Champions League
Atalanta, la lista per la Champions 2020-2021
Il club bergamasco, che si prepara ad affrontare Liverpool, Ajax e Midtjylland nel girone, ha consegnato alla Uefa la lista della Champions: presenti Josip Ilicic e Mattia Caldara, fuori Bosko Sutalo.
Ecco la lista:
Portieri: Gollini, Carnesecchi, Sportiello, Rossi.
Difensori: Toloi, Caldara (lista B, in quanto cresciuto nel vivaio, inserito malgrado l’infortunio), Palomino, Romero, Djimsiti, Hateboer, Gosens, Piccini, Depaoli, Mojica.
Centrocampisti: Freuler, De Roon, Pasalic, Pessina, Malinovskyi, Gomez.
Attaccanti: Ilicic, Zapata, Muriel, Miranchuk, Lammers.
Champions League
Benfica-Napoli, Mourinho: “Dobbiamo vincere questa partita contro un avversario fortissimo, sarà una partita difficilissima per noi.”
José Mourinho presenta Benfica-Napoli: l’allenatore parla di assenze, tattica, pericoli del Napoli e della sfida decisiva di domani alle 21.00. Le sue parole
In vista della gara tra Napoli e Benfica che prenderà il via domani alle ore 21.00, il tecnico dei lusitani, José Mourinho, ha parlato in conferenza stampa. Ecco le parole dell’ex allenatore di Roma e Inter.
Che risposta si aspetta da questa partita?
“Contro lo Sporting abbiamo fatto una buona partita, siamo stati più forti contro un avversario che ha vinto due campionati di fila. Siamo stati penalizzati a inizio partita da un errore individuale di due dei nostri elementi, una cosa che ci è successa nelle ultime giornate. Con il Chelsea ottima partita, abbiamo perso con un autogol, cosi come in campionato. Abbiamo perso sempre a causa di errori individuali. Nell’organizzazione tattica la squadra è più forte”.
Napoli non ha Lukaku, ha tante assenze...
“Non mi faccia ridere con i giocatori che mancano, perché non avere De Bruyne ma avere McTominay è lo stesso. lo ho delle assenze pesanti ma non voglio piangere. La panchina del Napoli è diversa, se vedete chi gioca dimenticate chi manca. Cambiando il sistema di gioco sono diventati una squadra migliore”.
Meglio campionato portoghese o italiano?
“Non guardo le partite del campionato italiano, mi concentro sul mio. Generalmente c’è una cultura tattica altissima, gli allenatori lavorano tutti molto bene sull’aspetto tattico, c’è una cultura importante sulle marcature individuali, una fisicità adattata a questo tipo di gioco”.
Cosa pensa delle squadre di Conte?
“E impossibile pensare che le sue squadre siano scarse, c’è una compattezza e una consapevolezza tattica di altissimo livello. Lui è molto esigente sul mercato, trova sempre il modo di costruire una rosa forte. Dal punto di vista della preparazione è uno dei più bravi”.
Lei ha fatto debuttare Mc Tominay, ritroverà Spinazzola. Ci sono tanti elementi emozionanti?
“No, queste cose emozionanti sono pre partita e post partita. Niente più. Non è che io durante la partita mi metta a pensare a queste cose. Dobbiamo vincere questa partita contro un avversario fortissimo, sarà una partita difficilissima per noi. Faremo di tutto per trovare il risultato che vogliamo”.
Per il Benfica domani sarà un’ultima chance?
“Matematicamente è ancora possibile e fin quando la matematica non ci condannerà saremo lì a lottare. Andiamo con tutto, fino all’ultimo. Vincere domani ci metterebbe in una posizione buona, non vincere complicherebbe la vita. Ma ci sarebbero altri 6 punti da conquistare.
Neres?
Sta giocando bene, ma Politano è bravo e se gioca uno o l’altro non cambia niente. Questa è una squadra che vive di talenti individuali, cultura tattica importante, lavoro tattico forte. Per questo non è solo Neres, questo pensiero non fa per me”.
Qual è il pericolo principale del Napoli?
“E forte nella transizione offensiva, difensiva, a tre, a quattro. Sa fare veramente tante cose il Napoli. La transizione offensiva non è solo Højlund, ma anche Spinazzola, Olivera, Di Lorenzo sulle fasce, McTominay e i suoi sprint. È una grande squadra come ho detto”.

LA GRINTA DI ANTONIO CONTE CHE INDICA IL SEGNO DUE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Champions League
Paul Ince: “Inter-Liverpool sarà una battaglia”
In attesa di Inter-Liverpool, l’ex calciatore inglese Paul Ince ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta Dello Sport. Giocò per le due squadre negli anni 90.
Questa sera l’Inter affronterà il Liverpool a San Siro per la 6a giornata della Champions League, una partita che può essere decisiva per la qualificazione diretta agli ottavi. In attesa del big match, l’ex centrocampista delle due squadre, Paul Ince, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport.
L’ex centrocampista inglese parla delle sue sensazioni per la partita di questa sera, sullo stato di forma delle due squadre e di altre cose. Di seguito, ecco le sue parole.
Inter-Liverpool, parla il doppio ex Paul Ince

STADIO GIUSEPPE MEAZZA SAN SIRO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Ince, quanto è speciale Inter-Liverpool?
“Molto speciale, mette a dura prova le mie emozioni. Non ci sono tanti calciatori che possono dire di aver giocato sia per il Liverpool che per l’Inter, due club giganteschi, e io ho la fortuna di esserci riuscito. A chi mi chiede per chi tifo, io rispondo sempre che vorrei non vincesse nessuno: meglio un pareggio. Quando sono andato al Liverpool, avevo già giocato allo United: non è stato facile essere accettato lì, ma alla fine i tifosi Reds mi hanno fatto sentire parte di una famiglia unica. All’Inter, però, è stato speciale: è scattata una connessione che non ho mai provato altrove. Ho sentito e sente ancora un amore unico. Diciamo che ho entrambi i club nel cuore, ma in maniera diversa”.
Ha visto l’Inter dare spettacolo col Como sabato scorso?
“Sì, finalmente due gol degli attaccanti principali nella stessa partita. Perdere il derby col Milan, però, mi ha deluso molto: avevo con me una buona bottiglia da stappare in caso di vittoria, mi è servita per consolarmi. Quella è la partita per cui uno come me avrebbe sempre dato la vita. La reazione del gruppo, però, è stata immediata: adesso l’Inter è nel momento giusto per esplodere. Ma occhio al Liverpool, non pensate sia facile solo per il caos che sta vivendo…”.
Ci spieghi meglio
“Il Liverpool è una squadra assurda, stranissima, e per questo pericolosa: può segnare tanti gol e prenderne altrettanti da chiunque. Guardate cosa è successo con il Leeds, un 3-3 folle. È sempre complicato quando cambi tanto in una squadra che l’anno prima ha vinto il campionato: tutti vogliono batterti e devi continuare a spingere mentalmente e fisicamente. In più, se vinci la Premier e devi confermarti l’anno dopo, è ancora più dura. Io sono riuscito a farlo con il Manchester United, ma è stata un’impresa. Nel suo primo anno Arne Slot ha gestito benissimo l’eredità di Klopp, ma adesso vuole imporre la sua filosofia in un contesto differente. Nel frattempo, sono arrivati nuovi giocatori, alcuni molto costosi, che devono ambientarsi: trovare il giusto equilibrio diventa un problema. Per me il grande tema è che non c’è ancora una formazione tipo: una settimana uno è titolare, la settimana dopo è in panchina, poi torna titolare fuori ruolo… Così si crea confusione. Da questo punto di vista, l’Inter sa che avrà sicuramente delle occasioni e, quando capiteranno, dovrà sfruttarle”.
Qual è il punto debole principale dei Reds?
“Per anni la forza del Liverpool è stata la difesa: pochi gol concessi, pochissimi errori individuali. Adesso, invece, vediamo tanti sbagli personali, gol presi per leggerezza, per mancanza di concentrazione. Non dimentichiamo, poi, le cessioni pesanti: hanno perso Luis Diaz, che è andato al Bayern Monaco, e Trent Alexander-Arnold, che è finito al Real Madrid. Erano due giocatori chiave, sostituirli non è semplice, anche se investi cifre enormi in nuovi acquisti”.
Com’è il caso Salah visto dall’Inghilterra?
“Molto delicato, stiamo parlando di una leggenda del club. Sicuramente le sue dichiarazioni hanno avuto un timing sbagliato, ma c’è qualcosa di più profondo delle ultime tre partite in panchina. Quando una stella inizia a parlare pubblicamente, è impossibile recuperare il rapporto, tanto è vero che non ci sarà a San Siro… Come Federico Chiesa, un altro caso del club: io l’ho sempre adorato, è un giocatore fantastico nell’uno contro uno, ha coraggio, personalità, può cambiare le partite. Ho la sensazione che venga usato troppo poco, giusto gli ultimi 15-20’, ma non capisco fino in fondo perché non giochi di più”.
Di questa nuova Inter, invece, cosa le piace?
“È una squadra molto sicura di sé, con una struttura chiara. Amo molto Akanji, un acquisto fantastico: mi chiedo ancora perché il Manchester City l’abbia lasciato andare. Ogni volta che lo vedo rimango abbagliato, mi sembra un difensore di altissimo livello, elegante, forte fisicamente, bravo a impostare. Dimarco è il migliore di questa stagione, da lui otterrai sempre corsa, qualità di cross, intensità. Davanti Lautaro è uno degli attaccanti top al mondo e Thuram dà profondità, fisicità e movimenti intelligenti in area. Ma a me piace molto anche Bonny, che dalla panchina può entrare e segnare. Insomma, l’Inter ha tutto: qualità difensiva, struttura di squadra, soluzioni offensive. Ma la battaglia si vince a centrocampo: vincerà la squadra che prende possesso della mediana”.
E lì in mezzo vede qualcuno come lei? Un vero… governatore?
“Nessuno! Nessuno è paragonabile a me… Sto scherzando, ovviamente. Calhanoglu dà ordine, ma forse quello che gioca con la mia stessa passione è Barella: tecnicamente molto forte, corre senza sosta, lavora sia in fase difensiva sia offensiva, entra in area, ci prova. Vorrei solo vederlo segnare più spesso. Anche il Liverpool, però, ha centrocampisti super come Gravenberch, Szoboszlai, Mac Allister: per quello penso che la sfida si deciderà là”.
Champions League
Inter, Akanji migliora: ballottaggio aperto con Bisseck
L’Inter può tirare un sospiro di sollievo: migliorano le condizioni di Akanji in vista del match contro il Liverpool. Potrebbe scendere in campo dall’inizio.
Il recupero di Akanji: una buona notizia per l’Inter
L’Inter può finalmente sorridere grazie alle notizie rassicuranti sulle condizioni di Manuel Akanji. Il difensore svizzero, fondamentale per il reparto arretrato della squadra, sta mostrando segni di miglioramento significativi proprio in vista della sfida contro il Liverpool. Il suo recupero è un elemento cruciale per Chivu, che potrà contare sulla sua esperienza e solidità difensiva per affrontare al meglio un avversario di grande spessore come i Reds.
L’importanza del difensore nella strategia di Chivu
La presenza di Akanji in campo è determinante per l’Inter, non solo per la sua abilità nel mantenere la linea difensiva compatta, ma anche per la sua capacità di impostare l’azione dalla retroguardia. Con il Liverpool all’orizzonte, la sua disponibilità potrebbe fare la differenza nel contenere l’attacco avversario e offrire maggior sicurezza alla squadra.

Manuel Akanji of Manchester City during the Emirates FA Cup 3rd Round match Manchester City vs Salford City at Etihad Stadium, Manchester, United Kingdom, 11th January 2025
(Photo by Mark Cosgrove/News Images)
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Fonte: l’account X di Gianluca Di Marzio
.@Inter | Migliorano le condizioni di Akanji in vista del Liverpool 👉t.ly/gsGGZ
— Gianluca Di Marzio (@DiMarzio) Dec 9, 2025
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