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Lorenzo Pellegrini: l’ultimo della dinastia
La Roma ed i suoi capitani. Un legame indissolubile, il simbolo per antonomasia della ciclicità degli eventi. Per anni la squadra ha avuto la possibilità di fare perno su una figura di riferimento che incarnasse lo spirito, l’anima ed il cuore della città.
“Figli di Roma, capitani e bandiere… questo il mio vanto che non potrai mai avere”, un concetto eloquente, che mette a nudo un rapporto viscerale e senza precedenti tra tifoseria, squadra e città.
Indice
Agostino Di Bartolomei
Il capitano della Roma scudettata targata Liedholm. Ma in realtà molto di più. Il tragico evento che ha segnato la fine della sua esistenza lo ha definitivamente legato ai cuori dei tifosi, gli stessi che Agostino ha sempre portato in palmo di mano.
Esponente di un calcio romantico da cui si è sentito estromesso troppo precocemente, per 146 volte Di Bartolomei è sceso in campo con la fascia al braccio, alzando al cielo tre Coppe Italia ed il tricolore del 1983.
317 presenze e 71 gol totali che non riescono a descrivere completamente il valore della sua figura, accantonata nel 1984 dopo la dolorosa sconfitta in finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool.
Agostino Di Bartolomei continua a vivere nei ricordi e nelle anime di chi lo ha amato tanto quanto lui ha amato la maglia giallorossa.
Giuseppe Giannini
“Il Principe” ha portato per 15 anni il difficile fardello di raccogliere la pesante eredità di Agostino Di Bartolomei. La sua avventura in giallorosso conta 437 presenze, 75 gol e ben 10 anni con quella fascia al braccio.
Giannini diventa capitano, infatti, nel 1987 dopo aver rifiutato un assegno in bianco recapitatogli dalla Juventus. Grazie alle sue qualità, unite allo straordinario lavoro di Sven-Goran Eriksson, riesce ad imporsi e divenire centrale nella manovra di sviluppo giallorossa.
Il calcio futuristico del tecnico svedese ne esalta l’estro e la caparbietà, e fa di lui il punto di riferimento della squadra.
Il sodalizio di Eriksson con la Roma, però, è destinato a terminare. Nell’estate 1987 torna Liedholm, grazie a cui il capitano tocca per l’unica volta in carriera la doppia cifra in termini di gol, ma la sua terza esperienza romanista non è all’altezza delle precedenti.
Al “Barone” succedono, negli anni, Radice, Bianchi, Boskov e Mazzone. Proprio con l’esuberante mister romano Giannini vivrà la sua ultima stagione da romanista.
La sua carriera in giallorosso, infatti, termina con l’approdo in panchina di Carlos Bianchi, conseguentemente al mancato rinnovo di contratto. Anche lui, come di Bartolomei, non ha avuto la possibilità di chiudere in bellezza davanti ai propri tifosi.
Francesco Totti
Non servono descrizioni che esulino dal nome. Francesco Totti è, da quasi 30 anni, sinonimo incontrastato ed incontrastabile di Roma.
La sua qualità, ma principalmente la fedeltà mostrata nei confronti della maglia giallorossa sono universalmente riconosciute ed hanno contribuito ad alimentare la leggenda di questo straordinario calciatore.
Il Capitano per eccellenza ha trascorso l’intera carriera nella Roma. 24 anni al servizio della propria squadra e dei propri tifosi, che ha deciso di non tradire neanche dopo la chiamata del Real Madrid.
786 presenze, 307 gol e ben 19 anni con la fascia al braccio. Uno Scudetto, due Coppe Italia e due Supercoppe Italiane, oltre al mondiale 2006 vinto con la Nazionale. A livello individuale spicca la Scarpa d’oro conquistata nel 2007 grazie ai 26 gol messi a segno in campionato.
Anche lui come i suoi due illustri predecessori non è riuscito a chiudere serenamente la propria carriera. I vari dissidi con società ed allenatore nell’ultima stagione, che hanno intaccato il suo addio al calcio, sarebbero potuti essere stati gestiti in un’altra maniera.
Daniele De Rossi
Cresciuto all’ombra di Totti, Daniele De Rossi ha incarnato in campo i valori del Romanismo. La tifoseria, al netto di qualche dissidio a metà della carriera di Daniele, si è sempre rispecchiata in lui, nelle sue doti da leader e trascinatore.
Ha indossato la maglia giallorossa per 616 volte nel corso dei 18 anni da tesserato, vincendo due Coppe Italia ed una Supercoppa Italiana.
In svariate occasioni ha indossato la fascia, seppur quasi sempre in qualità di vice-capitano. Il passaggio di consegne con Francesco Totti, infatti, è avvenuto nel 2017, solamente 2 anni prima del suo addio alla Roma.
Così come Di Bartolomei e Giannini, De Rossi ha concluso la propria carriera altrove, nel Boca Juniors per l’esattezza.
Lorenzo Pellegrini
L’attuale capitano. Il successore designato dal destino. Prima di lui sembrava essere il turno di Florenzi, ma la sua avventura romanista si è conclusa anzitempo.
Nonostante la giovane età, il numero 7 può già vantare una coppa europea con la Roma nel proprio palmarès. L’unico ad esserci riuscito nella storia giallorossa era stato Giacomo Losi.
A Pellegrini, dunque, spetterà il compito di far proseguire questa peculiare tradizione, nella speranza di poter congedarsi, quando sarà, nel modo più consono possibile.
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Milan, il tesoretto della Supercoppa Italiana: quanto incasseranno i rossoneri
Milan, sono ormai ufficiali gli accoppiamenti della Supercoppa Italiana, trofeo che porterà ai rossoneri un piccolo ulteriore tesoretto da sommarsi a quello della qualificazione alla Champions League. Qui di seguito i dettagli.
Un ulteriore tesoretto perverrà nelle casse rossonere, questa volta dalla Supercoppa Italiana. Competizione che si giocherà in Arabia Saudita nel mese di gennaio 2025.
Il Milan andrà ad affrontare la Juventus, neo vincitrice della Coppa Italia, mentre l’Inter se la giocherà contro l’Atalanta.
Ogni semifinalista incasserà 1,6 milioni di euro, mentre alle finaliste andranno 3,4 milioni. Alla vincitrice del trofeo andrà la cifra di 6,4 milioni.
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Como: Pedro in coppia con Icardi?
Como: Pedro in coppia con Icardi? Il ritorno trionfale del Como in Serie A. Ambizioni e Trasferimenti Sensazionali: la connessione tra Fabregas e Pedro.
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Lazio: nuovo stadio? Parla Giovanni Malagò
Nuovo Stadio della Lazio: Un Sogno al Flaminio
Presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha rilasciato dichiarazioni significative riguardo a due tematiche di rilevanza nazionale nel mondo dello sport italiano: il progetto per il nuovo stadio della Lazio e il dibattito in corso sull’Authority nel calcio.
Durante la presentazione della Coppa del Mondo di softball, Malagò ha espresso il suo sostegno affettivo per il progetto del nuovo stadio della Lazio.
Pur ammettendo di non aver visionato il progetto in dettaglio, ha sottolineato la sua inclinazione a favore della realizzazione di una struttura dedicata alla squadra biancoceleste. “Sono un grande tifoso affinché la Lazio possa avere il suo stadio al Flaminio“, ha dichiarato, rimarcando così il suo sostegno alla causa.
Le parole del presidente del CONI rafforzano ulteriormente l’entusiasmo e l’interesse intorno alla possibile costruzione di una nuova casa per la squadra capitolina, confermando l’importanza del progetto non solo per i tifosi, ma anche per il panorama sportivo italiano.
Authority nel Calcio: Apertura al Dialogo
Malagò ha anche affrontato il tema dell’Authority nel calcio, evidenziando un’apertura al dialogo e alla discussione costruttiva. Pur evitando di confermare o smentire eventuali controproposte in fase di elaborazione, ha sottolineato l’importanza di considerare tutte le prospettive e di avviare un dialogo costruttivo su questo tema controverso.
Le sue parole riflettono un atteggiamento prudente ma aperto verso possibili sviluppi nel dibattito sull’Authority nel calcio, suggerendo la volontà di esaminare attentamente le proposte e di lavorare verso soluzioni che possano beneficiare l’intero panorama calcistico italiano.
In conclusione, le dichiarazioni del Presidente Malagò evidenziano il suo impegno verso lo sviluppo e il miglioramento dello sport italiano, con particolare attenzione a questioni cruciali come la costruzione di nuove infrastrutture sportive e la governance nel calcio.
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