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Calcio Femminile

Juventus Femminile, Gama: “Nessuno mi ha mai fatta sentire a disagio perché preferivo il pallone alle bambole”

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Juventus Femminile, Sara Gama

In un’intervista a Fortune Italia, la capitana della Juventus Femminile Sara Gama ha parlato del calcio femminile in Italia e della propria esperienza.

Juventus Femminile, l’esperienza di Sara Gama

Il calcio è una passione da sempre, per la stella della Juventus Femminile Sara Gama. E nessuno l’ha mai scoraggiata a giocarci: “A casa mia nessuno giocava: scendevo in cortile e calciavo coi miei amici. Nessuno mi ha mai fatta sentire a disagio perché magari preferivo il pallone alle bambole.

Forse i bambini sono più meritocratici, vanno oltre le differenze e ciò che conta per loro è che tu sia bravo a fare qualcosa. Io ero brava a giocare a calcio”.

Poi, Gama ripercorre la breve storia del calcio femminile, ricordando la prima squadra di giocatrici fondata a Milano nel 1933. Che ha avuto vita breve, perché “il regime fascista ha deciso che il calcio fosse roba da uomini. Anzi: che senza alcuna validità scientifica, il calcio fosse uno sport poco salutare per le donne.

Sono stati fatti passi avanti da allora, e in particolare dagli anni ’70 con il riconoscimento di Uefa e Fifa il calcio femminile ha avuto una spinta. Ma la strada è lunga e tutti i cambiamenti culturali richiedono tempo. Di certo lo sport non ha genere”.

Juventus Femminile, Sara GamaIl cammino per l’equiparazione del calcio femminile e di quello maschile è lungo e richiede tempo, ma “l’importante è mettere ogni volta un pezzetto in più. In Italia questo è il secondo anno in cui esiste il professionismo e si tratta di una pietra miliare.

Credo che ormai in tanti abbiano capito che puntare sul calcio femminile è utile, anche dal punto di vista dei flussi economici perché si può raggiungere una fetta più grande di pubblico. Quindi probabilmente sì, il fenomeno crescerà”.

Occorre, comunque, intervenire dall’alto, anche a livello governativo. Ricorda Gama: “Negli Stati Uniti nel 1972 si è stabilito a livello governativo con il Title IX di dare fondi a quelle scuole superiori e università che investono sulle discipline sportive femminili, tra cui il calcio. E infatti le americane hanno sempre vinto molto. Per questo sul piano politico le decisioni diventano fondamentali”.

Juventus Femminile: un esempio pionieristico

Con orgoglio, la giocatrice ricorda anche che in Italia il club pionieristico in materia di calcio femminile è stato proprio il suo, la Juventus: “Nel nostro Paese un grande impulso lo ha dato proprio la Juventus, che è stata pioniera quando nel 2017 ha fatto partire la prima squadra, mettendo a disposizione strutture di un certo tipo.

Concedere l’Allianz Stadium per il big match Juventus – Fiorentina nel 2018 lo considero una specie di spartiacque. Un modo per far capire che calcio maschile e femminile sono identici e pertanto non devono disputarsi in luoghi diversi. Dopo, altri club hanno seguito l’esempio.

Oggi le cose sono molto più semplici per un’atleta donna, soprattutto di Serie A: “Dal 2022 le iscritte al campionato di Serie A di calcio femminile si vedono riconoscere l’Inail, l’Inps, le garanzie ‘normali’ di un lavoro ‘normale’. Tutto il sistema dovrebbe avere queste garanzie.

Dal canto suo, Gama afferma di non aver mai avuto problemi nell’essere un’atleta donna in un mondo tradizionalmente maschile: “Non ho mai pensato che essere donna fosse un ostacolo e quindi non ho mai permesso agli altri di pensarlo“.

E forse questo è il suo potere magico.

Calcio Femminile

Milan femminile, annunciata la Capitana: sarà Grimshaw

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Il Milan, due giorni fa, ha annunciato chi sarà la Capitana a partire da questa stagione. L’addio dell’ex capitana Bergamaschi aveva lasciato il ruolo scoperto.

I tifosi rossoneri hanno finalmente scoperto chi sarà la futura Capitana del Milan femminile. Dopo la partenza di Bergamaschi, verso la sponda juventina, il ruolo era rimasto vacante.

L’annuncio è arrivato direttamente dalla centrocampista scozzese, tramite i canali social della società. Grimshaw infatti compare in video, vestita con la nuova divisa della stagione e la fascia al braccio.

La numero 11 rossonera esordisce con: “Signori e signore è il Capitano che vi parla. Oggi iniziamo una nuova stagione. Ed è con grande onore e piacere che vi annuncio che indosserò la fascia di Capitano. E guiderò con orgoglio la squadra in questo nuovo ed entusiasmante percorso.”

Milan Grimshaw

Infine prosegue dicendo: “Essere il Capitano del Milan mi riempie di orgoglio ed entusiasmo. È una grande responsabilità che accolgo a cuore aperto.”

Christy Grimshaw al momento è ferma per un brutto infortunio rimediato verso fine della passata stagione. Non appena avrà terminato il percorso di riabilitazione, che durerà ancora diversi mesi, la potremmo vedere in campo con la fascia da Capitana al braccio.

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Calcio Femminile

Calcio femminile italiano: la tv delle ragazze

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Serie A Femminile

Calcio femminile: diritti Tv non assegnati, la Figc fissa la scadenza per le proposte. Ancora nessuna certezza. Cosa frena i grandi broadcaster.

La Figc ha invitato a presentare le offerte riguardanti i diritti audiovisivi del calcio femminile professionistico, stagioni 2024-2025, 2025-2026 e 2026-2027. Ma perché a poco più di un mese dall’inizio del campionato ancora nulla si è smosso?

Indice

Calcio femminile: in Italia ha il giusto spazio?

Il termine finale per la presentazione delle offerte è stato fissato per le ore 12.00 del 26 luglio 2024.

Le competizioni in ballo sono il Campionato Femminile di Serie A, la Coppa Italia Femminile e la Supercoppa Femminile.

Pochi canali e orari non da grande Auditel.

Stadi secondari e biglietti a prezzi stracciati se non addirittura gratuiti. La Serie A femminile italiana vive una realtà lontana anni luce dai grandi numeri di altre nazioni, come Inghilterra, Spagna o Stati Uniti. In queste nazioni gli stadi si riempiono, in alcuni casi sono gli stessi della lega maschile.

Un’indagine svolta da Deloitte rivela che i ricavi dei club della Women’s Premier League già nel 2022/2023 erano aumentati del 50% rispetto alla stagione precedente: un totale di 48 milioni di sterline (56,7 milioni di euro).

A cosa si deve questo gap?

Cambiando l’ordine dei fattori il risultato cambia

Il lato economico sicuramente è alla base. Se un broadcaster deve investire deve scommettere su un risultato più che certo: quanti sponsor, quanti introiti, quanto smuove il calcio femminile in Italia? Ancora troppo poco, evidentemente.

Il lato socioculturale. Non solo il calcio, ma tutto lo sport femminile deve ancora fare tanti passi avanti per conquistarsi un ruolo di prestigio nell’interesse degli spettatori e degli addetti ai lavori italiani. E il giusto linguaggio.

Basta vedere come viene celebrata la vittoria di Jasmine Paolini: “bellissima”, hanno titolato, come se contasse il lato estetico in una sfida di tennis.

O come viene appellata Anna Kalinskaya, che per tutti i media è “la fidanzata di Sinner”.

Per tacere del silenzio sulla qualificazione della nazionale azzurra femminile agli europei. Vittoria schiacciante sulla Finlandia. Taciuta, per l’appunto, dai più, ma non da noi di Calciostyle.

Il calcio femminile verso un nuovo futuro

La voglia e l’interesse: due elementi fondamentali che andrebbero alimentati per portare avanti la causa. Una lotta che dovrebbe interessare non solo le atlete e il pubblico più affezionato, ma tutto il mondo sportivo.

Si metterebbe così in moto un circolo virtuoso in cui tutti i fattori si autoalimentano per raggiungere uno status di prim’ordine.

La condizione in cui verte il calcio femminile è lo specchio di una situazione sociale ben più profonda.

Il cambiamento deve essere prima culturale. O forse no? Anche una scalata comincia con un singolo passo. Che questo si possa fare su un prato verde?

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Calcio Femminile

Ufficiale – Roma femminile, colpo Champions: Dragoni è giallorossa!

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Roma Femminile, Giulia Dragoni

La Roma femminile piazza un importante colpo in entrata. Arrivata dal Barcellona la prima italiana a vincere la Women’s Champions League.

Giulia Dragoni torna in Italia. La giovane calciatrice azzurra dopo l’esperienza al Barcellona approda alla Roma femminile. Come da tempo anticipato, la classe 2006 dopo un anno e mezzo al club blaugrana, divisa tra prima e seconda squadra, torna in patria.

Un colpaccio in prospettiva per le bi-campionesse d’Italia che aggiungono una delle più talentuose e promettenti calciatrici dell’intero panorama europeo. Dragoni arriva alla corte di Alessandro Spugna a titolo temporaneo per una stagione.

In stagione, l’azzurra ha collezionato 36 presenze condite da 8 reti ed è diventata la prima italiana ad alzare il trofeo della Women’s Champions League.

Roma femminile

Roma femminile, il comunicato

“L’AS Roma è lieta di dare il benvenuto in giallorosso a Giulia Dragoni. La centrocampista, classe 2006, arriva in prestito dal Barcellona. Proprio con le blaugrana ha conquistato la Uefa Champions League, nella stagione scorsa, diventando la prima italiana a vincere il trofeo. Ha rappresentato tutte le nazionali giovanili italiane e a 16 anni e 259 giorni è diventata la più giovane italiana a giocare un Mondiale. Benvenuta, Giulia!”.

 

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