appena sei punti) che una distrazione di due o tre partite può vanificare il lavoro di un’intera stagione.

I padroni di casa era anche andati in vantaggio nel primo tempo con Nordin e avevano interpretato la partita meglio degli ospiti. Tuttavia, lo spirito OL ha fatto la differenza e permesso al Lione di rimanere dentro la partita nonostante i fantasmi della retrocessione bussassero alla loro porta. E una partita in bilico spesso la decidono i campioni, quelli che il Lione, nonostante tutto, continua ad avere. E allora prima il solito sigillo di Lacazette e poi quello di Caqueret.

“Il Lione ai lionesi” sarà stata anche solo un’opera di marketing, ma se il Lione non saluterà la Ligue 1 dovrà dire grazie soprattutto a quelli che con questa maglia ci sono cresciuti. Torna a vincere in Ligue 1, dopo sei partite, anche il Nantes. Il momento era difficilissimo per la squadra di Gourvennec, dopo l’eliminazione dalla Coupe de France per mano del piccolo Laval (squadra di Ligue 2) e con la vittoria in campionato che mancava dal 2 Dicembre. Però i canarini l’hanno vinta in perfetto stile Gourvennec.

26% di possesso palla. Appena 0,38 di xG e 2 tiri nello specchio, che però sono anche le due reti con i quali il Nantes ha vinto uno scontro diretto pesantissimo in chiave salvezza. Ovvero quelle di Mohamed (punizione magistrale dopo appena due minuti dal fischio d’inizio) e la rete a inizio secondo tempo di Kadewere. Inutile la rete a tempo di scaduto di Dallinga per i padroni di casa, che si sono visti annullare un gol per fuorigioco millimetrico di Magri. Il Nantes respira e il Tolosa torna a vedere i mostri.

Derby al Monaco fra le polemiche

Il derby della Costa Azzurra, infuocato non solo dall’accesa rivalità fra le due squadre ma anche da una direzione arbitrale assolutamente non all’altezza della partita, va al Monaco. Farioli rimane saldamente al secondo posto, in virtù dei passi falsi di Brest e Lille, ma il PSG a +11 non lo riprendi più.

Soprattutto si rifà sotto il Monaco, che conquista tre punti pesantissimi per rinforzare la propria candidatura alla zona Champions. I monegaschi vincono uno scontro diretto e per di più in territorio nemico, su un campo difficilissimo dove quest’anno nessuno aveva ancora vinto. Lo non senza polemiche.

E’ un periodo non felice per gli arbitri francesi, soprattutto per quanto concerne la gestione delle espulsioni. Solo nelle ultime partite abbiamo avuto quella inconcepibile di Maripan contro il Marsiglia o quella esagerata di Gradit contro il PSG. Ieri sera all’Allianz Riviera, però, si è andati oltre.

Dante prende nettamente il pallone e poi sullo slancio anche la caviglia del suo avversario. L’intervento è duro, ma non presenta nessuna delle caratteristiche fondamentali per rientrare nella casistica dei “falli che rischiano di ledere l’integrità fisica dell’avversario“. La gamba è alta, ma non troppo. Il punto di contatto con la caviglia non è potenzialmente compromettente e soprattutto non c’è il rischio concreto di fare del male all’avversario.

Nonostante, Eric Watellier viene richiamato dal VAR (ennesimo caso il cui la tecnologia “corregge” una decisione corretta con quella sbagliata) e completa la sua disastrosa serata espellendo il capitano del Nizza. Se l’intervento di Dante di ieri sera è da espulsione, quello di Soglo di settimana scorsa è da codice penale. Eppure quell’intervento non venne sanzionato nemmeno con il fallo.

Una grave disomogeneità di giudizio, che ha incattivito una partita già molto nervosa e messo il Nizza di fronte a un Everest da scalare subito dopo il gol del due a uno di Zakaria. Ai padroni di casa, senza Diop (infortunato) e con la coppia Boga-Moffi impegnata nella finale di Coppa D’Africa, per poco non riesce l’impresa grazie al “local boyGuessand. Due a due e la sensazione è che agli uomini di Farioli possa anche andare bene così, ma la disattenzione che porta al gol del definitivo tre a due nemmeno tre minuti dopo è imperdonabile.

Solo una volta il Nizza quest’anno aveva subito tre gol, nella trasferta di Le Havre che sin qui rimane la peggior partita dell’era Farioli, ma, al di là di una direzione arbitrale da ufficio inchieste, ieri sera la difesa nizzarda ha scricchiolato pericolosamente e non è la prima volta.

Di recente è accaduto spesso e Farioli deve ritrovare la sua solidità difensiva se vuole conquistare uno dei primi tre posti. Se la mano del bravissimo allenatore italiano comincia a vedersi meno, sarà difficile per il Nizza qualificarsi alla prossima edizione della Champions League.

Onestamente in Ligue 1 ci sono squadre più attrezzate e sin qui non si è visto semplicemente per la bravura di Francesco. Ora però il tecnico toscano deve rimboccarsi le maniche e rimettere a sistema la sua squadra. Il calendario, in questo senso, non aiuta. Alla prossima si va a Lione, in casa di una squadra in estrema salute e senza la guida illuminata del 40enne ex-Bayern Monaco.

Premier League

Tottenham, Postecoglou rassicura i tifosi: “Capisco le loro preoccupazioni, ma…”

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Calciomercato Tottenham, il tecnico Postecoglou

Il tecnico del Tottenham Ange Postecoglou è intervenuto in conferenza stampa anche per tranquillizzare i tifosi, attualmente delusi dalla campagna acquisti.

Di seguito le parole in merito da parte del mister degli Spurs.

Postecoglou sul mercato

“In questo periodo dell’anno è piuttosto difficile per i tifosi perché non hanno tutte le informazioni. È giusto dire che c’è molta disinformazione in giro, quindi è difficile valutare.

Stiamo lavorando duramente per portare i giocatori e questo è un processo con cui a volte bisogna avere pazienza. Ma per quanto riguarda gli obiettivi che ci siamo prefissati, il piano è ancora quello e bisogna essere disciplinati. A volte le tempistiche non funzionano, non si verificano con la rapidità che si desidera e non si ottengono nel momento ideale. Ma è molto importante rimanere disciplinati e non scappare per inseguire altre cose.”

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Premier League

Manchester United: Ten Hag ha il suo nuovo numero 9

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Manchester United, Erik Ten Hag

Il Manchester United ha il suo nuovo numero nove per la stagione 2024-2025. Scopri con noi di chi si tratta e il motivo della scelta di Ten Hag.

Nonostante il recente acquisto di Joshua Zirkzee, il Manchester United ha deciso di affidare la maglia numero 9 a Rasmus Hojlund. L’ex Atalanta ha ufficializzato il cambio numero con un post sui social.

Manchester United, Hojlund

Il nuovo nove del Manchester United

I Red Devils hanno affidato la storica maglia numero 9 a Rasmus Hojlund, liberatasi dopo l’addio di Anthony Martial. Il giovane attaccante danese ha lanciato così un chiaro segnale al neo acquisto Joshua Zirzkee. Dopo aver vestito la maglia numero 11 nella prima stagione con i Red Devils, la punta è pronto ad indossare il numero 9: come già successo ai tempi dello Sturm Graz.

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Premier League

Leicester, Cooper vara un inedito 3-4-3: si è liberato uno slot sull’ala destra…

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leicester

Alla prima uscita stagionale, il Leicester di Steve Cooper ha stupito con un sistema di gioco inatteso e che strizza l’occhio al mercato.

In attesa di completare il mercato, ieri sera il Leicester ha disputato la prima amichevole estiva a porte aperte dopo quella a porte chiuse con il Villareal. Sparring partner di serata lo Shrewsbury, squadra militante nella League One (l’equivalente inglese della Serie C nostrana) che ha permesso a Cooper di “sperimentare”.

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Cooper sulle orme di Maresca

La nomina di Steve Cooper come nuovo allenatore aveva fatta storcere qualche bocca. Non solo perché la trattativa per rendere Graham Potter il timoniere del nuovo corso delle foxes è saltato a un passo dall’agognata firma sul contratto, ma anche perché la posizione pubblica del board thailandese era quella di volere un allenatore che avrebbe “continuato il percorso iniziato da Enzo Maresca.

E Cooper, che nel suo biennio alla guida del Nottingham Forest si è messo in luce per la sua praticità e per il suo pragmatismo, non sembrava certo il profilo ideale. Eppure, la prima amichevole stagionale del Leicester ci racconta una storia diversa. Stante che potrebbe tranquillamente trattarsi di un esperimento estemporaneo, data anche l’assenza dei tanti nazionali che sono tornati ad allenarsi con il gruppo soltanto negli scorsi giorni.

Tuttavia, Cooper sembra intenzionato a ripercorrere il sistema fluido (a metà fra la difesa a tre e la difesa a quattro) che Maresca ha introdotto al Seagrave. Il primo Leicester di Cooper impostava a tre e difendeva a quattro, come praticamente tutte le squadre moderne, ma con delle novità interessati rispetto al passato.

Leicester

Photo Source: LCFC.com

Il Leicester si prepara all’arrivo di Soulé

In casa Leicester si è dibattuto a lungo su dovesse possa giocare Matias Soulé, talento argentino della Juventus in procinto di traslocare nell’East Midlands. Giocatore eclettico e a cui viene riconosciuta una capacità (grazie soprattutto alle sue doti tecniche) di giocare anche centralmente, ma che sin qui ha espresso le cose migliori partendo largo a destra per poi venire dentro il campo a giocare con il macino.

Praticamente le stesse caratteristiche di Abdul Fatawu, grande protagonista della promozione in Premier League e sicuro titolare per la prossima stagione. Soulé rischiava quindi di essere una “riserva” fin troppo costosa per il Leicester, sin quando Cooper non ha stupito tutti nell’amichevole vinta contro lo Shrewsbury.

Se con Maresca il Leicester, in fase d’impostazione, si schierava in campo con una sorta di 3-5-1-1 e con i due esterni offensivi (Fatawu e Mavididi) larghissimi e a piede invertito, Cooper vuole qualcosa di diverso. In fase di costruzione, Fatawu è scalato a fare il tutto fascia a sinistra: liberando uno slot a destra nel tridente.

Leicester

Soulé-Mavididi-Fatawu assieme: i tifosi del Leicester sognano

Largo a destra nel tridente ha giocato Kasey McAteer. Giocatore che, per caratteristiche, sarebbe stato più adatto di Fatawu a ricoprire il ruolo di esterno a tutta fascia. Tanto che Brendan Rodgers, nei suoi esordi con la prima squadra delle foxes, lo fece giocare addirittura terzino. La scelta di Cooper di “forzare” l’adattamento di Fatawu sembra un chiaro tentativo di far coesistere tutti i suoi giocatori di maggior talento.

Del resto lo stesso Cooper, nella serata di domenica, aveva affermato di “essere a conoscenza del fatto che la società stesse lavorando duramente all’acquisto di nuovi giocatori” e soprattutto che “fosse ottimista sulla possibilità di abbracciarne di nuovi in tempi brevi“. Una dichiarazione rilasciata il giorno prima che circolasse la notizia dell’accordo raggiunto fra Juventus e Leicester per il trasferimento di Soulé.

Una consecutio temporum che non lascia spazio a interpretazioni. Staremo a vedere se Cooper manterrà questo assetto anche con il ritorno dei vari nazionali, sino a pochi giorni fa impegnati a Euro2024. Stando a quanto raccolto dalla nostra redazione, nel frattempo la Roma avrebbe alzato la sua offerta per il fantasista argentino. L’unica cosa certa è che il duello fra volpi e lupi è al fotofinish: vedremo chi la spunterà.

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