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Italia, oggi l’ultima di Spalletti: il retroscena dell’addio

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Norvegia-Italia

Italia, quella di stasera contro la Moldavia sarà l’ultima panchina azzurra per il ct, esonerato dopo lo 0-3 di Oslo. Una rottura improvvisa, maturata in gran silenzio

Luciano Spalletti non sarà più il commissario tecnico dell’Italia. La partita di questa sera contro la Moldavia, valida per le qualificazioni al Mondiale 2026, rappresenterà l’ultima uscita sulla panchina azzurra per l’allenatore di Certaldo. Una separazione arrivata in modo brusco e inatteso dopo la pesante sconfitta per 3-0 contro la Norvegia, che ha messo a rischio il cammino verso la Coppa del Mondo.

Un esonero anomalo, più nei tempi che nei motivi. Spalletti è stato sollevato dall’incarico sabato sera, intorno alle 23, ma ha comunque scelto di guidare la squadra fino a questa seconda gara del girone. L’incontro decisivo con il presidente Gabriele Gravina è avvenuto a Coverciano, con il presidente federale che ha proposto una separazione immediata “per il bene della Nazionale”. Il ct, pur deluso, ha accettato senza opporsi.

Italia

LA GRINTA DI LUCIANO SPALLETTI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Nonostante si tratti tecnicamente di un esonero, Spalletti ha accettato di chiudere il rapporto con una risoluzione consensuale, rinunciando alla buonuscita e a circa 13 mesi di stipendio, fino alla scadenza naturale del contratto. Un gesto che Gravina ha molto apprezzato, considerandolo segno di correttezza e attaccamento alla causa azzurra.

Italia, quella verità in conferenza stampa…

A sorprendere è stata anche la modalità dell’annuncio. Spalletti ha scelto di parlare da solo in conferenza stampa, senza Gravina al suo fianco. Il presidente, secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, aveva dato disponibilità a presenziare, ma il ct ha preferito assumersi in prima persona la responsabilità della comunicazione, per evitare altre 48 ore di tensioni e speculazioni.

Mondiali

Ronaldo: 26 anni fa il primo gol in un Mondiale

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fifa

Esattamente il 16 giugno ’98, nel Mondiale di Francia, Ronaldo il Fenomeno esplodeva nella competizione per nazionali col Brasile segnando il suo primo gol.

Il brasiliano -al primo vero Mondiale da titolare e fresco di Pallone d’Oro– esplodeva, dopo un esordio a secco, contro il Marocco segnando il primo gol ad una manifestazione per nazionali con i verdeoro. Il primo di molti.

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Ronaldo: in Francia il primo sigillo verdeoro

E’ opportuno però fare un pò di chiarezza. Per il Fenomeno si tratta della partecipazione numero 2 ad un Mondiale. Infatti Ronaldo nel 1994 aveva preso parte alla spedizione verdeoro negli States. Quel Mondiale il Brasile lo aveva vinto ai danni della nostra Italia. Ma Ronnie quella manifestazione l’aveva soltanto vista dalla panchina. Infatti diventerà a fine torneo il secondo minorenne a vincere un mondiale, dopo Pelé nel 1958.

Ma veniamo all’estate del 98′. Ronaldo arriva a questa competizione con il vento in poppa. Per lui la conquista, con la sua Inter, della terza Coppa Uefa, laureandosi con sei reti capocannoniere della manifestazione e mettendo a segno, nella finale contro la Lazio, un gol gioiello. A questo vanno ricordati il Pallone d’Oro e la Coppa America della stagione precedente vinta con la sua nazionale.

Sulle sue spalle pesano le speranze mondiali di un’intera nazione. La sfida inaugurale non è di quelli idilliaci. Il Fenomeno rimane a secco di reti. Diversa la situazione il 16 giugno 1998. Contro il Marocco Ronaldo sigla il suo primo gol Mundial. Rete spettacolare del verdeoro, che con una staffilata di collo destro, di prima dal limite dell’area, vale per il team di coach Zagallo il momentaneo 2-0.

A fine mondiale saranno 4 le reti siglate nella spedizione transalpina. Purtroppo per lui e tutto il Brasile terminerà purtroppo con una sconfitta in finale, dove a trionfare è un suo compagno di squadra: Youri Djorkaeff.

Il Fenomeno però si rifarà, 4 anni dopo, battendo la Germania in finale del Mondiale nippo-koreano trascinando la sua compagine con 8 gol, puntando deciso il record di gol di Gerd Muller.

Record che supererà definitivamente nel Mondiale di Germania 2006, mettendo a referto 3 reti e scavalcando così l’attaccante tedesco: 15 vs 14.

 

 

 

 

 

 

 

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Italia-Haiti: la prima partita degli azzurri al Mondiale in Germania

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Nella cornice dell’Olympiastadion di Monaco di Baviera l’Italia vinceva la sua prima partita del Mondiale tedesco del 1974, facendo conoscere al mondo Haiti.

Fino al 15 giugno 1974 infatti, il mondo del calcio non aveva mai conosciuto lo stato di Haiti. Per il piccolo stato caraibico si trattava di un grande exploit, al limite dello storico.

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Italia: alla scoperta di Haiti in Germania

La piccola isola caraibica ottenne quel giorno il proprio momento di gloria. Nonostante per i caraibici sia terminato con una sconfitta, fu un vero exploit. La squadra era rimasta in disparte per 50 anni. Poi, e questa è una prima curiosità, sotto la guida dell’italiano Ettore Trevisan nel 1973 vince il girone CONCACAF. Ottenendo quindi una clamorosa qualificazione al Mondiale.

Il tecnico litiga però con la federazione, e quindi in Germania la squadra è affidata al suo vice, Antoine Tassy. Il battesimo del fuoco Mondiale è proprio contro gli azzurri. Per l’Italia, inoltre, è la prima volta che gioca in Baviera. Gli Azzurri si presentano da vicecampioni del mondo in carica, ma con diversi volti nuovi rispetto a Messico ’70. Ma i pronostici, per la partita contro gli haitiani, sono ovviamente tutti dalla nostra parte.

Valcareggi schiera dal primo minuto: Zoff, Spinosi, Facchetti, Benetti, F. Morini, Burgnich, A. Mazzola, F. Capello, Chinaglia, Rivera, Riva.

I caraibici rispondono con: Francillon, Bayonne, Auguste, François, Nazaire, Jean Joseph, Vorbe, Antoine, Sanon, Desir, G. Saint Vil.

A Monaco di Baviera è tutto pronto dunque. Una prima volta nella storia del calcio sta per cominciare.

Houston abbiamo un problema: Haiti è in vantaggio

Peccato che nei primi 45 minuti l’Italia non riesce a sfondare. Gli haitiani si limitano a difendere e ripartire in contropiede, ma corrono tantissimo. Quello azzurro è un forcing, ma il migliore in campo è il portiere haitiano Francillon. E all’intervallo è 0-0. Poi, inizia la ripresa. Passa qualche secondo ed Emmanuel Sanon, leggenda del suo Paese, salta Spinosi e batte Zoff. Haiti è in vantaggio.

In patria si festeggia nelle piazze. Qualcuno esagera e spara un paio di colpi di pistola. Risultato: due morti. A Monaco invece tutti vivi ma sgomenti. Zoff ha anche visto interrompersi il record d’imbattibilità: 1143 minuti, battuto da Donnarumma a Euro 2020.

Italia: urge rimonta

La fortuna dell’Italia è che la sorpresa dura poco. Esattamente sette minuti. Quelli che servono per vedere Chinaglia servire Rivera, che indovina il tiro e rimette tutto in parità. Passata la paura di un’altra “Corea” come quella del 1966, gli Azzurri si muovono più liberi.

Così al 64’ la conclusione di Benetti trova la deviazione decisiva di Auguste. Valcareggi sostituisce Chinaglia per Anastasi: il laziale non la prende bene e manda a quel paese il suo allenatore. Il ct però azzecca la mossa, perché al 78’ il violento destro dell’attaccante siciliano vale il definitivo 3-1.

Sollievo per l’Italia, ancora inconsapevole che sarà eliminata dalla Polonia nel girone. Haiti invece si sgonfia subito: prenderà 7 gol dai polacchi e 4 dall’Argentina. Torna mestamente a casa e, ancora oggi, attende di rigiocare, clamorosamente, un altro Mondiale.

 

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Mondiali

Sudafrica 2010: il disastro dell’Italia di Lippi

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Riviviamo insieme il disastro ai Mondiali di Sudafrica 2010 dell’Italia di Marcello Lippi. Un Mondiale giocato malissimo da campioni in carica.

Sono passati quasi 15 anni dalla clamorosa disfatta dell’Italia ai Mondiali di Sudafrica 2010. 4 anni prima, gli Azzurri diventavano Campioni del Mondo per la quarta volta nella storia.

Dopo l’eliminazione da EURO 2008 contro la Spagna, gli Azzurri si presentano a Sudafrica per provare a ripetersi dopo Berlino. Ma il cammino sarà disastroso.

Sudafrica 2010, il (breve) cammino dell’Italia  

Mondiali Sudafrica 2010

L’Italia si trova nel Girone F insieme a Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia: l’esordio è il 14 giugno 2010 contro il Paraguay. Gli Azzurri partono bene ma è La Albiroja a passare in vantaggio con Antolìn Alcaraz (39′).

Nella ripresa l’Italia riesce a pareggiare con gol di De Rossi (63′) da calcio d’angolo battuto da Simone Pepe. Gli uomini di Marcello Lippi cercano poi di ribaltarla, ma la poca concretezza tiene il risultato fermo sull’1-1 fino a fine partita: si sono visti esordi migliori.

La seconda partita contro la Nuova Zelanda inizia nel peggiore dei modi con gli All Whites che passano in vantaggio con il gol di Shane Smeltz (7′). L’Italia, però, riesce a pareggiare grazie ad un rigore trasformato da Vincenzo Iaquinta (29′).

Nella ripresa, gli Azzurri cercano in tutti i modi di ribaltarla ma, come contro il Paraguay, manca la concretezza. Intanto, la Nuova Zelanda sfiora il gol del clamoroso 1-2 con Chris Wood ma il suo tiro sfiora il palo. Adesso, contro la Slovacchia, l’Italia deve assolutamente vincere.

La partita con i Sokoli, però, è una delle pagine più nere nella storia della Nazionale Italiana. La Slovacchia passa in vantaggio con gol di Ròbert Vittek dopo 25 minuti e l’Italia non sembra riuscire a reagire.

Nella ripresa, gli uomini di Lippi provano a pareggiarla ma a segnare è la Slovacchia, ancora con Vittek (73′). Nel finale succede di tutto: 2-1 di Di Natale (81′), 2-2 annullato a Quagliarella per fuorigioco (dubbio), 3-1 di Kamil Kopùnek (89′), 3-2 di Quagliarella (92′) e 3-3 divorato da Pepe allo scadere.

Si conclude così il Mondiale dell’Italia, che esce ai gironi a testa bassa, da Campioni del Mondo in carica.

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