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Alla vigilia di Inter-Liverpool, l’allenatore dei nerazzurri, Cristian Chivu, è intervenuto in conferenza stampa per presentare il match.
Di seguito un estratto delle parole del tecnico dell’Inter, riportate da Tuttomercatoweb, in vista della sfida di Champions League contro il Liverpool, in programma domani alle ore 21.

CRISTIAN CHIVU GUARDA IN ALTO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Inter, le parole di Chivu
È possibile proporre contro il Liverpool l’intensità mostrata con il Como?
“Credo che sia una squadra che fa dell’intensità un proprio motto, una parte della propria identità. Klopp l’ha portata, Slot sta cercando di mantenerla e ci è riuscito, dato che ha vinto la Premier. Quest’anno è partita bene, poi ha avuto difficoltà, ma è una squadra costruita per questo tipo di partite. Sappiamo cosa portano in campo, a livello individuale e collettivo. Noi vogliamo fare come loro, però loro nascono così, hanno una storia e una cultura, legata anche a cosa rappresenta il calcio in Inghilterra, diverso dall’Italia. Non meglio o peggio, ma diverso, e porta ad avere un certo approccio alle gare. È tutto replicabile, dipende dall’atteggiamento dell’avversario e dalle energie: giocando ogni tre giorni non è semplice, non è una lamentela ma un dato di fatto. Vanno capiti i momenti e non va perso l’equilibrio, per non esporsi troppo alla qualità dell’avversario. A tratti bisogna anche riposare, se lo chiedete a Marcus (Thuram, ndr) vi risponde che non è facile andare in pressione per 90 minuti di fila”.
Le caratteristiche del Liverpool rendono la sfida più favorevole al vostro stile di gioco?
“Si vedrà domani… A parole è tutto facile, sulla lavagna e a video anche. Il problema è quando devi portare in campo qualcosa che ti permette di dare forza alle parole. Sappiamo tutti dell’intensità del Liverpool, della qualità che hanno, a livello sia individuale che collettivo. L’Inter ha portato alta la bandiera dell’Italia in giro per il mondo: non si raggiungono due finali Champions e una di Europa League in cinque anni così facilmente, e va esaltato. Una squadra italiana che gioca così merita qualche elogio, a parte il risultato finale”.
Quali condizioni ci sono per vedere Akanji in campo? E Acerbi può reggere tre gare in una settimana?
“Manuel oggi non si è allenato, perché non sta bene, vediamo domani. Acerbi credo sia il difensore con più minuti, insieme a Bastoni e Akanji stesso. Bisseck ha cominciato a fare vedere quello che ci aspettavamo, perché c’è il bisogno del contributo di tutti e ultimamente ha giocato di più. Le scelte si fanno in base alle mie intuizioni, all’avversario, a come penso di affrontarlo. Acerbi può giocare due volte in tre giorni, per come è fatto: qualcuno gli ha dato qualcosa che ad altri non ha dato, perché recupera molto in fretta. Può giocare tranquillamente”.
State cambiando qualcosa nella gestione dei calci piazzati difensivi?
“Ma mista era anche prima dell’Atletico, quando avete fatto un caso su un gol subito e ci girava a tutti, che è stato un caso. Prima veniva interpretata come un disturbo, soprattutto della seconda linea, e ora andiamo più sulla marcatura”.
Quali sono gli aggiornamenti su Dumfries e Darmian?
“Sono ancora fuori, non so per quanto. Non lo so, onestamente. Migliorano: Darmian sta rientrando, a breve inizierà il programma di condizionamento. Denzel sta lavorando in palestra senza mettere peso: cammina senza dolore, ma ci vorrà del tempo”.
Quanto può pesare evitare il turno playoff nella vostra stagione?
“È l’obiettivo di tutti, se poi dovremo farli saremo pronti. Stiamo lavorando sulla possibilità di dare minuti a tutti, stiamo facendo le nostre rotazioni per cercare di accontentare i nostri giocatori, per dargli fiducia”.
Un successo domani aiuterebbe simbolicamente a superare il finale della scorsa stagione?
“È una bella domanda, è difficile da valutare quello che loro hanno dentro. Io so per certo l’impegno che danno tutti i giorni per essere competitivi in questa stagione: quello che è accaduto l’anno scorso non si può cancellare, bisogna stare con la schiena dritta e la testa alta per tenere alto il livello. Io non so se una vittoria ti possa dare qualcosa o una sconfitta ti possa togliere, so che ogni volta che abbiamo perso abbiamo reagito e che nel quotidiano lavoriamo ogni giorno per migliorare. Non è stato semplice neanche per loro, con un allenatore che può anche creare confusione dopo quattro anni con un grande allenatore che ha fatto grandissime cose, ma ci mettono tutto per essere competitivi”.
I giocatori stanno mostrando più versatilità tattica: quanto la soddisfa questa disponibilità?
“Io sono contento di quello che stanno facendo loro, per il mio modo di vedere il calcio e la vita non metto muri, ma sto cercando di costruire ponti, anche per uscire dalla comfort zone. Ho la fortuna di avere giocatori che apprezzano questo comportamento: a volte sono confusi, magari, ma il caos ti fa anche pensare a qualcosa in più. Poi non penso di aver creato troppo caos… Se domani chiedo a Marcus di fare il centrocampista sono convinto lo faccia con piacere (ridono, ndr). Ho visto belle cose, non per i vostri giudizi, ma per quello che cerco per dare una base. I calciatori danno sempre il massimo e cercano di aiutare la squadra”.