Champions League
Atalanta-Villareal 2-3, la Dea cade al Gewiss e saluta la Champions: le pagelle nerazzurre
Sconfitta che fa male per l’Atalanta, che manca la qualificazione agli ottavi di finale, lasciando strada a un Villareal intraprendente e cinico.
Niente da fare per l’Atalanta, che subisce la sconfitta per mano del Villareal e manca la terza qualificazione consecutiva agli ottavi di finale. Per i nerazzurri ora si spalancano le porte dell’Europa League. Partita da incubo per Demiral, matato dall’attacco spagnolo e in grave difficoltà. L’ingresso di Malinovskyi dà la scossa, ma non basta.
Musso 5: serata di poca sicurezza, con una palla che gli passa sotto le gambe e sblocca il risultato. Sugli altri due gol non ha colpe particolari, ma nel complesso non trasmette sicurezza.
Toloi 5: Danjuma gli gira attorno in occasione del momentaneo 0-3. Sale sui calci da fermo, ma in difesa lascia a desiderare sulla posizione da tenere. Sfortunato sulla deviazione terminata fuori dal palo di Muriel.
Demiral 4,5: sul gol di Danjuma che sblocca la partita è suo il passaggio sbagliato che dà il via al contropiede. Si perde anche Capoue sul raddoppio, è l’anello debole della catena difensiva (dal 46′ Djimsiti 6: con lui in campo la difesa è più ordinata e più chiusa).
Palomino 6: regge finchè può, ma soccombe sull’azione di prepotenza di Gerard Moreno dalla quale scaturisce il gol del 3-0. Sui contrasti aerei fa valere la sua stazza.
Hateboer 5,5: Meglio nel primo tempo, ci mette impegno e corsa, anche se difetta se si tratta di saltare l’uomo. A tratti timido.
De Roon 5: serata grigia, non gli riesce la consueta cerniera a centrocampo (dal 54′ Muriel 6,5: dà vivacità al reparto offensivo, avrebbe meritato miglior fortuna il palo colpito sul mancato tap-in di Toloi).
Freuler 5,5: meglio di De Roon, cerca spesso l’iniziativa offensiva. Su un suo tiro Rulli compie un mezzo miracolo.
Maehle 5,5: non trova mai la profondità, ma gli va riconosciuto l’impegno e la diligenza nello svolgere il compito (dal 90′ Zappacosta sv.).
Pessina 5: troppo timido e con scarse iniziative in attacco. Nervoso e poco concreto (dal 46′ Malinovskyi 7: dà la scossa alla partita e mette in rete la palla che accende le speranze di una rimonta impossibile).
Ilicic 6,5: l’unico che smista con ordine i palloni che gli passano tra i piedi, non si fa prendere dal nervosismo e propone spunti interessanti. All’attivo ha l’assist per il gol di Zapata.
Zapata 6,5: Realizza il 2-3 definitivo, è per 90′ il terminale offensivo più pericoloso dei nerazzurri. Alle volte tiene troppo il pallone.
Gian Piero Gasperini 5: Un tempo regalato agli avversari. Fa discutere l’esclusione di Malinovskyi, che cambia la partita con il suo ingresso. L’impressione è che scelte diverse nella formazione iniziale, sarebbe arrivata la vittoria.
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Champions League
Champions League, il nuovo format incuriosisce
La Champions League della prossima stagione promette sorprese importanti
Il nuovo format della massima competizione europea porta con sè molte novità importanti, a partire dalla prima fase che sarà a campionato. Ogni squadra dovrà giocare otto partite: quattro in casa e quattro in trasferta. La novità più importante – oltre al numero di incontri – è proprio quella di dover affrontare una sola squadra senza obbligo di andata e ritorno. Le partite saranno suddivise in maniera molto semplice: due contro compagini della prima fascia, due contro quelle di seconda, due contro quelle di terza e due contro quelle di quarta. Le prime otto accederanno direttamente agli ottavi di finale.
Dal nono posto al sedicesimo si affronteranno in una sorta di spareggio che decereterà le altre otto squadre qualificate agli ottavi di finale, da qui il format rimane lo stesso che conosciamo. Andata e ritorno fino alla finale unica che si disputerà il 31 maggio 2025 all’Allianz Arena di Monaco. Nessuna retrocessione in Europa League per le squadre partecipanti.
Champions League
Guardiola: “La Champions l’abbiamo vinta grazie a Lukaku”
Tornato a parlare di Champions League dopo l’eliminazione contro il Real Madrid di Ancelotti, nonostante un’ottima prestazione, leggiamo le parole di Guardiola
Indice
Guardiola, sogno Champions sfumato
A volte il calcio è strano. E non sempre vince chi gioca meglio. Così è successo in occasione del ritorno dei quarti di finale di Champions League a Pep Guardiola e il suo Manchester City, caduti ai rigori sotto i colpi del solito Carlo Ancelotti e del Real Madrid. Questo mette fine al sogno di realizzare il Treble, o Triplete, come lo chiamano gli spagnoli. Restano ancora la FA Cup e la Premier League da portare a casa. Ma, nel frattempo, il tecnico spagnolo, ha voluto fare un curioso parallelismo ricordando la finale contro l’Inter della scorsa stagione.
La gratitudine di Guardiola
Non ha nulla da recriminare Guardiola. Né nulla per cui rimproverare i suoi giocatori. Anzi, per loro solo parole di gratitudine. Ecco cosa ha detto ai suoi: “Dopo la gara col Real ho ringraziato i miei calciatori. Siamo stati noi stessi più di sempre ma non è bastato. Per me la cosa più difficile non è alzare il trofeo, bensì essere lì per 6-7 anni di fila a lottare per vincere qualcosa. Questa è la cosa più difficile”.
La sfortuna di oggi e la fortuna di un anno fa
Guardiola ha sottolineato come tutti i tifosi e gli addetti ai lavori oggi dicano che il Manchester City avrebbe meritato il passaggio del turno. Tuttavia, il mister, sempre molto onesto intellettualmente, ha voluto fare una piccola e curiosa precisazione, in merito al concetto di fortuna. Ecco le sue parole: “Abbiamo perso l’ultima gara col Real dopo essere stati davvero bravi. Mentre con l’Inter abbiamo vinto la Champions con Lukaku che da tre metri, ripeto tre metri dalla linea di porta, da solo, ha colpito in pieno Ederson, il nostro portiere. Lì tutti hanno detto che il City era bravo, mentre col Real abbiamo fatto meglio senza però riuscire a segnare. Contano i dettagli, nel calcio è così e va accettato”.
Champions League
Real Madrid, Bellingham elogia Ancelotti: “È la nostra più grande forza”
Al termine della lotteria dei rigori, Jude Bellingham, stella nascente del Real Madrid ha parlato del match contro il Manchester City.
Jude Bellingham, asso del Real Madrid, al termine della gara di ritorno dei quarti di finale di Champions League contro il Manchester City ha rilasciato una breve intervista ai microfoni di TNT Sports soffermandosi sul match dell’Etihad.
Nonostante il fuoriclasse inglese non abbia particolarmente brillato i Blancos sono riusciti a strappare il pass per la semifinale dopo un tesa gara, terminata con la lotteria dei rigori.
Sulla strada del Real Madrid verso la conquista della 15° Coppa dalle grandi orecchie ci sarà il Bayern Monaco, il quale ha fatto fuori l’Arsenal di Arteta con il risultato finale di 3-2.
Real Madrid, le parole di Bellingham
“È un sollievo perché abbiamo messo tutte le nostre energie. Sarebbe stato tremendo se all’improvviso ci avessero portato via la qualificazione. Bisognava lavorare davvero duro per batterli, vincere la partita è stata una ricompensa enorme. È davvero incredibile, momenti come questo sono magici ed è solo grazie alla mentalità e alla cura dei dettagli, come i rigori: i ragazzi hanno mantenuto la calma, è qualcosa di magico. È stato bellissimo; mio fratello era qui ed era la prima volta che mi vedeva giocare per il Real, ne sono davvero orgoglioso”.
Il fuoriclasse si è soffermato poi su Carlo Ancelotti:
“Non avrei mai potuto immaginare come sarebbe iniziata la mia storia con il Real Madrid. Sono orgoglioso di essere qui e spero che possa continuare a lungo. La nostra più grande forza è che il nostro allenatore trova il modo di darci libertà. È la calma fatta persona: l’ho sorpreso a sbadigliare prima della partita e gli ho chiesto se era stanco, mi ha risposto: ‘Vai ed emozionami!”.
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