Esteri
La Francia e il suo calcio hanno un problema con la violenza
Francia, la sassaiola dei tifosi del Marsiglia al pullman del Lione è solo l’ultimo esempio di come la violenza stia letteralmente esplodendo nel Paese.
In Francia hanno fatto il giro del web. E da lì, a cascata, il giro del mondo. Fino ad arrivare a noi.
Le immagini di Fabio Grosso, completamente bendato dopo che alcuni tifosi del Marsiglia hanno preso a sassate il pullman del Lione sfondandone i vetri e ferendolo al volto, le abbiamo viste tutti.
“Una maschera di sangue”. Così è stata definito, con un’espressione forte ma cangiante, l’ex allenatore del Frosinone. Sanguinante e ancora sotto shock.
Tuttavia, ridurre la sassaiola dei tifosi marsigliesi all’ennesimo caso di violenza fra tifoserie significherebbe ignorare le implicazioni politiche e culturali con le quali il calcio francese è costretto da anni a convivere.
La Francia brucia fra le violenze
In generale, non è il periodo storico più sereno per la Francia. Il processo di assimilazione forzata è miseramente fallito, ricordandoci ancora una volta come l’integrazione sia l’unico strumento in grado di far coesistere serenamente popoli di culture ed etnie diverse nel mondo globalizzato.
Il calcio, come spesso succede, altro non è se non lo specchio della società in cui rotola. Se in Francia la violenza è per le strade, allora sarà anche nei campi da calcio. E soprattutto fuori dal rettangolo verde.
I disordini dello scorso Luglio, in seguito alla morte del 17enne di Nanterre Nahel Merzouk, sono serviti a portare agli occhi dell’opinione pubblica internazionale il grave problema delle banlieue francesi.
Tuttavia, le banlieue, termometro sociale delle differenze di classe vigenti in una delle nazioni più prospere del pianeta, non sono l’unico teatro in cui è possibile assistere a scontri. Infatti, quello della violenza sembra essere un problema traversale e che si estende per tutta la Francia.

Ayoub e gli skinhead del PSG
Questo clima da costante guerriglia urbana fluisce, inevitabilmente, anche nel mondo del calcio. Finendo per esondare e travasare anche in contesti in cui apparentemente non dovrebbe confluire.
In occasione del match dello scorso 25 Ottobre fra PSG e Milan, la Divisione Nazionale per la lotta al Teppismo (DNHL) ha classificato la partita come “un rischio di livello 3 per il paese“.
Per intenderci, in Francia il “livello tre” è uno dei livelli di rischio più alti. Per questa ragione, già il giorno prima della partita erano state dispiegate circa 500 persone. Fra queste figurano sei unità di Forze Mobili e CRS (Compagnie Republicaine de Securite). Speciali corpi di polizia con funzioni antisommossa e una declinazione nella Protezione Civile.
Tutto questo nonostante le due tifoserie non siano rivali e storicamente non siano mai stati riportati incidenti. E allora come mai tutte queste precauzioni? Stando a quanto riporta l’Equipe, la proprietà del club parigino temeva che nel settore ospiti sarebbero state sventolate bandiere palestinesi.

La Francia e la questione araba
La Francia, come ovvia conseguenza del suo multiculturalismo, è un paese frammentato in tanti piccoli sottogruppi. Emisferi che non si parlano e non si toccano. Retrospettiva di un paese virtualmente aperto ma in realtà chiuso a riccio nella propria autarchia culturale, che rigetta il diverso a tal punto da isolarlo per poi aggredirlo appena ne ha l’occasione.
Un malcontento congenito che sfocia spesso e volentieri nel razzismo e si manifesta attraverso la violenza. Ricorderete, per esempio, gli episodi di violenza che hanno fatto seguito alla festa in strada della comunità marocchina dopo che la loro nazionale si era qualificata per la semifinale del Mondiale in Qatar. Semifinale in cui sfidò proprio la Francia.
Il sito de Le Figaro riporta che a Nizza tifosi marocchini sono stati inseguiti da persone incappucciate che gridavano “fuori gli arabi”.
La Francia e la questione palestinese
Il razzismo nei confronti della comunità araba è talmente diffuso in Francia che il ministro dell’interno francese Gérald Darmanin è stato “costretto” a vietare le manifestazioni (anche quelle pacifiche) a favore della Palestina.
Misure cautelari che però non sono servite a evitare ulteriori scontri, andati in scena il giorno immediatamente successivo al provvedimento fra le strade di Parigi e Lille.
La “questione araba” è istituzionalizzata a tal punto che il calciatore algerino del Nizza, Youcef Atal, è stato sospeso per sette giornate dalla FFF (Fédération Française de Football Association, la Federcalcio francese) per aver condiviso sui propri profili social il video di un noto predicatore palestinese.
Il giocatore è stato sospeso dalla sua stessa società, prima ancora che arrivasse la squalifica da parte della federazione, e la Procura Francese ha aperto un fascicolo su di lui accusandolo di apologia del terrorismo.
Un atteggiamento tutto sommato in linea con la posizione assunta dalla Francia nell’ottica del conflitto israelo-Palestinese. In un appello televisivo, il presidente francese Macron ha dichiarato: «Chi confonde la causa palestinese con la giustificazione del terrorismo commette un errore morale, politico e strategico».

Gli ultras e la politica negli stadi
Questo perché il tifo organizzato del Nizza, in particolare il gruppo Ultras Populaire Sud, è notoriamente di estrema destra.
I leader sono gli eredi designati della Brigade Sud, un’associazione sciolta nel 2010 dal Ministero dell’Interno francese, affiliata al gruppo della destra radicale francese Génération Identitaire. Celebre anche (e soprattutto) per le ronde contro i migranti, avvenute nel 2018 lungo il confine italo-francese.
Questo li pone in netto contrasto con la tifoseria marsigliese e soprattutto con i suoi due principali gruppi ultras. Il Commando Ultra 84, il gruppo ultras più antico di Francia, e i South Winners, celebri per esporre uno stendardo raffigurante il volto di Che Guevara durante le partite del Marsiglia.
Se qualcuno di voi nutre un minimo interesse nei confronti della politica internazionale avrà sicuramente notato come, passatemi la reductio semplicistica, il dibattito sulla questione palestinese assuma contorni dicotomici e poco sfumati.
Chi sta a destra, tendenzialmente, sta con Israele. Chi sta a sinistra, invece, sta dalla parte della Palestina.
Non dovrebbe quindi stupire che il PSG abbia chiesto espressamente alla Procura di non vedere bandiere palestinesi nel settore ospiti del Milan.
Il tifo organizzato parigino è in mano al gruppo Boulogne del Paris Saint-Germain: un movimento skinhead di estrema destra che ha per capo il militante neonazista Serge Ayoub.

Francia, c’è un problema
E ricorderete sicuramente la clamorosa invasione di campo dei tifosi del Nizza durante il derby dell’agosto 2021 contro il Marsiglia.
In quell’occasione, Dimitri Payet rigettò in Curva Sud una bottiglietta d’acqua mezza piena che gli era stata tirata in testa, mentre si accingeva a battere un calcio d’angolo proprio sotto lo spicchio di curva occupato dal tifo più caldo dei nizzardi.
In seguito ad alcune provocazioni, arrivate proprio dal numero dieci dei marsigliesi e dal capitano Alvaro Gonzalez, alcuni tifosi rossoneri avevano scavalcato le staccionate iniziando una vera e propria caccia all’uomo nei confronti dei calciatori del Marsiglia.
Ci furono scontri anche fra le panchine, dirigenti compresi, e dovette intervenire la polizia.
La brutta nomea della tifoseria marsigliese
Si potrebbe continuare all’infinito menzionando tutti gli eventi che hanno conferito alla tifoseria marsigliese il poco edificante epiteto di “tifoseria più pericolosa d’Europa”. Dai ripetuti scontri con gli ultras della Lazio, anche essi notoriamente fascisti, sino alle minacce di morte che hanno portato alle dimissioni dell’allenatore Marcelino e di alcuni dirigenti del club.
Inquadrare la situazione del tifo francese in una semplicistica questione di rivalità calcistica è un esercizio mnemonico pigro, degno di una certa fetta della stampa italiana.
Nelle curve si stringono rapporti estremamente radicati nell’ambito della militanza politica, legati alla criminalità organizzata e agli affari illeciti in mercati di un certo tipo.
La violenza, un problema endemico del Paese
La violenza attraversa tutta la Francia. Dalla periferia malfamata e abbandonata dalle istituzioni sino alla rinomata Place de la Republique.
Un problema sistemico che va oltre il calcio ma che nel pallone trova lo spazio vitale per esprimersi. Sotto l’occhio (dis)attento della politica francese, che ancora una volta punta il dito contro qualcun altro anziché puntarlo contro sé stesso.
Questa mattina il ministro dello sport francese, Amélie Oudéa-Castéra, ha demandato le responsabilità di quanto accaduto unicamente ai club. Come se il calcio fosse un mondo a parte.
Come se i tifosi non fossero persone inserite in un contesto culturale ben preciso. Come se il calcio non fosse lo specchio dei problemi della società e una valvola di sfogo per sfuggire dalla quotidianità.
Esteri
Calcio, ecco in quali campionati si gioca per Natale
In alcuni paesi il calcio non si ferma per Natale: sono i paesi di fede islamica ed anche in Israele, vediamo in quale Nazioni si gioca il 25 dicembre.
In alcuni paesi il calcio non si ferma per Natale: ovviamente sono quelli di fede islamica oppure in Israele, dall’Arabia Saudita alla Libia passando per l’Egitto, vediamo dove si gioca il 25 dicembre.

IL PALLONE DELLA SERIE A 2025-2026 ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Calcio, in campo anche per Natale: dall’Arabia Saudita ad Israele passando per l’Egitto, ecco dove si gioca il 25 dicembre
Il calcio si ferma in Europa per il giorno di Natale, ma in altre parti del mondo si scende in campo in 25 dicembre: sono i paesi di fede islamica oppure in Israele, ma anche in Etiopia. Andiamo vedere dove si gioca il 25 dicembre, dall’Arabia Saudita all’Egitto passando per la Libia.
Nel campionato saudita, ben 3 partite sono in programma il 25 dicembre: Al Hazm-Al Feiha, Neom-Al Najma e Al Riyadh- Al Ettifaq. Si gioca anche in Egitto nella Coppa di Lega, in Israele è in scena la Coppa di Stato con in campo Hapoel Tel Aviv e Hapoel Petah Tikva. Anche in Iran si gioca, con due partite del massimo campionato. In campo anche in Siria, con le partite del secondo turno del massimo campionato. Infine, in campo anche in Etiopia, Libano ed Algeria. Ovviamente, riflettori in Arabia Saudita, visto il livello ormai raggiunto della Saudi Pro League.
Premier League
Manchester United-Newcastle, le probabili formazioni e dove vederla
La partita di Premier League Manchester United-Newcastle può regalare molto spettacolo e grandissime sorprese. Scopriamo insieme le probabili formazioni.
Il Manchester United si trova al 7⁰ postoin classifica del campionato inglese, con 31 gol realizzati e 28 subiti (2⁰ miglior attacco insieme all’Arsenal ma 6⁰ peggior difesa).
Il Newcastle è meno bislacco ma nettamente in difficoltà rispetto alla scorsa stagione.
I magpies si trovano all’11⁰ posto in classifica con 23 gol segnati e 22 subiti in 17 giornate di Premier League.

Qui Manchester United
I Red Devils non potranno contare su Bruno Fernandes e, inoltre, 3 giocatori saranno a causa degli impegni in Coppa d’Africa (Diallo, Mazraoui e Mbeumo). Sono da considerare anche gli infortuni di Maguire, Mainoo e De Ligt.
Qui Newcastle
Per quanto riguarda i magpies sono varie le assenze in difesa: Livramento, Trippier, Burn, Botman e Lascelles out. Al loro posto dovrebbero esserci Miley, Schär ed Hall.
Manchester United-Newcastle, le probabili formazioni
Manchester United (3-4-2-1): Lammens; Yoro, Martinez, Shaw; Dalot, Casemiro, Mount, Dorgu; Zirkzee, Cunha; Sesko. All. Amorim
Newcastle (4-3-3): Ramsdale; Miley, Thiaw, Schar, Hall, Tonali, Guimaraes, Raamsey; Murphy, Woltemade, Gordon. All. Howe
Dove vedere Manchester United-Newcastle
La partita inizierà alle 21:00, venerdì 26 dicembre. La diretta sarà offerta da Sky Sport, mentre in streaming la gara sarà visibile su SkyGo e NOW.
Liga
Espanyol, la grande rivelazione della Liga
L’Espanyol chiude il 2025 al 5° posto della Liga e in piena corsa per un piazzamento in Europa. La squadra di Manolo Gonzalez sogna in grande.
La 2° squadra di Barcellona si è fatta grande. Abituata in questi anni a continui sali e scendi tra la prima e la seconda divisione, l’Espanyol sembra aver trovato finalmente stabilità, e sta vivendo una stagione al di sopra di ogni aspettativa. La squadra catalana occupa al momento il 5° posto in Liga, a quota 33 punti, e sogna il ritorno in Europa che manca dalle parti del Cornellà-El Prat dal 2007. La vittoria nell’ultimo turno, arrivata per 2-1 in rimonta sul difficile campo dell’Atheltic Club, ha permesso alla squadra di Manolo Gonzalez di scrivere un pezzo di storia.
Con il successo raggiunto al San Mames, l’Espanyol ha ottenuto per la prima volta nel 21° secolo una serie di 5 vittorie consecutive nel massimo campionato spagnolo. Un traguardo impensabile per chiunque fino a pochi mesi fa e mai visto dai tifosi più giovani, che hanno iniziato a seguire il club dopo il 1998-1999.
Un cammino incredibile fin qui della formazione biancoblù, che resta una squadra dal gioco semplice, piena dei cosiddetti “gregari” artefici della salvezza dello scorso anno, ma che è allo stesso tempo sempre più cinica e pragmatica. Con soli 22 gol realizzati in 17 partite di campionato, l’Espanyol è il 7° attacco in Spagna, ha ottenuto ben 10 vittorie e 3 pareggi. E adesso, con la classifica che sorride, non spaventa nemmeno il confronto con i rivali storici.
Espanyol, il 2026 inizia con il Derby

Dopo un finale di 2025 da incorniciare per l’Espanyol, non c’è modo migliore per iniziare il 2026 se non con il derby contro il Barcellona. Le due squadre catalane si troveranno di fronte nella sfida del 3 gennaio allo stadio Cornellà-El Prat. Per la città già si parla di “scontro del secolo”.
Se la squadra di Flick è abituata a stare al vertice, l’entusiasmo dilagante in casa Espanyol fa sperare che possa essere una sfida equilibrata, che manca da anni. Del resto pochi derby in Europa sono stati a senso unico come quello della Catalogna, dove una vittoria dei biancoblù manca in Liga dal 2009. Negli ultimi 29 confronti nel campionato spagnolo, il Barca ha raccolto 22 vittorie e 7 pareggi contro i cugini.
Barcellona che arriverà al derby in testa alla classifica della Liga. I blaugrana, con 18 partite disputate, sono primi in classifica a quota 46 punti, 4 in più del Real Madrid. Ma la squadra di Manolo Gonzalez vuole scrivere un’altra pagina di storia del Espanyol, tornando a battere i rivali in campionato.
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