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Esclusiva Cs Luigi Garzya: “Napoli è la piazza giusta per Conte, ma la Juve…”

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Durante la diretta streaming Match in collaborazione con LBDV e Calciostyle, è stato in collegamento l’ex giocatore Luigi Garzya, nonchè amico di Antonio Conte.

In trasmissione tra gli ospiti, oltre l’ex calciatore erano presenti il giornalista di Teleclub Italia, Gennaro De Lena e l’ex addetto stampa del Napoli, Massimo Sparnelli.

Face to face con Garzya

Oggi Luigi Garzya è il vice allenatore dell’Under 19 del Lecce e da sempre è amico con Antonio Conte. Essendo coetanei ed entrambi cresciuti nel club salentino.

Nella sua carriera quasi ventennale ha giocato in tanti club, come quello giallorosso ad inizio carriera, ma anche con squadre prestigiose come Roma, Bari, Torino e Cremonese, senza dimenticare Grosseto e Taranto a fine carriera.

Il difensore nativo di San Cesario può vantare sette presenze con la nazionale Under 21 a cavallo tra il 1989 ed il 1990. Con quest’ultima nel 2018 è stato anche vice allenatore, con Evani in panchina.

Garzya

Antonio Conte e Luigi Garzya

Ecco l’intervista integrale

Il Napoli dopo l’ultima sconfitta interna con la Fiorentina, terza stagionale, ha perso le sue certezze, qual è secondo te il problema principale tra la squadra e Rudi Garcia?

Rudi Garcia da quello che si evince da fuori non ha mai avuto un empatia con la realtà di Napoli, non trovando un feeling con la squadra, che nonostante sembrava essere una macchina perfetta ha iniziato ad avere le prime inclinazioni.

Il problema del Napoli non è solo Garcia, ma in generale all’interno dello spogliatoio si sono creati dei malumori, secondo te Antonio Conte è la soluzione?

Conoscendo Antonio, lui difficilmente si sposta in una squadra a campionato in corso, perché prima di firmare con un nuovo club vuole capire se ci sono le condizioni di un progetto a lungo termine, però mai dire mai perché la piazza di Napoli è una importantissima e non dimentichiamoci che è la squadra campione d’Italia in carica.

Secondo te Conte, da quando è arrivato alla Juventus, ha sempre allenato grandi corazzate come Inter, Chelsea e Tottenham, intervallate dalla nazionale, con questo Napoli potrebbe avere qualche problema in più?

Alla Juventus è arrivato dopo due settimi posti consecutivi, con una rosa normale, ed ha fatto rendere al meglio tutti i giocatori arrivando subito alla vittoria dello scudetto. Se c’è un progetto vincente a lungo termine, Antonio è il migliore nel suo campo. L’unica perplessità è riguardante i due caratteri forti che potrebbero contrastarsi tra il tecnico ed il presidente De Laurentiis, ma tra persone intelligenti non dovrebbe essere un grande problema.

Se Conte non dovesse far nulla con il Napoli, mi risulta un colloquio con la nuova dirigenza della Juventus per fine stagione, cosa ne pensi?

Per lui la Juventus è sempre stata una famiglia ed è normale che a Torino tornerebbe volentieri, ma se devo dire la mia, la piazza di Napoli per lui o per altri allenatori, potrebbe essere una grande opportunità. Antonio Conte quando allena, dedica interamente il suo tempo al nuovo progetto, per far si che sia vincente, perché lui è un vincente per natura.

Alcuni dei momenti in campo tra i due grandi amici, Luigi Garzya e Antonio Conte.

Le interviste

Bologna, Ferguson: “Questa stagione non è irripetibile”

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Bologna, Ferguson

Il capitano del Bologna, Lewis Ferguson, ha parlato della gloriosa impresa dei rossoblu e dell’infortunio che gli impedirà di giocare gli Europei.

Ferguson è stato indubbiamente uno dei protagonisti della cavalcata del Bologna, con ottime prestazioni e reti pesanti ha contribuito in maniera sostanziale alla qualificazione in Champions League dei rossoblu.

In una lunga intervista rilascia al Corriere dello Sportil capitano, oltre a dare un suo parere sulla stagione appena conclusa, non ha potuto esimersi dall’evidenziare la delusione per non poter partecipare ad Euro 2024.

Il motivo è il grave infortunio al crociato rimediato nella gara contro il Monza, che gli ha impedito di giocare la parte finale del campionato.

Di seguito le dichiarazioni di Ferguson.

SULL’EUROPEO – “Da bambino avevo due sogni: giocare la Champions League e andare con la mia nazionale in una competizione internazionale. Pensavo di andare agli Europei con la Scozia sì. E poi di giocare la Champions League con il Bologna. Ero lì, ero così vicino, ero a tanto così. E poi in un secondo, quel sogno è sparito. Per me è stata la cosa più difficile“.

SULLA STAGIONE IRRIPETIBILE – “Dobbiamo mantenere questo standard, dobbiamo continuare a salire. Abbiamo avuto una stagione fantastica, ok. Siamo felici. Ma non vogliamo fermarci qui, vogliamo migliorare ancora, giocare la Champions e fare il massimo anche lì. Vogliamo solo migliorare perché questa è una squadra giovane, con buoni calciatori e brave persone. Sì, vogliamo solo imparare più cose e migliorarci ogni giorno. Quindi: sì, raggiungere la Champions League è stato incredibile, ma non c’è motivo di fermarsi. Dobbiamo continuare ad avanzare. C’è sempre una prima volta per tutto e tutti. Ma qui è arrivato il momento di lavorare ancora più duramente di prima per crescere ancora”.

Ferguson

SUI TEMPI DI RECUPERO – “Non so, non voglio indicare una data, un momento preciso. Non voglio avere alcuna pressione. Non voglio che la gente, i fan, si aspettino che torno presto. Voglio solo concentrarmi sul recupero. Cercherò di fare il prima possibile, ma senza pressioni. Non mi sono mai infortunato in vita mia, quindi non sapevo cosa fosse il dolore di un infortunio grave. In quel momento pensavo di aver preso un colpo. È stato doloroso, ma ho continuato. Dopo aver passato la palla ho sentito che il ginocchio era instabile. Ho capito che era una cosa seria”.

SULLA CHAMPIONS – Abbiamo iniziato a suonare la musica della Champions League prima della partita contro il Napoli. Io ero già infortunato, arrivato dalla riabilitazione, e quando ho varcato il cancello del centro di allenamento ho sentito la musica. Mi sono messo a ridere tra me e me. Ho pensato: ‘Che squadra pazza’. Ma la verità è che è stata sicura di sé, lo siamo stati tutti. E sapevamo di avere una squadra forte e di poter raggiungere l’obiettivo. La città è felice”.

SU THIAGO MOTTA – “Lui non è uno che parla molto singolarmente con i calciatori. Non c’è niente di particolare da dire. Per me è stato davvero importante, probabilmente è il miglior allenatore che ho avuto: l’uomo perfetto per rendere questa squadra migliore. È stato incredibile. La sua tattica e il modo in cui gioca a calcio, lo stile di gioco. Ma la sua mentalità è la cosa migliore. Prima dell’infortunio, ricordo che stavamo andando molto bene. Avevamo vinto una partita con quattro gol. Il lunedì mattina Motta arriva e dice: bravi, ma solo per quarantacinque minuti. What? Il secondo tempo, ci dice, non andava bene. Non è mai stato soddisfatto, ha sempre voluto di più. Questo è Motta”.

SU CALAFIORI E ORSOLINI – “Cala è stato il miglior difensore del campionato. Spero faccia bene agli Europei. Anche Orsolini, segnerà pure dei gol. Se fossi Spalletti, li porterei in Germania”.

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Le interviste

Orfeo Zanforlin: “Motta deve conquistare i tifosi” – VIDEO

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Orfeo Zanforlin

Intervista a Orfeo Zanforlin, allenatore ed opinionista televisivo, ora coordinatore del settore giovanile della S.C. Caronnese ai microfoni di Calciostyle.

 

Riportiamo le risposte di Orfeo Zanforlin alle nostre domande

Zanforlin

Orfeo, di Thiago Motta sei contento? Gioco nuovo, mentalità giovanile…

“Dobbiamo però pensare anche alle esperienze passate. Noi abbiamo già vissuto il cambiamento proprio il post Massimiliano Allegri. Tutti volevano un calcio spettacolare e siamo andati a cercare proprio dei profili congrui a questa richiesta, soprattutto da parte dei tifosi che volevano vedere… Non bastava più vincere i trofei, fare delle finali di Champions League o comunque giocartela sempre ad un certo livello. Non bastava più, siamo arrivati ad un punto che volevamo vincere ma anche giocare un bel calcio”.

“E da qui Sarri, Andrea Pirlo. C’è stata una svolta e se vogliamo non è che abbia portato benissimo al di là delle vittorie e dei risultati che comunque hanno ottenuto perché anche Andrea Pirlo nel suo piccolo qualcosa ha vinto, così come Sarri. Però sono risultati figli, come dire, di una squadra che disponeva di una macchina da guerra che faceva tanti goal, mi riferisco a Ronaldo. Era difficile anche capire il valore di questa squadra perchè avevamo un grandissimo giocatore, bastava mettere la palla lì davanti e ti risolveva tutti gli eventuali se vogliamo chiamarli o definirli problemi”.

“Quindi ha pagato bene ma relativamente, da momento che abbiamo perso Ronaldo sono cominciati i problemi, e lì si è visto! Adesso siamo di fronte ad un altro cambiamento, speriamo che questo invece porti bene, io sono contento che arrivi un altro allenatore e che arrivi soprattutto Thiago Motta per quello che ci ha fatto vedere, ma non solo quest’anno, Se facciamo un passo indietro ed analizziamo il suo, seppur breve, percorso in Serie A con Spezia… Insomma ha sempre fatto bene nelle difficoltà e mi sembra un allenatore preparato che produce un calcio interessante e moderno, molto aperto, basti pensare come utilizza Calafiori che parte difensore e durante la partita in situazioni dove lui si propone arriva addirittura a fare i goal! Ne abbiamo visti proprio un paio contro di noi”.

“Quello che deve fare innanzitutto non è tanto conquistare lo spogliatoio, secondo me ci riuscirà anche perché ci sono dei ragazzi, nel nostro spogliatoio, molto intelligenti che si renderanno disponibili, ma soprattutto deve conquistare i tifosi e cioè trasmettere entusiasmo, cosa che negli ultimi 3 anni è mancato! Questo entusiasmo che ha diviso la tifoseria. Oggi l’allenatore deve essere bravo a conquistare anche loro e lo deve fare soprattutto sul campo, non tanto col chiacchiericcio, con le conferenze stampa, ma proprio facendo divertire la Juventus che dobbiamo però considerare che non sarà facile. Non è che quando lui arriva ha la bacchetta magica e pronti via da un calcio si passa ad un altro, il suo pensiero lo dovrà trasmettere alla squadra proprio in situazioni di gioco!”

L’intervista completa ed integrale potete vederla e seguirla dal seguente link:

https://www.youtube.com/watch?v=aZGo9r0HCvg

 

 

 

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Le interviste

ESCLUSIVA CS – Davide Carrieri: “Lautaro è il simbolo della seconda stella e su Taremi e Zielinski…”

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Davide Carrieri Inter

Ai microfoni di Calciostyle ha parlato l’opinionista di Calcissimo e tifoso dell’Inter Davide Carrieri, riguardo allo scudetto vinto dal club nerazzurro.

Le parole di Davide Carrieri

Inter, Carrieri

Di seguito le parole rilasciate in esclusiva ai nostri microfoni dall’opinionista di Calcissimo Davide Carrieri, relative allo scudetto dell’Inter e non solo:

Qual è stata la partita in cui hai capito che l’Inter poteva vincere lo Scudetto?

“Essendo stato un campionato in cui l’Inter ha vinto con 20 punti di distacco rispetto alla seconda, è difficile trovare una partita in cui si è capito che si poteva vincere lo scudetto. Se devo dirti una partita che mi ha dato la certezza che avremmo vinto il titolo ti dico Roma-Inter.

Perché, se siamo riusciti a ribaltare una partita del genere in cui eravamo sotto nel punteggio contro una Roma completamente rivitalizzata da De Rossi, voleva dire che quest’anno non ce ne era per nessuno. Inoltre, secondo me quella partita ha influito sui giocatori della Juventus dal punto di vista psicologico, infatti quella giornata la Juve perse con l’Udinese e da lì in poi il distacco in classifica è aumentato”.

Secondo te questo scudetto è uno di quelli più importanti vinti dall’Inter?

“Si, anche perche è lo scudetto della seconda stella. Questo scudetto è molto prestigioso anche per via della cavalcata che ha portato a vincere il titolo nel girono del derby contro il Milan. Per me vincere il ventesimo scudetto il giorno del derby e raggiungere questo traguardo storico prima del Milan rappresenta un qualcosa di leggendario”.

Vincere lo scudetto il giorno del derby è un qualcosa secondo te che difficilmente potrà riaccadere?

“Si, è un qualcosa di estremamente raro. Nella storia ultracentenaria del derby, c’è però stato un precedente risalente al 2008, anno del nostro centenario, in cui se avessimo vinto la stracittadina saremmo stati campioni in casa del Milan, per via degli scontri diretti. In quel caso però l’Inter perse il derby e rischiò di perdere anche il titolo, cosa che invece non è successa quest’anno”.

Se dovessimo attribuire due nomi a questa cavalcata trionfale dell’Inter, uno a livello di campo e l’altro a livello dirigenziale, quali sarebbero?

“Il principale calciatore legato a questo scudetto dell’Inter è il capitano Lautaro Martinez, che quest’anno ha avuto la consapevolezza di sapere cosa vuol dire avere quella fascia al braccio che prima hanno avuto diversi campioni della storia di questo club.

Inoltre quest’anno ha avuto una continuità che non aveva mai avuto, ha fatto i primi due terzi di stagione strepitosi, infatti ha segnato 23 gol in 24 partite. Nonostante abbia avuto un calo nell’ultima parte di stagione, per me Lautaro rappresenta il simbolo di questa seconda stella.

Speriamo che il calciatore argentino sia impeccabile anche nella vicenda legata al suo rinnovo di contratto perchè, in caso contrario, mi dispiacerebbe perdere un protagonista dell’Inter di questi ultimi anni.

Per quanto riguarda il discorso extra campo, il simbolo non può che essere Beppe Marotta, il vero artefice di questa cavalcata dei nerazzurri. Arrivato nel 2018 dopo i tanti scudetti in bianconero, ha fatto tornare l’Inter dove meritava con un lavoro straordinario che ò cresciuto di anno in anno, portando nomi sempre più altisonanti nel club di zona Porta Nuova“.

Pensi che l’Inter rimanga competitiva ugualmente con il cambio di proprietà?

“L’Inter secondo me rimarrà comunque competitiva, perchè ha dimostrato in questi anni come operare, avendo fatto sempre giusti acquisti dopo cessioni importanti, e il fatto che alcuni esponenti di Oaktree facessero parte del consiglio di amministrazione dell’Inter, vuol dire che hanno già una certa conoscenza del modus operandi di Marotta e della dirigenza. L’Inter da questo punto di vista parte avvantaggiata e inoltre avendo lo stesso allenatore, salvo rivolgimenti improvvisi della situazione, saprà come operare dall’inizio a differenza di altri club.

Per cui secondo me, in vista del prossimo campionato di Serie A, l’Inter è in pole position, mentre per provare ad aggredire le big europee, servirebbe uno sforzo che in questi anni non ha dimostrato di voler fare”.

Cosa ne pensi dei due nuovi acquisti dell’Inter, Taremi e Zielinski?

“Sicuramente sono due acquisti molto importanti per il club perchè l’anno prossimo le squadre come Inter e Juventus avranno molti più impegni rispetto al solito con il mondiale per club, la Champions League con più partite, la Supercoppa a 4 squadre, oltre alla Serie A e alla Coppa Italia.  Sicuramente per essere competitivi su più fronti non basta la rosa di quest’anno, dal punto di vista numerico.

Per quanto riguarda Zielinski e Taremi, l’attaccante iraniano è un ottimo tassello per l’attacco dell’Inter mentre per l’ex Napoli il discorso è più complicato visto che il centrocampo è il reparto più completo, ma il calciatore dopo una stagione un pò complicata, ha tanta voglia di far bene e non può che farlo con la maglia nerazzurra. Però per puntare a qualcosa di veramente concreto secondo me serve un altra punta, un qualcosa di più sulla fascia destra e un ricambio per Acerbi per quanto riguarda il pacchetto difensivo”.

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