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Italia: 91 anni fa la prima vittoria Mondiale

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Il 10 giugno del 1934 l’Italia festeggiava la vittoria del primo, dei suoi 4, Mondiali di calcio battendo la Cecoslovacchia in quel di Roma.

Dopo tutta la confusione che in questi giorni gira intorno all’Italia, è bene ricordare anche le cose buone della nostra rappresentativa Nazionale. In quel giugno del ’34 gli azzurri vincevano, in casa e alla loro prima apparizione, il loro primo Mondiale di calcio.

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La prima Italia Mondiale

Nonostante fosse il Paese organizzatore, l’Italia deve comunque affrontare un turno di qualificazione per accedere ai Mondiali del 1934. L’unica avversaria del suo girone, il numero 3, è la Grecia. Le due squadre si accordano per disputare una gara unica a Milano, anzichè due gare (andata e ritorno). Gli azzurri si impongono per 4-0 e si assicurano così la partecipazione alla fase finale a 16 squadre della competizione iridata. Ovviamente, a quei tempi, tutta a eliminazione diretta.

Grandi assenti i campioni uscenti dell’Uruguay. I sudamericani non si presentano per “ripicca”, dato che nel 1930 nel loro Mondiale casalingo la maggior parte delle squadre europee avevano disertato. La motivazione di tale rifiuto le spese e la lunga trasferta da affrontare.

L’Italia comincia il suo percorso proprio a Roma. Il 27 maggio batte nettamente gli Stati Uniti per 7-1 negli ottavi di finale. Ai quarti, invece, ha vita più dura con la Spagna. Si gioca a Firenze il 31 maggio e si conclude con il punteggio di 1-1. Nascono anche delle polemiche perché secondo gli spagnoli Giuseppe Meazza, sul gol del pareggio di Ferrari, avrebbe ostacolato il portiere Ricardo Zamora. Si è così costretti a giocare di nuovo il 1° giugno. Gli iberici devono fare a meno proprio di Zamora e si vedono anche annullare un gol. L’Italia segna all’11’ con Meazza e resiste fino alla fine, ottenendo così il pass per le semifinali.

Anche la semifinale contro l’Austria scatena qualche polemica. Sul decisivo gol di Guaita infatti, secondo gli austriaci, ci sarebbe un fallo di Meazza sul portiere Peter Plazer.

Altre fonti, invece, riportano che sarebbe stato proprio Platzer a commettere fallo su Meazza, restando poi travolto dall’italiano. Nonostante questo punto oscuro, l’Italia riesce a spuntarla e va in finale. Ad opporsi agli azzurri la Cecoslovacchia. La Nazionale dell’Est nel frattempo aveva eliminato Romania (2-1), Svizzera (3-2) e Germania (3-1).

Finale e finalina

Nella finale per il terzo posto del 7 giugno, i tedeschi hanno la meglio sugli austriaci per 3-2. E si arriva così all’ultimo atto della manifestazione.

La cornice della finale è lo Stadio del Partito Nazionale Fascista (nel 1911, all’inaugurazione, si chiamava Stadio Nazionale). Lo stadio sorgeva nella stessa area dove oggi si trova lo Stadio Flaminio, che vide la luce nel 1959 in vista delle Olimpiadi di Roma del 1960.

Nella finalissima del 10 giugno, invece, è la Cecoslovacchia a passare in vantaggio al 71’ con Antonín Puč. L’Italia riesce ad agguantare il pareggio dieci minuti dopo, all’81esimo, grazie ad un tiro al volo di Raimundo Bibiani Orsi. Si va così ai tempi supplementari. Il gol decisivo per gli azzurri è di Angelo Schiavio, che segna al 95’ e poi sviene per l’emozione. L’Italia è campione del mondo alla sua prima partecipazione e davanti al proprio pubblico.

 

Mondiali

Mondiali 2002: una spedizione sfortunata, con un finale da non credere

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Esattamente 23 anni fa, il 18 giugno 2002, la Nazionale Italiana -nello stupore più assoluto- usciva dai Mondiali di Corea e Giappone per mano dei coreani.

L’Italia abbandonava la contesa internazionale negli ottavi di finale, contro la Corea del Sud, a c ausa di un Golden Gol e a un direttore di gara tutt’altro che all’altezza della manifestazione.

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Mondiali 2002: il prologo

Dei segnali sulla possibilità di un Mondiale italiano sottotono si erano già visti nella fase a gironi. L’Italia fa fatica perdendo contro la Croazia, con due gol annullati ma regolarissimi. Col Messico soltanto un pareggio, e qualificazione agguantata all’ultima partita, grazie soprattutto alla sconfitta dei croati. L’avversario negli ottavi è la Corea del Sud.

La compagine asiatica nel suo girone è arrivata prima, grazie soprattutto alla vittoria contro il Portogallo in 11 contro 9. Dopo gli errori nel girone, la squadra di Giovanni Trapattoni vorrebbe un arbitro esperto per il match. Tutto questo non avviene e viene designato Byron Moreno.

Italia-Corea del Sud

L’Italia si schiera con: Buffon; Panucci, Iuliano, Maldini, Coco; Tommasi, Zanetti, Zambrotta; Totti; Del Piero, Vieri.

La Corea risponde con: Lee W. J.; Choi, Kim T. Y., Hong (C); Kim N. I., Lee Y. P., Song, Yoo; Park, Seol, Ahn.

Il Daejeon World Cup Stadium è una vera e propria bolgia dantesca, un catino infernale in cui 40.000 coreani urlano a ritmo di tamburo. E nonostante questo rivangano la vittoria che nel 1966 ci buttò fuori dal torneo disputato in Inghilterra, nonostante gli artefici del miracolo siano stati i giocatori della Corea del Nord.

Che qualcosa non va lo si capisce da subito: dopo appena tre minuti l’arbitro ecuadoregno Byron Moreno ammonisce Coco per un fallo non particolarmente duro su Park. Dopo cinque assegna un rigore ai giocatori in maglia biancorossa per una trattenuta lieve di Panucci su Seol. Dagli undici metri Buffon ipnotizza Ahn e riesce a tenere il risultato sullo 0-0. Nonostante risulti evidente l’atteggiamento ostile del direttore di gara nei confronti dei nostri ragazzi, gli azzurri riescono a portarsi in vantaggio poco prima del ventesimo con Vieri, ammutolendo i 40.000 presenti.

Da lì in poi Byron Moreno si scatena. Prima ammonisce Totti per uno scontro di gioco abbastanza irrilevante. Dopo di che grazia Kim Tae Young per un fallo su Del Piero. Il coreano era già stato sanzionato con un giallo e avrebbe meritato di finire sotto la doccia.

Durante la seconda frazione l’Italia manca più volte il raddoppio. E così arriva il pareggio coreano beffardo di Seol a due minuti dal termine. Per gli uomini di Trapattoni è una doccia fredda. Tutti gli sforzi profusi non hanno portato alla vittoria e il match avrà bisogno dei tempi supplementari per determinare il vincitore. Peraltro con la regola del golden goal.

Galeotti furono l’arbitro ed i Mondiali

Dopo 13 minuti di supplementare Moreno si supera. Totti si invola in area e viene atterrato dal numero 22 coreano. Il fischietto sudamericano invece di concedere il rigore ammonisce per simulazione il numero 10 degli azzurri. Il giocatore della Roma era già ammonito e quindi viene espulso.

Rimane ancora oggi nella mente di ogni italiano lo sguardo incredulo del capitano giallorosso, oltre al capannello intorno a Moreno capeggiato da un Di Livio furibondo. Al 115’ Tommasi si ritrova solo davanti alla porta coreana per segnare quello che sarebbe il golden goal. Se non fosse che il guardalinee argentino sbandiera un fuorigioco inesistente. Nulla di fatto. Sembra che questa partita non s’ha da vincere.

Appena due minuti dopo Ahn segna di testa il gol della vittoria coreana, che spedisce a casa la compagine italiana al termine di una partita incredibile. I dubbi sulla regolarità del match saranno infittiti dal turno successivo di questi Mondiali, in cui i padroni di casa supereranno la Spagna ai rigori al termine di un’altra partita all’insegna dei torti arbitrali.

Un pò di giustizia post datata?

Il premio di consolazione, che non andrà minimamente a sanare tutti i torti subiti, per gli italiani arriverà qualche anno dopo. Byron Moreno, dopo aver arbitrato ancora per qualche anno viene accusato ancora di combine.  La partita in questione sarebbe stata quella tra Barcelona Sporting Club e Liga Quito, partita in cui fece giocare per 13 minuti oltre il 90esimo, dopo aver concordato “solo” 6 minuti di recupero.

Ma quello che interessa all’Italia tutta è il 2010. Durante quest’anno Moreno verrà arrestato dalla DEA all’aeroporto JFK di New York, colto in fragrante mentre cercherà di entrare negli Stati Uniti con 6 kili di eroina nascosti sotto i vestiti.

Una persona tutta d’un pezzo.

 

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Mondiali

Italia-Germania 4-3: 55 anni fa la partita del Secolo

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Esattamente 55 anni fa, il 17 giugno del 1970, Italia e Germania scrivevano una pagina di storia del calcio che ancora oggi è leggenda.

A Città del Messico, nello Stadio Azteca, le due nazionali europee si affrontavano, con in palio l’accesso alla finale della Coppa del Mondo 1970 contro il Brasile di Pelè.

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Italia-Germania: il prologo

La partita si svolse il 17 giugno 1970 alle 16:00 presso lo Stadio Azteca di Città del Messico, a 2.200 metri d’altitudine. Ad arbitrare la contesa Arturo Yamasaki. Le due squadre arrivavano alla semifinale mondiale con umori decisamente opposti. La Germania Ovest, seconda a Inghilterra 1966, aveva dominato il suo raggruppamento. Si era imposta, recuperando anche due gol di svantaggio contro l’Inghilterra ai supplementari.

L’Italia, campione d’Europa in carica, distratta dalle polemiche e dal continuo dualismo tra Mazzola e Rivera, ebbe difficoltà nel girone iniziale. In scioltezza invece il match con il Messico, padrone di casa, per 4 a 1.

L’Italia, guidata dal Ct Ferruccio Valcareggi, schierava titolari: Enrico Albertosi, Tarcisio Burgnich, Giacinto Facchetti, Pierluigi Cera, Roberto Rosato; Mario Bertini, Sandro Mazzola, Giancarlo De Sisti; Angelo Domenghini, Roberto Boninsegna, Luigi Riva. Grande escluso dall’undici iniziale fu Gianni Rivera. Ma per questo ci sarà tempo.

Italia-Germania: 90 minuti sembrano tanti, ma…

Il match girò subito a favore dell’Italia. All’8º minuto di gioco, dopo una bella combinazione con Riva, Boninsegna riceve il pallone e con un potente sinistro supera Sepp Maier, sbloccando così il punteggio. Per i successivi ottanta minuti, l’Italia adotta una tattica attendista, difendendo con efficacia e cercando il contropiede. La difesa italiana, aiutata anche dall’arbitro che non concede tre calci di rigore alla Germania Ovest, tiene a bada gli attaccanti avversari come Seeler e Müller.

Il capitano tedesco Beckenbauer, nonostante un infortunio alla spalla al 65º minuto, rimane in campo con il braccio fasciato (un immagine simbolo del Kaiser). Albertosi, portiere italiano, viene graziato da una traversa colpita da Overath al 64º minuto e salva il risultato parando un colpo di testa pericoloso di Seeler a un minuto dal termine.

Nel recupero però avviene il primo colpo di scena: Schnellinger segna il gol del pareggio per la Germania Ovest, portando la partita in parità due minuti e mezzo oltre i tempi regolamentari.

I leggendari tempi supplementari

I tempi supplementari furono un incubo per entrambe le squadre. Fu tutto un turbinio di emozioni. La Germania Ovest si porta in vantaggio al 94º minuto con il nono gol nel torneo di Müller, che sfruttò un errore difensivo di Poletti. Quattro minuti dopo, l’Italia risponde con un gol di Burgnich, approfittando di un errore difensivo tedesco su calcio piazzato di Rivera. Poco prima della fine del primo tempo supplementare, all’11º minuto, l’Italia ripassa in vantaggio. Azione individuale di Riva su assist di Domenghini, che con un sinistro preciso rimetteva avanti gli azzurri. Tutto questo solo nei primi quindici minuti supplementari.

Nel secondo tempo supplementare, al 110º minuto, la Germania Ovest pareggia con un colpo di testa potente di Seeler su cross da calcio d’angolo, che Müller prolunga in tuffo trovando lo spiraglio tra Rivera e il palo.

Gli Azzurri reagiscono subito e pochi secondi dopo riprendono il vantaggio con una brillante azione corale culminata dal centrocampista del Milan Rivera (entrato al 46° del primo tempo al posto del giocatore dell’Inter Mazzola), che segna il gol del definitivo 4-3 su assist rasoterra di Boninsegna.

Le cinque reti segnate da entrambe le squadre nei trenta minuti dei tempi supplementari costituiscono ancora un record per una partita della fase finale di un campionato mondiale.

Al triplice fischio finale, la Nazionale italiana raggiunge la finale del mondiale dopo 32 anni.

Partido del Siglo

“El Estadio Azteca, rinde homenaje a las selecciones de: Italia y Alemania protagonistas en el Mundial de 1970, del Partido del Siglo”.

Questa la targa commemorativa per quella che oggi è ancora ritenuta da molti un manifesto per il calcio mondiale. L’incontro è considerato uno dei momenti più emozionanti nella storia dello sport italiano e post-bellica. Ma non solo: ha avuto un significativo impatto sulla cultura di massa italiana nel corso dei decenni. Famosissima la pellicola del 1990 “Italia-Germania 4-3”, che rappresenta questo evento come un punto di svolta culturale e generazionale.

Nonostante questo c’è anche chi ha avuto disapprovazione verso questo match. Soprattutto quei “puristi” che preferivano e preferiscono la tattica all’agonismo intenso. Sta di fatto che a distanza di 55 anni questa partita resta nell’immaginario di molti.

 

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Mondiali

Ronaldo: 26 anni fa il primo gol in un Mondiale

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Esattamente il 16 giugno ’98, nel Mondiale di Francia, Ronaldo il Fenomeno esplodeva nella competizione per nazionali col Brasile segnando il suo primo gol.

Il brasiliano -al primo vero Mondiale da titolare e fresco di Pallone d’Oro– esplodeva, dopo un esordio a secco, contro il Marocco segnando il primo gol ad una manifestazione per nazionali con i verdeoro. Il primo di molti.

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Ronaldo: in Francia il primo sigillo verdeoro

E’ opportuno però fare un pò di chiarezza. Per il Fenomeno si tratta della partecipazione numero 2 ad un Mondiale. Infatti Ronaldo nel 1994 aveva preso parte alla spedizione verdeoro negli States. Quel Mondiale il Brasile lo aveva vinto ai danni della nostra Italia. Ma Ronnie quella manifestazione l’aveva soltanto vista dalla panchina. Infatti diventerà a fine torneo il secondo minorenne a vincere un mondiale, dopo Pelé nel 1958.

Ma veniamo all’estate del 98′. Ronaldo arriva a questa competizione con il vento in poppa. Per lui la conquista, con la sua Inter, della terza Coppa Uefa, laureandosi con sei reti capocannoniere della manifestazione e mettendo a segno, nella finale contro la Lazio, un gol gioiello. A questo vanno ricordati il Pallone d’Oro e la Coppa America della stagione precedente vinta con la sua nazionale.

Sulle sue spalle pesano le speranze mondiali di un’intera nazione. La sfida inaugurale non è di quelli idilliaci. Il Fenomeno rimane a secco di reti. Diversa la situazione il 16 giugno 1998. Contro il Marocco Ronaldo sigla il suo primo gol Mundial. Rete spettacolare del verdeoro, che con una staffilata di collo destro, di prima dal limite dell’area, vale per il team di coach Zagallo il momentaneo 2-0.

A fine mondiale saranno 4 le reti siglate nella spedizione transalpina. Purtroppo per lui e tutto il Brasile terminerà purtroppo con una sconfitta in finale, dove a trionfare è un suo compagno di squadra: Youri Djorkaeff.

Il Fenomeno però si rifarà, 4 anni dopo, battendo la Germania in finale del Mondiale nippo-koreano trascinando la sua compagine con 8 gol, puntando deciso il record di gol di Gerd Muller.

Record che supererà definitivamente nel Mondiale di Germania 2006, mettendo a referto 3 reti e scavalcando così l’attaccante tedesco: 15 vs 14.

 

 

 

 

 

 

 

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