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Esclusiva CS Fabrizio Ravanelli: “Sentenza contro la Juventus ingiusta e inammissibile, Allegri sta facendo un grande risultato. Su Del Piero…””

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Ravanelli

Fabrizio Ravanelli, bandiera e bomber della Juventus, ci parla della situazione attuale della Juventus di Allegri e di Andrea Fortunato e Gianluca Vialli.

 

Benvenuto Fabrizio e grazie per la disponibilità. In questi giorni abbiamo visto, per il caso plusvalenze, che la Juventus ha depositato la sua difesa e a quanto pare sembrerebbe che i punti tolti possano essere riconsegnati e poi bisognerà aspettare gli esiti dell’indagine “Prisma”. Un tuo pensiero al riguardo di questa situazione della Società e della squadra?

“Bah, per quanto riguarda la Società credo che stia lavorando bene poi è difficile dare un giudizio da fuori, io credo che la Juventus abbia cercato prendendo anche i migliori avvocati di poter fare valere le proprie ragioni. Quindi, io credo che la Juventus come Società i è sempre distinta per la grande professionalità, per la trasparenza, per la correttezza, per l’educazione sportiva. Questa squadra e questo Club si è sempre contraddistinto non solo in Italia ma nel mondo e ha avuto sempre come binomio la correttezza e la professionalità e anche i grandi successi in campo. Quindi sono convinto che si sta operando bene e sono convinto che allo stesso tempo che la Juventus riavrà i 15 punti e questo credo sia quantomeno logico, perché quello che è stato fatto è un qualcosa di non giusto e scandaloso. Dare 15 punti di penalizzazione lo trovo assolutamente inammissibile la sentenza contro la Juventus. Poi per quanto riguarda la Juventus di oggi sul campo credo che stia recuperando in questo momento i suoi migliori giocatori. E’ ancora un po’ prematuro poter dire dove poteva arrivare questa squadra qual ora fosse stata al completo ed al 100%, però possiamo dire che nonostante le mille problematiche di inizio anno, quelle vissute in Champions League causate da diversi problemi ed anche da diversi infortuni, la Juventus si sta riprendendo alla grande! Ci auguriamo che la Juventus ci possa regalare grandi soddisfazioni in campo, come magari ci ha regalato l’ultima con il Torino con un secondo tempo fantastico e, perché no, regalarci un 2° posto in campionato e magari anche un trofeo tra Coppa Italia ed Europa League. Saranno due competizioni molto dure e molto difficili dove ci vorrà sicuramente una grandissima Juventus sotto tutti i punti di vista. Da quello caratteriale, temperamentale e a quello tecnico dove dovrà dimostrare di essere una squadra granitica nella fase difensiva e migliorare soprattutto sotto porta perché nonostante tutto la Juve crea diverse palle goal ma riesce quasi sempre a sfruttare solo il 50% di quello che crea. Quindi dovrà riuscire a migliorare sotto questo punto di vista ma sono convinto che a fine anno potremmo trarre delle somme positive!”.

Il lavoro di Massimiliano Allegri, oggi i tifosi sono un po’ divisi su questo, secondo te è un operato positivo o miglioreresti qualcosa?

Allegri

“Credo che a migliorare sia in primis Massimiliano a volerlo fare, io credo che stia lavorando veramente bene. Ci sono stati dei momenti dove anche il mister avrà avuto le sue colpe ma credo che tutti nell’arco di una stagione, dai giocatori alla Società e all’allenatore, possono avere dei momenti non dico di debolezza ma dei momenti dove non riescono magari a raggiungere il massimo della performance. Come lo è per un giocatore lo è allo stesso tempo per il mister. Io credo che se avesse l’opportunità di tornare indietro a inizio anno certe situazioni potrebbe anche correggerle per poter migliorare i risultati. Però alla base di questo credo che stia facendo un grandissimo risultato perché con i 15 punti saremmo a 50 punti se non sbaglio e i 2 punti persi e tolti in maniera scorrettissima, uso questo aggettivo perché quello che è capitato contro la Salernitana è stato qualcosa di veramente scandaloso per non usare altre parole, quindi fare un 52 punti nonostante tutto vuol dire che sta facendo un grande risultato. Semifinale in Coppa Italia, sta andando avanti in Europa League. E’ logico che quello che è successo in Champions League è da cancellare però credo che sia da cancellare soprattutto anche per mancanza degli effettivi, di giocatori, perché la Juventus non dimentichiamoci che è stata costruita sulla forza di Pogba, sulla forza di Federico Chiesa, sulla forza di certi giocatori che poi sono venuti a meno anche per problemi fisici! Quindi non credo che sia un’attenuante per lui però non ci sono sempre stati. La Juventus quando arriva nel momento topico, soprattutto agli ottavi (prima) di Champions League, arrivavamo sempre incerottati, quest’anno purtroppo ancora prima e siamo usciti dalla Champions League. Io sono ancora speranzoso che Allegri possa dare ancora tanto a questa squadra, ci credo e sono convinto che potrà regalarci delle grandi soddisfazioni da qui alla fine del campionato o quantomeno ce lo auguriamo tutti quanti”.

Da grande bomber e per tutta l’esperienza che hai avuto, avresti un consiglio da vero bomber di razza, quale tu sei, da dare a Dusan Vlahovic? Credi nelle sue potenzialità e che possa rimanere a lungo nella Juventus?

Vlahovic
“Questo non lo so perché non sono un allenatore, nel senso non sono allenatore in questo momento della Juventus e quindi non conosco benissimo i programmi della Juve per il futuro. E’ logico che per il momento Dusan Vlahovic non sta rendendo per quello che tutti quanti ci aspettavamo e credo che allo stesso tempo sia lui in primis a non essere contento anche vista l’uscita dopo la partita con il Toro. Credo che il suo viso faceva capire quanto lui non era contento, non tanto della sostituzione ma quanto magari per la sua performance. Come qualità credo che siano indiscusse, è un giocatore che ha delle grandi qualità e delle potenzialità incredibili e credo e mi auguro che lui possa rimanere più tempo possibile alla Juventus e regalarci tanti goal! E’ logico che un consiglio che gli posso dare da attaccante, visto che potrei essere anche suo padre, gli direi di stare tranquillo. Di trovare quella serenità e quella tranquillità interiore che serve nei momenti più difficili per tornare ad essere protagonista non solo in campo ma soprattutto nella fase finale degli ultimi 20m dove lui, in questo momento, trova grosse difficoltà”.

Fabrizio, c’è una semifinale di Coppa Italia contro l’Inter e questa partita contro il Friburgo. Secondo te quante possibilità ha la Juventus di centrare entrambi gli obiettivi o anche solo uno dei due?

“E’ difficile dirlo. Molto dipenderà dagli infortuni e dalla condizione fisica della squadra. Mi sembra che la squadra sia in una buona condizione fisica, ci auguriamo di recuperare tutti i giocatori e credo che non ci siano ulteriori stop per giocatori importanti. Allo stesso tempo credo che partiremo con il 50% di probabilità alla pari con l’Inter in Coppa Italia. Per quanto riguarda il Friburgo credo che la Juventus abbia leggermente un minimo vantaggio, però al di là di tutto è una squadra che è 4° nel campionato tedesco dove ci sono Bayer Monaco, Union Berlino e Borussia Dortmund che comunque stanno facendo una stagione pazzesca! Abbiamo visto che tra l’altro il Dortmund ha battuto il Chelsea in Champions League e quindi questo vuol dire che il livello del calcio tedesco si sta alzando. Il livello medio e normale delle squadre tedesche si sta alzando e quindi sarà un test molto difficile per la Juve! Quindi dico 51% per la Juventus e 49% per il Friburgo ma sarà una partita combattutissima dove saranno, ancora una volta, i dettagli a fare la differenza ma soprattutto saranno i grandi campioni a spostare gli equilibri come è successo a Nantes con Di Maria”.

Tu hai alzato la Champions League, che consiglio daresti alla Juventus per far sì che questo gap europeo possa essere colmato per un futuro in Europa?

Juventus
“Mah, il consiglio è quello di andare sempre ad acquistare i giocatori che sono in rampa di lancio e che abbiano grande talento ma soprattutto italiani! Non dimentichiamoci che noi nel ’96 abbiamo vinto la Coppa dei Campioni con 9/11 di in campo di italiani, quindi questo ti fa capire quanto sia stato forte, il 22 maggio ’96, il senso di appartenenza di quella squadra. Sarebbe stata pronta a buttarsi e gettarsi nel fuoco per quei colori bianconeri, per il proprio allenatore, e ognuno di noi avrebbe fatto qualsiasi cosa per aiutare un compagno per alzare quella coppa! Ci è tornato molte volte in mente tutti i sacrifici che avevamo fatto per poter raggiungere quel traguardo! Tutti questi elementi messi insieme oggi, ieri e domani, faranno sempre la grande differenza. Quindi, da parte mia, dico alla Juventus ed alla Società Juventus di andare sempre a cercare talenti ma italiani, poi che ci debba essere un giusto mix con giocatori che vengono dall’estero e che hanno quel senso di appartenenza e di professionalità che ha sempre contraddistinto i grandi campioni. Oggi nella Juve vediamo quel senso di appartenenza in Danilo e quindi giocatori del genere sono la fortuna degli allenatori, sono la fortuna delle Società e dei tifosi! Ci vorrà del tempo ma la Società dovrà essere brava ad andare a cercare quei talenti come oggi abbiamo dimostrato di avere, perché Iling, Fagioli, Miretti, Soulé e tanti altri ragazzi giovani potranno, in futuro, riuscire a dare quella forza e quel senso di appartenenza a questa squadra. Riformare uno zoccolo duro italiano per far sì che questa squadra possa tornare di nuovo a vincere non solo in Italia ma anche a rialzare dopo tantissimi anni la Champions League”.

Fabrizio, un pensiero particolare per tutti noi che abbiamo a cuore i nostri campioni che ormai non ci sono più. Il tuo grandissimo amico Andrea Fortunato e Gianluca Vialli. Un pensiero per queste due bandiere che ricordiamo costantemente tutte le volte che si va allo stadio.

Vialli - Fortunato
“Sembrano che siano parole di circostanza, erano due caratteri totalmente diversi. Andrea era un ragazzo intraprendente con un carattere molto forte e che aveva voglia di arrivare e spaccare il mondo! Lui aveva firmato un contratto per 4 anni alla Juventus, era nel giro della Nazionale e quindi aveva tutte le possibilità per imporsi e diventare uno dei terzini più forti d’Italia. Purtroppo la sua malattia ce lo ha portato via ma io credo che comunque da su in cielo ci osserverà e ci darà… Nonostante il tempo passa sarà sempre al fianco nostro. Io ho avuto l’opportunità di conoscerlo già nel servizio militare, abbiamo vinto un campionato del mondo insieme, ci siamo ritrovati a dividere la camera quando eravamo nel servizio militare a Napoli e poi ci siamo ritrovati a dividerla nella Juventus. C’era un rapporto veramente molto stretto. Con Gianluca Vialli ancora non dico di più ma è stato un qualcosa di incredibile! E’ stato il nostro capitano e sarà il nostro capitano anche ora e in futuro! E’ stato una persona che ci ha insegnato tante cose, ci ha insegnato veramente cosa voglia dire l’umiltà, cosa significa essere leader, cosa significa essere un capitano di una squadra. Lui è stato il vero nostro capitano della squadra! Ci ha trascinato con le sue gesta, con il suo modo di comportarsi, con i suoi modi gioiosi, con i suoi scherzi, con il suo modo di sdrammatizzare anche i momenti difficili e allo stesso tempo di farsi scivolare tutti quei “complimenti” che in certi momenti piovevano dalla critica e dai tifosi. Quindi era veramente un grande saggio e ci manca tantissimo! Ci manca tantissimo non solo come calciatore e come uomo di sport ma come uomo! Io credo che mancherà tanto alle sue due figlie e a sua moglie. Per me è stato il mio idolo, il mio simbolo. Io non mi vergogno a ridire che ho sempre cercato di emularlo in tutto e per tutto e quindi sarà sempre devoto a Gianluca Vialli! Lo ringrazierò sempre per tutta la mia vita di quello che mi ha insegnato! Rimarrà sempre un grande simbolo nel mio cuore e nella mia mente ma questo credo che apparterrà come giocatore non solo ai tifosi Juventini o della Nazionale Italiana o della Sampdoria ma rimarrà nel cuore di tutti i tifosi che amano il calcio!”.

Ultimissima domanda: secondo te, alla fine di questa stagione quando tutta questa situazione che coinvolge la Juventus sarà finita, prevedi in Società qualche cambiamento come magari l’arrivo di un grande campione in Società come Del Piero? Potebbe cambiare il CDA o credi che rimarrà tutto uguale in Società?

“Beh, queste sono domande a cui io non posso rispondere. Posso soltanto sperare che magari Alessandro Del Piero, che è stato un grande capitano e un simbolo di questa Società, possa oggi tornare a rappresentare questo Club nel miglior modo possibile. Credo che non ci sia miglior persona come Alessandro per poter rappresentare la Juventus. Poi per altri discorsi io credo che non sia all’altezza e non devo nemmeno essere così presuntuoso da poter esprimere i miei giudizi o quello che dovrebbe fare la Società perché non sono in grado. Ci saranno delle persone che sono molto più brave di me a capire chi dovrà entrare nella Società e quali saranno i ruoli di quelle persone che entreranno”.

Fabrizio un saluto per il canale Beppe Bianconero, per tutta la redazione di Calcio Style e tutti gli ascoltatori che ti stanno seguendo.

“Ciao ragazzi, vi saluto anche io con grande affetto e mi raccomando “Fino alla fine” forza Juventus! Non dimentichiamoci mai! Grazie a voi!”

Video intervista:

 

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Alexandra Colasanti: “Il successo crea invidia”

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Intervista all’ex arbitro Alexandra Colasanti, ora presentatrice ed opinionista televisiva, in esclusiva per Calciostyle.it con la nostra redazione.

Di seguito le parole di Alexandra Colasanti

Alexandra Colasanti

Ciao Alexandra, partiamo da una cosa fondamentale, tu sei stata un arbitro…

“Sono stata un arbitro perché all’età di 18 anni, quindi un po’ in tarda età perché oggi gli arbitri diciamo che si avvicinano a questo ambiente intorno ai 16 o 17 anni, che credo che sia l’età giusta per fare poi un giusto iter che ti permette poi se hai i numeri e soprattutto la preparazione atletica di arrivare poi nelle divisioni alte del campionato.

Ho iniziato un po’ per ribellione e un po’ per dimostrare al capo famiglia che fossi più brava di lui ed ovviamente ho fallito (ride) come tante cose che ho provato a fare come mio padre. Sono cresciuta nel calcio perché è stato un arbitro di Serie A, soprattutto di quei tempi, secondo me, in cui la Serie A era ancora calcio-poesia, io questo ci tengo a sottolinearlo”.

Alexandra tu sei opinionista nella trasmissione “Calcissimo” di Fulvio Collovati che va in onda su TopCalcio24 ma sei anche conduttrice di una trasmissione in onda su Città Celeste TV in Roma…

“Si, in realtà Città Celeste è un ritorno a quello che era il mio passato, arbitrai una partita e da lì mi coinvolsero in una radio che era in partnership con Città Celeste che era Centro Suono Sport che era quella della Roma. Da lì passai poi a Città Celeste e tutti i Lunedì, da Settembre, ho scritto questo programma ritagliandomi questo spazio che si chiama “Il salotto di Sasha” in cui parlo di calcio. Ovviamente parlo molto di Lazio ma anche molto del campionato a 360° perché da 7 mesi ho cercato di far comprendere agli spettatori Laziali storici e veterani, che in realtà è importante vedere cosa stanno facendo le altre squadre perché il “nemico” bisogna vederlo anche da vicino per capire cosa sta facendo. Quindi il Lunedì è anche importante esaminare qual è l’andamento delle competitor”.

Tifosa della Juventus, Allegriana o no cosa pensi a fine della stagione per il discorso della panchina bianconera?

“Io sono sempre stata per 2 anni consecutivi pro-Allegri perché credo che questo allenatore sia il miglior condottiero che la Juventus possa avere in questo momento. Come consuntivo della stagione io direi che Allegri inizia questo campionato senza un mercato. Pogba si infortuna, si è puntato il dito su Allegri che lo ha voluto, però Pogba si infortuna e sceglie una terapia alternativa quindi va contro quello che gli viene consigliato dalla società Juventus e questo non lo poteva gestire Allegri. Arriva Alcaraz e si infortuna e Allegri non poteva prevedere che si infortunasse.

Allegri gestisce una squadra dove non c’è una struttura societaria, quale altra squadra in Italia senza una struttura societaria… parlo proprio della struttura che manca! C’è stato un periodo in cui le vicende della dirigenza della Juventus sono state veramente pesanti ed hanno veramente colpito in modo importante questa società ed Allegri è stato sempre lì da scudo! E poi mettiamoci anche la vicenda delle scommesse in cui si vede portar via uno dei giocatori importanti, forse uno dei più importanti del centrocampo ovvero Fagioli, che poi porta Locatelli a giocare in un altro ruolo.

Guarda caso si inizia un processo che sappiamo tutti coinvolge una serie di giocatori, però come mai ci si ferma a Fagioli, Tonali e Zaniolo e non si va più a fondo? Era per buttare il polverone sui bianconeri, perché purtroppo in questo paese, e lo continuo a sostenere, il successo crea invidia!

Di seguito il link della video-intervista integrale di Alexandra Colasanti dove parla ampiamente di Allegri, di Juventus e di tanto altro…

 

 

 

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Esclusiva CS, Graziano Campi: “Conte darebbe stabilità, a Motta servirebbe tempo. La situazione economica dell’Inter è un mistero. Su Milan-Roma…”

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Campi

Graziano Campi, giornalista, commentatore e opinionista sportivo nonché consulente per la comunicazione, ha concesso un’intervista a noi di CalcioStyle.

Indice

Le parole di Campi a CalcioStyle

campi

Di seguito, l’intervista rilasciata da Graziano Campi a CalcioStyle.

Ciao Graziano, cosa ne penseresti della possibilità di avere il prossimo anno come allenatore Conte o Thiago Motta?

Antonio Conte darebbe subito stabilità al gruppo. E’ molto esigente, ma più che accontentarlo sul mercato è necessario dargli la possibilità di gestire lo spogliatoio: cosa di cui Juventus e Napoli hanno assoluto bisogno. Thiago Motta deve portare una nuova filosofia e sistemare una difesa che Allegri non cosidera adatta per giocare a quattro dietro. Ci vuole più tempo e pazienza con lui: non so se i tifosi della Juventus ne avranno.”

Cosa pensi del futuro scudetto dell’Inter?

Non hanno avuto rivali per tutto l’anno, quindi avrebbero potuto fare di più in Coppa Italia e in Champions League. Rosico un po’, ma Juventus e Milan hanno iniziato un processo di riequilibrio finanziario di cui beneficieranno nei prossimi anni. E’ stato uno scudetto normale, caratterizzato da un dominio indiscusso dentro e fuori dal campo.”

Un giudizio sulla situazione economica dell’Inter.

E’ un grande mistero. I regolamenti attuali vanno migliorati per rispettare quella che è la filosofia del Fair Play Finanziario. Non si può dire che l’Inter bara, ma sicuramente è lecito invocare regole più stringenti per evitare una disparità competitiva. Oggi i grandi club godono di benefici che falsano la sfida rispetto ai club minori.”

Cosa deve fare il Milan per tornare competitivo?

Il Milan è già competitivo, il problema è legato agli infortuni e al bisogno di riorganizzarsi dopo un’estate con troppi cambi. Ora arriverà un nuovo centravanti, probabilmente un centrocampista e un terzino per completare la rosa che già ha recuperato Bennacer rispetto a inizio anno. Zirkzee è secondo me il giocatore giusto per portare il Milan a inseguire la seconda stella.”

Cosa pensi di De Rossi? Merita la conferma?

De Rossi merita una rosa all’altezza. La prossima stagione alcuni giocatori non ci saranno più e andranno sostituiti, ma l’ossatura della squadra è molto buona: lo dimostra questo finale di stagione. E’ poi è l’anno del Giubileo: non si sa mai che possa arrivare una sorpresa…”

Su Tudor?

Deve raddrizzare la squadra. Essere arrivato a fine stagione lo aiuta a capire quali giocatori vanno bene per il suo progetto e quali no. Sta a Lotito accontentarlo, trovando un centravanti che sostituisca degnamente Ciro Immobile. Il resto dipenderà dalle valutazioni che darà il tecnico su Pellegrini e Lazzari sugli esterni e sui trequartisti in rosa. Tenere Felipe Anderson e Zaccagni è fondamentale. Con Luis Alberto e Immobile ormai è il momento di salutarsi: la speranza è che i tifosi li salutino degnamente.”

Come vedi Manna al Napoli?

E’ alla sua prima esperienza da direttore sportivo. Avere De Laurentiis è sia un vantaggio che uno svantaggio. C’è da capire chi sarà l’allenatore, tra Conte e Italiano vedo una straordinaria differenza per il mercato. La difesa va rifatta ma centrocampo e attacco sono già a posto così, in attesa di individuare il centravanti che potrebbe sostituire Osimhen. Sempre che parta: mai dire mai nella vita.”

La Fiorentina deve ricostruire…

❞In questo finale di stagione ha perso Joe Barone e l’allenatore ha già detto che andrà via: è stata una brutta botta. Ora Conference e Coppa Italia servono per chiudere in bellezza, ma poi c’è una squadra da rifare. Vanno scelti allenatore, direttore generale e direttore sportivo: dal mio punto di vista il mercato dei viola negli ultimi tre anni è stato disastroso.”

Atalanta e Bologna invece vanno a gonfie vele…

All’Atalanta vanno fatti i complimenti per la vittoria contro il Liverpool, ma il quinto posto va ancora raggiunto e la Coppa Italia va ribaltata. Credo non ci sia nulla da toccare. Il Bologna invece dovrà fare i salti mortali per trattenere i protagonisti di questo miracolo sportivo. L’infortunio brutto di Ferguson è una tegola oggi, ma potrebbe far restare in Emilia lo scozzese anche per la prossima stagione. Zirkzee e Calafiori, come Motta, invece, andranno sostituiti degnamente. Sono sicuro che ci faranno divertire anche l’anno prossimo.”

E il Torino…

Mi auguro che il presidente faccia qualcosa di più per completare questa rosa. Alcuni giocatori sono a fine corsa e altri non hanno mai performato: il cambio di allenatore sarà fondamentale per individuare quei calciatori in grado di far fare il salto di qualità al club e riportarlo a lottare per un posto in Europa.”

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Cartoline dal futuro. Stefano Trillocco: “Il mio idolo? Vidal”

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Cartoline dal futuro: Stefano Trillocco del Grosseto

Oggi inauguriamo un ciclo di interviste fatte a talenti giovani, ragazzi che potrebbero fare tanta strada nel mondo del calcio. Il primo è Stefano Trillocco.

Per il ciclo di interviste Cartoline dal futuro oggi conosciamo meglio Stefano Trillocco, 18 anni, un metro e ottantotto di potenza, difensore centrale del Grosseto. Al momento è fermo per un infortunio al ginocchio ma presto tornerà a giocare nel club toscano.

Originario di Civitavecchia, frequenta l’ultimo anno delle superiori e parallelamente alla scuola porta avanti la sua carriera da giocatore di calcio professionista. Dopo aver militato nella maggior parte dei club del Lazio, Trillocco ha intrapreso una nuova avventura in Toscana.

Ha un procuratore che è tutto un programma: Franco Zavaglia, noto per essere stato il primo procuratore di Francesco Totti e l’agente di Giuseppe Giannini.

Simpatizzante juventino, è un ragazzo sicuro dei propri mezzi e con le idee chiare sul proprio futuro. Ecco che cosa ci ha raccontato.

Stefano Trillocco (Grosseto Calcio)


Descriviti.

“Sono un difensore centrale molto dotato tecnicamente e fisicamente”.

Quali sono le tue specialità, come difensore centrale?
“La marcatura a uomo: sono cattivo il giusto, senza troppi falli. Infatti raramente prendo cartellini, intervengo sempre pulito sul pallone. La dote migliore che ho sono i lanci, da 50-60 metri”.

Sei destro o sinistro?
“Sono tendenzialmente destro, ma crescendo ho imparato anche a giocare sinistro”.

Hai iniziato la tua carriera da difensore centrale?
“Io ho iniziato da difensore centrale e ho quasi sempre giocato in questo ruolo, tranne alcuni anni che ho giocato con ragazzi più grandi di due anni: a 16 anni giocavo con la Juniores del Rieti e lì giocavo anche come terzino”.

Quando hai scoperto la tua propensione per il calcio?
“Ho iniziato da piccolo, a 5-6 anni, qui a Civitavecchia. Mi aveva segnato papà, mi piaceva il calcio e fin da subito, anche perché ero un po’ più alto degli altri, mi hanno messo dietro fin da subito. Da piccolo non mi piaceva più di tanto fare il difensore, segni raramente… Poi, crescendo, ho capito che è uno dei ruoli più importanti del calcio. Mi piace prendermi questa responsabilità”.

Quindi il merito della tua passione è anche della tua famiglia.
“Ho un ricordo, da piccolino, della finale degli Europei 2012 Spagna-Italia: lì mi sono innamorato di Torres. Poi ho iniziato a giocare a pallone, vedevo tutte le partite con papà. Pure mamma è molto appassionata di calcio, e ci accompagna avanti e indietro tutti i giorni per Grosseto. E’ un sacrificio più per loro che per me, perché vado lì, gioco, mi diverto. Loro guidano, stanno in macchina tutto il pomeriggio, tutti i pomeriggi.

Mi sento di doverli ringraziare perché mi stanno appresso tutti i giorni 24 ore su 24 ore e perché qualsiasi cosa mi serva me lo fanno trovare subito. A partire dalle cure mediche quando mi faccio male a portarmi avanti e indietro tutti i giorni”.

Hai fratelli o sorelle?
“Ho una sorella più grande di 8 anni che non si occupa di calcio: fa la commercialista e il revisore legale a Roma”.

Quand’è che hai pensato che il calcio potesse essere un’opportunità lavorativa, per te?
“Da piccolo. Quando giocavo qui al DLF Civitavecchia mi è arrivata una chiamata dal Ladispoli. Avevo 14 anni. Quell’anno, forse perché ero troppo piccolo, non ci sono voluto andare. Ma è stato meglio così, visto che dopo è arrivata la chiamata della Viterbese e sono andato lì per un anno. Poi purtroppo si è bloccato tutto con il COVID”.

Come hai gestito la situazione, nel periodo del COVID?
“Andavo da solo, ogni tanto mi videochiamavo con la squadra. Quando è finito il COVID abbiamo fatto alcuni tornei e li abbiamo vinti, sempre nel Viterbese, con squadre di zona. All’epoca, alla Viterbese giocavano anche Baschirotto, Adopo… Li ho visti, loro erano grandi, io ero piccolo. Quindici, sedici anni”.

Dopo la Viterbese, com’è continuato il tuo percorso?
“Dopo è arrivata la chiamata del Rieti, e mi hanno detto di giocare nella Juniones. Io sono 2005 e giocavo con ragazzi 2003-2004. Ero un po’ scettico di andare tutti i giorni fino laggiù, ma poi quell’anno mi sono divertito molto. Ho imparato tanto sul piano caratteriale. Loro erano più grandi, io non mollavo mai e sono arrivato al passo loro, a volte superandoli. Loro mi hanno insegnato a non mollare mai“.

Quanto è importante per un giocatore molto giovane potersi confrontare con compagni più grandi ed esperti?
“Per me è stato fondamentale”.

E poi?
“Il Rieti è fallito. Così lo scorso anno sono andato a Grosseto, ci sono stato fino a dicembre-gennaio nella sezione Juniores, poi ho avuto un infortunio al ginocchio e sono tornato a Civitavecchia. Sono stato fermo 3 mesi e poi all’inizio di questa stagione sono tornato al Grosseto”.

Lo stemma del Grosseto Calcio, il club di Stefano Trillocco

Insomma: ti sei girato un po’ tutto il Lazio.
“Sì, lo scorso anno mi sono fatto anche un po’ di esperienza al Civitavecchia in Prima Squadra”.

A noi puoi dirlo: quali sono i tuoi obiettivi?
“Magari, l’anno prossimo, esordire in Prima Squadra in Serie C o Serie D. Mio padre è stato già contattato da alcune squadre. Spero di trovare una squadra di buon livello e iniziare a giochicchiare. Andare avanti con il calcio fino a… sognare”.

Posso chiederti quali squadre ti hanno cercato?
“Non lo dico per scaramanzia (ride, ndr)”.

Saresti disposto a trasferirti altrove?
“Lo sono sempre stato, anche ai tempi della Viterbese. Tranne quest’ultimo anno, perché sono in quinto e ho deciso di concludere le scuole qui”.

Andresti anche all’estero?
“Volentieri. Sognando in grande, a me piacerebbe giocare in Inghilterra. Per il clima e perché mi piacciono i campionati tecnici molto più di quelli fisici”.

In quale squadra inglese ti piacerebbe giocare, se potessi sognare in grande?
“Mi piacerebbe molto giocare all’Old Trafford con il Manchester United“.

Quali sono i tuoi giocatori preferiti?
“Da piccolino, nel mio ruolo mi è sempre piaciuto Sergio Ramos. Però il mio idolo è sempre stato Arturo Vidal“.

Dei difensori centrali della Serie A ce n’è qualcuno che ti piace?
“Quest’anno, secondo me, Bremer è molto forte fisicamente. Uno dei più forti del mondo”.

A proposito di Juventus: che chances ha quest’anno?
“Secondo me non può puntare troppo in alto, deve aspirare al terzo o quarto posto e arrivare in Champions per andare bene l’anno prossimo. Secondo me ci arriva”.

Tornando a te: cosa vedi nel tuo immediato futuro?
“Non trascuro la scuola per il calcio, ho sempre fatto tutte e due insieme senza problemi. Mi vorrei anche iscrivere all’università qui a Civitavecchia, alla Tuscia di Economia. Alle medie ho frequentato l’Istituto Tecnico Economico. Vorrei prendere una laurea in Economia Circolare come mia sorella, di cui vorrei seguire le orme”.

Come si concilia la vita di un giovane calciatore con la vita privata?
“Ormai ci sono abituato, sono 4-5 anni che faccio questa vita. Ho sempre messo in primo piano il calcio, poi c’è sempre stata la scuola. Vado abbastanza bene. La sera studio e faccio i compiti che ci danno. La famiglia la vedo sempre e quando posso esco, ho tanti amici. Conduco una vita normale”.

Quante volte a settimana ti alleni?
“Dal lunedì al giovedì. Esco da scuola, parto e torno a cena”.

Se andassi a giocare in Serie A, dove andresti a giocare?
“Adesso come adesso l’Inter è il top in Italia. Poi Juventus e Milan, indifferentemente”.

Con quale allenatore ti piacerebbe lavorare?
“In Serie A forse Thiago Motta, per il suo stile di gioco”.

Per la Juve: meglio Motta o Conte?
“Lo stile di gioco di Allegri non mi fa impazzire. Fra Conte e Thiago Motta sceglierei Conte, perché ha la carica giusta come con lo scudetto dell’Inter di qualche anno fa. Però anche Thiago Motta è un nuovo allenatore che ha le sue idee ben chiare”.

A proposito di allenatori: cosa pensi di Palladino del Monza?
“E’ un bravo allenatore. Forse un gradino sotto Thiago Motta”.

Come giudichi l’operato di De Rossi a Roma?
“Ha cambiato la squadra: perché con Mourinho non giocava. Con l’arrivo di De Rossi, soprattutto per la sua romanità e per la sua grinta, ha risvegliato tutti quanti, compreso Pellegrini. C’è un’alta probabilità che il suo contratto venga rinnovato a fine stagione”.

Roma-Milan chi la vince?
“Roma-Milan in casa della Roma dipende da come starà Leao: se sta bene non ce n’è per nessuno”.

Dimentichi il fattore Abraham.
“Anche Abraham è forte, ma prima che ritrovi la condizione si arriva all’inizio della prossima stagione. Recuperare dopo una lesione al crociato non è mai semplice”.

Chiudiamo con un quiz: l’attaccante più forte della Serie A.
Lautaro Martinez“.

Il centrocampista più forte?
Barella, che per me è molto simile a Vidal”.

Il difensore più forte?
“Bremer”.

E il portiere?
“Ce ne sono tanti in Serie A. Provedel della Lazio è fortissimo, Szczęsny è un gatto, Sommer prende raramente gol. Ma secondo me il più forte è Maignan del Milan“.

Ringraziamo Stefano per il tempo che ci ha dedicato e gli auguriamo tanta fortuna per la sua carriera.

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Visualizzazioni: 425 La Juventus pareggia 0 a 0 il big match contro il Milan Massimiliano Allegri sta soffrendo questo finale...

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