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Mondiale per Club

Troppo Real Madrid per la Juventus: la squadra di Tudor cade 1-0, ma a testa alta

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FIFA

Il Real Madrid elimina la Juventus negli ottavi di finale del Mondiale per Club, decisiva la rete di Gonzalo Garcia: ora Dortmund o Monterrey.

Sconfitta prevedibile, nella sostanza, per la Juventus contro un Real Madrid. Prestazione auspicabile, a dispetto degli imparagonabili valori in campo. I bianconeri non sono stati surclassati, dal punto di vista tecnico, come era successo contro il Manchester City, e non si sono mostrati opachi e volitivi come l’Inter contro il Fluminense.

La favola di Gonzalo Garcia continua: il Real Madrid elimina la Juventus e accede ai quarti di finale del Mondiale per Club

A differenza di quanto accaduto contro i Citizens, la squadra di Tudor non affrontava certo una compagine in salute e a pieno regime. Il Real Madrid ha cambiato tanto, è ancora alle prese con l’interminabile serie di infortuni che ne ha condizionato la scorsa stagione e soprattutto ha scelto un cambio di filosofia calcistica talmente radicale che ai Blancos non possono bastare tre partite per assimilare i diktat di Xabi Alonso.

Però la Juventus c’è. E’ viva, combatte e ci regala una partita vera: fornendo un contraddittorio credibile contro una delle squadre più forti del pianeta. Il tecnico basco conferma il passaggio in pianta stabile alla difesa a tre delle ultime due gare, dopo il sistema “ibrido” sciorinato nell’esordio contro l’Al Hilal. Tchouameni pare già divenuto il suo “nuovo Andrich“: ovvero quel centrocampista difensivo che scala in mezzo ai due centrali, sia per aggiungere leadership e coordinazione al reparto arretrato sia per avere un play aggiuntivo in fase di possesso.

Anche perché il Real Madrid un difensore in grado di fungere da perno della retroguardia a tre in rosa non ce l’ha. In questo momento manca anche un mancino, per far uscire la palla sul lato sinistro della difesa in maniera pulita. Mancano tante cose, al Real, in questo momento, e allora Alonso fa di necessità virtù adattando l’ambidestro Huijsen: ex di serata e sempre più rimpianto dai bianconeri. Abiurato l’attacco a 2+1, dogma ai tempi del Bayer Leverkusen, con Vinicius confermato al fianco del canterano Gonzalo Garcia.

Bellingham e Arda Guler, a turno, si alzano per supportare l’attacco, mentre Valverde studia per fare il Casemiro. Ma anche un po’ Modric, e pure un po’ Kroos. La Juventus risponde con il 3-4-2-1 marchio di fabbrica del tecnico croato: un blocco medio-basso per non sfidare i palleggiatori del Real sul possesso e affidandosi alle transizioni in verticale. Piano partita che, almeno nel primo tempo, funziona benissimo.

La stella di Yildiz, che sembra aver trovato il suo posto nel mondo come trequartista da corridoi intermedi però partendo da sinistra, inizia a brillare di luce propria e non più soltanto di quella riflessa dei media. Il turco fa ammattire la difesa del Real, con Kolo Muani che si muove tanto e partecipa molto alla manovra offensiva come gli chiede Tudor. Il francese, però, pare aver smarrito il killer instinct che ne aveva contraddistinto il primo impatto con il campionato italiano. La chance sprecata a tu per tu con Courtois pare un déjà vu del gol sbagliato in Qatar nella finale mondiale del 2022 contro l’Argentina: al cospetto de El Dibu Martinez.

Questa volta, però, a differenza del suo omologo sudamericano, l’estremo difensore belga non ha neppure bisogno di metterci lo zampino: evitando all’opinione pubblica mondiale un’altra sterile discussione su dove finiscano i meriti del portiere e dove inizino i demeriti del centravanti. La Juventus nel primo tempo si fa preferire, tiene meglio il campo e crea più occasioni. Nella ripresa la gara si sblocca, con le squadre che si allungano e le occasioni che si moltiplicano: di certo non una buona notizia per i bianconeri.

Che infatti vengono puniti quasi subito, pochi minuto dopo il rientro dall’intervallo, con l’inserimento alla Raul del “solito” Garcia. L’eroe del Mondiale per Club sarebbe potuto partire in prestito, dal momento che lo cercavano (e lo cercano tutt’ora) il Como e il Genoa, ma l’infortunio di Mbappé (comunque a disposizione, ma mandato inizialmente in panchina da Xabi Alonso) potrebbe aver cambiato il suo futuro. La Juve prova a ribellarsi allo svantaggio, ma un’intera gara passata sotto la linea del pallone si fa sentire a queste temperature.

Il Real gestisce il vantaggio, cercando sistematicamente un raddoppio che non arriva anche grazie ad un Di Gregorio in stato di grazia. Strepitoso in almeno tre o quattro occasioni, parimenti a quanto gli era capitato nelle precedenti tre partite. La Juventus rimane aggrappata, con le unghie e con i denti, allo svantaggio minimo fino all’ultimo minuto di recupero, ma deve infine arrendersi alla superiorità madrilena. Da domani si penserà al mercato e alla squadra che verrà, con un Vlahovic (in panchina per novanta minuti) spinto sempre più lontano da Torino (anche) dall’imminente arrivo di David: sebbene il futuro di Kolo Muani sia ancora da discutere.

Real Madrid

Mondiale per Club

Chelsea, Maresca è solo l’ultimo: il legame tra i Blues e i tecnici italiani

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Chelsea

Il Chelsea di Maresca, dopo la Conference League, si aggiudica anche il Mondiale per club. La tradizione tra i tecnici italiani e i Blues continua…

Il Chelsea di Enzo Maresca è sul tetto del mondo. Tutto facile per i Blues che nel fantastico impianto newyorkese del MetLife Stadium hanno annientato il Paris Saint Germain con un netto 3-0, maturato nel primo tempo.

Dopo la Conference League conquistato contro il Betis, il Chelsea si porta a casa una doppietta di trofei niente male. La prima esperienza sulla panchina del club inglese per l’ex vice di Guardiola è stata molto positiva. Infatti, oltre ad aver portato in bacheca due trofei, Maresca ha anche guidato il Chelsea al terzo posto, valido per la qualificazione alla prossima Champions League.

L’ex tecnico del Leicester ha già conquistato i cuori dei tifosi dei Blues. Ma questa non è una novità. Infatti, la storia ci insegna che tra il lussuoso quartiere londinese e i colori italiani c’è sempre stato un fortissimo legame. Maresca non è il primo italiano a portare in alto il Chelsea. Diversi sono gli azzurri che sono passati sia in campo che in panchina e che sono rimasti molto legati ai Blues.

Chelsea

Il primo che viene in mente è sicuramente Gianluca Vialli. L’ex gemello del goal arriva a Londra sotto la guida di Gullit, dove vince subito una FA Cup. Dopo l’addio dell’olandese, Vialli diventa player-coach e in questo doppio ruolo vince una Supercoppa UEFA e conquista uno storico secondo posto.

A sedersi sulla panchina del Chelsea nel lontano 2009 arriva anche Carlo Ancelotti con il suo iconico sopracciglio che porta in bacheca un incredibile double: Premier League ed FA Cup. Prima dell’arrivo dell’attuale ct del Brasile mai nessuno era riuscito a compiere la doppietta sulla panchina dei Blues. Un altro tecnico che sicuramente rimarrà nella storia del Chelsea è Roberto Di Matteo, colui che ha portato a Stamford Bridge la prima storica Champions League. Il 19 maggio 2012 batte il Bayern Monaco ai rigori grazie ad un “meravigliosamente, immensamente Drogba” che trascina la propria squadra al titolo più ambito.

Drogba, Chelsea

La storia dei tecnici italiani sulla sponda blu di Londra non si ferma certo qui. Nel 2016 arriva il “serial winner”, quello capace di vincere in ogni piazza (l’ha dimostrato quest’anno a Napoli, come se ce ne fosse bisogno): Antonio Conte. L’ex Juve al primo anno domina la Premier League con 30 vittorie in 38 giornate. L’anno successivo si porta anche a casa una FA Cup contro lo United di Mourinho.

Infine nell’annata 2018-19 arriva Maurizio Sarri. L’ex Napoli può fare affidamento su un Eden Hazard in gran spolvero che trascina i Blues alla vittoria dell’Europa League contro i rivali di sempre dell’Arsenal.

La connessione tra il Bel Paese e il Chelsea continua a scrivere pagine importanti di storie e noi ci auguriamo che anche Enzo Maresca possa continuare su questa scia, da lui stessa disegnata.

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Mondiale per Club

Chelsea, una vittoria da outsider come nel 1998 in Supercoppa europea

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Mondiale per Club

La vittoria di ieri nel Mondiale per club del Chelsea contro il PSG ricorda molti la vittoria in  Supercoppa europea 1998 contro il Real Madrid da outsider.

Ieri il Chelsea ha vinto il Mondiale per club battendo il PSG in finale a sorpresa: una vittoria da outsider dei Blues, che ricorda molto quella in Supercoppa europea nel 1998 contro il Real Madrid di Raul.

Chelsea, i Blues vincono il Mondiale per club battendo il PSG in finale, vittoria contro ogni pronostico come fu quella in Supercoppa europea nel 1998 contro il Real Madrid di Raul

London, United Kingdom, 7th August 2024:- Outside Stamford Bridge, the home of Chelsea Football Club

Chelsea, i Blues vincono il Mondiale per club da outsider: una impresa simile quella del 1998 in Supercoppa europea contro il Real Madrid

Il Chelsea chiude la sua straordinaria stagione vincendo il Mondiale per club, battendo il PSG campione d’Europa in finale per 3 a 0, per Enzo Maresca è il secondo trofeo stagionale dopo la Conference League di maggio contro il Betis. La vittoria dei Blues è stata davvero contro tutti i pronostici, visto che il PSG aveva vinto e stravinto tutto in questa stagione, sembrava davvero un armata invincibile. Ma si sa,  nel calcio i pronostici si possono ribaltare nel campo di gioco, questa impresa a molti tifosi Blues è ricordata quella dell’agosto del 1998 in Supercoppa europea contro il Real Madrid campione d’Europa di Raul.

Anche in quella occasione, i Blues partivano sfavoriti, non per la formazione, che era di livello altissimo tanto che il compianto Gianluca Vialli decise di non scendere in campo, vestendo solo i panni del tecnico, delegando l’attacco a Zola e Casiraghi, mica chiunque. Certo, le merengues erano uno squadrone, oltre Raul c’erano anche Redondo, Seedorf, Hierro, Sanchis, Mijatovic e Roberto Carlos, tanto che Guus Hiddink si permise di tenere in panchina nientemeno che Fernando Morientes. Ma alla fine la spuntarono i Blues di misura per 1 a 0, con la rete di Gustavo Poyet. Quindi, un impresa da outsider, che ancora una volta dimostra che i pronostici lasciano il tempo che trovano e conta ciò che si fa nei 90 minuti di gioco, come lo ha dimostrato il Chelsea ieri sera ed anche quello del lontano 1998.

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Mondiale per Club

Mondiale per Club: duello spettatori Real Madrid-Psg

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Chelsea

Con il Mondiale per Club ormai terminato è tempo di tirare le somme sulla nuova competizione organizzata dalla FIFA. A partire dall’affluenza media. 

Al Metlife Stadium di East Rutherford la competizione mondiale per club registrava 81.118 presenze, rendendo l’atto finale tra Chelsea e Psg l’incontro più visto, seppur di poco, del torneo.

mondiale per club

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Spettatori Mondiale per Club: il duello che non ti aspetti

Si perchè la finale per poche centinaia di spettatori supera quel Psg e Atletico Madrid della fase a gironi che aveva registrato 80.619 spettatori. Alla fine della fiera, o per meglio dire del torneo, la spuntata il Chelsea di Enzo Maresca, che aggiunge un altro trofeo dopo la Conference League. Ma non solo. Con il successo nel Mondiale per Club il Chelsea diventa l’unica squadra ad aver vinto almeno una volta tutte e 5 le competizioni europee.

C’è da dire che, non con molto stupore però va segnalato, che nessuna delle due finaliste ha registrato un’affluenza media inferiore rispetto agli altri club, pur essendo arrivate fino in fondo. I campioni in carica addirittura terminano il loro torneo al 5o posto per affluenza media, dietro addirittura all’Atletico Madrid martoriato a suon di gol dalla squadra transalpina.

Si conferma squadra dal Dna internazionale il Real Madrid. La squadra del neo allenatore Xabi Alonso si conferma prima alla fine del torneo con 68.962 spettatori medi per partita, pur essendo arrivata fino in finale. Ma la squadra spagnola aveva affermato il suo dominio già nella fase a girone. A chiudere il podio la squadra di Luis Enrique, seconda, con 68.019 spettatori di medi e l’Inter Miami di Leo Messi, arrivato agli ottavi, con 54.799.

Quasi snobbate le italiane. Entrambe uscite agli ottavi di finale, la Juventus si è in qualche modo difesa, mentre differente la situazione dell’Inter. La Vecchia Signora ha chiuso al 13esimo posto con una media di 41.651. L’Inter ha chiuso il percorso nella caldissima Charlotte supportato da 20.030 spettatori. Tuttavia, quest’ottavo di finale è risultato il match meno visto dalla fase a eliminazione diretta in poi. I nerazzurri chiuderanno poi con una media di 32.596, la terzultima fra le europee.

Peggio di loro infatti, a livello europeo, solamente il Salisburgo (28.573) ed il Benfica 30.380).

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