Prestazioni confortanti da prima punta, quelle offerte da Rafael Leao nell’ultimo periodo, condito da tre gol nelle ultime cinque apparizioni in Serie A, che hanno contribuito a rivedere gli obiettivi sui quali avrebbe potuto affacciarsi il diavolo dalla finestra invernale del calciomercato.
Tre indizi fanno una prova, si suol dire: nel momento in cui ha ricoperto il ruolo di prima punta, sostituendo il dirimpettaio sul versante sinistro, Ante Rebic, il portoghese ex Lille ha ben figurato quale boa dell’attacco rossonero soprattutto, paradossalmente, nella partita in cui non è andato a segno, ossia contro la Juventus. Prototipo di attaccante totalmente diverso rispetto Zlatan Ibrahimovic nello scacchiere di Pioli, Leao si è dimostrato ottimo discepolo della divinità svedese, nonché jolly capace di sparigliare le carte del mercato rossonero attraverso una continua ricerca della profondità e un’ottima gestione della palla spalle alla porta.
D’altronde, essendo un classe 1999, Leao ha dimostrato, nonostante qualche prestazione altalenante, di poter risultare decisivo nei momenti che contano, con il numero nove nel destino: continui attacchi alla profondità, ad esempio, che gli hanno consentito di siglare il gol più veloce della storia della Serie A
, dopo appena sei secondi e qualche centesimo, nonché di realizzare la meraviglia di Benevento, con il Milan in inferiorità numerica e palesemente in difficoltà in quel momento. Cinque gol e quattro assist fin qui in campionato, non ultimo, quello siglato contro il Torino: non male per uno che, a inizio stagione, partiva in ritardo nelle gerarchie del diavolo.Tuttavia, molti sostenitori rossoneri (come biasimarli?), gli contestano una certa passività nel corso dei match ed un atteggiamento remissivo che poco concilia con quello ostinato messo in mostra dai suoi compagni. L’unica qualità che sembra mancare al nativo di Almada per superare quella continua prova del nove alla quale viene sottoposto ogni domenica. Tuttavia, Rafael è così: prendere o lasciare; studia da boa, ogni tanto mette in mostra un atteggiamento come se fosse sul pedalò, ma pare aver convinto la società a virare su altri lidi, quelli che conducono a rinforzare le altre linee dei reparti. Il vice-Ibra, colui insignito di far le veci di sua Maestà, è già in casa.
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